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Premessa
Quando l’URSS incomincerà a mandare dei messaggi in cui si vuole far capire di voler superare il conflitto
con l’occidente, farà si che molti alleati sovietici si allineino.
In America Latina, nonostante non vi sia intervento URSS, gli eventi sono estremamente collegati alla
distensione bipolare. Questa condizione vale soprattutto per il medio oriente e per l’area mediterranea, ambiti
in cui risorge la conflittualità est-ovest.
Anche in Africa, sebbene solo marginalmente coinvolta nella guerra fredda, negli anni ’70, diventa un
terreno principale di scontro e crisi della distensione.
La premessa è che la distensione non significa che la conflittualità venga spenta a livello globale ma anzi
proprio perché si stabilizzano alcuni fronti, altri nuovi si riaccendono. La distensione è una scelta razionale e
pragmatica da ambo le parti ma è anche una tattica per tranquillizzare il clima recuperando capacità di
movimento e risorse da impegnare in altri quadranti geografici.
La natura complessa della distensione emerge in modi diversi nel tempo e vi sono diverse interpretazioni su
questa.
Fra il 1971 e 1974 a prevalere sono gli avvocati della distensione dandone attuazione con degli accordi
militari per il controllo alla corsa dell’armamento nucleare ed economici per controllare gli scambi
commerciali. Gli Usa sono interessati a vendere prodotti industriale ed agricoli all’URSS, la cui agricoltura è
sottosviluppata. I produttori americani invece vivono in sovrapproduzione. Questi interessi commerciali
diversi anni dopo,, al momento dell’invasione dell’Afganistan da parte dell’URSS saranno quello che
faranno si che non si imporranno dazi punitivi all’Unione Sovietica dal momento che vi sono interessi
concreti da entrambe la parti.
Altro obiettivo sovietico è l’ottenimento da parte degli USA e dal mondo occidentale la clausola della
nazione più favorita: delle condizioni ,per i paesi del GAT, che fanno si che il leader del mercato globale,
apra il commercio anche agli altri membri e partner commerciali per mettere tutti sullo stesso piano. l’URSS
vuole ottenere ,pur non essendo parte del GAT, il trattamento della nazione più favorita da parte degli USA
per abbattere i costi degli scambi commerciali.
L’ultimo piano è un documento generale di buoni propositi che è un intento in cui USA e URSS si
riconoscono l’un l’altro come portatori di oneri e onori nel mantenere lo status quo diplomatico e territoriale
del globo.
La distensione non è quindi solo il controllo alla corsa degli armamenti bensì contiene azioni di carattere
politico e simbolico che ricadranno sullo scenario globale. Nel momento in cui vengono firmati, questi
accordi assumono una valenza molto più importante rispetto a quelli concernenti alla corsa agli armamenti.
Usa ed Europa occidentale nell’epoca di Nixon
Dentro il processo di distensione si inserisce una crisi tra le relazioni USA ed Europa integrata. Kennedy
infatti supportava l’integrazione europea ma era preoccupato sul piano economico, dal momento che gli
investimenti europei erano principalmente in campo commerciale mentre quelli statunitensi erano sul piano
militare ed erano rivolti a garantire una sicurezza nucleare al territorio europeo, vicino alla minaccia
sovietica.
Fra il 1964 e 1968, durante la presidenza Johnson, nel quadro del GAT vengono negoziate delle riduzioni di
dazi commerciali che tendono a rendere il commercio internazionale più libero nell’interesse di tutti i paesi,
anche a quelli in via di sviluppo vista l’annessione di una quarta parte che parla di non reciprocità: i paesi
in via di sviluppo hanno diritto a proteggere i loro produttori che possono esportare al nord del mondo senza
togliere i loro dazi di importazione. Si vede quindi la crescita d’influenza dei paesi in via di sviluppo che
culminerà nel 1992 con la nascita dell’organizzazione mondiale del commercio.
USA ed URSS entrano in difficoltà di rapporti durante l’amministrazione Nixon, un repubblicano molto
sensibile ai segnali sovietici. La sua Presidenza si dovrà confrontare con un paese leader in crisi di immagine
e credibilità.
Affronta questa difficoltà attraverso la Realpolitik (riconoscenza degli obiettivi concreti della politica) e ad
un neo-isolazionismo: supporto selettivo ad alcuni paesi specifici particolarmente importanti accettando
l’idea (a parole) che il sistema è multipolare, dal momento che Germania, Giappone e Cina sono degli attori
importanti.
Assieme a ciò si inseriscono l’opzione per il protezionismo commerciale ed il linkage: gli Usa sostengono
che data l’alleanza militare atlantica in cui gli Usa offrono molto ed ottengono molto poco, gli europei
devono accettare che questa dimensione sia legata ad una relazione economica che tenga conto degli interessi
americani, smettendo di proteggere i loro mercati agricoli. Mentre l’UE decide di aprire i propri mercati
industriali, non aprirà quelli agricoli per proteggere i contadini. Perché i prodotti agricoli europei possano
essere venduti bisogna che ci siano delle protezioni esterne o dei forti sostegni per garantire la redditività del
lavoro agricolo. Storia delle relazioni internazionali 29/30 Aprile
Nel 1967, ancora prima di Nixon, si passa all’adozione di una nuova strategia militare che formalizza la
dottrina della risposta flessibile sostituendo la strategia della rappresaglia massiccia adottata da
Eisenhower ; questa diventa la dottrina nazionale della NATO. Questa afferma ed intende che il monopolio
nucleare non esiste più e che di volta in volta bisognerà studiare ogni singolo episodio di minaccia per far
fronte a questo limitando l’escalation militare che potrebbe portare all’uso del nucleare.
Gli Europei non sono favorevoli a questo perché questo ridurrebbe la copertura del nucleare statunitense in
suolo europeo, diminuendo anche il senso di protezione. Prima di accettare la proposta, bisogna che sia
maturata una condivisione di obiettivi del processo di distensione che arriva alla fine degli anni ’60. De
Gaulle alla fine di una lunga protesta contro la voglia di supremazia europea degli Usa, decide di ritirare la
Francia dalla NATO nonostante rimanga parte dell’alleanza atlantica ( rif. differenza tra NATO e alleanza
atlantica). La risposta statunitense è quella di minimizzare l’accaduto per non dare l’opinione ai nemici di
una rottura fra gli alleati. Questa è l’introduzione ad una frattura formale che avverrà con Nixon.
Nel 1968 si arriva ad un mercato unico: libera circolazione dei prodotti industriali. Il trattato di Roma diceva
anche che si dovevano liberalizzare i lavoratori, i capitali, i servizi ed i prodotti industriali.
I lavoratori industriali che sono in Europa a lavorare possono muoversi più liberalmente in questi paesi
avendo le stesse tutele dei paesi nei quali lavorano. Si avvantaggiarono quindi i lavoratori europei rispetto a
quelli extraeuropei. Ciò che invece non si liberalizza sono i capitali a causa di una crisi valutaria tra ’67 e
’69, preludio del caos monetario degli anni ’70 che si protrarrà fino al 1989 quando si parlerà della nascita
dell’euro. Ciò che invece non sono liberalizzati nemmeno oggi sono i servizi.
Questa liberalizzazione comporta grossi interessi ma anche delle trasformazioni normative importanti in
ambito di istruzione, lavoro ed integrazione sociale.
Alla fine degli anni ’60 con l’uscita di De Gaulle nel 1969 si ha una ripresa sull’integrazione europea.
L’allargamento è parte di questa ripresa che prevede la candidatura di altri paesi all’interno dell’Europa.
Nella conferenza dell’Aja nel 1969 si parlerà infatti di:
Nuova integrazione europea
Processo di governo delle fluttuazione monetarie europee in prospettiva di un’unificazione monetaria.
Politica estera: l’integrazione europea non poteva più basarsi solo sul piano commerciale, ma anche su di
un coordinamento della politica estera di ogni paese. Queste decisioni vengono prese assieme perché
queste sono le preferenze di ogni paese che grazie ad un sistema di compromessi raggiungono l’accordo.
Consolidamento della definizione di bilancio europeo che rende permanente la politica agricola.
La conferenza dell’Aja viene definita come momento di rilancio della Comunità Europea che passerà a 10
membri fra cui l’UK ed il suo impero coloniale . Per la prima volta però gli Usa esplicitamente non vedono
positivamente questo processo di integrazione europea.
Rimane vero che l’istituzione della CE perdura come deterrente URSS, ma la lealtà politica europea non si
percepiva così forte.
Nell’Agosto 1971, Nixon pone fine al Gold Dollar Standard, l’obbligo per gli Usa di dare oro in cambio di
dollari. Questo sistema viene destituito, il dollaro viene svalutato in modo significativo ed i capitali perdono
di valore. Il protezionismo prende piede fino all’istituzione dei cambi flessibili nel 1976 con l’accordo di
Jamaica: non ci sono autorità a decretare il valore delle monete ma è il mercato a deciderlo.
Il passaggio da cambio fisso (gold standard) a cambio flessibile sottolinea un indebolimento statunitense.
Mentre con il cambio fisso gli Usa si facevano carico di governare il sistema, ora gli Usa continuano a
godere di una moneta egemone con i vantaggi di gestirla come moneta nazionale senza utilizzarla come
perno della stabilità monetaria globale. Quando negli anni ’80 l’amministrazione Reagan comincerà a
rafforzare il dollaro, lo si farà in un’ottica puramente nazionale e non più nei confronti di una responsabilità
internazionale.
Questa decisione condiziona anche il processo di integrazione europea dal momento che nel 1972 lo sviluppo
dell’integrazione monetaria andrà in crisi assieme al terzo terreno della politica estera comune.
Proprio nel momento in cui si voleva procedere in quella direzione sopraggiunge una crisi nel medio oriente;
gli USA rispondono in modo estremamente negativo utilizzando questa crisi per affermare la loro supremazia
diplomatica subordinando e denigrando la voglia di unilateralità della politica estera europea.
All’inizio del 1974 gli Usa convocano a Washington un’assemblea per l’uso delle fonti energetiche per
creare un’organizzazione dei paesi detentori di petrolio. Il blocco dei 9 europei si spacca ed intorno a questa
vicenda di voler esprimersi con una politica estera unitaria, fallisce.
Con l’accordo Gymnich gli Usa dovranno essere consultati prima che l’Europa prenda qualsiasi decisione
di politica estera.
Nel 1975 con la conferenza di Rambouillet, nasce il G7, luogo dove i paesi più industrializzati dirigono
econ