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IRRORAZIONE
Decorre l’arteria palatina discendente, ramo della mascellare interna. Poco prima di raggiungere il palato si
divide in due o più arterie, l’arteria palatina maggiore (che si porta al palato duro, vascolarizzando la mucosa di
quest’ultimo, e infine entra nel foro incisivo) e le arterie palatine minori, che si portano al palato molle. La
palatina maggiore si anastomizza con l’arteria nasopalatina che emerge dal foro incisivo. Quest’ultima è un
ramo dell’arteria sfenopalatina, ramo terminale della mascellare interna. L’arteria palatina minore vascolarizza il
palato molle.
Le vene reflue sono tributarie della palatina, che raggiunge la fossa pterigomascellare e si apre nel plesso
venoso pterigoideo.
PALATO MOLLE
Il palato molle è costituito da muscoli, lamina muscolomucosa che in parte completa la volta palatina e in parte
ANATOMIA I - Prof.ssa Soldani
costituisce l’unico tratto della parete posteriore della cavità orale propriamente detta. A riposo il palato molle è
costituito da una parte fissa orizzontale ed una parte mobile obliqua. È costituito da una superficie orale
anteroinferiore e faccia o versante faringeo posterosuperiore, margine aderente al palato duro anterosuperiore,
due margini laterali che aderiscono alla lamina mediale del processo pterigoideo dello sfenoide, infine il
margine posteroinferiore libero che delimita l’istmo delle fauci e presenta un’evaginazione muscolare che è
l’ugola.
STRUTTURA
È rivestita su ambedue i versanti da mucosa orale (epitelio non cheratinizzato) con tonaca propria, lamina
elastica interna ed infine sottomucosa che accoglie gli adenomeri delle ghiandole palatine; troviamo poi uno
strato muscolare, un piano aponevrotico, una seconda componente muscolare, lamina elastica e mucosa
faringea che guarda verso la rinofaringe (mucosa respiratoria: epitelio cilindrico pseudostratificato ciliato). Al di
sotto, la tonaca propria contiene ghiandole tubuloacinose ramificate miste.
MUSCOLI DEL PALATO MOLLE
Gli conferiscono mobilità: si solleva e si dispone trasversalmente, col margine libero che tocca la parete e
impedisce al bolo di risalire. Tende il palato molle e crea una parete rigida contro la quale si forma il bolo
alimentare. Un’altra funzione è di favorire la deglutizione. Sono muscoli volontari e intervengono anche nella
fonazione.
o Tensore del velo palatino: entra nella costituzione dell’aponevrosi palatina, che serve da struttura per
tutti gli altri muscoli. È costituito da due triangoli, un carnoso verticale e uno tendineo orizzontale, che
si uniscono per i loro apici a livello dell’uncino pterigoideo. Si origina dalla spina angolare, fossa
scafoidea e grande ala dello sfenoide, ma anche dalla cartilagine della tuba uditiva e termina formando
l’aponevrosi palatina. Contraendosi mette in tensione il palato molle.
o Elevatore del palato: forma una fionda insieme alla parte controlaterale, fa disporre il palato
orizzontalmente. Si origina dalla faccia inferiore della piramide del temporale e dalla cartilagine della
tuba uditiva. Termina sulla faccia posteriore dell’aponevrosi palatina.
Poiché questi muscoli hanno inserzione sulla tuba uditiva, erano chiamati [Testud] ventilatori dell’orecchio
medio e dilatano l’orifizio faringeo della tuba uditiva, che mette in comunicazione rinofaringe e orecchio
medio, cioè la cassa del timpano. L’aria può entrare così nella tuba e raggiunge la cassa del timpano
(importante per la compensazione della pressione).
o Muscolo dell’ugola: muscoli pari in stretto rapporto. Si origina dalla spina nasale posteriore e termina
all’apice dell’ugola; la sua contrazione accorcia l’ugola (ciò è importante per la fonazione).
o Muscolo glossopalatino: è anteriore e si origina dall’aponevrosi, si porta in basso e lateralmente e
termina sull’estremità posteriore dei margini laterali della lingua. Entra nella costituzione dell’arco
palatoglosso. Formano due archi e tendono a ridurre l’istmo delle fauci.
o Muscolo faringopalatino o palatofaringeo: si origina dall’aponevrosi, dall’uncino pterigoideo e dalla
lamina mediale della cartilagine tubarica e termina sulla faccia posteriore della faringe e sulla cartilagine
tiroidea della laringe. Entra nella costituzione dell’arco o pilastro omonimo.
VASI ARTERIOSI DEL PALATO MOLLE
Arteria palatina minore, arteria palatina ascendente e arteria faringea ascendente. La palatina ascendente è un
ramo dell’arteria faciale o mascellare esterna, ramo collaterale anteriore della carotide esterna. L’arteria faciale
si porta in avanti e medialmente e stacca l’arteria tonsillare e la palatina ascendente, poi si porta in avanti e, al
davanti al massetere, piega in alto (è in intimo rapporto col piano osseo e se ne apprezza la pulsazione) ed ha
andamento flessuoso per la presenza dei muscoli mimici; termina come arteria nasale laterale. Altri rami
interessanti sono l’arteria sottomentale e labiale inferiore e labiale superiore, che sono i rami dell’arteria faciale.
ANATOMIA I - Prof.ssa Soldani
VASI ARTERIOSI DEL PALATO MOLLE
PALATINA MINORE
PALATINA ASCENDENTE
FARINGEA ASCENDENTE
ARTERIA FACIALE
L'arteria faciale o mascellare esterna rappresenta uno dei tre rami collaterali anteriori della carotide esterna
(arteria faciale, mascellare, linguale). Origina sopra all'arteria linguale, subito al di sopra dell'osso ioide, si porta
in avanti, orizzontalmente, contraendo rapporto col muscolo costrittore medio della faringe, quindi raggiunge il
polo posteriore della ghiandola sottomandibolare in cui crea un solco, si porta in avanti e raggiunge il margine
inferiore del corpo della mandibola e piega subito al davanti del massetere. Assume un decorso superficiale e
tortuoso, si porta in alto e lateralmente e risale fino all'ala del naso e termina col suo ramo terminale, l'arteria
nasale laterale, che decorre tra naso e guancia e si anastomizza con l'arteria dorsale del naso, la quale è un ramo
dell'arteria oftalmica. Talvolta si anastomizza con essa indirettamente, tramite l'arteria angolare, non sempre
presente. I rami collaterali sono l'arteria palatina ascendente e l'arteria tonsillare. Stacca anche 3-4 rami
ghiandolari e l'arteria sottomentale. L'arteria sottomentale si anastomizza con l'arteria labiale inferiore e con il
ramo mentale o mentoniero dell'arteria alveolare inferiore. All'altezza della commessura labiale, l'arteria faciale
stacca l'arteria labiale inferiore e superiore, che si anastomizzano con le controlaterali. La labiale superiore dà
un ramo settale (per il setto nasale) e un ramo alare (per l'ala del naso).
PAVIMENTO DELLA CAVITÀ ORALE E SOLCO SOTTOLINGUALE (spesso sinonimi)
Il pavimento della cavità orale propriamente detta è costituito anteriormente dal solco sottolinguale e
posteriormente dalla radice della lingua. Posteriormente vi è l'istmo delle fauci che collega la cavità orale
all'orofaringe. È un sottile spazio a forma di ferro di cavallo, convesso anteriormente. Questo spazio è interposto
tra l'arcata gengivale e la radice della lingua. Abbraccia posteriormente i muscoli della radice della lingua.
Termina posteriormente in corrispondenza dei pilastri palatini inferiori. Al centro c'è una piega falciforme della
mucosa, sagittale, il frenulo linguale, che dalla faccia inferiore del corpo della lingua si continua con la mucosa
del solco sottolinguale. Osserviamo due rilievi, uno per lato, ai lati del frenulo, conoidi, detti caruncole
sottolinguali. Al centro di esse vi è uno sbocco unico di due condotti escretori: quello della ghiandola
sottomandibolare e quello della ghiandola sottolinguale maggiore. Subito dietro e lateralmente si osserva una
piega diretta indietro e lateralmente, la piega sottolinguale. È determinata dalla presenza nel connettivo,
dell'omonima ghiandola sottolinguale. Vi sono sulla superficie superiore della piega sottolinguale 15-20 orifizi di
sbocco dei condotti escretori delle ghiandole sottolinguali minori, detti anche orifizi di sbocco dei condotti di
Rivino. Il condotto escretore della ghiandola salivare maggiore è il condotto di Bartolino, mentre le sottolinguali
minori si aprono tramite i condotti di Rivino. Il solco sottolinguale è lubrificato dal secreto di due ghiandole
salivari maggiori: sottomandibolare e sottolinguale. Al di sotto della mucosa si trova una sottomucosa e ciò si
evince anche dall'aspetto lasso. L'epitelio è molto sottile e lascia intravedere i vasi; nella sottomucosa è situata
la ghiandola sottolinguale. Nel pavimento troviamo anche il condotto escretore della ghiandola
sottomandibolare, il condotto di Wharton. Più in basso decorre in nervo ipoglosso, nervo motore della lingua, e
l'arteria e vena sottolinguale, rami dell'arteria e vena linguale. I vasi linfatici fanno capo ai linfonodi cervicali
profondi.
Muscoli sopraioidei: miloioideo e genioioideo. Inferiormente al miloioideo troviamo il ventre anteriore del
muscolo digastrico ed infine sottocutaneo e cute. LINGUA
ANATOMIA I - Prof.ssa Soldani
Voluminosa massa muscolare, che inferiormente ha interposta una tonaca sottomucosa. È un organo molto
mobile e ha numerose funzioni: assunzione di cibo, ausiliaria della masticazione, formazione del bolo e
deglutizione, articolazione della parola, sede del gusto, fine sensibilità tattile. È formata da:
- corpo, parte orale o libera, nei due terzi anteriori;
- radice, parte faringea o fissa, terzo posteriore.
Si fissa tramite i suoi fasci alle strutture fisse circostanti: processo stiloideo del temporale, mandibola, ioide.
Presenta un solco detto V linguale o solco terminale che rappresenta il limite tra corpo e radice; l'apice di questa
V è il forame cieco della lingua, che è in realtà una fossetta a fondo cieco. È all'origine del condotto tireoglosso,
che darà origine ai lobi laterali della ghiandola tiroide, condotto che si atrofizza e scompare.
Il corpo della lingua è una massa ovoidale un po' appiattita, a contorno triangolare, formata da una faccia
superiore o dorso, da una faccia inferiore, da un apice che prende rapporto con la faccia linguale degli incisivi e
da due margini laterali, che si assottigliano andando dall'indietro al davanti. I margini terminano posteriormente
a livello dell'arco glossopalatino o palatino anteriore. Sul dorso osserviamo un solco mediano che origina
all'apice e termina al forame cieco; ha un aspetto "vellutato" per i rilievi microscopici della mucosa: le papille
linguali. Sulla faccia inferiore vi sono le pliche fimbriate, che sono un residuo filogenetico (sono omologhe della
lingua accessoria inferiore delle scimmie). Questa faccia risulta liscia; le pliche si portano dall'av