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LO SFRUTTAMENTO DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA E LA ROTAZIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE

Il COIN può essere visto come somma degli investimenti fissi e del capitale circolante netto commerciale. Andiamo a vedere come queste due grandezze possono agire sulla produttività del capitale investito: A. Produttività delle immobilizzazioni: il contributo delle immobilizzazioni alla produttività del capitale può essere espresso da: ricavi di vendita / investimenti fissi medi. È necessario scomporre gli investimenti in immobilizzazioni materiali (PP & E) da quelli immateriali. In merito alle PP & E possiamo quindi misurare l'effettivo grado di sfruttamento dell'apparato produttivo: ricavi di vendita / PP & E, grandezza che può anche essere espressa tramite il valore aggiunto, a posto dei ricavi di vendita, se si vuole valutare quanto il lavoro proprio dell'impresa.abbia contribuito alla redditività (in caso di esternalizzazione della produzione infatti l'utilizzo dei ricavi avrebbe poco significato, perché si andrebbe a calcolare la produttività del lavoro altrui). Sempre in merito alle immobilizzazioni è possibile calcolare anche il TASSO DI SVILUPPO (nuovi investimenti in PP & E / PP & E inizio esercizio; rappresenta una approssimazione del tasso) e TASSO DI INTENSITÀ DELL'INVESTIMENTO di crescita e rinnovamento degli impianti (nuovi investimenti in PP & E / fatturato; esprime quanti nuovi investimenti per unità di fatturato). Tuttavia l'analisi degli investimenti non può essere condotta senza aver prima valutato se tali investimenti riguardo un processo di mantenimento oppure sono finalizzati all'accrescimento della capacità produttiva. Valutare il processo dell'ammortamento non è facile; in prima approssimazione si può dire che una primaindicazione ci viene data dal CAPEX / AMMORTAMENTI, tuttavia l'utilizzo di questo unico indice è troppo semplicistico e fuorviante. In tal senso si utilizzano, in maniera integrata, due indici per valutare il processo di ammortamento:
  1. Tasso di ammortamento: ammortamenti / PP & E lorde; esprime quanta parte del valore delle PP & E viene recuperato ogni anno. Rivela implicitamente, tenuto conto del metodo di ammortamento, la vita utile del bene (es. tasso amm.to 10%, quote costanti, vita utile 10 anni).
  2. Grado di ammortamento: fondo amm.to / PP & E lorde; segnala a che punto l'impresa è giunta nel processo di ammortamento.
Alla luce di quanto detto appare ovvio che per valutare la redditività del capitale è necessario avere una visione completa delle politiche di ammortamento e i loro effetti; infatti all'aumentare del grado di ammortamento diminuisce anche il capitale investito con l'effetto di migliorare la redditività operativa.

Effetto di semplici operazioni contabili. Quindi gli aumenti del ROI sono significativi quando il tasso di ammortamento è alto e costante (minore rischio obsolescenza) e grado di ammortamento è costante nel tempo (meglio decrescente).

B. Rotazione del capitale circolante: in una prospettiva di breve termine la produttività del capitale investito dipende dalla capacità dell'impresa di contenere la spesa in capitale circolante. Questa può essere misurata in:

  • INTENSITÀ DELL'INVESTIMENTO CORRENTE = CCN / ricavi vendita; il reciproco di questo rapporto è capitale circolante, che indica quante volte durante l'esercizio il capitale circolante si è trasformato in moneta.

Data l'importanza della rotazione del capitale circolante è necessario capire quali sono le cause di una sua variazione; per quanto riguarda il ciclo attivo del circolante:

  • del magazzino,
fornitori si sono rinnovati entro l'anno. Questo può essere ulteriormente scomposto per i debiti verso fornitori di materie prime (parametrato con gli acquisti di materie prime) e per i debiti verso fornitori di servizi (parametrato con gli acquisti di servizi). La somma della durata del ciclo dei debiti verso fornitori e del ciclo attivo del circolante determina la durata del ciclo operativo del capitale circolante. L'attenzione si sposta su: - Durata del ciclo operativo del capitale circolante: somma della durata del ciclo attivo del circolante e della durata del ciclo dei debiti verso fornitori. - Durata del ciclo attivo del circolante: somma della durata del ciclo dei crediti verso i clienti e della durata del ciclo del magazzino. - Durata del ciclo dei crediti verso i clienti: ricavi di vendita / crediti verso clienti. - Durata del ciclo del magazzino: ricavi di vendita / scorte di magazzino. - Durata del ciclo dei debiti verso fornitori: acquisti di materie e servizi / debiti verso fornitori.

fornitori si pagano entro un esercizio. Anche per i debiti verso fornitori è possibile ottenere la stima della dilazione di pagamento ottenuta dai fornitori dividendo per 360 gg. La somma algebrica della durata del ciclo passivo e di quello attivo da come risultato il tempo medio di rotazione del capitale circolante. Anche per gli indici di rotazione è importante sottolineare come i loro andamenti dipendano anche dal contesto competitivo e dalla condizioni di crescita; ad esempio una contrazione della rotazione del magazzino non è necessariamente negativa, può anche indicare un aumento delle scorte in previsione di un picco di vendite. – LA REDDITIVITA’ DELLE VENDITE4 L’altra determinante della redditività operativa, oltre alla produttività del capitale, sono i margini che si riescono ad estrarre dalle vendite realizzate. Fondamentale in questo senso è il ROS, che però deve essere indagato nelle sue determinanti:

–ROS = MON / vendite, dove il MON = ricavi di vendita costi operativi.Appare quindi immediato che se vogliamo valutare la redditività delle vendite la nostra attenzione deve concentrarsi principalmente su i costi.–

4.1 NATURA E STRUTTURA DEI COSTI OPERATIVI

L'approfondimento dell'analisi del ROS passa per l'analisi dei costi operativi; preziosa in questo senso è la classificazione dei costi per natura, dalle quale emerge il VALORE AGGIUNTO.

Il valore aggiunto è grandezza importante, perché punto di incontro fra due condizioni: efficacia ed efficienza della produzione aziendale.

Un buon analista deve quindi tenere sotto controllo questo indicatore: valore aggiunto / ricavi di vendita.

È altrettanto importante monitorare come questo valore aggiunto viene distribuito e a chi viene distribuito; questo ovviamente alla luce delle strategie aziendali e del settore di riferimento.

poca ricchezza lorda da distribuire agli stakeholder, e questo può incidere creando una difficoltà per l'imprese nel reperire le risorse di cui ha bisogno per realizzare la propria gestione. - DEL LAVORO

4.2 LA PRODUTTIVITÀ

Il livello dei costi aziendali dipende principalmente da due fattori: prezzi costo dei fattori produttivi e la capacità dell'impresa di ottimizzare l'impiego di tali fattori.

I prezzi costo sono una causa esterna che quindi l'analista deve andare a ricercare nelle condizioni del mercato e nel potere contrattuale dell'impresa.

Mentre la capacità dell'impresa di ottimizzare l'impiego dei fattori produttivi è un aspetto tipicamente interno e che riguarda espressamente l'impresa.

I fattori produttivi dei quali l'impresa ha bisogno sono principalmente due: capitale e forza lavoro.

Questa seconda grandezza in particolare è molto interessante e si presta ad essere oggetto di

analisi. La Produttività del Lavoro può essere misurata in più modi (utilizzando i ricavi di vendita, il costo del venduto, il valore aggiunto) quella che risulta più interessante è la seguente: PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO = VALORE AGGIUNTO / N. DIPENDENTI Tuttavia questo indicatore assume un valore maggiore se osservato in relazione con la redditività dell'impresa, perché se il costo del lavoro aumenta in misura maggiore del valore aggiunto allora significa che l'impresa sta perdendo redditività. È anche possibile misurare la produttività del singolo lavoratore tramite il CLUP (costo lavoro per unità prodotto = costo lavoro / valore aggiunto); tuttavia la produttività del lavoro dipende in parte dalla produttività del singolo lavoratore, ma in parte anche dalla produttività del capitale che ha questo viene fornito. In questo senso assume un importante significato la seguenterelazione:Dove imm.ni lorde / n. dipendenti = intensità di capitale per addetto.Ovviamente anche per questi indici vale quanto detto prima, cioè vanno interpretati alla luce diquanto detto circa crescita e contesto aziendale; particolarmente significativo appare la fase delciclo di vita che sta attraversando l’impresa (es. fase introduzione è normale che il produttività dellavoro sia bassa). 85Le misure di redditività basate sulla forza lavoro sono molte utilizzate anche per esprimere lail capitale investito è poco o l’incidenza degliredditività operativa, soprattutto in quelle realtà doveammortamenti è notevole (effetto distorsivo sul ROI).Molto utilizzato in questo senso è il : REDDITO PER ADDETTO = reddito corrente / n. dipendenti–4.3 STRUTTURA DEI COSTI E RISCHIO OPERATIVOL’analisi della gestione operativa è condotta anche con l’intento di determinare il rischiooperativo, questa determina l'effetto sulla risultato che è indissolubilmente legato alla struttura dei costi; infatti dell'impresa di una variazione nei ricavi. Struttura dei costi rigida significa una maggiore variabilità del risultato al variare dei ricavi e viceversa se la struttura è meno rigida. Il grado di variabilità del risultato operativo al variare delle vendite è determinato dalla leva operativa dell'impresa; in altre parole il grado di leva operativa (GLO) determina il grado di variabilità del MON (quindi in qualche modo anche il rischio operativo). GLO = margine di contribuzione / MON; moltiplicando la GLO per la % di variazione delle vendite si ottiene la % di variazione del MON. Importante in questo senso è l'analisi del punto di pareggio anche detto "Break Even Point" (BEP); quel particolare livello di fatturato (da qui in poi V*) con il quale l'impresa questo modello ind
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A.A. 2012-2013
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/03 Statistica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommaso.ceccarelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi di bilancio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giunta Francesco.