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TERRITORIO
Premessa: il concetto di disagio (stato soggettivo di sofferenza psichica) ha conosciuto, nell’ultimo
decennio, una crescente diffusione come categoria descrittiva della condizione giovanile. Il disagio
giovanile è una condizione diffusa, una condizione di “difficoltà a crescere” che investe la quasi
totalità dei giovani e tende a confondersi con la cosiddetta normalità: è ardua stabilire una netta
linea di demarcazione tra le due condizioni esistenziali. i risultati delle ricerche più recenti
evidenziano una preoccupante crescita del disagio e della devianza minorile e giovanile.
"Devianza" è un termine molto forte con il quale si indica un atto che si discosta dalle aspettative
sociali, dunque il deviante è colui che compie atti contrari alle norme della società e che per questo
è condannato dalla società stessa. si fa riferimento ad una situazione relazionale tra il soggetto ed un
determinato ambiente caratterizzato dalla passività, dalla fuga-esclusione o dalla sterile ribellione in
cui viene, di fatto, impedita la partecipazione attiva e creativa in tutte le sue espressioni di libera
adesione o di positivo cambiamento. Due tipi di devianza: primaria: violazione di una norma
sociale, essa può essere uno strumento attraverso cui il soggetto tenta di comunicare il suo disagio
(nel gesto di antagonismo contro la società che lo ha emarginato, una forma estrema di autoterapia,
o anche, all’estremo, l’espressione coraggiosa e innovatrice di una personalità creativa; secondaria:
avviene la stigmatizzazione del fatto deviante. Questo atto di condanna è vissuto soggettivamente
dall’individuo come una imposizione di ruolo che talora è rafforzato dal coinvolgimento in gruppi
Di fatto, però, la devianza è solo l’ultimo
per i quali la devianza è diventata l’essenziale ragione di vita.
anello di un percorso: dalla manifestazione di un disagio, al disadattamento e infine alla delinquenza. Si tratta
di manifestazioni di una situazione di profondo disagio, rivelatrici di un non equilibrato processo di
socializzazione, che non possono essere compiutamente capite senza far riferimento al contesto
sociale nel quale questi comportamenti si formano. La realtà sociale di molti quartieri delle grandi
città vede tra i protagonisti minori che trascorrono la maggior parte del loro tempo per strada,
esposti a comportamenti a rischio: attività che possono avere come diretta conseguenza effetti letali
o negativi sulla salute degli individui (bere, fumare, rapporti sessuali non protetti, guida pericolosa,
cattive abitudini alimentari) o comportamenti socialmente distruttivi (vandalismo, crimine ed atti
devianti in genere) sempre più frequenti, come d'altronde mostrano i dati relativi alla quantità di
reati e di denunce di minori sul territorio italiano. Il fenomeno è solitamente ricondotto alla strategia
delle organizzazioni criminali, tese ad utilizzare manodopera non imputabile e, quindi, penalmente
non perseguibile. La criminalità organizzata continua a reclutare le giovani risorse del nostro Paese
e la delinquenza minorile rappresenta una percentuale drammaticamente alta ed in continua crescita.
Forte è il disagio giovanile, il disadattamento familiare, lo sfruttamento da parte degli adulti, la
disoccupazione, la cultura dell'omertà. Queste sono solo alcune delle realtà che allontanano i nostri
giovani dalla via della legalità e che bruciano irrimediabilmente il sogno di una vita normale,
rendendoli terreno fertile per la devianza e la delinquenza. E' necessario, quindi, offrire
un’alternativa, una possibilità per un orizzonte esistenziale diverso, basato, innanzitutto, sul rispetto
per sé stessi e per gli altri. naturalmente, un intervento di prevenzione rispetto all’illegalità ed alla
devianza deve tener conto del più ampio fenomeno del disagio che accompagna in generale il
"diventare giovani" e in particolare in una società che, per il rapido mutamento, vive forti
contraddizioni. Un vero processo di rieducazione civile in questo contesto prevede di raggiungere i
giovani a rischio proprio là dove essi sono, ovvero per strada e nei luoghi di aggregazione, e deve
proseguire nella vita sociale grazie al supporto ed alla partecipazione di chi crede veramente nei
valori della legalità e della libertà. L'iniziativa di seguito esposta intende ridurre fenomeni di
criminalità, di disagio ed emarginazione sociale, rafforzando le basi culturali e della convivenza
civile e sviluppando una maggiore coesione sociale e la sicurezza nel territorio, attraverso interventi
di sostegno e di promozione finalizzati alla liberazione del minore da condizionamenti esterni e
carenze familiari e sociali che hanno impedito o interrotto il processo maturativo, cercando di
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ricostruire un più adeguato itinerario di socializzazione. La realizzazione delle varie attività per i
minori sarà affidata ad operatori preventivamente formati e qualificati.
Analisi dei bisogni: in via preliminare sarà necessario individuare soggetti a rischio, a partire dai
seguenti indicatori: malattia mentale e/o tossicodipendenza dei genitori, storia familiare (tramite
questionari); condizione economica precaria, marginalità sociale, assenza della famiglia; mancanza
di una proposta strutturata formativa della scuola, mancanza di un “servizio integrato” alla persona,
cioè della possibilità della scuola di interagire sistematicamente con le strutture di servizio sociale
e/o volontariato (privato sociale), sul territorio.
Mod. teorico di riferimento: si adotta la prospettiva sistemica propria della ps. della salute, in
un’ottica di prevenzione e promozione della salute. Tale disciplina, ispirandosi al paradigma della
complessità, aspira a guardare la persona nel suo insieme, in quanto erede genetico (bio), soggetto
di riflessione e decisione (psico), nonché soggetto storico-culturale e familiare (sociale). I confini
dell’individuo non coincidono affatto con l’epidermide, ma con l’insieme delle relazioni
significative della persona. L’essere umano è un sistema aperto e complesso che interagisce con
l’esterno in un processo di continuo adattamento e scambio di informazioni. Tale concezione motiva
l’importanza di agire non solo sul singolo ma anche su tutte le altre componenti del sistema.
Strategia: in conseguenza del modello teorico di riferimento si utilizzerà una strategia di ricerca-
intervento, riconducibile alla ricerca-azione di K. Lewin. Essa è un momento di conoscenza
scientifica della realtà ed insieme, un contributo al cambiamento della stessa attraverso il
coinvolgimento diretto dei destinatari dell’intervento (in particolare dei bambini e dei ragazzi,
secondo quanto indicato dalla Legge 285/97) nei diversi momenti di definizione e verifica degli
obiettivi di ricerca. Tale strategia favorisce lo sviluppo di una comunità competente, ossia in grado
di individuare risorse al suo interno utili per la realizzazione dei cambiamenti auspicati.
L’intervento su un fenomeno così rilevante, richiede altresì l’uso di una metodologia esaustiva ed
efficace quale l’intervento di rete. essa trova fondamento nelle teorie sistemiche e sortisce effetti di
gran lunga più efficaci di interventi parziali poiché è in grado di produrre un cambiamento
nell’intero ambiente osservato (sistema). Si ritiene necessario un intervento integrato da parte dei
servizi coinvolti (Enti locali, referenti della Giustizia Minorile, scuola, …) al fine di effettuare una
programmazione il più possibile rispondente alla realtà territoriale, e per creare un "osservatorio"
sui fenomeni del disadattamento e della devianza minorile.
Finalità: recupero e prevenzione dei comportamenti a rischio, con particolare riferimento ai
fenomeni di devianza, emarginazione sociale e criminalità che interessano i minori, mirando a
sviluppare in essi sentimenti di rispetto per sé e per il prossimo, promuovendo e favorendo,
attraverso modelli di riferimento positivi, lo sviluppo di una coscienza civile e democratica
caratterizzata dalla solidarietà e fornendo spunti e stimoli per attività costruttive che
promuovano la socialità.
Target
Beneficiari diretti: bambini e ragazzi, d’età compresa tra gli 6 e i 18 anni, del
quartiere____,particolarmente a rischio e operatori sociali.
Beneficiari indiretti: famiglie e comunità
Fasi del progetto:
FASE I: attivazione ed implementazione, attività di pubblicizzazione del progetto
FASE II: formazione degli operatori e predisposizione del materiale necessario
FASE III: attività direttamente rivolte ai destinatari
Obiettivi specifici: massimizzare la pubblicizzazione e la partecipazione della popolazione target
alle attività
Operatori: sviluppare le competenze richieste dal particolare 'setting destrutturato' di lavoro
(strada).
Promuovere l’acquisizione di una specifica professionalità rispetto alle problematiche del
disadattamento giovanile (riqualificazione degli operatori)
Giovani 120
- Migliorare l’autostima, l’autoefficacia e la motivazione dei ragazzi
- Aumentare il senso di rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente
- Sviluppare capacità di problem solving individuale e community problem solving
- Sviluppare una consapevolezza della differenza tra comportamento legale, illegale e scorretto
- Contrastare la reiterazione di comportamenti devianti all’interno del gruppo di riferimento
- Incentivare la comunicazione, cosicché i ragazzi possono parlarsi, ascoltarsi, comunicare, riflettere
ed apprendere, (anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie)
- Promuovere il senso della partecipazione, cooperazione e solidarietà
- Promuovere il reinserimento del giovane nella società
- Offrire agli alunni selezionati la possibilità di conseguire la licenza media inferiore, attraverso:
- laboratori e attività pratiche.
- una “rete” con le diverse agenzie educative del territorio.
- Favorire la crescita personale e professionale del giovane, attraverso percorsi di alternanza
scuola/lavoro in grado di valorizzare le risorse e le attitudini di ciascuno, creando un ambiente
in cui il ragazzo si possa sentire motivato e incoraggiato a riprendere un percorso formativo e
di studio: corsi di formazione e tirocini che possano fornire l’opportunità di imparare un
lavoro.
Metodologia: A partire dalla strategia scelta, ci si avvarrà della partecipazione attiva dei
gruppi di soggetti. Grande attenzione sarà data dunque al continuo monitoraggio in itiniere e
in follow-up per valutare a distanza di tempo gli effetti dell&rs