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LA BILE
La funzione più interessanti che svolge il fegato è quella escretoria, di produzione della bile, perché
è la bile è un succo digestivo, ovvero partecipa alla digestione. La bile è prodotta continuamente dagli
epatociti, e viene drenata attraverso i dotti che aumentano sempre di portata fino a diventare un dotto
biliare, che confluisce con un alto dotto biliare e diventa un dotto interlobulare, che poi diventa un
dotto interlobare, e si formano due grandi dotti: il dotto epatico di destra e il dotto epatico di
sinistra. Questi due dotti confluiscono a formare il dotto epatico comune, che dopo aver incontrato
il dotto cistico, diventa dotto coledoco, e arriva fino allo sfintere di Oddi, che permette l’accesso
© Laila Pansera - 63
della bile al duodeno insieme ai succhi pancreatici. Il dotto cistico è il dotto che porta alla cistifellea,
un serbatoio della bile. Infatti la bile viene prodotta continuamente, ma non può entrare nel duodeno
se lo sfintere di Oddi è chiuso, quindi si immagazzina nella cistifellea. Qui la bile si concentra, ovvero
si disidrata, in maniera tale che se ne possa contenere una quantità elevata. La colecisti produce anche
un po’ di muco, che rende più fluida l’uscita della bile. Durante la digestione le pareti della colecisti si
contraggono immettendo rapidamente nel duodeno la bile.
La bile è una soluzione complessa, che contiene prodotti di secrezione epatica (sali biliari e lecitine) e
prodotti di escrezione (farmaci, colesterolo…) unitamente ad acqua ed elettroliti (Na+, K+, Cl-, HCO -
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, che serve a neutralizzare il chimo).
I sali biliari sono prodotti dagli epatociti, e in parte vengono anche riciclati e giungono dal circolo
portale.
La bile epatica e la bile colecistica presentano delle differenze, dovute al fatto che la bile epatica è
molto meno concentrata di quella cistica, che è stata disidratata.
La produzione totale di bile è intorno ai 600 mL al giorno, e abbiamo una diversa velocità di flusso tra
il momento del digiuno e la condizione post-prandiale.
Gli acidi biliari sono prodotti come il colesterolo, vari ormoni e la vitamina D da un’unica molecola, il
ciclopentanperiidrofenantrene. Distinguiamo:
acidi biliari primari: prodotti direttamente dal fegato grazie a questa molecola e al colesterolo;
• essi sono l’acido colico e l’acido chenodesossicolico.
acidi biliari secondari: gli acidi biliari primari vengono rilasciati nella bile, arrivano a livello
• intestinale e vengono in parte metabolizzati dalla flora batterica intestinale (circolo
enteroepatico), e vengono trasformati in acido desossicolico e in acido litocolico.
Essi vengono poi riassorbiti e arrivano a livello epatico, dove vengono coniugati con la taurina e con
la glicina, diventando acido taurocolico, acido glicocolico, acido taurochenodesossicolico e acido
glicochenodesossicolico. Il ricircolo è intorno al 98%, quindi a ogni ciclo ne perdiamo il 2%, e questa
perdita è una via di perdita del colesterolo, perché la sintesi
degli acidi biliari parte dal colesterolo, e se non li riassorbiamo,
perdiamo del colesterolo. Questa è una strategia terapeutica, in
quanto tutti i farmaci che sono in grado di inibire l’assorbimento
dei sali biliari, diventano farmaci in grado di modulare la
concentrazione plasmatica di colesterolo, in quanto se li
perdiamo tutti, li dobbiamo risintetizzare da capo, la sintesi
parte dal colesterolo e quindi utilizziamo il colesterolo, mentre
quello perso viene escreto dalle feci sotto forma di sali biliari.
La bile arriva a livello duodenale a partire dalla colecisti grazie alle contrazioni della colecisti. Questa
azione di contrazione avviene ad opera di 2 importanti ormoni gastro-intestinali:
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la secretina, prodotta dalle cellule intestinali, che stimola la secrezione di bicarbonati nel succo
• pancreatico e potenzia l’azione della colecistochinina stessa;
la colecistochinina CCK, molecola che, una volta liberata, provoca una contrazione della
• colecisti e un rilasciamento dello sfintere di Oddi.
Le funzioni della bile sono 4:
veicolo di escrezione di prodotti che vanno scartati, come:
pigmenti biliari
o sostanze inorganiche
o farmaci e tossine
o colesterolo;
o
neutralizzazione del chimo acido a livello duodenale, essendo basica;
permette l’emulsionamento: la lipasi pancreatica non è in grado di digerire i trigliceridi troppo
aggregati, per cui la digestione si realizza solo se genera un emulsionamento del cibo: la
peristalsi intestinale forma delle goccioline lipidiche con la sua azione si shaker, che vengono
immediatamente circondate dai sali biliari, creando un’emulsione stabile, ossia le goccioline
non riconvergono più le une verso le altre, ed è possibile iniziare la digestione;
facilitazione del legame di enzimi digestivi: siccome gli acidi biliari conferiscono una carica
negativa alle gocce lipidiche, esse diventano attaccabili da lipasi e colipasi (enzimi del
pancreas);
Tra le attività di escrezione più importanti, c’è la produzione dei pigmenti biliari. Essi si generano a
partire dalla demolizione dei globuli rossi, che hanno una vita di circa 120 giorni. Il processo di
distruzione dei globuli rossi avviene attraverso una fagocitosi, che separa le componenti. La parte
proteica (globina) verrà riciclata per costruire una nuova globina, il ferro viene separato e di nuovo
trasportato e riutilizzato per la sintesi di un nuovo globulo rosso, il gruppo eme viene trasformato in
bilirubina, che viaggia nel nostro sangue insieme all’albumina. Nel fegato la bilirubina viene staccata
dall’albumina e diventa bilirubina libera. Essa viene coniugata con l’acido glucuronico, diventa
bilirubina coniugata, viene escreta con la bile e viene eliminata. Essa è la responsabile della
colorazione delle feci.
Se il fegato è malato non riesce a coniugare la bilirubina, ed essa rimane libera, facendo diventare il
soggetto giallo (ittero), che è anche il primo sintomo di un’epatite.
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Parte seconda: studio
dei nutrienti
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Proteine
Le proteine ci forniscono 4 kcal per ogni grammo.
Esse sono polimeri lineari di amminoacidi legati fra loro mediante legami peptidici, e possono essere
semplici o coniugate, cioè legate ad altre sostanze non proteiche, per esempio le glicoproteine o le
lipoproteine. Nel nostro processo digestivo, quando una proteina è coniugata, viene prima separata
delle sue sostanze non proteiche.
Nel nostro corpo le nostre proteine (endogene), hanno moltissime funzioni:
sono degli enzimi (catalitica)
• la actina e la miosina servono per la contrazione muscolare, e vengono sintetizzate dal muscolo
• regolano l’espressione genica, talvolta sono proteine intracellulari prodotte sulla base di uno
• stimolo ormonale o meno
ormonale, gli ormoni idrofili sono delle catene polipeptidiche
• immunitaria, come la fibrina, le immunoglobuline, l’interferone, vengono prodotti dal fegato o
• dai globuli bianchi, e svolgono un’azione di difesa
trasporto, come l’albumina, l’emoglobina, le lipoproteine, la transferrina, etc, e sono sintetizzate
• dal fegato
strutturale, come il collagene, le cheratine e l’elastina
• regolatrice, come la calmodulina e la carnitina.
•
Le proteine intervengono in tutte le funzioni che hanno a che fare con la crescita e il mantenimento
dell’integrità del nostro organismo, in particolare, sulle attività enzimatiche, ormonali, anticorpali,
alcune proteine sono anche importanti per il mantenimento del bilancio idro-elettrolitico, per il
trasporto, per l’energia, per la coagulazione e alcune sono neurotrasmettitori. Da qui deriva che un
deficit proteico può determinare la perdita di una o più funzioni, per questo motivo la quota proteica
viene considerata una quota privilegiata nel nostro fabbisogno di nutrienti, perché la loro carenza è
quella che dà i più manifesti sintomi clinici e le maggiori problematiche per la salute umana.
La denaturazione della struttura terziaria e quaternaria delle proteine durante la digestione è a carico
dell’acido cloridrico. In realtà questa denaturazione può essere fatta anche durante i processi
tecnologici, come la cottura (le elevate temperature rompono la struttura terziaria e quaternaria, come
succede nell’uovo, in cui l’albumina cambia colore, consistenza e diventa più digeribile).
Digestione
La digestione delle proteine avviene: © Laila Pansera - 67
fase gastrica nello stomaco, è una duplice azione: denaturazione delle proteine da parte dell’HCl
• e frammentazione della catena polipeptidica in più parti da parte delle pepsine (endopeptidasi
derivanti dal pepsinogeno, idrolisi legami peptidici aromatici); questa digestione interessa solo il
10-15% dei legami peptidici;
fase intestinale, digestione intraluminare: i piccoli peptidi originati dalle pepsine arrivano nel
• duodeno, dove trovano il succo pancreatico, in cui sono presenti tutti gli enzimi digestivi; gli enzimi
proteolitici di questa zona creano peptidi sempre più piccoli arrivando anche a staccare dei singoli
amminoacidi (ad opera di carbossipeptidasi A e B);
fase intestinale, digestione intracellulare: a livello della mucosa intestinale arrivano dei singoli
• amminoacidi oppure dei piccoli frammenti polipeptidici, i quali vengono ulteriormente digeriti
dalle amminopeptidasi e dipeptidasi, che sono gli enzimi presenti nell’enterocita, e arrivano nel
lume intestinale a seguito dello sfaldamento dell’enterocita.
Nella fase intestinale si realizza il grosso della digestione delle proteine.
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Assorbimento
L’assorbimento degli amminoacidi avviene in tutto l’intestino tenue. Gli amminoacidi vengono
assorbiti dalla cellula attraverso dei trasportatori, e si parla di trasporto attivo, che quindi ha un costo
energetico. I trasportatori sono specifici per ogni tipo di amminoacido e alcuni di essi sono presenti
su tutte le cellule del nostro organismo come recettori per l’ingresso degli amminoacidi, mentre altri
sono presenti solo in particolari tessuti.
Questi trasportatori sono per lo più sodio-dipendenti, perché necessitano della presenza di sodio
che si lega al trasportatore affinché avvenga il trasporto.
Ultimamente si è cominciato a vedere grazie agli studi di biologia molecolare, che esistono anche dei
trasportatori di dipeptidi e tripeptidi. Questa è una vera e propria rivoluzione, perché se considero
come unico assorbimento possibile quello degli amminoacidi, sto dicendo che indipendentemente
dalla proteina che mangio e dalla funzione che la proteina aveva nell’