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Progettazione e configurazione di una rete
Che forniscono tecnologie, valore competitivo, il sistema integra strutture interne ed esterne all'impresa dette nodi, prodotti e servizi da coordinare per raggiungere gli obiettivi, possono appartenere anche ad altre reti, quindi l'impresa deve valutare se i vantaggi dell'appartenenza di tale nodo alla propria rete superano gli svantaggi dovuti alla sua appartenenza a concorrenti; si dovrà poi sviluppare una strategia di rete, l'impresa dovrà concentrare la propria attività sul core business, impiegando tutte le risorse nelle attività in grado di accrescerle; successivamente si dovrà progettare il sistema rete in modo non rigido e decidere la forma da adottare, valutando se creare un rapporto durevole e controllabile nel tempo, o un legame flessibile aperto ad esigenze di cambiamento; essa quindi potrà assumere diverse tipologie.
di configurazione: - a base gerarchica: ove domina la struttura gerarchica interna, - a centro di gravità concentrato o multiplo: in cui vi sono una o più agenzie strategiche, - senza centro; Le motivazioni portano alla costituzione di una rete spesso sono date da più motivazioni messe insieme; la rete avrà successo se tra le imprese-partners ci sarà compatibilità strategica e mancanza di interesse da parte dei nodi a sostituirsi all'impresa referente. Le tipologie di reti sono: - Rete: una grande impresa instaura rapporti con un numero limitato di partner a monte e a valle, è utilizzata in settori stabili e richiede grossi investimenti in capitali. I rischi sono solo l'eccessivo uso di un fornitore o l'involontaria partecipazione nelle scelte dei fornitori per l'eccessivo coinvolgimento. Un esempio efficace è quella costituita dalla Nike, che collabora con fornitori thailandesi, coreani e cinesi, e vuole cheServono anche altre imprese in modo da migliorare la loro competenza, anche se ha del personale addetto per svilupparla e controllare la qualità dei fornitori, si crea un mercato interno all'azienda e le unità organizzative si scambiano beni e servizi ai prezzi che si formano nel libero mercato, il rischio è che la direzione influenzi troppo i comportamenti che queste devono tenere, molte imprese operano in diversi punti della catena del valore, e devono occuparne un segmento ampio per non essere soppiantate, essendoci molti partner, un'impresa specializzarsi troppo, rischiando di diventare vuota, ossia non più capace di fornire un contributo sufficiente, oppure che cerchino di assicurarsi la sopravvivenza con un'eccessiva segretezza, senza instaurare rapporti di fiducia con i partner. È un elemento fondamentale per la creazione di valore e sviluppo delle attività di terziarizzazione.
secondo la Penrose, in un ambito dove le risorse fisiche possono essere imitate, sono quelle immateriali di conoscenza e fiducia a determinare un vantaggio competitivo durevole, in tal senso l'impresa è un sistema cognitivo che funziona grazie a queste, e si ridisegnano i confini economici dell'impresa, dando importanza ai nodi cognitivi che, anche se non formalmente appartenenti ai nodi dell'impresa, concorrono al suo successo; la comunicazione è quindi integrata poiché deve connettere e coordinare i nodi cognitivi fondamentali; oggi il comportamento del consumo può definirsi come linguaggio, imponendo alle imprese di micronizzare il mercato, per conoscere i propri clienti, dato che ognuno di essi ne rappresenta un segmento a se stante; in tali imprese la comunicazione assume caratteri diversi, e quella esterna diviene bidirezionale, essendoci la collaborazione tra mittente e ricevente del messaggio, ed implica la modifica di contenuti e
strumenti della trasmissione, creando uno spazio virtuale comune tra imprese e i suoi interlocutori, ove utilizzare un linguaggio globale, detto metacomunicazione. È un soggetto economico dall'articolazione complessa, formato da molti nodi. Pianificazione dell'impresa-rete: autonomi, e prevede sia autoconfigurazione e autonomia, ma anche il controllo dell'unità centrale, e per evitare conflitti si distinguono decisioni: - a cura dell'unità centrale, definendo regole e criteri per assumere quelle operative, - strategiche: prese dai nodi e danno vita ad azioni concrete, - operative: oppure può aversi un processo ad onda, dove le proposte strategiche dei nodi viene valutata dall'unità centrale, che alloca le risorse finanziarie al nodo, che assume la piena responsabilità del successo della strategia, gestendo i mezzi finanziari ottenuti. CAPITOLO 5 La teoria pura del commercio internazionale nasce alla fine del XIX secolo. Internazionalizzazionedelle imprese: secolo, dividendosi in classica e neoclassica, prima entrambe focalizzate sugli aspetti macroeconomici delle transazioni internazionali, e poi su quelli microeconomici, più interessanti ai fini dell'internazionalizzazione delle imprese; da ciò Vernon elaborò il ciclo di vita internazionale di un prodotto, secondo cui a concorrere al suo successo internazionale era anche il non immediato trasferimento della tecnologia utilizzata nella produzione, sfruttando i vantaggi monopolistici offerti dalla superiorità delle conoscenze, ed elaborò un sentiero di sviluppo del prodotto dall'introduzione al declino, accompagnandovi quello relativo all'implicazione internazionale dell'impresa; tale modello fu la base per altre teorie: - internalization theory: le imprese multinazionali si internazionalizzano quando i mercati esterni sono imperfetti, - teoria eclettica: esistono 3 categorie di elementi in grado di determinare la crescita.internazionale delle imprese, con benefici:
- owner specific,
- location specifici
- da internalization;
ove, a differenza di quella multinazionale, le attività internazionali dagli anni '80 si sviluppa l'impresa globale sono interconnesse ed integrate tra loro, perciò ogni evento economico incide significativamente sulle attività dei restanti Paesi, ma entrò in crisi negli anni '90, lasciando spazio all'imprese transnazionale, che incentiva l'autonomia delle filiali estere, spingendole a cooperare e ad integrarsi con i sistemi economici locali, e tiene conto dei caratteri socio-culturali del proprio Paese d'origine e di quelli ospitanti, inoltre può divenire reticolare, attraverso gli Accordi di Cooperazione Internazionale, tra 2 o più imprese che mettono in comune fattori produttivi per perseguire obbiettivi comuni; la teoria neoclassica ha portato allo sviluppo di nuove forme di internazionalizzazione suddivise in 2 sentieri,
in base alla tipologia di attività intrapresa all'estero, se l'interesse è: - di produzione: gli investimenti si definiranno supply oriented, - commerciale: gli investimenti si definiranno demand oriented. Si dividono in: Modalità di accesso ai mercati internazionali: sono: - competitive: - esportazione diretta e indiretta: implica un limitato impiego di risorse umane e finanziarie, e possono essere dirette, creando unità operative all'estero, con il vantaggio di controllare totalmente le proprie operazioni e gestire autonomamente le leve di marketing internazionale, e indirette, commercializzarli, eliminando difficoltà ed incertezze dell'ingresso in un nuovo mercato, ma impediscono il contatto diretto con il mercato di sbocco; di - investimenti diretti all'estero ed acquisizioni: richiedono molte risorse e comportano molti rischi, le acquisizioni unità operanti comportano un.Impiego maggiore di risorse, rispetto alla costituzione di nuove, ma hanno tempi brevi di ritorno sugli investimenti. I vantaggi sono che con tale struttura produttiva si difendono meglio i vantaggi competitivi, ma ci sono rischi connessi agli investimenti. Sono:
- Collaborative:
- Accordi di licenza: concessione dei diritti a svolgere un'attività ad un'impresa che non avrebbe potuto a causa di un monopolio legalmente protetto, l'oggetto del trasferimento è dato dalla tecnologia e know-how necessari per sfruttare il brevetto.
- Joint venture: 2 imprese stabiliscono una cooperazione che comporta la nascita di una nuova entità giuridica, collaborando insieme temporaneamente per il raggiungimento di un obiettivo, mettendo a disposizione risorse tecniche, finanziarie e manageriali e si dividono in equity, ossia società per azioni costituite da un'impresa transnazionale all'estero, la cui partecipazione non è mai di controllo.
Riorganizzazione delle strutture aziendali in maniera flessibile ed efficiente, evolutivo, ove le imprese non effettuano attività ma le affidano all'esterno, acquistando esperienza e specializzazione, può essere funzionale, l'impresa se ne avvale per abbattere i costi, e spaziale, localizza la produzione nei- subfornitura: Paesi più appetibili, le funzionali si dividono in sub-forniture:
- che trasferiscono conoscenze tecnologiche e assistenza tecnica,
- in cui si trasferiscono solo e attività a maggior contenuto lavorativo,
- che si avvicinano a semplici importazioni di prodotti finiti, in cui l'impresa si limita ad indicare i tipi di materiali da utilizzare nella produzione.
È aumenta negli ultimi anni, con picco nel 2000, quando gli scambi Internazionalizzazione dell'economia italiana: avevano contribuito alla crescita dell'economia, ma il saldo tra importazioni e esportazioni è peggiorato per l'aumento dei prezzi.
Le materie prime importate sono un elemento fondamentale per l'economia italiana. Tuttavia, l'Italia ha un ruolo marginale negli investimenti all'estero a causa degli ostacoli finanziari che le imprese italiane devono affrontare.