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Adolf Furwängler è considerato l'ultimo degli studiosi rappresentanti dell'archeologia filologica, è
anche l'ultimo dei grandi archeologi che hanno applicato il metodo filologico, ottenendo dei risultati
importanti, ma è anche un archeologo che ha dato una svolta fondamentale agli studi dal punto di
vista metodologico, perché senza Furwängler e senza i suoi lavori che, in molti casi sono tuttora, a
distanza di più di cent'anni, delle pietre miliari che usiamo ancora oggi, tante settore
dell'archeologia classica sarebbero ancora molto indietro rispetto al punto in cui si trovano oggi.
Il personaggio è sicuramente uno degli archeologi più grandi della storia dell'archeologia anche
perché ha avuto una carriera relativamente breve e fulminante, dal punto di vista della precocità dei
lavori importanti che ha pubblicato e della quantità e del peso delle opere; in più egli si è trovato a
intervenire su una serie di siti archeologici di grande importanza che a quell'epoca in cui vi ha
lavorato, erano dei punti di svolta nell'indagine archeologica.
Nato a Freiburg in Germania nel 1853, studia sia nella sua città natale, che a Lipsia che a Monaco,
dove si laurea con E. Brunn, uno dei membri più significativi della scuola filologica; subito dopo la
laurea, nel 1874, partecipa a tre scavi importanti: prima si reca a Micene, poi a Olimpia, durante i
grandi scavi (187579) del santuario (dove si occupa dei ritrovamenti in bronzo) e l'ultimo scavo a
cui partecipa, che sarà quello che seguirà negli anni successivi e che gli sarà fatale, è quello di
Egina, dove andrà a indagare il santuario di Afaia, da cui vengono i frontoni che si trovano a
Monaco; in seguito Furwängler andrà a insegnare a Monaco e diventerà direttore dei musei di
antichità della città. sculture antiche
Al rientro da questa serie di scavi, entra a lavorare nelle raccolte di di Bonn, poi
nell’82 diventa come assistete presso l’antiquarium di Berlino e qui si ferma fino al 94; durante
questi anni scrive delle opere fondamentali, infatti si assiste alla pubblicazione dei Meisterwerke
der griechischen plastik, cioè “Capolavori della scultura greca”; inoltre scrive anche il catalogo dei
vasi del museo di Berlino che sarà un lavoro che gli servirà enormemente per la sua produzione
scientifica.
Nel 1894 diventa professore di archeologia classica a Monaco, cioè ricopre uno dei posti più
prestigiosi in campo archeologico dell'Europa e subito dopo, oltre a fare il professore universitario,
diventa direttore del museo tardo antico di Monaco, dove sono conservati i frontoni del tempio di
Egina; durante le estati trascorre lunghi mesi di scavo in Grecia e quindi mette insieme all'attività di
carattere didattico con quella di ricerca vera e propria.
Dal punto di vista della produzione scientifica Furwängler è ricordato come l'ultimo rappresentante
della scuola filologica per quest’opera opera, Meisterwerke der griechischen plastik, che è la
summa delle esperienze nel campo della scultura greca attraverso il metodo filologico; si tratta di
un'opera disorganica, non è una storia della scultura greca, ma è un’opera che raccoglie degli studi
su alcuni capolavori della scultura greca, come dice il titolo, come se fosse un'antologia delle opere
più celebri della produzione plastica greca.
Il pregio di quest'opera è che mette a punto una serie di considerazioni critiche su alcune delle opere
più importanti della produzione scultorea greca di età classica, opere di autori celeberrimi, operando
come un membro della scuola filologica, quindi lavorando sulle copie romane; i risultati che
Furwängler ottiene e che presenta in questo libro sono l'ultima frontiera per quello che riguarda
questo metodo di studio perché oltre quello che ha ottenuto Furwängler non si può sperare di
ricavare altro perché egli porta ai limiti le possibilità di questo metodo di indagine.
Infatti il risultato più clamoroso e discusso è la ricomposizione dell’Athena Lemnia di Fidia (1893),
che ancora oggi è oggetto di discussione; la sua ricomposizione, da certi punti di vista, è geniale
perché è frutto di un'esperienza molto ampia ed è frutto anche di una memoria eccezionale.
Furwängler era famoso perché in un'epoca in cui la fotografia esisteva, ma non era ancora entrata
nello studio dell'arte antica, e sarà proprio Furwängler, attraverso le sue opere, che per primo
utilizzerà la fotografia dal punto di vista scientifico nello studio dell'arte antica; quindi il volume
delle Meisterwerke è il primo volume di studio di sculture antiche il cui apparato iconografico è
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