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HACCP
Pre HACCP-> tradizionalmente per valutare l’idoneità di un prodotto alimentare alle richieste di
mercato e la sua rispondenza alle normative vigenti si ispezionava l’industria di produzione e si
prelevavano campioni del prodotto da esaminare in laboratorio
HACCP-> Hazard Analysis Critical Control Points; presentato per la prima volta nel 1971 alla
conferenza nazionale americana sulla protezione degli alimenti, ha lo scopo specifico di prevenire
il rischio microbiologico ( anche se oggi si ritiene che trovi ottima applicazione anche nella
prevenzione del rischio chimico e fisico).
Tale sistema introduce un cambiamento importante nell’ambito della prevenzione delle malattie di
origine alimentare perché il sistema viene applicato sistematicamente ad ogni fase produttiva della
filiera, ma anche perchè prevede il coinvolgimento culturale ed operativo dei responsabili di
produzione; attraverso tale sistema è possibile quantificare oggettivamente eventuali
problematiche nel processo produttivo, evidenziando in tempo utile livelli di contaminazione
inaccettabili, inefficienza in un processo di lavorazione, esistenza di condizioni tali da permettere la
moltiplicazione di organismi indesiderati.
Hazard(pericolo) indica la presenza lungo tutta la catena di produzione, di qualsiasi fattore in grado
di nuocere alla salute; può trattarsi di una situazione di contaminazione, crescita o sopravvivenza
di microorganismi patogeni o comunque in grado di deteriorare il cibo, della produzione e
persistenza nel cibo di enzimi, tossine ecc, di una contaminazione di tipo fisico o chimico
Critical Control Point: è un punto del processo di produzione, una procedura o un parametro su cui
si può intervenire per ridurre o evitare un pericolo; ne esistono di due tipi, CCP di tipo1 che può
assicurare l’eliminazione del pericolo e CCP di tipo 2 che può ridurre ma non eliminare il pericolo
Es nella produzione di un formaggio: CCP1= pastorizzazione, attuata correttamente può eliminare
totalmente patogeni pericolosi nel latte
CCP2=confezionamento e stoccaggio, se ben attuati possono ridurre, ma non eliminare il rischio di
moltiplicazione di agenti patogeni, batteri o muffe eventualmente presenti
Affinchè un CCP sia valido deve rispettare alcuni criteri di accettabilità che possono essere di tipo
fisico(es tempo e temperatura),chimico (es salinità ed acidità),biologico(es carica microbica), ad
esempio se l’alimento è trattato col calore si controlla il tempo e la temperatura di trattamento, se è
secco si valuta l’umidità durante lo stoccaggio ecc
Principi del metodo HACCP:
-analisi dei rischi associati alla produzione, della loro probabilità di comparsa, della gravità
-identificazione dei punti critici nel processo produttivo (CCP1 e CCP2)
-definizione dei criteri per ogni CCP
-definizione dei metodi di sorveglianza per ogni CCP
-definizione dell’intervento sul CCP fuori controllo
-definizione dei metodi di verifica e eventuale revisione degli interventi
-raccolta e archiviazione della documentazione
Nell’applicazione dell’ HACCP bisogna tenere conto:
-delle proprietà dell’alimento, tipo il pH, che possono dare info importanti sulla sua capacità di
sostenere la rapida crescita di microorganismi patogeni
-la lavorazione dell’alimento: ovvero le procedure cui è sottoposto che possono essere causa di
contaminazione
-la quantità di alimento preparato: può influenzare il tipo di trattamenti cui il cibo è sottoposto e di
conseguenza influire sulla possibilità di sviluppo, crescita, contaminazione microbica (es grandi
quantità di cibo possono essere preparate con largo anticipo, se la successiva conservazione non
avviene correttamente c’è il rischio di contaminazione microbica)
-suscettibilità del consumatore: pazienti ospedalizzati, anziani e bimbi rappresentano popolazioni
maggiormente a rischio per la loro suscettibilità.
Fattori correlati alla contaminazione:
-alimenti crudi, spesso contaminati all’origine
-microorganismi che, provenienti da alimenti crudi, veicolati dalle mani degli operatori, utensili o
strofinacci, possono contaminare cibi pronti per il consumo
-soggetti portatori di infezioni che entrano a contatto con cibi pronti
-attrezzature (affettatrici, grattugie, coltelli) non adeguatamente puliti
-ingredienti crudi o appena riscaldati che aggiunti all’alimento pronto possono contaminarlo
-contaminazione durante lo stoccaggio
-penetrazione di contaminanti all’interno di scatole, barattoli o confezioni attraverso punti di rottura
Fattori correlati alla sopravvivenza dei microorganismi:
-alimenti cotti o trattati termicamente per un tempo non sufficiente o ad una temperatura non
adeguata
-alimenti già cotti e riscaldati per un tempo insufficiente o ad una temperatura non adeguata
Fattori correlati alla moltiplicazione dei microorganismi:
-alimenti cotti lasciati a temperatura ambiente
-alimenti refrigerati in modo non adeguato (per es in contenitori troppo grandi)
-prodotti caldi conservati ad una temperatura che favorisce la moltiplicazione dei batteri
-alimenti preparati con largo anticipo e non conservati correttamente
-acidificazione non adeguata
-alimenti esposti alla formazione di condensa o con elevato contenuto in acqua non conservati
correttamente
-azione selettiva dell’ambiente
Conservazione-> scopo delle tecniche di conservazione è quello di rimuovere o limitare le cause di
alterazione dei prodotti alimentari rappresentate da reazioni chimiche, agenti fisici, enzimi,
microorganismi e animali, alterazione che può provocare degradazione dei caratteri organolettici,
modificazione di alcuni principi nutritivi, formazione di composti tossici
Può essere condotta attraverso metodi fisici, chimici, chimici-fisici o biologici
Fisici: refrigerazione, congelazione, surgelazione, pastorizzazione, metodo UHT, sterilizzazione,
liofilizzazione, disidratazione, uso di radiazioni ionizzanti, atmosfera protettiva, atmosfera
controllata.*
Chimici: conservazione sotto sale,sotto zucchero,acidulazione,sott’olio,con aggiunta di adittivi
Fisici-chimici:affumicatura
Biologici: fermentazione
*refrigerazione: stoccaggio del prodotto in ambienti tra gli 0° e i +10° in modo da rallentare le
reazioni causate dagli agenti di degradazione; tempi di conservazione eccessivamente lunghi
possono portare ad una diminuzione considerevole del quantitativo di vitamine
Congelazione: il prodotto viene portato a -18°,ciò comporta la formazione di cristalli di ghiaccio che
rompono le membrane cellulari..per questo quando si scongela un prodotto congelato questo
risulta rammollito ( a causa della perdita di succhi cellulari e sostanze nutritive)
Surgelazione: prevede di stoccare il cibo a temperature sotto i -18°,il processo, molto più rapido
rispetto alla congelazione, determina la formazione di cristalli di ghiaccio piccolissimi che
danneggiano solo minimamente le cellule, per questo il prodotto, una volta scongelato non si
presenta rammollito o decolorato. Per mantenere gli elementi nutrizionali è opportuno conservare il
prodotto in confezioni sigillate, non acquistare se il contenitore risulta bagnato o con brina,
scongelare in modo lento e graduale, in frigorifero, non a temperatura ambiente e non ricongelare.
-pastorizzazione: trattamento termico che mira alla distruzione o inattivazione selettiva di
determinate specie patogene, si utilizza per latte, vino, birra, succhi di frutta, uova.
-UHT: ultra high temperature, utilizzato principalmente per conservare il latte,portandolo per 6-10
secondi a 135°-140°,determina però alcune perdite in termini di composti proteici e delle vitamine
termolabili.
-sterilizzazione: il prodotto viene posto in autoclave ad una temperatura di 115°-135° per tempi
variabili a seconda del prodotto; si ottiene un prodotto “commercialmente sterile” che si conserva
per tempi anche lunghi, ma che subisce delle perdite in termini nutrizionali e delle caratteristiche
organolettiche
-liofilizzazione: tecnica costosa che prevede la sottrazione di acqua dal prodotto, che prima viene
congelato e poi posto in autoclave dove si verifica la disidratazione; ha il vantaggio di mantenere
buone le caratteristiche nutrizionali ed igieniche del prodotto+ il fatto che con l’aggiunta di acqua il
cibo torna allo stato primitivo
-disidratazione: eliminazione dell’acqua per riscaldamento e ventilazione
-radiazioni ionizzanti: l’alimento viene sottoposto ad una dose di radiazioni gamma stabilite per
legge, in Italia è consentita solo per i trattamenti antigermogliativo di aglio, cipolle e patate o per il
trattamento antisettico delle piante aromatiche
-atmosfera protettiva: prevede l’uso di un atmosfera ottenuta modificando la concentrazione di
ossigeno, anidride carbonica e azoto al fine di impedire reazioni di ossidazione e rallentare lo
sviluppo di microorganismi (es tortellini e snack)
-atmosfera controllata: utilizzata in determinati ambienti di deposito per conservare gli alimenti,
prevede meno concentrazione di ossigeno e maggiore di anidride carbonica, ha lo scopo di
rallentare il metabolismo del prodotto(di solito frutta) al fine di allungarne la vita commerciale
-sottovuoto: confezionamento in assenza di aria assicurando una buona durata e limitate
alterazioni organolettiche (es carne,pasta fresca ecc)
Metodi chimici…..
-aggiunta di sale: si basa sulla sottrazione dell’acqua disponibile nell’alimento sfruttando le
proprietà igroscopiche del sale, determina un cambiamento di alcune proprietà organolettiche
come la concentrazione dei macroelementi contenuti nel cibo e di conseguenza un aumento del
valore nutrizionale finale /ad es il prosciutto crudo ha una percentuale proteica maggiore rispetto
a quella della carne fresca
-aggiunta di zucchero: utilizzato in combinazione con il calore per la preparazione di confetture di
frutta, si basa sul principio della sottrazione dell’acqua inibendo lo sviluppo dei microorganismi
-acidulazione: sfrutta l’azione antisettica dell’acido acetico generalmente associata al calore
-sott’olio: il prodotto precedentemente trattato col calore viene protetto dall’ossidazione dall’olio
-additivi: aggiunti in quanto hanno un’azione antimicrobica e antiossidante
Metodi fisici-chimici….
-affumicatura: ha un azione antimicrobica dovuta ai composti aromatici che si sviluppano durante
la combustione del legno, da solo però non assicura la conservazione del prodotto, ma deve
essere associato ad altre tecniche tipo salatura, riscaldamento, essiccamento.
Metodi biologici…
-fermentazione: si utilizzano diversi microrganismi che durante la loro attività producono sostanze
che riducono o impediscono azioni di decomposizione
Alimentazione nei