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Es. venditori.

Libro III

Era il primo della classe per soddisfare la vanità umana. Legge il libro “Ortensio” di

Cicerone che ebbe un grande impatto sul suo animo. È un libro di filosofia che esorta

allo studio di essa. Non si sa cosa c’è scritto perché fu perduto. Questo libro ha scosso

i pensieri di Agostino e iniziò il suo percorso verso Dio. Agostino si accorge che oltre

alla forma (retorica) c’è un contenuto (filosofia) anche più importante per scoprire la

verità (data dalla sapienza). Cicerone nel libro condanna e mette in guardia sulle

filosofie che cercano di ingannare le persone e distingue due tipi di filosofie: una per

ingannare (sofistica) l’altra per scoprire la verità (filosofia). Agostino non era ancora

cristiano ma questo libro lo ha spinto alla ricerca filosofica.

La madre sosteneva che la verità si trova nelle Sacre Scritture. Agostino le legge e ha

una visione negativa: gli sembra una caverna in cui non ha coraggi di entrare e un

libro scritto male in cui non può risiedere la verità. Poi una volta cresciuto capisce che

non riuscì a cogliere la verità perché era troppo superbo per accettare quel messaggio

apparentemente di piccolezza che cresce con la persona che è capace di entrare nella

caverna (allora non ne aveva il coraggio)

Esperienza del manicheismo:

Esprime un giudizio negativo. È entrato in contatto con dei pazzi furiosi che parlavano

della verità che in realtà non possedevano e ne erano lontani. Raccontavano falsità su

Dio e sui principi del mondo. I manichei erano una setta che seguiva un profeta

persiano di nome Mani. Alla fine del 3° sec a.C. egli ha predicato una dottrina che

riprendeva temi del cristianesimo. L’idea fondamentale: il mondo è costituito dal

principio di bene (luce) e male (tenebre) in perpetua lotta destinata a durare in eterno

perché sono irriducibili uno all’altro e perché sono principi ontologici. Essi coinvolgono

la natura, l’universo e riguardano l’uomo (perché anche lui è attraversato da questa

lotta tra bene e male). L’idea manichea deriva dall’esperienza del male (=entità

negativa potente come il bene e combattono contro). L’uomo è composto da una parte

buona (anima) e da una cattiva (corpo) in perpetua lotta tra di loro.

Agostino è stato convinto dai manichei per 9 anni credendo fosse la risposta per la

ricerca della verità (poi ha rifiutato la dottrina).la dottrina prevede una gerarchia

interna:

- Perfetti= persone che conoscono i misteri

- Incipienti= persone che iniziano ad entrare nella setta

adesione

Agostino non è mai stato un perfetto, la sua non è mai stata totale (c’era

qualcosa che non lo convinceva). Cosa individuava la verità? Il manicheismo fornisce

le risposte sulla presenza del male: il male c’è perché c’è. La realtà è fatta anche di

male (realtà ontologica). Il male viene dalle tenebre, esse sono consustanziali alla

luce. Le tenebre e la luce formano due principi equivalenti destinati a combattersi in

eterno.

Agostino fa una descrizione negativa come se fosse stato catturato con l’inganno dai

manichei nonostante abbia partecipato e aderito alle riunioni. Agostino vuole cercare

la verità. Inizialmente era affascinato da questa dottrina ma poi si rende conto che

essa ha frainteso il senso della verità. Invece di parlare di Dio (come vero creatore)

parla del sole e della luna come vere entità divine.

Agostino maturo si chiede perché sia caduto cosi in questa trappola da queste

persone: le dottrine manichee sono peggio delle finzioni delle divinità pagane perché

queste ultime si possono leggere sapendo che si tratta di finzione. Le altre invece

Agostino le ha prese per vere. Questo ha provocato l’illusione che gli ha impedito di

cogliere la verità. Medea che vola: conclusione della tragedia di Medea in cui viene

trascinata verso il cielo. Sa che è falsa.

Agostino capisce, attraverso un autoesame, in cosa consisteva il suo errore: Cercare la

verità con lo strumento sbagliato e cioè col senso della carne non con il senso della

mente. Contrappone la mente al corpo: se noi cerchiamo la verità attraverso i sensi

(nelle creature sensibili come la luce o le tenebre) non si arriverà mai alla verità. Si

deve passare per la via della mente. La verità si trova dentro di noi, non fuori e non

passa attraverso l’esperienza sensibile ma attraverso la ricerca interiore (simile a

Platone).

Il senso della carne rimanda al lessico delle Epistole di S. Paolo. La carne è il corpo del

peccato. Contrapposizione tra spirito e carne. Da una parte la vera conoscenza

(=presupposto filosofico) passa attraverso la mente e dall’altra il riferimento alla carne

è il peccato che attraversa la mente dell’uomo. La verità sta dentro e sopra la mente.

Allegoria della donna: è la stoltizia che sta fuori. La tentazione della carne che

convinse Agostino che la verità sta fuori e la si può conoscere con i sensi. Lo convinse

perché lui cercava la verità fuori. Fu un’esperienza fallimentare.

Per nove anni è rimasto preda della dottrina, intanto continuò la sua carriera di

retorica. Ha frequentato i circoli manichei ed era desideroso di conoscere Fausto

(autorità dei Manichei). Tutti gliene hanno parlato bene finché lui ci parla e si rivela

una delusione. Era rozzo, ignorante e incapace di rispondere alle sue domande. Da

questo confronto Agostino capisce che il manicheismo non costituisce la risposta più

efficace al suo bisogno di verità.

Ricomincia quindi a ricercare la verità. Lascia l’Africa, si sposta a Roma e poi a Milano

e attraversa una fase di scetticismo: inizia a credere che non esista la verità che sta

cercando. A Milano fa l’esperienza di un altro libro fondamentale per la sua ricerca:

libri platonici (no dialoghi di Platone) sono traduzioni di testi neo-platonici (la dottrina

si sviluppa dal 2° sec a.C. fino al 2° d.C.). Parte dalle dottrine di Platone e le ripropone

attraverso la mediazione del pensiero di Plotino e poi di Porfirio e Proclo.

Differenza tra neoplatonismo e platonismo: il primo (nelle versioni di Porfirio)

presentano una sorta di unione tra platonismo e cristianesimo. Rimane la dottrina

delle idee ma queste sono ordinate gerarchicamente, al vertice c’è un principio

unitario: l’uno.

LIBRO VII

Agostino riconosce delle verità e si converte al Platonismo. Il lessico neoplatonico con

dei residui d lessico manicheo con il lessico cristiano. Dalle prime due righe soltanto se

noi ci facciamo piccoli riusciamo ad entrare nella verità (cercando di lasciare da parte

la superbia, sennò diventiamo come i manichei). Evento: incontrò i libri platonici e

riprende l’inizio del vangelo di Giovanni. I libri platonici e la bibbia dicono la stessa

cosa e la verità è la stessa anche se è detta in altre parole. il principio di tutto è uno

solo ed è il verbo (principio della razionalità) dio è il principio di tutto. Tutto deriva da

questo. Altro passaggio: l’anima dell’uomo non è la luce anche se ne rende

testimonianza. La vera luce è il verbo di dio che illumina ogni uomo che viene in

questo mondo. Il verbo è intermediario tra anima dell’uomo e dio. Il principio

dell’essere è lo stesso, cioè esiste un verbo che noi possiamo chiamare Dio e che

costituisce il fondamento unico e unitario di tutta la realtà, dal verbo derivano tutte le

cose. Non c’è una perfetta coincidenza tra il testo biblico e i libri platonici: alcune cose

che i platonici dicono si trovano anche nella bibbia, ma la bibbia e in particolare il

vangelo di Giovanni dice qualcosa in più sul verbo: il verbo venne a casa sua senza

che gli altri lo accogliessero etc..

Il vangelo di Giovanni è il più filosofico perché esprime il nucleo centrale del pensiero

cristiano: mistero dell’incarnazione. Il verbo è presso dio, il figlio sta appresso il padre

ma il figlio decide di offrirsi e divenire in mezzo agli uomini. Nei libri platonici il mistero

dell’incarnazione non c’è.

Continua la contrapposizione su ciò che c’è e non c’è. Ribadisce l’idea che la

reincarnazione non è scritta nei libri platonici. È l’unico elemento che manca

(incarnazione del verbo cioè del figlio di dio che si fa uomo)

I libri platonici hanno aiutato Agostino a spostare il suo orizzonte filosofico.

Principio del furto sacro: fa l’esempio della sottrazione ordinata da dio a Mosè dell’oro

degli egiziani, perché era stato utilizzato per fare del vasellame sacro per onorare gli

dei. Quindi non può essere usato per un fine sbagliato, visto il valore che possiede ed

essendo prezioso è di proprietà di dio. In questo caso Agostino non sta parlando

dell’oro in senso fisico, ma la riappropriazione di qualcosa che appartiene a Dio.

Laddove il cristiano intravede la verità, anche se non si trova nel territorio cristiano,

appartiene a Dio. La verità della dottrina platonica, anche se è stata prodotta da

filosofi pagani rappresenta comunque una verità, il cristiano può prenderla. Con

questo Agostino getta le basi della filosofia cristiana (essa può assorbire altre dottrine

pagane o il platonismo e trasformarlo in platonismo cristiano. Perché quelle dottrine

contengono elementi di verità che coincidono con il vangelo di Giovanni).

a

1 conseguenza della lettura dei libri platonici : Agostino capisce che la verità va

cercata dentro. Quindi da “fuori” torna “dentro”. Entrando in sé stesso A. scopre

l’essere (la verità) che gli appare come una voce immutabile che sta sopra l’occhio

dell’anima. L’esperienza della verità consiste in una sorta di illuminazione che si

configura come una folgorazione del soggetto/ attrazione del soggetto stesso. La luce

non è solo una luce abbagliante ma è una luce che si colloca in una posizione

superiore non fisica ma in maniera ontologica: Agostino percepisce che quella luce è

causa della sua stessa luce (del suo intelletto). Questa esperienza di illuminazione in

realtà è l’esperienza di un accecamento. A. non ha visto niente perché la luce della

verità acceca lo sguardo, egli vede che c’è qualcosa da vedere ma lui non riesce a

vederlo. Questo fa capire che noi non siamo la luce e non coincidiamo con la luce

(come dicevano i manichei) perché quando vediamo quella

Dettagli
A.A. 2017-2018
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nigrovalentina14 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Vecchio Silvana.