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SACCAROSIO
Uguale per zucchero di canna e barbabietola (basta raffinarlo di meno).
BARBABIETOLA
- Pulitura: acqua, separazione (sassi, corpi estranei), sgrondatura (pannelli vibranti), veicolate.
- Taglio: listarelle a V, trasferite alle torri di estrazione, mescolate con acqua calda (70°C). Si ottiene
uno sciroppo RAW JUICE.
- Purificazione:
Carbonatazione: aggiunta di CaOH e CO2 che danno carbonato di Ca che precipita e toglie
o le impurità.
Filtrazione: rimuove il CaCO3, carbonato diventa fertilizzante e le fettucce mangime.
o
- Evaporazione: evapora l’acqua in evaporatori: i solidi vanno dal 16% al 65% e si ottiene il THICK
JUICE. Gli evaporatori sono a multiplo effetto perché cambiano la T e creano il vuoto.
- Cristallizzazione: evaporazione thick juice sottovuoto, si aggiungono cristalli per avere dei nuclei di
cristallizzazione (cristalli di zucchero). Quando i cristalli hanno certe dimensioni l’acqua viene tolta
per centrifugazione.
La formazione dei cristalli avviene in due parti:
Nucleazione: da soluzione le molecole si devono legare per formare dei nuclei (aggiunta
o nuclei).
Crescita cristalli: si aggregano, ma possono tornare in soluzione. Servono T basse
o (passaggio di stato crea calore).
La T di fusione è 170°C per un cristallo di saccarosio puro, senza impurità.
Si possono estrarre inoltre numerosi zuccheri minori come la betaina che possono essere raffinati hanno un
alto valore aggiunto. Il trialosio è un trisaccaride con effetto protettivo sulle cellule, in particolare dei m.o.
(starter).
Zuccheri invertito: si ottiene dal saccarosio scisso in glucosio e fruttosio, come sciroppo liquido che non
cristallizza. Si usa in preparazioni che prediligono zuccheri che non cristallizzano, come nelle caramelle
dure. DE: destrosio equivalente, è una misura di quanto è stata rotta la catena di amido. Più è alto e più la
catena è stata tagliata.
Molasse, corn syrup, HFCS, sciroppo d’acero: quest’ultimo è ricco di zucchero, minerali, vitamine.
I processi di creazione degli zuccheri partendo dall’amido sono perlopiù enzimatici.
Sciroppo
Sciroppo Sciroppo di
di Glicoamilas di Isomeras cromatografi
AMIDO Amilasi glucosio HFS
glucosio i glucosio i a
+
Low DE High DE fruttosio
POLIOLI
Dopo i processi enzimatici è possibile operare delle idrogenazioni, ottenendo così i polioli come lo xilitolo
(corteccia delle betulle) e il sorbitolo. Hanno un contenuto calorico minore degli zuccheri corrispondenti,
così come il potere dolcificante.
Hanno capacità maggiore di legare l’acqua, richiedono maggior calore per essere scissi. In alcuni casi non
fungono da superficie di crescita per i m.o. cariogeni. Sono spesso ad azione lassativa perché non essendo
zuccheri non vengono riconosciuti dalla microflora. Per lo stesso motivo non innescano una risposta
glicemica.
DOLCIFICANTI INTENSIVI
- Saccarina: prima ad essere usata, instabile al calore, può provocare tumori.
- Ciclammato: se si trasforma e si degrada presenta un retrogusto amaro.
- Aspartame: acido aspartico + fenilalanina esterificata, usato nei prodotti congelati (gelati), sia nella
copertura che nei ripieni. Instabile termicamente.
- Acesulfame K:
- Sucralosio: sapore simile al saccarosio, dato dal saccarosio a cui sono stati sostituiti dei gruppi OH
con atomi di Cl, viene escreto con le urine e non viene assorbito.
PROPRIETÀ FUNZIONALI DEGLI ZUCCHERI
- Partecipano alla creazione dell’aroma e del sapore.
- Conferiscono la consistenza.
- Allungano la shelf-life perché legano l’acqua.
- Riducono la T di cristallizzazione.
Gli zuccheri intensivi partecipano spesso solo al conferimento di dolcezza all’alimento, i polioli invece
possiedono anche altre proprietà funzionali.
MIELE
Sostanza dolce naturale prodotta dalle api, proveniente da piante o escrezioni delle stesse. Gli insetti
prelevano la linfa dalle piante, si tengono le sostanze azotate ed espellono sostanze zuccherine prelevate
dalle api che lo trasformano in melata.
Il miele si classifica in base all’origine:
- Da fiore.
- Da melata.
In base al processo di estrazione.
In base all’area da cui deriva.
In base al fiore di origine.
LAVORAZIONE
Avviene nella stanza di smielatura (miele filtrato e poi pompato in contenitori). Il propoli è un antibiotico
vegetale (estratti idroalcolici).
Per scoprire le origini del miele si controllano i residui di polline nel miele tramite un’analisi al microscopio.
Filth test: indice della pulizia del miele. Il fumo viene usato per calmare le api, ma se usato in eccesso
possono esserci delle reazioni con le sostanze insolubili del miele. Esistono misuratori ottici per definire il
colore del miele.
Sostanze minerali come Ca, S, Cl si trovano in base all’area dove il miele viene prodotto e possono influire
sul colore. Molto importante è anche la conducibilità elettrica del miele per individuare eventuali frodi
come ad esempio l’aggiunta di zucchero. L’acidità viene misurata tramite titolazione co NaOH.
Gli enzimi presenti nel miele (ivertasim glucosio-ossidasi, diastasi o amilasi),vengono disattivati in caso di
trattamento termico. Le vitamine presenti sono idrosolubili.
HMF: indicatore importante perché si forma per degradazione degli zuccheri, perciò più è presente e più il
miele è vecchio oppure trattato termicamente.
Umidità limite è del 20%, con alcune eccezioni come i mieli di colluma o per uso industriale che arrivano al
23-25%. Più acqua c’è e più sono veloci i processi degradativi ad opera di m.o. che fermentano. Gli zuccheri
principali sono:
- Fruttosio: 60% nel miele di nettare.
- Glucosio: 40% nel miele di melata.
- Saccarosio: 5%.
I processi di cristallizzazione sono del tutto normali e sono di due tipi:
- Lenta: nucleazione, cristalli piccoli e in gran numero.
- Veloce: pochi cristalli, ma che diventano grandi con il tempo.
Maggiore è la percentuale di fruttosio e minore è la tendenza alla cristallizzazione. La fermentazione è
favorita dalla cristallizzazione perché aumenta l’umidità nella parte liquida del miele.
APPROFONDIMENTO
LA TECNOLOGIA DELLA PASTA
Il termine “pasta” deriva dal termine greco παοτα che indica “farina mescolata con salsa” da cui il verbo
pàssein (impastare).
Si pensa che la pasta sia nata nel Neolitico (8000 a.C.) quando cominciò la coltivazione dei cereali che
vennero subito macinati e impastati con acqua.
Le prime testimonianze risalgono a 4000 anni fa in Cina e successivamente si hanno prove dell’esistenza da
popoli quali gli Etruschi, Arabi, Greci, Romani.
1154 d.C. in Italia, in una guida turistica, Geograph Al-Ibrin parla di un cibo a base di farina di grano a forma
di fili chiamata triyan.
Nel Medioevo nasce la “bollitura” della pasta come metodo di cottura. Nel XVI sec. nascono i primi pastifici
a conduzione familiare a Gragnano.
Nel ‘700 nascono i primi macchinari per la produzione industriale.
Nel ‘900 si assiste ad un boom tecnologico.
- 1933: prima macchina per l’essiccamento.
- 1951: prima linea continua per l’essiccamento a 40-45°C (200kg/h).
ITALIA: primo consumatore pro-capite di 26 kg/anno, primo produttore mondiale.
MATERIE PRIME
- Grano: principale ingrediente. Si tratta di Triticum che può essere aestivum (tenero) e durum (duro -
pasta italiana). Molto coltivato soprattutto in Asia, Nord America, Australia, ma solo il 5% è grano
duro. Anche in Europa se ne coltiva molto, soprattutto nella zona mediterranea.
Produzione Prodotto principale Proteine Usi
Grano tenero 650ml/t Farina 11% ss Prodotti da forno, pane
Grano duro 30ml/t Semola 13% ss Pasta, cous cous, pane
Cariosside: composto da varie frazioni:
Tegumento.
o Strato aleuronic.
o Endosperma amilaceo.
o Scutello.
o Embrione.
o
La molitura permette di eliminare la parte esterna (crusca) e il germe, ottenendo solo endosperma
(80% cariosside) che contiene molto amido e proteine che sono le parti tecnologicamente funzionali
del cereale.
Proteine: gliadine e glutenine soprattutto. Insieme all’acqua e al lavoro danno il glutine.
Amido: fatto da amilosio (20%) e amilopectina (80%). Granuli sono incastrati nella maglia glutinica.
Qualità della semola per la pasta
Contenuto di proteine Nervo pasta
Qualità del glutine
Indice di giallo Aspetto del prodotto
Puntinatura
Danneggiamento Collosità
- Uova.
- Vegetali.
- Legumi.
- Ingredienti funzionali: fibre, proteine, vitamine.
CLASSIFICAZIONE
Secca: max. 12,5% di umidità (solo di semola in Italia).
- Di semola.
- Semola all’uovo o altri ingredienti (speciali).
Fresca: anche di grano tenero.
- Senza ripieno.
- Con ripieno.
CLASSIFICAZIONE PER FORMATO
Corta: Lunga: Altro: lasagne, paste ripiene.
- Piena. - Rotonda:
- Bucata: Piena.
o
Curva:
o Bucata.
o
Liscia - Piatta:
Dritta
Rigata o
Nido
Dritta: o
o Liscia
Rigata
- Altro.
LEGISLAZIONE
Art. 6, D.P.R. n° 187/2001
- Sono denominati "pasta di semola di grano duro" e "pasta di semolato di grano duro" i prodotti
ottenuti dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasti preparati
rispettivamente ed esclusivamente:
a) con semola di grano duro ed acqua;
b) con semolato di grano duro ed acqua.
- È consentita la produzione di paste speciali. Per paste speciali si intendono le paste di cui all'articolo
6 contenenti ingredienti alimentari, diversi dagli sfarinati di grano tenero, rispondenti alle norme
igienico-sanitarie.
- La pasta all'uovo deve essere prodotta esclusivamente con semola e almeno quattro uova intere di
gallina, prive di guscio, per un peso complessivo non inferiore a duecento grammi di uovo per ogni
chilogrammo di semola. Le uova possono essere sostituite da una corrispondente quantità di
ovoprodotto liquido fabbricato esclusivamente con uova intere di gallina, rispondente ai requisiti
prescritti dal decreto legislativo 4 febbraio 1993, n. 65
PROCESSO INDUSTRIALE
Qualunque sia il tipo di pasta da produrre, si eseguono sempre 3 processi fondamentali:
- Impastamento.
- Formazione.
- Essiccamento.
PROCESSO PER ESTRUSIONE
1. Miscelazione semole e altri ingredienti.
2. Dosaggio semola.
3. Dosaggio acqua.
4. Riscaldamento acqua
5. Miscelazione e impastamento:
a. Centrifuga: miscela acqua e semola, non si produce glutine, ma si idrata la semola.
b. Impastatrice: sottovuoto, azione meccanica. L’aria nell’impasto creerebbe delle fratt