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Per quanto riguarda il fattore 3, ovvero la comunicazione economico-finanziaria risultano
importanti gli obiettivi di reperimento delle risorse finanziarie e la capacità di
apprendimento/innovazione dell’impresa.
Per quanto riguarda il fattore 4, ovvero la comunicazione commerciale/di marketing,
risultano importanti gli obiettivi di quote di mercato e di internazionalizzazione.
Il product placement
È un inserimento pianificato, oneroso, non invadente di un prodotto di marca all’interno di
una vasta tipologia di contenuti di intrattenimento.
Tipologie:
screen placement: la marca è inquadrata nella scena o usata dai protagonisti
script placement: la marca è citata o decantata a livello verbale
plot placement: la marca è protagonista del film
naming placement: la marca appare nel titolo del film o programma televisivo
product placement allargato: la marca partecipa alla distribuzione del film
cross promotion: si tende a legare marca e film
paid product placement: dietro corrispettivo monetario dell’impresa o dietro fornitura
gratuita dei prodotti di marca
gratis product placement: scelta artistica dell’autore allo scopo di conferire realismo alla
storia, di connotare dei personaggi o di collocare la narrazione
product placement territoriale: i territori competono fra loro affinchè il film si faccia in un
posto invece che in un altro perché porta maggiore ricchezza (cineturismo o movie-
induced tourism)
reverse product placement: qualcosa che viene dalla finzione diventa realtà
storia del product placement
Cinema. Una forma embrionale di product placement si osserva sul finire dell’800 nelle
prime esperienze cinematografiche. Il cinema è inventato dai fratelli Lumiere mentre la
cinepresa è inventata da Edison, che tra l’altro fa pubblicità nei cinema delle reti
ferroviarie. Nei primi film i produttori hanno la necessità da un lato di allestire le scene con
realismo senza acquisire i diritti di utilizzare i marchi e prodotti di altre imprese, dall’altra la
necessità di ridurre i costi di distribuzione e promozione del film. Si osserva la nascita dei
primi accordi di collaborazione tra produttori cinematografici e imprese industriali, la
pratica è denominata tie up.
Negli anni ’50 i produttori cinematografici chiedono contropartite monetarie per la visibilità
offerta alle marche all’interno del film.
Negli anni ’60 si diffonde il barter product placement, ovvero la fornitura gratuita di prodotti
per conferire realismo alle scene in cambio di visibilità dei marchi.
Tra gli anni ’70 e ’80 il product placement ha uno sviluppo importante (es. Et); negli anni
’90 diventa una pratica comune (es. film di James Bond).
Radio. Già dagli anni ’30 le imprese industriali finanziano e producono attraverso delle
agenzie di pubblicità programmi radiofonici.
Televisione. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 la televisione si afferma come
il nuovo mezzo di comunicazione di massa. Come nel cinema e nella radio, l’impresa crea
e controlla programmi televisivi, tra cui spettacoli di intrattenimento, quiz televisivi.
Con la fine degli anni ’50, quando avviene lo scandalo del quiz televisivo Twenty One che
rivela che le imprese influenzano gli esiti dei quiz televisivi, questo modello di advertiser-
funded programming declina, ciò a causa sia della regolamentazione del product
placement televisivo sia dall’elevato incremento dei costi di produzione. Finisce questa
convergenza delle marche nei contenuti di intrattenimento e prende avvio la
comunicazione commerciale collocata nei break pubblicitari all’interno dei programmi
creati dai network.
Dai primi anni ’00 i prodotti tornano a essere presenti nei reality show.
Elementi essenziali del product placement:
-oggetto: prodotto di marca
-contesto di inserimento: ambito (scena, ambientazione, personaggio) del contenuto
offerto dai mezzi di intrattenimento
-obiettivo: valorizzazione economica della marca, finalità persuasiva
-carattere oneroso: fornitura gratuita di prodotti di marca (barter) o corrispettivo monetario
pagato per l’inserimento (paid)
La disciplina giuridica del product placement in Italia
Tutela degli interessi in gioco:
-autore: libertà di espressione artistica
-impresa: libertà di iniziativa economica, ha il diritto di fare tutto il possibile in linea teorica
per vendere i suoi prodotti
-consumatori: sono tutelati dal codice del consumo e dal principio di riconoscibilità della
comunicazione commerciale, non devono essere indotti in errore, devono sapere quando
una marca è inserita perché un’impresa ha pagato e quando invece essa è inserita per
una scelta dell’autore.
Nel diritto della UE il product placement è maggiormente regolamentato rispetto al diritto
degli USA.
Risulta applicabile al product placement la normativa di carattere generale prevista per la
pubblicità (messaggio pubblicitario diffuso allo scopo di vendere beni o servizi).
Non è lecita la pubblicità occulta, la quale occulta il contratto pubblicitario sottostante.
Nel nostro diritto i principi generali sulla pubblicità che valgono anche per il product
placement sono di trasparenza e non ingannevolezza, di modo che il consumatore possa
riconoscere la natura pubblicitaria.
2004 Decreto Urbani: viene ammesso il product placement con idoneo avviso nei titoli di
coda e con coerenza con il contesto narrativo del film.
La dottrina dimostra delle perplessità in merito alla scelta concreta di avviso nei titoli di
coda perché strutturalmente incapace di soddisfare l’esigenza legale di riconoscibilità della
pubblicità: l’avviso non è contestuale al product placement, lo spettatore non guarda quasi
mai i titoli di coda.
2010 Decreto Romani: recepisce una direttiva europea (audiovisual media services
directive), viene ammesso il product placement in televisione, con avviso all’inizio e alla
fine della trasmissione e alla ripresa dopo una pausa pubblicitaria.
Quando si sospetta occultamento di product placement il garante deve andare in prima
battuta a cercare un rapporto di committenza tra impresa e produzione del film, cosa che è
difficile da far emergere, poi quindi in seconda battuta il garante va alla ricerca di indizi
chiari, precisi e concordanti che desumano la natura pubblicitaria: inquadrature artificiose,
insistita, prolungata e reiterata permanenza in video, riprese non giustificate dal contesto
in cui sono inserite o da esigenze artistiche e narrative, citazione di un marchio da parte
dei protagonisti in tono enfatico ed elogiativo, messaggi pubblicitari dell’impresa prima e
dopo la comunicazione contestata.
Modalità di realizzazione del product placement:
-inserimento di un prodotto di marca facilmente identificabile nelle sue componenti fisiche
e simboliche
-citazione del nome della marca da parte di un personaggio o voce fuori campo
-collocamento della marca tra l’arredo scenico
-inquadratura di un pannello pubblicitario, di un’insegna con la rappresentazione visiva del
marchio o del logo o visualizzazione di uno spot pubblicitario della marca.
-inserimento di un prodotto di marca senza l’indicazione uditiva o visiva della marca, le cui
caratteristiche risultano tuttavia talmente distintive e familiari al consumatore da consentire
un veloce riconoscimento della marca.
Svantaggi del product placement:
-poco controllabile, poco flessibile
-l’impatto sul pubblico è meno diretto e meno immediato
-non è facile da pianificare
-non riesce a veicolare messaggi articolati sulla marca, veicola solo significati estetici e
simbolici
-ha effetti negativi sulla marca se il contenuto di intrattenimento non ha successo
-non è chiaro come lo spettatore/consumatore rielabori l’informazione pubblicitaria (vedi
due ipotesi).
Pianificazione del product placement:
1. Modalità di presentazione: presenza solo visiva (screen), presenza solo uditiva
(script), presenza audiovisiva; l’uditiva ha in linea teorica un impatto maggiore
perché più anomala, nella prassi viene utilizzata di più quella solo visiva.
2. Chiarezza dell’inserimento: presenza della marca con il proprio nome e con il
proprio marchio, nitidezza percettiva, percezione totale della marca da un punto di
vista visivo o uditivo, inserimento dinamico della marca, presenza in modo
esclusivo sulla scena senza altre marche
3. Livello di connessione: grado di collegamento/integrazione della marca con la
narrazione; in ordine di crescente integrazione:
-traditional product placement/plug placement: è puro arredo scenico, può essere
un pannello pubblicitario o un’insegna (advertisement product placement), può
essere esibito in associazione con un attore, ospite, conduttore (celebrity product
placement). Il livello di integrazione è basso, il messaggio commerciale è
secondario rispetto alla narrazione, l’azienda non ha possibilità di controllare
l’inserimento, l’azienda non sostiene un elevato costo, è prevalentemente visivo, il
pubblico riconosce facilmente la natura pubblicitaria.
-enhanced product placement: il prodotto ha un maggiore livello di connessione, si
inserisce in modo uditivo e visivo, l’impresa ha maggiore controllo e sostiene un più
elevato investimento, c’è una qualche relazione tra i protagonisti e il prodotto, il
personaggio interagisce col prodotto, è qualcosa di più rispetto all’arredo scenico,
però altri prodotti potrebbero essere usati alternativamente.
-product integration: la marca è parte integrante e a volte determinante di quello
che succede, l’esposizione del prodotto è ripetuta, la marca riesce a trasferire dei
messaggi più articolati, l’impresa ha un controllo molto alto sul placement e
sostiene costi elevati.
4. Prominenza: grado col quale il product placement è in grado di attirare l’attenzione
dello spettatore. Inserimenti fortemente prominenti (on set): la superficie occupata è
ampia o la durata è elevata, posizione centrale sullo schermo, nel caso uditivo c’è
forte enfasi e carica emozionale, numero elevato di apparizioni sullo schermo;
inserimenti poco prominenti (subtle): poca enfasi, poca visibilità, posizione sullo
sfondo, ci sono altre marche in scena, bassa durata.
Centralità: grado di prominenza e integrazione; bassa centralità/placement periferico: la
marca contribuisce solo marginalmente allo svolgimento della storia; alta
intensità/placement centrale: la marca occupa una posizione di rilievo sulla scena e
costituisce un elemento tematico fondamentale, detenendo un ruolo imp