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Agnocasto e Sindrome Premestruale
L'agnocasto, appartenente alla famiglia delle Verbenaceae, è un arbusto (detto anche albero della castità o pepe nero) alto 3-5 m, nativo delle regioni mediterranee e dell'Asia occidentale. Il suo nome deriva dalla credenza che esso possa inibire la libido: i termini agnus e castus, che significano agnello e casto, sono riferiti infatti alla proprietà anafrodisiaca utilizzata dai monaci di un tempo. I frutti sono delle drupe, frutti carnosi indeiscenti, contenenti quattro semi dall'aroma caratteristico e dal sapore leggermente amaro e vengono utilizzati come droga. La droga contiene flavonoidi (casticina C19H18O8, isovitexina C21H20O10, iso-orientina), glicosidi iridoidi (agnoside C22H26O11, aucubina C15H22O9, eurostoside C24H28O12), terpeni (vitexilattone, rotundifurano) ed alcaloidi (vaticina).
È un arbusto caratterizzato da una ricca storia di utilizzi nelle donne ed è stato
Menzionato come rimedio vegetale già da Ippocrate nel quarto secolo (Verma et al., 2014). Tradizionalmente, l'agnocasto viene riconosciuto come rimedio per il controllo e la regolazione del sistema ovulatorio femminile: favorisce la riproduttività nei casi di amenorrea e di dismenorrea e può aiutare nella menopausa per ridurre le vampate di calore connesse alla riduzione della produzione di progesterone (Risoleti et al., 2011).
Viene impiegato quindi in caso di sindrome premestruale, di iperprolattinemia, di amenorrea, di dismenorrea, di disturbi della menopausa e di sintomi psichici connessi alla fase premestruale quali ansia, depressione, irritabilità, sbalzi d'umore, nervosismo.
Il meccanismo d'azione non è del tutto conosciuto ma si è visto che gli effetti positivi dell'agnocasto sono riconducibili all'effetto dopaminergico attraverso il quale determinerebbe una riduzione dei livelli di prolattina in fase luteale.
(Risoleti et al., 2011). Normalmente la dopamina è un potente inibitore della secrezione di prolattina, sia basale che stimolata dal TRH (ormone di rilascio della tireotropina) e fa ciò legandosi al recettore dopaminergico D₂. Questo permette di ridurre i livelli basali di PRL del 25%. Una simile potenza inibitoria è data dall'estratto di agnocasto (Wuttke et al., 1991). Esso contiene dei composti ad attività dopaminergica in grado di legarsi al recettore D₂. Il punto d'azione è l'asse ipotalamo-ipofisi: agendo sul lobo anteriore dell'ipofisi, l'estratto aumenta la secrezione dell'ormone luteinizzante (LH), con un conseguente aumento dei livelli di progesterone, e riduce i livelli dell'ormone follicolostimolante (FSH) e di prolattina, inibendo il suo rilascio da parte dell'ipofisi. Il risultato è di tipo regolativo (Shaw et al., 2011). La pianta favorisce infatti la produzione di ormoni da parte del
corpo luteoe devia così l'equilibrio estro-progestinico verso l'attività progestinica. Possiede quindi un effetto ormonale corpo luteo-simile che si manifesta però senza legarsi ai recettori degli estrogeni (Jarry et al., 1994; Risoleti et al., 2011). Ne deriva un normale equilibrio estrogeni-progesterone.
L'effetto sembra essere dose-dipendente: una diluzione dell'estratto 1:16 produce effetti dopaminergici non significativi. Si è visto inoltre che l'agnocasto contiene sostanze antiossidanti che possono prevenire l'ossidazione dei composti dopaminergici in esso presenti (Wuttke et al., 1991).
Oltre all'effetto dopaminergico l'agnocasto possiede anche proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. È in grado infatti di inibire le citochine proinfiammatorie, che normalmente attivano una cascata di reazioni che portano all'infiammazione, e altri mediatori infiammatori incluso l'ossido nitrico e le
prostaglandine E₂ (Ibrahim et al.,2019). Negli studi clinici è stato osservato che la mastodinia è il disturbo della sindrome premestruale che risponde maggiormente all'azione terapeutica dell'agnocasto. Effetti benefici sono stati osservati anche per i sintomi somatici e psichici della SPM. Schellenberg (2001), in uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha evidenziato come l'agnocasto fosse in grado di alleviare i sintomi tipici della sindrome premestruale. In questo trial 170 donne, affette da SPM, sono state trattate con l'estratto etanolico di agnocasto (20 mg/die) o con un placebo per tre cicli mestruali. I risultati hanno dimostrato una riduzione complessiva dei sintomi del 52% per il gruppo trattato e del 24% per il gruppo placebo. I sintomi attenuati consistevano in irritabilità, alterazioni dell'umore, rabbia, cefalea e ingrossamento del seno. Un altro studio prospettico, in doppio cieco e controllato con placebo,è stato osservato un miglioramento significativo dei sintomi nel gruppo trattato con l'estratto di agnocasto rispetto al gruppo che ha assunto il placebo.mg/die di estratto diagnocasto per tre cicli consecutivi, hanno riportato un miglioramento significativo dei sintomi premestruali rispetto al gruppo placebo (p<0.05). In particolare, i sintomi legati all'umore, come irritabilità e depressione, sono stati notevolmente ridotti nel gruppo trattato (He et al., 2012). In conclusione, l'uso dell'estratto etanolico diagnocasto sembra essere efficace nel trattamento dei sintomi premestruali, con un miglioramento significativo rispetto al placebo. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e determinare il meccanismo d'azione dell'estratto.Gocce di estratto di agnocasto per sei cicli mestruali hanno mostrato un ampio miglioramento della sintomatologia al contrario del placebo. Sintomi quali cefalea, nervosismo, depressione, tensione mammaria e gonfiore sono diminuiti in modo considerevole (più del doppio rispetto al placebo) (Zamani et al., 2012).
In uno studio italiano, Risoleti e collaboratori (2011) hanno valutato l'efficacia di Vitex agnus-castus utilizzando nello studio anche un contraccettivo orale: 72 pazienti affette da SPM sono state arruolate e suddivise in tre gruppi. Il primo doveva assumere l'estratto di agnocasto, il secondo un contraccettivo orale contenente drospirenone e il terzo un placebo, per tre cicli mestruali consecutivi. Anche in questo studio i sintomi sono stati valutati analizzando i punteggi impiegati nel diario PMSD. Nel primo gruppo, il punteggio è passato da 29.23 ± 7.63 a 4.28 ± 5.76, il secondo ha riportato un decremento del punteggio da 29.38 ± 7.88.
a 4.17 ± 5.7, e il terzo è passato da 28.76 ± 8.23 a 11.79 ±11.78. Nel gruppo trattato con agnocasto è avvenuta quindi una diminuzione dei sintomi di circa il 60%, con un conseguente netto decremento della sintomatologia rispetto al gruppo placebo. Tale risultato è invece sovrapponibile a quello ottenuto con il contraccettivo orale. Nonostante l’uguaglianza dei trattamenti, la terapia con Vitex agnuscastus ha mostrato scarsi effetti collaterali e nessuna sospensione da effetti avversi a differenza di quanto avviene utilizzando i COC. Due sono stati gli eventi avversi con l’agnocasto (orticaria, cefalea) e quattro quelli con i contraccettivi orali (spotting, ritenzione idrica, acne, depressione). Un simile studio comparativo è stato effettuato valutando l’equivalenza terapeutica tra l’estratto di agnocasto e la fluoxetina, un inibitore selettivo del reuptake della serotonina, per il trattamento di sintomi depressivi.
Uno studio prospettico e randomizzato sono state reclutate 41 pazienti con DDPM. Queste dovevano assumere 20-40 mg/die di fluoxetina o 20-40 mg/die di estratto di agnocasto per due mesi. Al termine del trattamento una percentuale simile di pazienti ha risposto alla fluoxetina (68.4%) e all'agnocasto (57.9%). Sette dei 17 sintomi presenti nel diario dei sintomi (DSR) (depressione, irritabilità, insonnia, tensione nervosa, sentirsi fuori controllo, tensione mammaria e dolori) hanno mostrato una riduzione del 50% nel gruppo trattato con la fluoxetina contro i cinque dell'agnocasto (irritabilità, tensione mammaria, gonfiore, desiderio di cibo e crampi). Più precisamente: la fluoxetina si è mostrata superiore nell'alleviare i sintomi psichici della DDPM mentre l'agnocasto ha attenuato principalmente i sintomi fisici. Entrambi i trattamenti si sono dimostrati ben tollerati in quanto gli effetti avversi, sorti in entrambi i gruppi, erano di lieve entità.
entità (Atmaca et al.,2003). A confermare l’efficacia dell’agnocasto nel trattamento della sindrome premestruale vi è anche una revisione sistematica e una meta-analisi riportante i risultati di diversi studi nei confronti della SPM. In questi l’agnocasto si è dimostrato superiore al placebo, simile ai contraccettivi orali e alla fluoxetina e superiore ai trattamenti con piridossina, magnesio e vitamina E (Verkaik et al., 2017). Diversi studi hanno poi analizzato l’utilizzo di Vitex agnus-castus nel trattamento specifico della mastodinia. Milewicz e collaboratori (1993) hanno osservato l’efficacia di 20 mg/die di estratto di agnocasto in donne affette da iperprolattinemia latente durante la fase luteale. In queste il rilascio di prolattina si è ridotto in tre mesi, la fase luteinica si è normalizzata ed i deficit nella produzione di progesterone sono stati eliminati. Allo stesso modo Halaska e collaboratori (1998) hanno rilevato
risultati soddisfacenti e significativi in donne con almeno cinque giorni di mastalgia premestruale. L'agnocasto