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Algebra II
Romagnoli Rosigerio
Libro di testo: Piacquaddi - Carrone - Algebra
9 crediti
- Formalismo: metodo che l'algebra usa
- Applicativo: l'algebra perciò con "piedi perterra" e dopo ne salto esso (infatti richiama al concreto)
= Quando si definisce un concetto astratto dietro c'è sempre un esempio concreto
Strutture Algebriche
(avvero, insiemi con operazioni)
= principalmente insiemi, gruppi e campi
Definiamo se ci esse certe proprietà: commutatività associatività
Operazioni
- commutative: se l'operazione è addizione o moltiplicazione tra numeri
- non commutative: se l'operazione è composizione di funzioni (ad esempio operazioni tra matrici)
= Studiamo gli omomorfismi (operazioni tra strutture algebraiche dello stesso tipo che rispettano le operazioni); in particolare, questi sono gli isomorfismi (omomorfismi biettivi)
- (1) Studiamo le sottostrutture ovvero sottoinsiemi di questo insieme che mantengono le stesse operazioni dell'insieme di partenza
Quoziente: quando struttura, anello, algebra le sottostrutture sono subanelli, si possono del quoziente si parla di ideali
Esempi:
- Anelli ai polinomi: il rapporto caratteristico e la divisione ha il resto
(1) Se avere (A, ⊕) è un gruppo abeliano, l’operazione associativa (i) associativa (ii) identità (0 elemento neutro) (iii) tale anomalia simmetrica (commutativa)
- Se oltre è l’identità moltiplicativa devo indichiamo con A,
- Se il prodotto è commutativo allora A si dice anello commutativo.
(commutatività x del calcolatore: permuto più prodotto a piacere se posso permutare in un intro dato da un gruppo ev isto che b = indicato supplemento tra punto e punto cosi si torna)
ESEMPIO: ℤ, ℚ, ℝ, ℂ sono anelli commutativi con identità.
ℤ7 è ancora commutativo con la identità.
Se R un anello (gabbiani) e Y un insieme consideriamo insieme ai funzioni RY :
f : Y → R (con generica xxnle) questione y
∀ f, g ∈ RY (f + g)(y) = f(y) + g(y) (f · g)(y) = f(y) · g(y)
Numero ai moltiplicati Y → ℘(Y) = ℕY qui soluzione z ai Y e lavoriamo unicamente la lo xo funzionale
caratteristica Xz : Y → {0, 1} monda in 0 x y ≠ z e in 1 se y ∈ ℤ.
P(Y) = λf : Y → {0, 1} λf = λo, λY
Vogliamo verificare che RY è un anello:
a) La somma puntuale è associativa
∀ f, g, h ∈ RY (f + g) + h = f + (g + h)?
∀ y ∈ Y((f + g) + h)(y) = (f + g)(y) + h(y) = (f(y) + g(y)) + h(y)
= f(y) + (g(y) +h(y)) = f(y) + (g+h)(y) = (f + (g + h))(y)
b) ∀ op e(xiste elemento x zu R):
F : Y → R
y →R
funzione un insieme Y in verso R
(f0 + z0) : Y → R
(f0 + z0)(y) = f0(y) + z(y) = y = z(y)
Secondo modo lo faccia annunciare la proprietà commutativa della soma devo ancara annunciare che z = f0 = f0
Se e ∈ (g1 x ⋆) le insieme identità ∀ s ∈ g e ⋆ s = si = s
(nel caso di un non commutativo e⋆ s →
⋆ s = s→ s = e ⋆ s)
(N) 0A è moltiplicatore ass. fA è la funzione costante nulla
DIM
(N) ∀ a ∈ A proviamo che a · 0A = 0A e 0A · a = 0A (analogo) a · 0A = a (0A + 0A) ↧ a · 0A + a · 0A 0A è identità additiva ↥ distributiva
Se cioè esiste l'opposto ai a · 0A ⇒ chiamiamolo b 0A = a · 0A + b = (a · 0A + a · 0A)+ b = a · 0A + a · 0A + b = a · 0A + 0A = a · 0A ◼
(ii) ⇒ Supponiamo che ∃ y ≠ 0A tale che xy = 0A ed anche che ∀u ∈ A ↕ ∀v x= 0A Allora: u : x · y = u : (x · y) = u : 0A = 0A una serie u : x · y = (u : x) · y = 0A : y = y ⇒ 0A = y ◼
(iii) Sia x ∈ A un elemento che non è zero-divisore fx: A → A a ↦ a x Proviamo che è iniettiva Sono b, c ∈ A tali che fx(b) = fx(c) ossia che bx = cx Usando la proprietà (ii) possiamo cancellare x ottenendo b = c ◼
TEOREMA Se A è un anello commutativo (non sappiamo che abbia identità) con |A| = m ∞ Supponiamo che in A non ci sono zero divisori + 0A Allora è un campo
DIM
Osserviamo che ∀ x ∈ A, x ≠ 0A la funzione fx è iniettiva (già dim) e dunque per il principio dei Casseli è suriettiva
A₀₀ b₀+ ... Cj = a₀b₀ + q₀b₁ + ...
* La definizione mi funziona allo stesso modo con polinomi, non con serie.
* Si ritrova IR allora caliamo così succedev in R[IXI e R[
Abbiamo R[X] = e R[
TEOREMA: Se R è un anello commutativo con IR se R è un intero
allora R[X] e R[UX] sono domaini.
DIM: Sia F, G e R(X) tale che F = 0, R(X), e G = 0, R(X).
Proviamo che F · G = 0, R(X).
Sia n(il) massimo i EN tale che qj ≠ 0, R
Se i est massimo i EN tale che bi ≠ 0, R
Cns = q₀b₀t+s + a₁b₀t+s + ... + q₀b₀ + qns + qns b₀
Se i + 0 => Cn+s = C₃ = q₀b₀ ≠ 0, R, perché R è un dominio
ego≠q₃ ≠ 0, R
Cns = q₀b₀t+s + qn¢b₀t + ... +qns b₀ = b₀g₀q₀t, 0, R
=0 candidati e quindi zero ⇒ anello e
se linibile e un
* Se (R, ·) é un anello corta S e R uno sottoanone
S si dice sottanello di R se S e il nollo con le operazioni di R.
CRITERI: S è un sottanello se: e solo se S è "chiwoe" rispetto alle operazioni di R
essenzie A, b e S A + b e S e a
Car (S, +) ∈ un sugruppo a (R, +)
Se f: A → B è un omomorfismo di anelli, si dice nucleo di f ker f = f-1(0B).
PROPOSIZIONE
A anello, I ⊆ A allora:
I è un ideale di A ⇔ ∃ f: A → B omomorfismo di anelli tale che ker(f) = I
DIM
Proviamo che ker(f) è un ideale.
∀x,y ∈ ker(f) proviamo x - y ∈ ker f
f(x) = 0B e f(y) = 0B deduciamo f(x-y) = f(x) + f(-y) = f(x) - f(y) =
= 0B - 0B = 0B
∴ ∀ a ∈ A, x ∈ ker(f), &exists; aux x a ∈ ker f
f(ax) = f(a)f(x) = f(a)0B = 0B
f(xa) = f(x)f(a) = 0Bf(a) = 0B
Dato un ideale I vogliamo costruire f: A → B tale che ker(f) = I
B è isogeno in costruzione "B" con la costrizione
Relazioni di equivalenza in un insieme
Ricordo che una relazione r in un insieme X (cioè formalmente è un sottoinsieme di X × X) si dice una relazione di equivalenza se soddisfa
- RIFLESSIVA ∀ x ∈ X x r x
- SIMMETRICA ∀x,y ∈ X x r y ⇔ y r x
- TRANSITIVA ∀x,y,z ∈ X x r y e y r z ⇔ x r z
Se r è una relazione di equivalenza in X allora posso partitionare X in
X = ⋃ Cx, Cx ≠ ∅ ∀x ∈ X, Cx = Cy ⇔ Cx ∩ Cy = ∅
Cx = { y ∈ X | x r y } (classe di equivalenza)
L'insieme i cui elementi sono i sottinsieme Cx si dice quoziente di X, modulo la relazione r ed è denotato X/r
Cx = [X] = [X]