ALLUNGAMENTO DI CORONA CLINICA.
Chirurgia ossea resettiva noi abbattiamo l’osso per eliminare quelle deformità della cresta ossea
che condizionano una morfologia che non è suscettibile di essere ricoperta dal tessuto molle senza
che rimangano tasche e per questo se la gengiva non riesce ad adattarsi ad una cresta ossea
deformata dal riassorbimento osseo l’unica opzione che ci resta e modificare la c.ossea affinché i txt
molli possano adattarvi senza lasciare delle deformità cioe delle tasche.
Questo tipo di chirurgia viene eseguito per difetti di piccole dimensioni perché dovendovi eliminare
abbattendo dell’osso ovviamente non possiamo trovarci in condizioni di abbattere troppo osso sui
denti adiacenti al difetto in maniera tale da creare una situazioni peggiore di quella che avremo
lasciando le tasche mettendo quindi in pericolo la stabilità dei denti adiacenti. Abbiamo visto i principi
da seguire andando a rimodellare la c.ossea e il primo di questi è di ottenere una forma dell’osso
alveolare il più possibile simile il più possibile a quella che abbiamo in natura su un parodonto sano il
tutto spostato ad un livello più apiacale perché è andato perso dell’osso marginale.
Vi ricordo queste cose perché questi sono gli stessi principi ai quali ci dobbiamo attenere per fare il
famoso allungamento di corona clinica.
L’allungamento di c. clinica da un indagine dell’ American Dental Association è l’intervento di chirurgia
orale più eseguito in assoluto negli USA perchè è l’intervento che accompagna di regola qualsiasi
procedura restaurativa-protesica di un dente laddove la lesione interessi i txt duri dentale in
prossimità del solco cioè dove non possiamo controllare direttamente il margine della preparazione o
della cavità (non riusciamo a posizionare l’uncino della diga per recuperare un elemento
profondamente cariato) perché finisce a livello o sotto gengiva.
L’allungamento di corona clinica non è altro che un intervento di chirurgia ossea resettiva (un lembo
a riposizionamento apicale) fatto però su un PARODONTO SANO
Perché fare chirurgia resettiva su un parodonto sano?
Per esporre txt radicolare che altrimenti si troverebbe sotto gengiva (all’interno non solo dei txt oli ma
spesso anche all’interno dell’osso).
Nel 2013 con una buona prognosi della terapia implantare a medio termine (per il lungo termine
rimangono dei punti interrogativi) l’idoneità di questa metodica va valutata caso per caso ad es fare
un allungamento di corona clinica nel settore estetico porta ad un’asimmetria delle parabole. (dente
scoronato, cosa dovremmo fare per recuperarlo? TC, il margine è sopra gengivale non dobbiamo
fare un allungamento di corona clinica, perno e corona; il principale effetto indesiderato, nonché il più
frequente è la rottura verticale della radice, vi hanno detto che con i perni in fibra questo è meno
frequente.. è un fandonia! Colleghi osservano fratture verticale con perni in fibra più frequentemente
di quelle con perni in metallo. Se quel dente è un dente strategico di ponte se ci si frattura questo
comporta la perdita di tutta la protesi, per cui la prognosi di una riabilitazione protesica è dettata
dalla prognosi dell’elemento più debole, per cui oggi ve la sentite di puntare tutto sulla resistenza di
un elemento dentario…oggi ci si riflette un po’ di più!! Pensiamo all’ estetica frattura a becco di flauto
d’Inc.Ctr. superiore in un soggetto giovane, il bordo della frattura scende a 3mm sotto gengiva… 20-
30 aa fa si poteva pensare di fare un allungamento di corona clinic, portare all’esterno del margine
gengivale il margine di frattura, cio comporta o una grave asimmetria delle parabole gengivali oppure
la necessita di fare un allungamento di corona per motivi estetici su tutto il gruppo frontale scoprendo
le radici sull’altro centrale, sui laterali e canini e allora magari una terapia protesica o delle faccette su
tutti.. e per cosa per conservare un dente? Quando invece oggi estraiamo la radice e senza fare
allungamento posizioniamo impianto.
ORA non voglio dire che questa è un procedura chirurgica decotta ma oggi che abbiamo delle
alternative la possibilità di fare allungamento di corona va valutata in modo più articolato soprattutto
quando siamo in zona anteriore poiche comporta asimmetria delle parabole e nel periodo in cui
nell’odontoiatria l’argomento estetica è particolarmente sentito bisogna fare estrema attenzione.
Quando dobbiamo fare un restauro dentale dobbiamo chiederci che relazione questo restauro ha con
il parodonto e dobbiamo valutare:
Dove posizionare il margine gengivale (POSIZIONE margine)
- Quanto dev’essere preciso il margine del restauro (PRECISIONE margine)
- Materiali che metteremo a contatto con i tessuti parodontali (MATERIALE margine)
-
Uno dei punti più importanti è dove posizioniamo il margine del restauro:
Al di sopra del margine gengivale situazione ideale per garantire la salute paradontale visto
1. che il margine è un locus minoris resistentiae dal punto di vista della precisione, perché c’è
maggiore ritenzione di placca. I canoni classici vorrebbero che Il margine va posizionato 2 mm
fuori dei txt paro in modo che il fronte di placca che agisce con un raggio di 2 mm nn possa
creare danni (Weraug esperimento sui denti estratti che la capacità della placca batterica di
distruggere osso si esplicava non oltre 2 mm e quindi dove l’osso è più spesso si formano
difetti verticali, dove invce è più sottile si formano difetti orizzontali.)
Al livello del margine gengivale
2. Sotto il margine gengivale rendendolo invisibile ma mettendolo in relazione diretta questa
3. zona di possibile imprecisione con i tessuti parodontali
Perché i dentisti scorrettamente posizionano il margine sotto gengiva con i risultati che vedete?
I motivi vengono analizzati da Menard e Wilsone 1979:
il dentista va sotto gengiva per superare i margini di lesioni cariose o margini di restauri
1. preesistenti (se voi dovete realizzare una corona e vi trovate una carie o un otturazione al
livello cervicale il limite della preparazione quale deve essere? la chiusura della corona va
fatta sul tessuto sano in questo modo coinvolgiamo l’otturazione o la cavità cariosa nella
preparazione che ci andrà a finire sotto gengiva!
per assicurare un’adeguata ritenzione del manufatto protesico, essa è data dalla frizione che
2. viene a crearsi fra pareti del moncone e le parete della corona, tanto più sono // maggiore è la
ritenzione(max posso essere convergente di 5-6°), il cemento serve solo ad aumentare
l’attrito. nn esiste cemento che incolla la corona al dente. Se il dente è corto, consumato, per
quanto noi facciamo le pareti parallele se il moncone è troppo corto non ci sarà una frizione
sufficiente per dare ritenzione alla corona! Per allungare la corona i dentisti si portano sotto
gengiva per cercare dente da limare questo comporta che il margine andrà a finire dentro i
tessuti paradontali
per prevenire l’insorgenza di un’ipersensibilità dentinale, denti con recessioni gengivali
3. vengono limati anche sulla radice esposta portando il margine sotto gengiva così il dentista
pensa lo copro e nn è più sensibile!! (soluzione bestiale perché le recessioni nn si curano in
questo modo o se il dente è troppo sensibile nn deve essere coperto ma si usa una terapia
desensibilizzante)
per soddisfare esigenze estetiche.
4.
I primi due motivi li possiamo risolvere facendo un allungamento di corona clinica senza andare sotto
gengiva,
il 3° con desensibilizzanti,
il 4° lo risolviamo con l’uso di materiali estetici come la zirconia e il di-silicato
OGGI quindi non c’è una sola ragione per portare i margini sotto gengiva creando così una protesi
scorretta dal punto di vista paradontale.
Per Menard e Wilson Esistono tre dimensioni fisiologiche del parodonto se qst vengono rispettate
il rapporto protesi/parodonto sarà perfetto e non si realizzerà patologia parodontale:
dimensione fisiologica superficiale, è la gengiva cheratinizzata affinché ci sia un rapporto
- protesi/paro corretta deve esistere una minima quantità di tessuto cheratinizzato attorno al
restauro protesico, non solo in senso apico-coronale ma anche in senso dello spessore. Se la
banda di txt è spessa è difficile che il margine gengivale vada incontro a recessione con
esposizione della superfice radicolare
dimensione fisiologica crevicolare, è data dal solco gengivale, vari passaggi durante la
- terapia protesica possono danneggiare il solco esempio il cemento lasciato sotto gengiva
quando stacchiamo e riattacchiamo i provvisori, è importante rimuovere gli eccessi di cemento
con ultrasuoni, se lasciamo cemento sotto gengiva equivale a lasciare grossi pezzi di tartaro
oppure nel mandare il materiale da impronta sotto gengiva per leggere il margine oltre
preparazione rischiamo di lasciare residui. Quando abbiamo danni in qst dimensione ho danni
sia epiteliali che connettivali, la natura ci perdona i primi ma nn i secondi!! Questi danni si
manifestano come Recessioni gengivali post protesica con alterato rapporto
protesico/parodontale
dimensione fisiologica sottocrevicolare, ovvero ampiezza biologica, spazio sotto la
- giunzione smalto cemento fino alla cresta ossea occupato da due tessuti: epitelio giunzionale
e attacco connettivale ovvero le fibre sopra crestali, qnd danneggio qst’ultimo ho recessione.
(gargiulo-wenz-orban 1961) facendo istologia su cadaveri umani calcolano che l’ampiezza
biologica:
prof media del solco gengivale 0,69 mm
altezza media epitelio giunz 0,97 mm
fibre connettivali sopra restali 1,07mm (fibre che s’inseriscono sopra della cresta ossea ma al
di sotto dell’epitelio giunzionale)
Lasciando stare il solco, l’ampiezza biologica è quindi circa 2 mm, l’ampiezza biolo
corrisponde a ciò che menard e Wilson descrivono come dim.fisiologica sotto crevicolare, lo
spazio crevicolare è il solco quindi sotto crevicolare significa ciò che è sotto il solco.
COME FACCIAMO a DANNEGGIARE la dimensione fisiologica sotto crevicolare?
.elettrobisturi (Con l’ e.b. è molto facile creare danni, io non lo uso, se usato su biotipo gengivale
sottile provoca recessioni)
.fresa
.fili retrattori imbevuti di sostanze altamente astringenti come sali metallici o adrenalina, possono
causare una lesione ischemica dei tessuti, è importante non spingere con forza il filo dentro il solco.
Il DANNO NON si MANIFESTA SUBITO ma si manifesta qualche
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