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I CONTORNI DEL PROBLEMA: INGESTIONE DI ALIMENTI INADEGUATA
Primipare o pluripare con parto gemellare: carenza dell’ingestione di s.s aumenta in queste due
categorie di animali maggiormente�prestare max attenzione a queste due categorie! Minore
assunzione di s.s in questa fase più difficile sarà la ripresa e successiva produzione di latte
Questa flessione è tanto più accentuata quanto maggiori sono gli stress ambientali che l’animale
deve fronteggiare
MOBILITAZIONE DEI LIPIDI DI DEPOSITO
Forte flessione di ingestione di s.s�aumenta la produzione dei NEFA (Acidi grassi non
esterificati)�instaurazione patologie
MOBILITAZIONE DELLE PROTEINE MUSCOLARI
NEFA: vanno in circolo dove c’è una massiccia lipolisi (perdita riserve adipose) si può avere anche
una mobilizzazione delle proteine muscolari (perdita del tessuto grasso e della parte
muscolare)�debilitazione e compromissione carriera produttiva
POSSIBILE DESTINO DEI LIPIDI
Normalmente con una modesta lipolisi (normale dimagramento) i NEFA finiscono nel circolo
ematico raggiungono il fegato e vengono trasformati o in ATP e CO2 e una parte viene
metabolizzata e va in circolo sotto forma di lipoproteine a bassa densità, oppure possono essere
ossidati formando i corpi chetonici. Se la concentrazione dei NEFA è elevata (alta lipolisi) prodotti
troppi corpi chetonici che non riescono ad essere detossificati tutti dal fegato e vengono messi in
circolo; una parte di trigliceridi che normalmente verrebbe messa in circolo da queste lipoproteine a
bassa densità, viene accumulata nel fegato provocando la steatosi epatica o sindrome del fegato
grasso
OLTRE IL 50% DI VACCHE HANNO FEGATO GRASSO AL PARTO
Gran parte degli animali in prossimità del parto hanno problemi di fegato grasso�abbassare la
percentuale di animali che hanno questo problema, perché vi è una minore funzionalità epatica
Steatosi epatica e chetosi sono strettamente associate; il meccanismo si altera per la ridotta capacità
di esportazione da parte degli adipociti delle VLDL�eccessivo accumulo di trigliceridi negli
epatociti, riduzione della funzionalità epatica e sintesi di glucosio partendo dal propionato
Diminuzione di glucosio da parte del fegato: arriva meno glucosio agli organi più
importanti�sofferenza d’organi
Sintomatologia e diagnosi steatosi epatica: assolutamente non facili (no sintomi evidenti tranne
riduzione performance produttive, sindrome dismetabolica del post parto)
LIPIDOSI E STEATOSI RIDUCONO LA SINTESI EX-NOVO DI GLUCOSIO
Gli animali con lipidosi epatica importante hanno una % di produzione di glucosio più bassa
MANTENERE UNA CORRETTA FUNZIONALITA’ EPATICA E’ ESSENZIALE
Fegato grasso vs fegato sano che non ha infiltrazione grassa
FUNZIONALITA’ EPATICA, STATO SANITARIO E RISPOSTA PRODUTTIVA NELLE
BOVINE
La funzionalità epatica alterata da fegato grasso influisce sulle performance produttive dell’animale
I.A concepimento� n. interventi fecondativi per concepimento�più elevato negli animali malati
(problema nutrizionale non ostetrico)
Elevato n di interventi fecondativi per gravidanza: prestare attenzione alla fase preparativa
all’inizio della lattazione perché è lì che risiede il problema della bassa fertilità degli animali
CHE FARE
Patologia difficile da diagnosticare (ipoproduzione, abbassamento fertilità, minore ingestione di s.s)
Titolazione trigliceridi con biopsia epatica di solito non si fa perché molto complesso da un punto di
vista gestionale ;di solito si fanno analisi ematiche dove valutare la funzionalità epatica per valutare
la gravità della steatosi epatica (NEFA, AST, acetone, bilirubina)
EVITARE VACCHE GRASSE
Maggiore è la % di grasso�maggiore lipomobilizzazione�maggiore liberazione NEFA�fegato
grasso
BODY CONDITION SCORE
A seconda del periodo produttivo dobbiamo avere una condizione corporea corrispondente
Durante il periodo di asciutta le vacche non dovrebbero né perdere né aumentare peso (a parte
l’aumento dovuto al feto), se la gestione durante la fase di alimentazione è stata fatta correttamente
VARIAZIONI OTTIMALI DI BCS IN RAPPORTO ALLO STATO FISIOLOGICO
Non salire oltre la quota di 3,75 (l’animale ha perfettamente recuperato la condizione corporea)
COME PREVENIRE L’OBESITA’
Nell’ultima parte della lattazione gli animali non devono essere troppo grassi (suddivisione animali
appartenenti a questa fase in gruppi per gestire l’alimentazione correttamente)
Manze: con eccessi energetici non riescono ad essere ingravidate
GESTIONE DEL PREPARTO: PREVENZIONE DELL’IPOCALCEMIA GRAVIDICA
Calcio: introdotto per via alimentare, quasi totalmente stoccato nelle ossa, una piccola quantità
viene metabolizzata molto rapidamente, ha tante vie di eliminazione (feci, urine, colostro, latte)
Quantità fisiologica di Ca nel sangue è di 3 g che equivalgono alla calcemia fisiologica di una vacca
adulta
SINDROME DELLA VACCA A TERRA: fare diagnosi differenziali
In caso di ipocalcemia gravidica, subito dopo il parto, la vacca va a terra
Motivi che portano a ciò sono spesso legati a motivi alimentari: un’alimentazione ricca di calcio
offerta nella parte finale dell’asciutta è associata a una maggiore incidenza di questa patologia,
questo avviene perché il fabbisogno giornaliero di Ca è coperto dall’assorbimento passivo a livello
intestinale, che deprime il richiamo attivo delle riserve endogene di Ca (il sistema Ca
dell’organismo crede che non ci sia più bisogno di liberare Ca dalle riserve ossee)
Dopo il parto c’è una richiesta urgente di Ca che non può essere immediatamente soddisfatta perché
la mobilizzazione del calcio dalle ossa è molto lenta, il Ca viene richiamato tutto a livello
mammario e viene a mancare quello che serve per la contrazione muscolare
Somministrazione di flebo a base di Ca dal veterinario�l’animale si mette immediatamente in piedi
PREPARTO: PREVENZIONE IPOCALCEMIE AL PARTO
Mantenere omeostasi del calcio e del fosforo: attenzione alla somministrazione dei minerali durante
la fase di asciutta
RAPPORTI FRA CALCEMIA E NEFA
Livelli di Ca al di sotto degli 8mg/dl�predisposizione dell’animale a fenomeni di fegato grasso
Prevenzione della calcemia importante anche per prevenire questo fenomeno!
IL CALCIO PER UNA BOVINA
Prelievo di sangue per valutare la % di Ca�diagnosi di ipocalcemia subclinica, e prevenire le
patologie connesse (slide grassetto)
ATTENZIONE AL CALCIO
DO: dislocazione abomasale
PREVENZIONE ALIMENTARE DELLE “IPOCALCEMIE” AL PARTO
Ridurre l’apporto di calcio in close-up e durante l’asciutta: no assorbimento passivo a livello
intestinale, Ca sequestrato a livello osseo e non reso immediatamente disponibile
Fabbisogno quotidiano di Ca fanno sì che vi sia un continuo rilascio di Ca dalle ossa, quando c’è un
massivo richiamo, la quantità di Ca che circola a livello ematico sia sufficiente per coprire il
fabbisogno mammario e non porti l’animale a non avere più Ca per le contrazioni muscolari
(animale rimane in piedi)
Magnesio: correlato al Ca, lo rende più facilmente disponibile
D3: strettamente correlata all’assorbimento del calcio
EQUILIBRIO IN MINERALI DA UTILIZZARE IN CLOSE-UP PER PREVENIRE
L’IPOCALCEMIA
Percentuale dei vari minerali sulla s.s
IL PROBLEMA DEL POTASSIO
Impedisce l’assorbimento del calcio e favorisce formazione di edemi�analisi dei foraggi per vedere
se c’è un eccessivo quantità di fosforo
Utilizzo paglia e foraggio di graminacee in questa fase: perché ottenuti da terreni poco concimati
da liquami
QUANDO GLI ANIONI?
Se non riesce a contrastare la presenza di Ca e K, per bilanciare la loro quota (quando superano
rispettivamente lo 0,5 e l’1,5% della s.s)
LINEE GUIDA INCLUSIONE DI CLORO NELLA DIETA
pH URINARIO: controllato tramite stick delle urine�no eccesso di Cl- nella dieta!
QUANTO CLORO E QUALI FONTI?
Attenzione con l’uso dell’HCl�potremmo provocare noi un’acidosi metabolica
Se il problema del Ca non è così importante: MgCl e Cacl�no rischio acidosi metabolica
PREPARTO: MICRONUTRIENTI
Colina: la più utilizzata come alimento mirato
COLINA RUMINOPROTETTA E FERTILITA’ DELLE BOVINE
Elevata % richiesta di Colina nell’ultima fase di lattazione e che questa Colina è strettamente
connessa alla fertilità delle vacche da latte (n di gg del parto dalla 1° inseminazione si riduce, si
riduce l’intervallo parto-concepimento, IA/gravidanze n più basso rispetto agli animali a cu non
viene somministrata la Colina)�aumento parametri riproduttivi degli animali nella fase successiva
al parto
RITENZIONE PLACENTARE E PREVENZIONE ALIMENTARE IN ASCIUTTA
Patologia di origine alimentare che può essere prevenuta attraverso la corretta gestione alimentare
PREVENZIONE ALIMENTARE DELLA RITENZIONE DI PLACENTA
L’eccesso di metaboliti reattivi dell’O2 (i ROS) che si hanno nella fase finale del parto legati allo
stress che l’animale subisce provocano danno perossidativo sulle membrane cellulari, durante il
parto questo processo ha uno spiccato tropismo a livello uterino (qui vengono prodotti in
quantitativi abnormi); è stato dimostrato come vacche con bassi livelli di antiossidanti sono più
soggette a ritenzioni placentari�vitamina A,D, E e Selenio sono potenti antiossidanti esistenti in
natura, il loro utilizzo nell’ultima fase di gravidanza fa sì che ci sia un contrasto di ROS che si
sprigionano a causa dello stress da parto�evitare problematiche di ritenzione
LO SVEZZAMENTO DEL VITELLO
Vitelle femmine: rappresentano la quota di rimonta (produzione latte)
Vitelli a carne bianca: che nascono negli allevamenti di vacche da latte, e vengono venduti poco
dopo la nascita
Vitelloni: comprendono razze specializzate nella produzione di carne e distinti in base al peso di
macellazione in leggeri e pesanti
Linea vacca-vitello: vitello rimane con la madre per tutto il periodo dello svezzamento e oltre,
allevamento quasi brado o semibrado (allevati all’aria aperta)
PRINCIPALI CATEGORIE PRODUTTIVE DELLA FILIERA LATTE
Manze gravide: hanno raggiunto l’80% del peso corporeo
OBIETTIVI DELL’ALLEVAMENTO DI VITELLI E MANZE
Diversi a seconda delle razze allevate; ci sono delle fasi fondamentali dove vi sono dei pesi di
riferimento per ciascuna razza per poter capire se si sta seguendo la linea giusta
POSSIBILI SCHEMI DI GESTIONE DEI VITELLI
Carne bianca: viene data loro una % elevata di latte, anche dopo i 2-3 mesi di vita, quando la
quantità di latte dovrebbe diminuire, cosicché