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SOSTITUZIONE NUCLEOFILA E BETA-ELIMINAZIONE
Una sostituzione nucleofila è una qualsiasi reazione in cui un nucleofilo (Nu) elettron-ricco prende il posto di un
gruppo uscente (Gu). Tutti i nucleofili sono anche basi di lewis, cioè elettron poveri, cioè elettrofili. Il Gu può
essere un alogeno X o un altro gruppo elettronegativo, che può formare un anione stabile o un’altra specie
stabile. Non tutti i nucleofili sono e i gruppi uscenti sono carichi negativamente. Qui un’equazione generale per
una reazione di sostituzione nucleofila
Nell’esempio della reazione dello ione idrossido con il cloro metano, quest’ultimo è un elettrofilo e il gruppo OH
un nucleofilo. A causa dell’elettronegatività del cloro, il carbonio possiede una parziale carica positiva. La carica
negativa dello ione ossidrile interagisce dunque con la parziale carica positiva presente sul gruppo metilico.
Le basi più forti possono rimuovere protoni. Una reazione in cui vengono rimossi un alogeno e un idrogeno sul
carbonio beta adiacente è detta di beta-eliminazione. La sostituzione nucleofila e la beta eliminazione
rappresentano reazioni competitive: lo ione etossido, per esempio, è sia un nucleofilo che una base di Bronsted,
e con il bromocicloesano reagisce da nucleofilo per dare etossicicloesanno e da base, per eliminazione, per dare
cicloesene ed etanolo.
come nucleofilo, lo ione etossido attacca il carbonio a cui è legato il bromo. Come base invece attacca l’idrogeno
legato al carbonio in posizione beta, eliminandolo.
Sostituzione nucleofila negli alogenuri alchilici
La sostituzione nucleofila è una delle più importanti reazioni degli alogenuri alchilici e può portare ad una grande
varietà di composti. Alcune reazioni procedono a temperatura ambiente, alcune devono superare una
determinata energia di attivazione.
1- se il nucleofilo ha una carica negativa, come per esempio OH-, l’atomo del nucleofilo che dona la coppia di
elettroni diventa neutro nel prodotto.
2- se il nucleofilo non ha carica elettrica, come ad esempio NH3 o metanolo, l’atomo del nucleofilo che dona la
coppia di elettroni diventa carico positivamente nel prodotto.
MECCANISMI DELLA SOSTITUZIONE NUCLEOFILA ALIFATICA
Durante 70 anni di studio della chimica organica, sono stati proposti due meccanismi limite per l’andamento di
queste reazioni: SN1 e SN2. La differenza fondamentale tra essi riguarda l’andamento temporale della rottura del
legame C-Gu e la formazione del nuovo legame C-Nu.
A.Meccanismo SN2
Si ha quando la rottura del legame C-Gu e la formazione del legame con il nucleofilo sono simultanee. Quindi,
l’allontanamento del gruppo uscente è accompagnato dall’avvicinamento del nucleofilo. Il pedice 2 indica che si
tratta di una reazione bimolecolare, in quanto la cinetica della reazione è determinata sia dall’alogenuro alchilico
che dal nucleofilo.
Meccanismo: Sostituzione nucleofila bimolecolare
Il nucleofilo attacca il centro reattivo dal lato opposto al quale è legato il gruppo uscente: cioè un meccanismo
sn2 implica l’attacco dal “retro” del nucleofilo. Le linee tratteggiate nello stadio di transizione rappresentano
legami parzialmente formati o rotti.
Il nucleofilo attacca il centro reattivo dal lato opposto del gruppo uscente. L’attacco dal retro da parte del
nucleofilo è favorito per due motivi: in primis, a causa della polarizzazione del legame C-Br, il carbonio ha una
carica positiva in posizione anti rispetto all’alogeno e quindi attrae il nucleofilo, elettron ricco. In secondo luogo,
la densità elettronica del nucleofilo che entra dal retro assiste la rottura del legame carbonio bromo, favorendo
l’uscita di quest’ultimo. Poiché un meccanismo di reazione SN2 avviene in un solo stadio,
il suo grafico possiede una sola barriera energetica da superare,
corrispondente ad un unico stato di transizione. Nello stato di
transizione di una reazione sn2 il carbonio è distorto in una
geometria triangolare bipiramidale con due legami parzialmente
validi. Lo stato di transizione ha energia interna più alta rispetto al
resto. La tensione dei legami è molto più elevata, e ciò è dovuto
alla distorsione innaturale causata dalla collisione del nucleofilo e
del gruppo uscente.
MECCANISMO DI SOSTITUZIONE NUCLEOFILA MONOMOLECOLARE SN1
L’altro meccanismo limite è chiamato reazione SN1. In questo meccanismo, la rottura del legame tra carbonio e
gruppo uscente è completamente completata prima che il nucleofilo possa attaccare. Questa sostituzione è
classificata come monomolecolare perché la cinetica della reazione è influenzata solamente dall’alogenuro
alchilico. Per analizzare il meccanismo, consideriamo la reazione tra bromuro di terzbutile e metanolo.
MECCANISMO
Stadio 1: si ha la rottura di un legame C-Br e la formazione di molecole o ioni stabili. La ionizzazione del legame
C-Gu porta ad un intermedio carbocationico. Siccome nessun nucleofilo assiste tale allontanamento, questo
rende lo stadio 1 quello cineticamente determinante.
Stadio 2: la reazione dell’intermedio carbocationico, un elettrofilo, con il metanolo, nucleofilo, conduce ad uno
ione ossonio. L’attacco del nucleofilo sul carbocatione planare avviene da entrambe le facce con la stessa
probabilità.
Stadio 3: deprotonazione. Il trasferimento di un protone dallo ione ossonio al metanolo produce il terzbutil etere
e completa la reazione. in una reazione sn1 lo stadio cineticamente determinante è la rottura
del legame carbonio gruppo uscente che porta alla formazione di un
carbocatione. Dopo la reazione del carbocatione con il metanolo, si
ottiene una struttura che ha un protone sull’ossigeno. L’ultimo stadio
ha una piccola energia di attivazione, che rappresenterebbe quella
necessaria per la deprotonazione.
Differenze meccanicistiche tra le reazioni SN2 e SN1
Evidenziamo alcune differenze chiave tra questi due meccanismi. In primo luogo, una reazione SN2 avviene in un
unico stadio, quindi non possiede intermedi, ma, come tutte le reazioni chimiche, ha uno stato di transizione. Per
contro, uno reazione SN1 procede in due (tre) stadi, ognuno dei quali ha uno stato di transizione.
Fondamentalmente, si forma un intermedio carbocationico. I due meccanismi, a singolo stadio per la SN2 e a due
stadi per la SN1, insieme alla carica positiva dell’intermedio carbocationico nella sn1, sono fattori che spingono la
reazione a preferire un meccanismo piuttosto che l’altro.
Evidenze sperimentali per meccanismi sn1 e sn2. Effetti cinetici e stereochimici.
Per distinguere un meccanismo sn1 da un sn2 si eseguono solitamente 2 esperimenti. Nel primo si determina la
velocità di reazione variando la concentrazione dei reagenti, nel secondo si conduce una reazione con un
substrato nel quale il carbonio legato al Gu è un centro chirale, e poi si analizza la stereochimica dei prodotti. Le
reazioni in cui la velocità dipende solamente dalla concentrazione dell’alogenuro alchilico vengono classificate
come monomolecolari, mentre le reazioni la cui velocità e funzione delle concentrazioni di entrambi i reagenti
vengono definiti bimolecolari.
Cinetica sn1: visto che lo stadio di transizione per la formazione dell’intermedio carbocationico in una reazione
sn1 coinvolge solamente l’alogenuro alchilico e non il nucleofilo, la concentrazione di quest’ultimo non sarà
determinante ai fini del calcolo della velocità di reazione, che sarà espressa come velocità di scomparsa
dell’alogenuro alchilico. Possiamo concludere che qualsiasi reazione di sostituzione la cui velocità dipenda
solamente da [R-Gu] segue un meccanismo monomolecolare.
Cinetica sn2: al contrario, il meccanismo sn2 comporta un unico stadio. Nella reazione tra OH- e CH3Br,
entrambe le specie devono collidere e sono coinvolte nello stadio di transizione. Per ciò la reazione è
bimolecolare: la sua velocità è funzione della concentrazione di entrambi i reagenti. Segue una cinetica del
secondo ordine perché è di primo ordine per CH3Br e anche per NaOH. Quando la velocità di reazione di una
sostituzione nucleofila dipenda da tutti e due i fattori, possiamo concludere che si tratti di una SN2.
Stereochimica sn1 (leggere libro). Esperimenti nei quali la sn ha luogo su un centro chirale forniscono
informazioni sulla stereochimica della reazione. Per stabilire la stereochimica di una reazione sn1 si utilizza in
seguente alogenuro alchilico, poiché dalla sua ionizzazione deriva un carbocatione achirale. Quando l’uno o
l’altro degli enantiomeri di questa molecola subisce una sostituzione si ottiene una miscela quasi totalmente
racemizzata. Si parte da un composto otticamente attivo e si ottiene un racemo. Ciò perché il carbocatione
planare che si forma all’intermedio ha una struttura planare, quindi può subire un attacco nucleofilo da
entrambe le parti.
Stereochimica sn2. Ogni reazione sn2 procede con attacco dal retro del nucleofilo e quindi con inversione di
configurazione (i sostituenti del carbonio si “ribaltano”). La reazione non avviene se l’attacco viene avanzato dal
lato in cui si trova l’alogeno. Se parto da un enantiomero, ottengo la molecola di configurazione opposta
Struttura della parte R dell’alogenuro alchilico.
Le reazioni sn1 sono influenzate da fattori elettronici, in particolar modo la stabilità relativa dei carbocationi
intermedi. Le reazioni sn2 invece sono influenzate essenzialmente da fattori sterici e i loro stati di transizione
sono particolarmente sensibili all’impedimento sterico intorno al centro di reazione. Risentono particolarmente
dell’impedimento sterico.
Considerazioni sulle sn1. Stabilità relative dei C+. consideriamo l’effetto del gruppo alchilico dell’alogenuro sulla
velocità di una sn1. La formazione del carbocatione è il processo lento della reazione e in quanto tale è
importante tenere conto di tutte le considerazioni riguardanti la sua stabilità. Come già visto, i carbocationi
terziari sono i più stabili, come risultato dell’iperconiugazione, mentre i primari sono i meno stabili (una sn1 non
procede MAI per un carbocatione primario.) quindi, gli alogenutri terziari reagiscono più facilmente per formare
C+, quelli secondari con più difficoltà. i carbocationi allilici hanno un doppio legame vicino al carbonio deficiente
di elettroni. Il catione allile è molto stabile, anche più di un terziario semplice, perché si hanno interazioni tra il
carbonio positivizzato e il vicino legame pi (gruppo vinile), e può essere rappresentato come ibrido di due
strutture equivalenti. I carbocationi benzilici sono anch’essi molto stabili. Riassumendo, i meccanismi sn1 sono
operabili anch