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L’ARTE LETTERARIA OGIEK
Tòngucc: racconto, sovrapponibile al ruolo del sèèngmo. In questo caso non compaiono mai
animali. Il tòngucc è divisibile come contenuti in quattro: 1. Rapporti tra gli Ogiek e il mondo
sovrannaturale; 2. Rapporti tra gli Ogiek e i popoli vicini; 3. Rapporti interni alla comunità
Ogiek; 4. Rapporti tra gli Ogiek e il mondo animale (gli animali fanno gli animali, non sono
portatori di valori umani)
Tiendo: canto Letterature Africane Pagina 25
Gli Shona e gli Zulu
martedì 16 gennaio 2018 11.16
Pdv produzione orale: più tradizionali: molte etichette = molte occasioni diverse in cui venivano
applicate.
È comunque una lingua ormai scritta, con un archivio molto vasto sulla produzione poetica (molto
utile per la ricostruzione storica).
Il fatto di essere una società agricola implicava la produzione di un surplus (commercio) e nella
creazione di una nobiltà con un re che diventa un re sacro (Zulu). Gli Shona sono molto meno
rispetto agli Zulu, ma è qualcosa che ricorda comunque un po' il feudalesimo, con un signore che
incarna una regalità sacra. È garante della sopravvivenza del popolo perché stabilisce il patto con gli
esseri sovrannaturali.
Due popoli come gli Shona e gli Zulu che hanno introdotto l'agricoltura in tempi antichissimi (circa
2000 anni) hanno avuto una continuità che gli ha permesso di sviluppare non solo le tecniche
agricole ma anche tutto ciò che ne deriva per la sopravvivenza. Infatti per gli Oghiek la produzione
poetica è molto ristretta (forma più semplice di società, poca poesia e se c'è molto ristretta al
dominio religioso, infatti si sovrappone ad una sorta di lingua o discorso magico che non può essere
divulgato --> quando un rito diventa pubblico. Lo stesso i canti dei cacciatori Kulango, che non
possono venire divulgati).
In contesto Shona e Zulu questo tipo di produzione viene rinnovato continuamente, è molto vitale
nell'apertura ai nuovi ambiti, infatti vengono prodotti poemi di lode anche per i personaggi politici
moderni. Dunque la vitalità di queste due poesie, patrimoni poetici, è fortissima. Che contamina
anche i campi del commercio della pubblicità e della globalizzazione.
Same nei versetti pseudoislamici somali per sostenere uno o l'altro politico locale.
Nuova sezione 3 Pagina 26
Chi sono gli Shona
martedì 16 gennaio 2018 11.28
Non si sa esattamente quanti siano (2 o 6 milioni?!): non sono riconosciuti in tutti i luoghi, per
esempio in Malawi e Zambia si considerano parlanti Swahili e non Shona quindi non si capisce.
Insediamenti di tipo villaggio, villaggi che producono un surplus e hanno una solidarietà forte al loro
interno, senza bisogno di contatti. Rispetto agli Zulu hanno regalità diverse, gli Zulu hanno un capo
riconosciuto per tutti, mentre ogni insediamento Shona ha un capo diverso. Sono a metà strada tra il
riconoscimento dell'anzianità e una unica figura dell'anziano principale che diventa il patriarca e
gestore degli affari politici degli insediamenti vicini.
Società olistica: bisogni del gruppo > bisogni dell'individuo.
L'arte letteraria Shona
Tipologie di produzione diverse:
Ngano: storie narrate dopo il raccolto. Non sono veri e propri racconti, sono di fatto racconti
- non "in rima" (perché non esiste in Africa) ma in segmenti che riconoscono una struttura
ritmica riconducibile alla poesia piuttosto che alla prosa. Storie che raccontano qualcosa
riconducibile ai valori della società, storie esemplari, con personaggi tipizzati che riproducono
il buon comportamento o comportamenti cattivi. Il contenuto non è solo celebrativo, ma
anche educativo. Riguardano l'armonia nel villaggio, il comportamento nell'educazione dei
figli, come trattare le mogli, come rispettare le feste agricole per garantirsi una produzione.
Tsùmò: proverbi, per giustificare azioni (dispute, ecc.)
- Indovinelli per divertimento (classici attorno al fuoco la sera)
- Le ultime tre produzioni sono in realtà molto simili, hanno infatti lo stesso scopo, quello
- celebrativo: sono sempre poesie di lode, la tassonomia le distingue per lode al clan, lode
all'individuo ma da un cantore esterno, oppure una celebrazione di sé e del clan: le prime due
pronunciate in occasioni fatte da terzi, oppure la terza fatta dall'individuo stesso. Le prime due
vengono prodotte e recitate ecc. durante le feste che riguardano quel clan, positivo il fatto di
appartenere a quel clan (si celebra l'individuo in quanto parte del gruppo, vengono esaltati
nell'individuo i comportamenti aderenti alla tradizione del clan, individuo esaltato per il bene
del clan). L'ultimo tipo di produzione è rituale, occasione in cui per esempio un uomo si
presenta al consiglio degli anziani chiedendo di poter accedere alle loro riunioni, oppure in cui
un uomo si offre alla famiglia della donna per prendere in moglie una ragazza e tesse le sue
lodi per essere scelto tra gli altri. È quasi per un "rito di passaggio".
Nuova sezione 3 Pagina 27
Chi sono gli Zulu
martedì 16 gennaio 2018 12.05
Popolo Bantu del sud, circa 10 milioni di persone: dunque sono più rispettati e sono più propensi a
dichiararsi Zulu piuttosto che Bantu o parlanti Swahili, perché appartengono ad una società
estremamente prestigiosa. Un grandissimo regno con una produzione orale immensa.
È un produzione ancora vitale ancora oggi, ma che produce solo poesia, nella tassonomia non c'è
una parola che indichi univocamente i racconti tradizionali (come lo ngano), diverse comunità hanno
una parola diversa, che vuol dire che la produzione poetica è ritenuta il top del top anche per i
contenuti.
Izibongo: dal verbo bonga, lodare. Isibongo è la persona che recita/canta/produce. La stessa
etichetta che indica il canto di lode è anche come dico "il mio clan"…"il mio izibongo è nome clan"
oppure "il mio izibongo è declinare izibongo del clan". Equivale a nome di famiglia oppure
espressione esemplare che racchiude il significato di quel nome di famiglia. Equivalenza tra il nome
del clan e le varie composizioni, ma anche izibongo personali. Mentre gli shona dividevano contenuti
per clan e per il singolo, in questo caso è tutto izibongo. In più può essere prodotto anche per gli
animali (importanza che l'allevamento ha assunto nei secoli per gli Zulu). Composizione intermedia
tra l'epica e la lode che contiene spesso una lingua arcaica, perché gli Zulu sono un popolo
importante, con attestazioni che arrivano a contenere ancora passaggi di attestazioni antiche,
mescolati con tratti moderni. Obiettivo finale celebrazione del gruppo, dunque anche l'ode al singolo
è un'ode alle sue caratteristiche tipizzate viste come esempio morale per la popolazione.
I testi sono spesso incomprensibili per i riferimenti fatti ad epoche antiche: non ci si ricorda più, non
più chiarezza del riferimento. Nuova sezione 3 Pagina 28
Canti sacri dei Kulango
martedì 16 gennaio 2018 12.28
Sawalesògò bò lòòm dei Kulango: quasi tutti riservati ai membri della società. Non è vero che TUTTI
gli uomini Kulango sono cacciatori, è una popolazione di Savana (orticoltori e agricoltori, che, come
in larga parte dell'Africa occidentale, hanno sempre praticato la caccia a squadre). Diventare
cacciatore è un'associazione sacra per la vita, con un patrimonio di canzoni che non possono uscire
all'esterno. Brani che vengono riprodotti quando la caccia è già stata fatta, concluso il banchetto
celebrativo, e dunque si celebra con tutto il villaggio con la carne che resta. Vere e proprie canzoni,
accompagnate da strumenti musicali tipici e da danze. Composizioni che riportano strutture
formulari molto forti, con ritornelli sempre uguali.
Nuova sezione 3 Pagina 29
martedì 20 febbraio 2018 11.17
Negritude --> movimento superato (mabanckou no purista del francese, il "petit français" d'Africa
perché sono consapevoli di quello che devono alla francia per la loro erudizione, si sono sentiti
anche scardinati dalla politica di assimilazione, sono nati DURANTE le indipendenze, nel periodo in
cui la negritude aveva fatto il suo, era un dato di fatto. Nuovo bilanciamento delle vene produttive e
delle idee degli scrittori, passato questo senso di profondo schiacciamento dalla francia. La
produttività in entrambi gli ambienti è verso la ricerca della NUOVA posizione dello scrittore africano
nel mondo. Gli scrittori francofoni scrivono in francese ma non perché è il loro unico strumento
(colonie francofone unica possibilità, scuole asfaltate), ora si sviluppano intellettuali africani anche in
ambiente francofono che scelgono liberamente di scrivere in francese per raggiungere un pubblico
più vasto e ridare dignità all'africa e al suo pensiero anche fuori dall'africa. Gli unici che continuano a
rivolgersi ancora all'interno sono in Nigeria (spinta a trovare un'identità di gruppo indipendente dalla
nigeria in quanto tale--> scrivere in haussa). Uguale per il corno d'africa, che si è sempre sentito
diverso per la sua storia culturale (amarico).
All'interno del periodo della negritude c'è un autore molto particolare: immagine precisa
dell'interprete furbo durante il periodo coloniale francese (assieme a wangrin) --> hampaté ba
ricordato per una sua frase all'UNESCO in africa, ogni volta che muore un vecchio tradizionalista, è
come se ci fosse un incendio in una foresta vergine.
Gli anziani uomini sono i portatori sani della cultura, se muoiono muore la biblioteca di quella
cultura. Se muore un bimbo, si rifà. Per questo le culture africane sono così tanto permeate dal
valore dato all'anziano, perché tramite gli anziani passa il sapere tradizionale.
Unisce nella sua figura due grandissime eredità culturali, quella del Mali (sede di imperi
importantissimi mande). Nasce nell'impero toucouleur in area dogon, al confine con l'impero Peul.
Tra mali e niger si era stabilito questo popolo solitamente nobile, ma si ritrovano tutti i legami dei
Peul con le loro bestie.
Ha un primo padre toucouleur, un secondo padre toucouleur, ma la madre porta anche sangue Peul.
Istruzione alla scuola coranica di Tierno Bokar (la vita e gli insegnamenti di tierno bokar - una delle
figure più impo del patrimonio dell'africa francofona, è una persona realmente vissuta e si ritiene
uno dei tanti zii della famiglia allargata di hampaté ba. È uno dei rappre di cui si sa di più, visto che
ba ha scritto i suoi insegnamenti, uno dei