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La formulazione del caso da un punto di vista ACT è la capacità di analizzare funzionalmente la
presentazione dei problemi da parte di un cliente e di riformularli secondo il modello di flessibilità
psicologica. Nel contesto psicoterapico, la formulazione o la concettualizzazione del caso consiste nel
raccogliere, durante il colloquio iniziale, le informazioni di cui avete bisogno, nell’analizzare queste
informazioni utilizzando il modello della flessibilità psicologica, nell’individuare il punto da cui far partire la
terapia modificando la formulazione in base alle ulteriori informazioni acquisite nel corso della terapia.
L’obiettivo della formulazione del caso è orientare il clinico verso aree di intervento modificabili, in funzione
di ciò che utile al cliente. Abbiamo una maggiore possibilità di effettuare una formulazione del caso
clinicamente utile se consideriamo i processi chiave della flessibilità in un contesto del cliente più ampio
(storia familiare, cultura, contingenze sociali) e quali sono gli antefatti e le conseguenze che più influenzano
il comportamento “problematico”.
I 6 processi del modello non devono essere considerati isolatamente, essendo invece molto sensibili alle
circostanti condizioni sociali, culturali, ambientali e biologiche.
I valori sono sensibili al contesto culturale, possono essere allocentrici o relativamente individualistici. Il
modello della flessibilità psicologica è progettato per essere adattabile culturalmente, facendo in modo che
la conoscenza culturale sia ultimamente applicata a quei processi e principi importanti per la salute
psicologica.
Ci sono 2 domande principali che tipicamente alimentano il processo ACT di formulazione del caso:
1. Che tipo di vita il cliente vorrebbe maggiormente realizzare e vivere?
2. Quali sono i processi psicologici e/o ambientali che hanno inibito l’attenuazione di questo tipo di
vita, o hanno interferito con esso?
Il terapeuta dovrebbero capire la sequenza temporale del problema, la sua traiettoria, che cosa ha
preceduto e quali sono le conseguenze del comportamento.
È utile chiedere con quale tipo di esperienze interiori il cliente stia lottando, con una curiosità adeguata, la
capacità di scavare un po’ più in profondità nelle esperienze interiori del cliente rispetto a qualche area
tematica senza perdersi nel materiale. L’obiettivo clinico è quello di toccare i processi interiori rilevanti per
vedere come potrebbero essere legati fra di loro, sia per la formulazione del caso sia per la pianificazione
degli interventi terapeutici.
È consigliabile chiedere sempre informazioni su una vasta gamma di esperienze relative alla sfera privata
del cliente, fra cui pensieri, emozioni, sensazioni fisiche e ricordi associati. L’ambiente esterno (compreso
quello composto da familiari o altre persone significative) dovrebbe essere esaminato in modo
approfondito, considerando le possibili relazioni tra le due sfere, interno ed esterno.
Vale la pena notare le proprie reazioni durante l’intervista. La concettualizzazione del caso deve
comprendere il contesto di vita in cui si muove il cliente e in che modo sono state soddisfatte le
fondamentali esigenze della vita quotidiana.
Robinson ha suggerito una valutazione lavoro-amore-divertimento, il terapeuta dovrebbe esplorare i settori
importanti della vita quotidiana in relazione a ciò di cui si lamenta il cliente.
Rilevazione della flessibilità psicologica 20
Centrato
• Consapevolezza del momento presente
La persona è presente, in questo momento, in modo flessibile, spontaneo e propositivo?
Difficoltà comuni: preoccupazione per il futuro e ruminazione riguardo al passato, rigidità attentiva,
distraibilità da altri eventi dell’ambiente.
Passare in modo fluido dal passato al presente o da un determinato argomento a quello successivo,
indica la forza dei processi relativi al momento presente, anche se il contenuto discusso “riguarda il
passato”.
Aspetti paralinguistici del parlare e attentivi dell’ascoltare, ritmo della comunicazione affrettato e
scarsa reattività al rallentamento da parte del terapeuta.
Difficoltà gravissime: incapacità di rispondere alle domande, dissociazione, fase allucinatoria attiva
(valutare la flessibilità e la focalizzazione dei processi attentivi all’area problematica).
• Processi del sé
La persona considera la vita come un’esperienza almeno parzialmente distinta dalle narrazioni che
la mente costruisce di essa?
Il “sé concettualizzato” può essere positivo o negativo, ma in ogni caso è rigido, valutativo ed
evocativo.
Il “sé come processo” fa riferimento al contatto con il continuo flusso di esperienze interiori e alla
capacità di osservarle e descriverle nel momento presente.
Il “sé come prospettiva” consiste nella capacità di rilevare il contenuto della coscienza da una
prospettiva particolare.
Nei colloqui la valutazione può essere basata sulla capacità di una persone di spostare il punto di
vista dal presente al futuro, da un luogo ad un altro e di assumere quello di altre persone. Spesso
questa capacità è dimostrata per mezzo di spontanei comportamenti verbali o non verbali
(commenti spiritosi circa una situazione di vita dolorosa o momenti di silenzio).
Difficoltà comuni: fusione con il sé concettualizzato, in modo tale che il cliente non possa rimanere
in contatto con i processi del sé attivi in quel momento e non possa assumere un punto di vista sulle
difficili problematiche esistenziali. Tendenza ad essere assorbiti nelle proprie concezioni di sé e a
difendere una particolare immagine di sé. Affermazioni del tipo “io-problema”.
Difficoltà gravissime: incapacità a rivolgere attenzione al terapeuta.
Aperto
Concentrarsi sulla misura in cui la fusione e l’evitamento esperenziale stanno intervenendo nella vita del
cliente. Spesso un tipo di comportamento stereotipato contraddistingue la vita dei clienti che sono sotto
forte controllo avversivo. Fusione ed evitamento esperenziale sono entrambi indicati da modalità anguste di
comportamento.
Dal punto di vista verbale, esse sono per lo più evidenti nel tono, nel ritmo e nel contenuto. Il cliente può
dire la stessa cosa più volte, la qualità verbale può essere piatta sia nel tono che nel ritmo. Il contenuto
verbale si presente rigido e limitato.
• Accettazione
La questione centrale nel valutare l’accettazione consiste sulla possibilità del cliente di accogliere
ciò che avviene, momento per momento, nell’esperienza diretta, anche quando il contenuto è
indesiderato e fonte di sofferenza.
Difficoltà comuni: è importante prendere in considerazione sia il contenuto evitato sia il repertorio di
comportamenti evitanti del cliente. Quando il contenuto da evitare può essere descritto, il terapeuta
può indagare ulteriormente sulle modalità con cui il cliente affronta questi eventi inaccettabili ogni
volta che si presentano. La regola generale è che tutto ciò che con certezza segue un contenuto
inaccettabile è molto probabilmente parte della catena di risposte evitanti. Può essere utile valutare
quando e dove il contenuto evitato è più negativo. In questi casi pattern di evitamento possono
interferire con il modo di vivere in modo aderente ai valori. Un’importante fonte di informazioni su
accettazione ed evitamento esperenziale è il comportamento del cliente durante la seduta. Egli può
non sapere o non essere consapevole di ciò che viene evitato e quindi non è in grado di parlarne
direttamente. Questa situazione è tipica dei clienti che presentano contemporaneamente diversi
problemi cronici. Se il cliente devia la conversazione di volta in volta su temi diversi, significa che è
in atto un pattern di evitamento. Chiedere al cliente di visualizzare una situazione difficile e notare
pensieri, emozioni, ricordi e sensazioni fisiche che si presentano a volte può far sì che il contenuto
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evitato venga elaborato con modalità che il cliente potrebbe trovare difficili da discutere
direttamente.
• Defusione
Esempi di contenuto fuso (fusione cognitiva): affermazioni ripetitive, monotone, categoriche e
valutative, ripetitività di preoccupazione e ruminazione.
Difficoltà comuni: confronto e valutazione (chiedere di descrivere la situazione senza valutare);
discorso complesso, indaffarato, poco chiaro; discorso contraddittorio; discorso giustificante,
impermeabile e rigido, con elevato livello di soluzione dei problemi a livello verbale che non riesce a
sostenere un comportamento coerente con i valori del cliente; perseverazione.
Impegnato
Lo scopo dell’ACT è aiutare i clienti a costruire modalità di comportamento continuative e coerenti con i
propri valori e a impegnarsi nell’agire avendo scelto valide direttive di vita, operando concretamente e
aumentando consapevolmente i comportamenti coerenti con i valori.
• Processi valoriali
Difficoltà comuni: i problemi psicologici giocano in modo cosi preliminare che il cliente perde il
contatto con le aree di vita più significative, per l’invischiamento con i problemi e il tentativo di
controllarli. La fusione è un segno importante che distingue il cliente dai valori.
• Processi di impegno
Ci si chiede se il cliente possa progettare ed eseguire determinati comportamenti che sono coerenti
con i suoi valori. Gli ostacoli principali ai processi di impegno sono la fusione cognitiva e
l’evitamento o la mancanza di motivazione. Questo porta a modelli di comportamento fallimentari. Si
osservano incapacità di compiere o proseguire un’azione o eccessi comportamentali il cui fine è
l’evitamento esperenziale e comportamentale. Spesso è presente una situazione di vita incostante
e poco organizzata.
Difficoltà comuni: impulsività, immobilità, evitamento continuo. Si chiede di compilare un esempio di
possibili azioni in cui impegnarsi. Il cliente può fornire molti esempi ma si blocca quando arriva il
momento di agire, oppure può non essere in grado di citare alcun esempio specifico di azione in
linea con i suoi valori, né passato né futuro. Incapacità di agire e impulsività sono facili da rilevare, i
modelli di persistenza evitante sono più difficili da rilevare.
È possibile utilizzare un approssimativo metodo numerico di monitoraggio dei 6 processi della flessibilità
psicologica, prestando attenzione alla frequenza e alla flessibilità contestuale e comportamentale delle
dimensioni chiave di risposta per ogni processo, tramite la