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K
2. Sottospazio vettoriale: ⊆V
W
Sia V un K-spazio vettoriale rispetto alle operazioni s e p e un suo sottoinsieme.
Diremo che W è un sottospazio vettoriale di V se, rispetto ad s e p, W ha una struttura di K-
spazio vettoriale.
3. Base e dimensione di uno spazio vettoriale: =
I v ,... , v
Si V un K-spazio vettoriale. Un insieme ordinato di vettori di V si dice base
1 n
=L
V v ,... , v v ,... , v
di V se I è un sistema libero di generatori, cioè e sono
1 n 1 n
linearmente indipendenti.
Se esiste un intero positivo n tale che il K-spazio vettoriale V ammetta una base di n
V =n
dim
elementi, diremo che V ha dimensione n e scriveremo o più semplicemente,
K ={0 }
V
V =n
dim
qualora il campo K sia chiaro dal contesto, . Altrimenti: se v
V =0 V =∞
dim dim
poniamo ; se invece V non è finitamente generato, si pone .
4. Rango di una matrice m , n A
Data una matrice , si dice rango di A e si indica con il numero
A∈ K
C
dim R=dim .
5. Matrice ridotta per righe
Una matrice A si dice matrice ridotta per righe se, eliminando le righe nulle e permutando
opportunamente le colonne, si ottiene una matrice di tipo:
a a a a
11 12 13 14
0 a a a
22 23 24
0 0 a a
33 34
6. Spazio delle soluzioni di un sistema lineare
Un insieme di equazioni lineari nelle incognite a coefficenti in un corpo si
x , ... , x
m n K
1 n
dice di equazioni in incognite.
sistema lineare m n
Si userà la seguente notazione:
=
a x ... a x b
11 1 1n n 1
=
a x ... a x b
: 21 1 2n n 2
⋮ ⋮ ⋮
=
a x ... a x b
m1 1 mn n m
Una è un di che è soluzione di ogni
n
, ... , K
soluzione del sistema lineare n-upla 1 n
equazione del sistema. L'insieme delle soluzioni del sistema è un sottoinsieme di
Σ
, detto di
n Σ
K spazio delle soluzioni .
7. Applicazione lineare
Siano V e W du K-spazi vettoriali. Un'applicazione si dice se gode delle
f :V W lineare
proprietà:
L1: Y =f f Y
f X X
L2: aX =a
f f X
8. Nucleo e immagine di un’applicazione lineare
Data un applicazione lineare , si dice di , e si denota con ,
f
ker
f :V W f
nucleo
il sottoinsieme di V definito da:
f ={v∈V∣f }
ker v=0 .
W
Si dice di , e si denota con , il sottoinsieme di V definito da:
f
Im
f
immagine .
f ={w∈W∣esiste v }
Im v∈V tale che w=f
9. Matrice di cambiamento base
B, C
La matrice si dice da B a C e si indica con .
M B, C
M
matrice del cambio di base
id V
10. Somma diretta di sottospazi vettoriali =W W
W , W W
Siano due sottospazi di un K-spazio vettoriale V. La somma si
1 2 1 2
w
dice diretta se ogni suo elemento v si scrive in modo unico nella formula con
v=w 1 2
=W W
∈W W
w , i=1,2 . In tal caso scriveremo .
1 2
i i
11. Matrici simili
Due matrici si dicono se sono associate ad uno stesso endomorfismo di
n ,n
A , B∈K simili
e scriviamo .
n A~ B
K
12. Autovettori e autovalori
Sia un vettoriale e sia ; se è un vettore non nullo e se
∈End V ∈V
v
V K-spazio
esiste tale che
∈K ,
v = v
allora si dice di e si dice associato a
v
autovalore autovettore di
13. Autospazi
Sia un vettoriale e sia ; se è un autovalore di , allora
∈End V
V K-spazio
l'insieme
={v ∈V∣ }
V v= v
è un sottospazio vettoriale di e viene detto associato all'autovalore .
V autospazio
14. Polinomio caratteristico di una matrice
T
p
il polinomio si dice della matrice
polinomio caratteristico A.
A
T det A−TI
è definito come .
p n
A
15. Giacitura di una retta e di un piano
Il sottospazio vettoriale univocamente associato ad una Varietà Lineare Affine
n
S⊂ K
si dice di L e si indica con .
S
n
L⊂A giacitura L
Data una retta la sua giacitura è la corrispondente retta parallela passante per
S
r, r
l'origine.
16. Rette parallele
Se sono due V.L.A. Che hanno la stessa giacitura si dicono
n
⊆A
L , L ' K parallele.
17. Piani paralleli
18. Retta e piano paralleli ⊆S
S '
Due V.L.A. (anche di diversa dimensione) si dicono se o
n
L , L '⊆A K parallele L L
⊇S
S ' .
L L
ENUNCIATI:
1. Criterio di sottospazio vettoriale
Sia un sottoinsieme non vuoto di un vettoriale Sono equivalenti i seguenti
W K-spazio V.
fatti:
i. è un sottospazio vettoriale di
W V;
ii. è chiuso rispetto a e cioè
W s p,
a) per ogni si ha ;
∈W
w , w ' ww '∈W
b) per ogni , per ogni si ha ;
∈ ∈W ∈W
k K w kw
iii. per ogni , per ogni si ha
∈ ∈W ∈W
k , k ' K w , w ' kwk ' w '
2. Metodo per il calcolo del nucleo di lineare
un’applicazione
B e C rispettivamente e sia
Siano V e W due K-spazi vettoriali, di basi
f :V W
B ,C
un'applicazione lineare, con . Per determinare il nucleo di si procede come
A=M f
f
segue:
i. Si risolve il sistema e si determina una base
=0
: AX
1 1 p np
a
,... , a ,... ,a , ... , a
1 n 1 S
per lo spazio delle soluzioni .
1 1 p np
ii. Ne segue .
=La
kerf , ... , a , ... , a , ... , a
1 n B 1 B =S
kerf
In particolare, se e è la base canonica, allora .
n
=K B
V
3. Metodo per il calcolo dell’immagine di un’applicazione lineare
Siano e due vettoriali, di basi B e C rispettivamente e sia
f :V W
V W K-spazi B ,C
un'applicazione lineare, con per determinare l'immagine di si procede come
A=M f
f
segue:
i. Si riduce la matrice A per colonne e si ottiene una base
b b
11 p1
,⋯ ,
⋮ ⋮
b b
1m pm
per lo spazio (A) delle colonne di
C A.
f = b
Im Lb , ... , b , ... , ,... , b
ii. Ne segue .
11 1m C p1 pm C
In particolare, se e è la base canonica, si ha .
f =C
m Im A
=K
W C
4. Teorema di Grassmann
Sia un vettoriale di dimensione finita e siano e due sottospazi di Allora
V K-spazio U W V.
si ha .
U W =dim U dim W −dim U ∩W
dim
5. Criterio di iniettività di un’applicazione lineare
Si consideri un'applicazione lineare ; i seguneti fatti sono equivalenti
f : V W
i. è iniettiva;
f f ={0 }
ker
ii. ;
V
iii. , per ogni matrice A associata a .
V
rho A=dim f
6. Criterio di suriettività di un’applicazione lineare
Si consideri un'applicazione lineare ; i seguneti fatti sono equivalenti
f : V W
i. è suriettiva;
f
ii. , per ogni matrice A associata ad .
A=dimW f
7. Criterio di isomorfismo di un’applicazione lineare
Sia un'applicazione lineare tra K-spazi vettoriali della stessa dimensione.
f :V W
Sono fatti equivalenti:
i. è iniettiva;
f
ii. è suriettiva;
f
iii. isomorfismo.
f
8. Metodo di risoluzione dei sistemi lineari
Dato il sistema lineare , abbiamo quindi il seguente schema di risoluzione:
=B
AX
i. Si riduce per righe la matrice , ottenendo la matrice , con
A , B A ' , B ' A '
ridotta per righe (i sistemi e sono equivalenti).
=B =B
AX A ' X '
ii. Si determina lo spazio delle soluzioni di (usando il metodo di risoluzione
=B
A ' X '
dei sistemi ridotti), che coincide con lo spazio delle soluzioni di .
=B
AX
9. Teorema di Rouché-Capelli
Dato il sistema lineare in incognite , posto si ha:
=B =
: AX A
n
a) ha soluzioni se e solo se .
A= A , B
In tal caso:
b) le incognite libere sono ;
n−
c) si possono scegliere come incognite libere certe incognite se e solo se le
n−
restanti sono corrispondenti a colonne di linearmente indipendenti.
A
10. Teorema su matrici associate ad una applicazione lineare e cambiamenti di base (con
diagramma)
Siano V e W due K-spazi vettoriali, e due rispettive basi,
B= v ,... , v C=w , ... , w
1 n 1 m
e sia un'applicazione lineare. Si dice ad
f : V W f
matrice associata rispetto alle basi B e
B , C
e si denota con , la matrice di le cui colonne sono costituite dalle
m , n
M K
C, f
componenti, rspetto a , delle immagini dei vettori della base Esplicitamente, dalle
C B.
espressioni
v =a ⋯a =a ⋯a
f w w ; f v w w
1 11 1 m1 m n 1n 1 mn m
B , C
A=a
viene individuata la matrice e si pone .
=
M A
ij f
11. Metodo per determinare se una matrice è diagonalizzabile
Data una matrice , si consideri l'endomorfismo associato ad A
n n
n , n :
K K
A∈K
rispetto alla base canonica . Per definizione, A è diagonalizzabile se e solo se è
semplice. Dunque si procede come segue: T = T
p p
i. si calcola il polinomi caratteristico di e si calcolano le sue radici
A
;
, ... ,
1 s
ii. se esiste tale che , allora A non è diagnoalizzabile;
∉ K
i i =dim V
m
iii. se per ogni , basta verificare che , per ogni
∈K i=1,... , s i
i i
; se ciò accade, A è diagonalizzabile;
i=1,... , s
iv. in quest'ultimo caso, A è simile ad ogni matrice diagonale avente gli autovalori
sulla diagonale, ripetuti secondo le relaticve molteplicità
, ... ,
1 s B , B
=M
; precisamente , ove è una base di autovettori di V;
m , ... , m B
1 s
−1
v. i