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VANTAGGI DEL FORAGGIO DISIDRATAZIONE SU QUELLO AFFIENATO:

• Minore contenuto di umidità e migliore conservabilità

• Maggiore contenuto di proteina

• Minore quota di fibra

• Maggiore quantità di carboidrati fermentescibili

• Maggiore quantità di vitamine e minerali disponibili

• Minore rischio di contaminazione batteriche e micotiche

INSILAMENTO

Questa tecnica di conservazione dei foraggi è alternativa alla fienagione, rispetto a questa presenta alcuni vantaggi:

- Permette di ottenere foraggi conservati più appetibili e succulenti

- Si conservano foraggi altrimenti non affienabili

- Si hanno minori perdite di sostanza secca e valore nutritivo

- Si aumenta il carico di bestiame allevabile

- Richiede minore cubatura e si possono evitare incendi pericolosi

Il foraggio raccolto con una certa % di umidità (in genere il 60 %) viene pressato in silos (eliminazione delle sacche

d’aria) dove hanno inizio una serie di fermentazioni che modificano le caratteristiche organolettiche dell’alimento.

Il primo fenomeno che si attiva è la respirazione all’interno delle cellule della massa insilata.

L’O presente viene consumato producendo CO e vengono dunque utilizzati come substrato i glucidi fermentescibili.

2 2

L’intensità respiratoria dipende dall’O che a sua volta può essere controllata dalla:

2

- Compressione applicata alla massa;

- Temperatura e acidità dell’ambiente

- Stato vegetativo e appassimento

- Durata del cantiere di lavoro

La respirazione si mantiene anche a temperature alte (40°C) e perdura fino al momento in cui la percentuale di O è

2

inferiore del 2 %, si passa quindi alla fase anaerobica e si innescano i processi di:

AUTOLISI: si instaurano, all’interno delle cellule, processi di tipo enzimatico a carico di carboidrati e proteine. Gli

zuccheri in assenza di O subiscono fermentazioni alcooliche e glicolisi (alcool, acido piruvico, acetaldeide, acido

2

lattico), le proteine in seguito ad autolisi producono peptidi ed amminoacidi. Se si verificano condizioni di acidità

debole e presenza di colibatteri e clostridi i peptidi e gli amminoacidi possono essere deamminanti e decarbossilati

(pH 4 attività proteolitica bloccata), il proseguimento della degradazione è condizionata dal pH della biomassa.

Le fermentazioni batteriche che possono essere problematiche per la conservazione sono:

- Acidofile (pH 4,5)

- Butirriche o proteolitiche (pH 5 - 5,5)

- Putrefattive (pH neutro)

I batteri acidofili sono attivi nei primi giorni dell’insilamento (2-3) e ancora in presenza di O , con la fermentazione

2

acetica (Aerobacter) si forma acido acetico (pentosani, cellulosa).

L’eccessiva produzione sta ad indicare che la massa è stata poco compressa e non è chiusa ermeticamente.

In seguito (3 giorni) parte la fermentazione lattica ad opera dei lattobacilli (1 %), l’attività cresce progressivamente

(15-20 giorni) e si raggiunge un’acidità (pH 4 - 4,5) che inibisce l’attività dei batteri butirrici e proteolitici.

Il substrato ottimale per innescare le fermentazioni di tipo lattico è la presenza di zuccheri fermentescibili quindi le

graminacee risultano essere un substrato ottimale (es. insilato di mais) rispetto alle leguminose che per via delle loro

caratteristiche risultano essere meno adatte all’insilamento.

Le fermentazioni butirriche avvengono ad opera di batteri sporigeni anaerobi ed aerobi facoltativi (clostridi) che

e CO .

utilizzano come substrato zuccheri e/o acido lattico con produzione di H

2 2

Questi batteri sono resistenti a temperature elevate (40 °C), le leguminose in ambiente umido, hanno una scarsa

presenza di zuccheri, si ha così l’aumento dello sviluppo dei butirrici.

Fermentazioni proteiche: si attivano in presenza di microrganismi che idrolizzano le proteine e attaccano gli

amminoacidi.

- Proteolitici Idrolisi Amminoacidi

- Putrifici (processo di putrefazione) Mobilizzano gli amminoacidi (ammine, ammoniaca, scatolo e H S)

2

Anche questa attività dipende dal valore del pH, no valori di pH di 4,5 ma bensì di 5,5 e neutro.

L’attività può avvenire sia in presenza che in assenza di O .

2

Il momento ottimale per il taglio è:

Elevati contenuti di principi nutritivi

 Alta produzione per ettaro (ha)

 Umidità, zuccheri e proteine in rapporto favorevole

- Prati polifiti Spigatura

- Graminacee Inizio fioritura

- Cereali autunno-vernini Maturazione latteo-cerosa

- Mais Maturazione lattea (35 % di sostanza secca)

Un parziale appassimento in campo ha effetti positivi:

Minore presenza di acqua

 Buono per foraggere difficili

 Contiene le perdite di percolamento e fermentazione

 Aumento delle perdite in campo

I foraggi migliori per essere insilati sono le colture primaverili come segale foraggera, erba eccedente al pascolo e il

primo taglio di loietto italico, nel complesso dunque tutte le colture che non vengono impiegate allo stato fresco,

sottoprodotti dell’industria (strame del pisello, polpa di bietole….), cereali autunno-vernini a maturazione latteo-

cerosa e mais a maturazione cerosa.

RAPPORTO ZUCCHERI PROTEINA (richiede un alto contenuto di zuccheri ed uno scarso valore di proteina)

> 8 6-8 < 6

Facilmente insilabile (Mais, Sorgo) Abbastanza insilabile Difficilmente insilabili

. (erba di prato, cereali autunno vernini) (Leguminose, trifoglio, erba medica)

La valutazione qualitativa degli insilati viene definita con il puntegio di Flieg che valuta con valori positivi quantità

elevate di acido lattico mentre il punteggio diventa negativo quando aumentano i livelli di acetico e butirrico.

Punteggio globale Valutazione insilato La valutazione di ottimo implica una percentuale > 75 % per l’acido

0- 20 Pessimo lattico e < 15 % per acido acetico e < 5,7 % per acido butirrico.

21-40 Scadente Pessimo: acido lattico 0-25 %, acido Acetico 45-50 %, acido Butirrico

41-60 Medio > 40 %.

61-80 Buono

81-100 Ottimo

CLASSE AZIONE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

Acidificanti diretti Abbassamento rapido nel pH selezione Foraggi umidi e scarsamente

della flora (presenza di lattici OK, assenza fermentescibili

di butirrici e putrefattivi KO)

Inibitori di fermentazione Inibiscono lo sviluppo della microflora Prodotto verde, pochi zuccheri

fermentati

Stimolatore della fermentazione Aumentano il substrato di fermentazione, Foraggi (25 % di sostanza secca)

migliorano la degradazione di materiale

non fermentescibile

Inoculi microbici Dominanza iniziale di fermentazioni Limita le perdite di sostanza secca

lattiche e di proteine

Inibitori di alterazioni di tipo Blocca l’azione degli aerobi Trattamento dello strato

aerobico superficiale

Miglioratori delle caratteristiche Polpe secche e urea (500 g/q)

nutritive

Limitatori delle perdite di Assorbono acqua in eccesso (paglia) Non alzare troppo il valore di

percolamento sostanza secca perché si può

modificare il decorso delle

fermentazioni

SILI A TRINCEA

Creazione di trincee di varie forme e dimensioni a seconda

delle esigenze, risultano essere ottimali in termini economici

e di affidabilità, risultano essere molto pratici nella fase di

riempimento, vengono impiegati soprattutto per

l’insilamento di mais e materiali a maturazione cerosa,

loiessa, con il giusto grado di umidità (facilmente insilabili).

Presentano tuttavia degli incoventienti quali difficile costipazione ottimale del foraggio lungo le pareti, necessità di

molta attenzione in fase di copertura, elevate perdite per compressione insufficiente e possibili inquinamenti di

terra. Il materiale, una volta che la trincea è stata riempita, viene ricoperto con un telo e possono essere aggiunti dei

pesi per la compressione.

SILI A TORRE E CICLATORI

Uso di sili verticali che permettono una minore richiesta in

termini di manodopera ed una ottima conservazione del

materiale. Presentano degli svantaggi legati al costo delle

strutture, presenza di problemi meccanici nei ciclatori e

ricchi di post-fermentazioni in concomitanza di uno

scaricamento quasi totale nei riciclatori. In genere si ha il

caricamento del materiale dall’alto e lo scarico dal basso.

MACCHINE FASCIATRICI PER L’INSILAMENTO

CONTINUO

Hanno grandi capacità di lavoro (70-100 balle/ora),

consentono di risparmiare molto spazio

RAZZE BOVINE DA CARNE

MARCHIGIANA

 CHIANINA Razze bianche (in genere si attua un allevamento semi-estensivo)

 ROMAGNOLA

 MAREMMANA

 Sfruttano i foraggi delle regioni in cui sono allevate dove altri animali avrebbero maggiori

PODOLICA

 difficoltà, in genere vengono allevate mediante pascolamento brado per tutto l’anno

Un’elevata diversificazione delle razze permette di avere un alto valore in termini di biodiversità, in alcuni casi sono

state reintrodotte alcune razze che erano state precedentemente sostituite da altre più produttive.

1) RAZZA BOVINA MARCHIGIANA

La marchigiana deriva inizialmente dalla Podolica, popolazioni presenti in Podolia giunte in Italia nel VI secolo D.C. al

seguito dei barbari guidati da Agiulfo. Si trattava inizialmente di un animale di taglia medio piccola, molto rustica con

spiccate capacità dinamiche, usato molto in ambito agricolo.

Nella metà dell’800 venne incrociata con la Chianina comportando un aumento della mole (incremento della massa

muscolare) ma provocando la riduzione delle capacità dinamiche a causa delle modificazioni che hanno reso

l’animale non più molto ideoneo alla lavorazione nei campi.

In seguito nel 900 venne incrociata nuovamente con la Romagnola comportando così una buona attitudine alla

produzione di carne e alla lavorazione.

Nel 1932 con il Congresso Zootecnico di Fermo venne stabilito la nascita della razza Marchigiana attraverso una

selezione fenotipica morfo-funzionale (1990 A.N.A.B.I.C. – selezione genetica definendo gli indici di selezione del

toro e della vacca su base morfologica e genetica), dal punto di vista genetico si tratta di una razza nata a seguito di

un rinsanguamento con altre razze, frutto quindi di un meticciamento oggi destinato quasi esclusivamente alla

produzione di carne (rese intorno al 62 %) ed una scarsa produzione di latte a causa in genere di una ridotta

integrazione nell’alimentazione e per caratteristiche genetiche.

La Marchigiana presenta una grande sviluppo somatico con una massa muscolare

molto accentuata, specialmente nella parte posteriore (treno posteriore), una

groppa ben sviluppata, coscia e natica risultano essere convesse con evidente

sviluppo muscolare.

Il mantello è tenenzialmente chiaro con sfumature a livello della spalla, a causa di

una maggiore percentuale di peli scuri, o con occh

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
97 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/18 Nutrizione e alimentazione animale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pingu1897 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Alimentazione animale ed allevamenti estensivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Trombetta Maria Federica.