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STRUTTURA DI UN’ARTERIOLA

Le grandi arteriole originano dalle arterie muscolari. Dalle grandi arteriole originano le piccole arteriole. Gli

strati di cellule muscolari lisce si riducono significativamente di numero. Nella parete troviamo cellule

epiteliali, tonaca media costituita da due o tre strati di muscolatura e poi tonaca avventizia, che si continua

Anatomia I – Prof.ssa Lazzeri

con il connettivo circostante. Nelle piccole arteriole, la differenza sostanziale è che troviamo un solo strato

di cellule muscolari lisce e per il fatto che hanno un calibro minore.

Grande arteriola Piccola arteriola

-calibro maggiore (origina da arterie muscolari) -calibro minore (origina da piccole arteriole)

-2 o 3 strati di cellule muscolari lisce -singolo strato di cellule muscolari lisce

L’arteriola rende maggiore resistenza al flusso sanguigno e presenta diametro di 40-100µm. Ha una lamina

elastica interna sottile e fenestrata (basale o sottoendoteliale) nelle arterie più grandi; nelle arterie più

piccole è assente.

STRUTTURA DELLE METARTERIOLE

Dalle arteriole originano le metarteriole, vasi di transizione tra arteriole e capillari, con diametro di 10-

15µm. La muscolatura liscia è presente in singole cellule. Gli sfinteri precapillari sono dati da cellule

muscolari lisce e sono dei dispositivi che controllano il passaggio del sangue dalle arteriole ai capillari.

Quindi il passaggio da arteriole a capillari non è immediato; vi si interpongono queste metarteriole, che

sono fatte da brevi tratti di cellule muscolari lisce e da questi sfinteri precapillari, che contraendosi

regolano il flusso sanguigno.

STRUTTURA DEI CAPILLARI

Caratteristica dei capillari sono i periciti (cellule connettivali con funzioni contrattili), disposti

longitudinalmente attraverso processi primari e trasversalmente attraverso processi secondari, che

avvolgono il capillare e sono contrattili (fatti da miosina, isomiosina…). La loro funzione è quella di

controllare il flusso ematico del sistema microvascolare. Talvolta sono costituiti da una singola cellula

avvolta ad anello.

Capillari continui: sono quelli più comuni (tessuti muscolare, nervoso, connettivo), si distinguono in piccoli

capillari, formati da una singola cellula avvolta su sé stessa, e capillari di calibro maggiore, formati da 2 o 3

cellule che si uniscono tra loro. La cellula singola assottiglia le sue estremità e le va ad unire attraverso

giunzioni strette per chiudere il condotto. All’interno del canale vi sono delle vescicole e questo è

importante per il passaggio delle molecole dal sangue al tessuto interstiziale (transendocitosi).

Capillari fenestrati: sono tipici di alcuni distretti (pancreas, rene, ghiandole endocrine, tratto

gastroenterico). La parte periferica della membrana della cellula endoteliale è assottigliata e interrotta da

pori (Ø60-70nm, chiusi da diaframma), che facilitano il passaggio tra lume e tessuto esterno. Questi pori

poggiano su una lamina basale continua. Il passaggio delle sostanze è quindi notevolmente facilitato.

[SCAMBIO TRANSENDOTELIALE: in genere avviene per transcitosi: trasferimento di vescicole da una parte

all’altra dell’endotelio. È influenzato da: dimensioni, natura chimica e carica elettrica della molecola da

trasportare. Vescicolazione del plasmalemma: la membrana della cellula endoteliale subisce

un’invaginazione nel citoplasma che contiene le molecole che devono essere trasportate; si forma una

vescicola che si fonde con il plasmalemma sul lato opposto e rilascia per esocitosi le sostanze che

conteneva. Ci sono vescicole che non si formano ex-novo dalla membrana plasmatica ma sono presenti

stabilmente nel citoplasma e hanno origine dall’apparato di Golgi: si fondono col plasmalemma al momento

del bisogno. Vi sono canali nelle porzioni più sottili, determinati da una o più vescicole, laddove la cellula si

assottiglia. Infine vi sono i pori, che sono presenti stabilmente].

Capillari discontinui: le cellule endoteliali non sono completamente aderenti, ma lasciano piccoli spazi e

permettono la libera diffusione delle sostanze dal sangue all’ambiente circostante e questi pori non sono

coperti dal diaframma. Questo tipo di capillari è presente in quei tessuti in cui è frequente lo scambio tra

sangue e ambiente circostante, come nel fegato (dove si parla o di capillari fenestrati o discontinui) e nella

milza.

Capillari sinusoidali: presentano un seno e hanno lume ampio e irregolare rispetto ai capillari normali. La

grandezza del lume varia (più ampi e più stretti) perché questi capillari si adattano agli spazi in cui devono

decorrere. Nel fegato ad esempio vi sono dei cordoni cellulari in cui decorrono questi capillari, che sono

anche elementi fenestrati e discontinui.

Anatomia I – Prof.ssa Lazzeri

 VENE

Accompagnano le arterie nel loro decorso; aumentano di calibro avvicinandosi al cuore e la loro parete

aumenta di spessore. Il letto vascolare si va riducendo dalla periferia verso il cuore e la velocità del flusso

aumenta.

RISPETTO ALLE ARTERIE: hanno lume più ampio, sono più numerose, hanno pareti più sottili, hanno volume

doppio, sono più depressibili e dilatabili, possono collassare e non rimangono beanti (si riducono a delle

fessure), presentano valvole (soprattutto a livello delle vene degli arti inferiori), il loro valore pressorio è

minore, presentano delle anastomosi (presenti tuttavia anche nel sistema arterioso).

In base al calibro si dividono in vene di piccolo, medio e grosso calibro. Tuttavia, struttura della parete e

calibro non sono sempre correlate.

In base alla loro posizione possono essere: superficiali, visibili sotto la cute, principalmente negli arti;

profonde: decorrono negli interstizi muscolari, distretti vascolari e possono decorrere in stretta vicinanza

con le arterie (partecipano alla formazione del fascio vascolonervoso del collo).

La parete delle vene è più sottile di quella delle arterie ed è formata da 3 lamine non ben distinte:

-tonaca intima

-tonaca media (non sempre ben distinguibile ed identificabile)

-tonaca avventizia

La componente elastica nelle vene è meno sviluppata; prevale il collagene. La componente muscolare non è

ordinata (fascetti di miocellule separate da maglie di connettivo).

In base alla struttura si distinguono:

-piccole vene

-vene di tipo recettivo

-vene di tipo propulsivo

SISTEMA VENOSO

Sistema a bassa pressione responsabile del trasporto del sangue al cuore dalla periferia. La forza che spinge

il sangue avviene contro la gravità, per cui è necessaria la presenza di fibre muscolari lisce. Un altro fattore

che contribuisce alla conduzione del sangue è la contrazione dei muscoli che si trovano in prossimità di

questi vasi. Le tre tonache sono in generale presenti anche se non sempre in maniera costante e

soprattutto la tonaca media può non essere presente. I capillari confluiscono nelle vene post-capillari che

hanno la loro stessa struttura (epitelio e periciti). Venule post-capillari confluiscono a formare collettori

venosi o vene collettrici; questi hanno calibro maggiore e presentano numero maggiore di periciti. I

collettori confluiscono a formare le venule muscolari, che presentano 2-3 strati di cellule muscolari lisce.

Infine, la confluenza delle venule muscolari dà origine alle piccole vene.

STRUTTURA DI VENULE E PICCOLE VENE

I capillari convergono a formare venule post-capillari (Ø15-20µm), che hanno struttura simile ai capillari

(sono cioè formate da cellule endoteliali che poggiano su di una membrana basale) e presentano periciti, i

quali formano un reticolo attorno al capillare.

STRUTTURA DI UNA VENA DI PICCOLO CALIBRO

Hanno tonaca media ben visibile formata da collagene e poche cellule muscolari disposte circolarmente o a

spirale. Possono presentare tonaca avventizia, spesso non ben sviluppata che si continua con il connettivo

circostante. Ø1mm.

STRUTTURA DI UNA VENA DI MEDIO CALIBRO

Distinguiamo tonaca intima, media e avventizia. Sono le vene cutanee, degli arti, della testa, dei visceri. La

tonaca intima è costituita da endotelio (con cellule dai contorni irregolari) e da una rete elastica. La tonaca

media non è molto estesa (muscolatura liscia circolare e fibre collagene). Molto più evidente è la tonaca

avventizia. Essa è formata da fasci di fibre collagene e fibre elastiche. Sono presenti anche cellule muscolari

disposte longitudinalmente. Ø da 2 a 9mm.

STRUTTURA DI UNA VENA DI GROSSO CALIBRO

Anatomia I – Prof.ssa Lazzeri

Hanno ؛9mm e sono la vena cava inferiore, vena porta, splenica, mesenterica superiore, iliaca esterna,

renale, azygos, lienale. Anche la vena cava superiore è una vena di grosso calibro; tuttavia essa non deve

lavorare contro la forza di gravità. Nella tonaca intima troviamo anche connettivo sottoendoteliale, spesso

con fibroblasti e all’esterno una rete di fibre elastiche.

La tonaca media nella maggior parte manca, in alcuni casi è però ben sviluppata, con muscolatura liscia

circolare (vene dell’utero gravido). La tonaca avventizia presenta fibre muscolari longitudinali e fibre

collagene disposte a spirale. Sono anche presenti dei vasi che irrorano la parete stessa, così come nelle

arterie. I vasa vasorum, rispetto alle arterie, sono più numerosi e penetrano più in profondità.

 Grandi vene muscolari (femorali o renali): tonaca intima sottile, tonaca media spessa che presenta

strati di muscolatura liscia separati da fibre collagene e pochissime fibre elastiche. La tonaca avventizia

è spessa, costituita da collagene e comprende anche molti vasa vasorum.

 Vena cava inferiore: tonaca media molto profonda, parete più estesa, ma tonaca intima sottile; tonaca

media anch’essa sottile con pochi strati di cellule lisce e tonaca avventizia molto estesa, nella quale vi

sono fibre collagene ed elastiche e muscolatura liscia. Nel punto in cui la VCI penetra nell’AD, la sua

parete comprende tessuto miocardico che si inserisce nella tonaca avventizia (stessa cosa avviene

nell’aorta).

 Vena di tipo recettivo: parete sottile, poche cellule muscolari circolari; sono tipiche dei distretti

sopradiaframmatici (dove il flusso sanguigno è favorito dalla gravità); hanno bassa pressione al loro

interno. Le tre tonache non risultano ben distinguibili tra loro.

 Vena di tipo propulsivo: parete spessa con fibre muscolari ed elastiche. In queste vene la tonaca media

costituisce i 2/3 della parete. Le fibre muscolari possono essere disposte sia circolarmente sia a spirale.

Presentano tonaca avventizia con fibre muscolari, le quali favoriscono il flusso sanguigno (ad esempio la

VCI). Queste vene sono tipiche dei distretti sottodiaframmatici e degli arti inferiori. Un’altra vena di tipo

propulsivo è la vena femorale. In essa

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale.amb.juve di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Lazzari Gloria.