0 Lez Prof La Rosa Introduzione
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del soggetto; cioè da la possibilità a tutti di riconoscere lo stesso messaggio, di capire la sua posizione,
la sua posizione sociale; inoltre tali attributi vengono usati nei cosiddetti riti di passaggio…anche in età
preistorica il passaggio tra le varie fasi della pubertà alla maturità vera e propria venivano scanditi da
veri e propri riti con i quali in pratica la comunità non solo metteva alla prova il giovinetto, la
giovinetta, l’aspirante, per vedere se era veramente in grado di essere accolto nel mondo degli adulti, li
sottoponeva a delle prove che avevano dei segni tangibili nel tempo: la rasatura di una ciocca di capelli,
la capacità di afferrare i pesci con le mani per portarli al gruppo e sfamarlo; un rito di passaggio
particolarissimo è quello della circoncisione in ambito ebraico per scandire l’ingresso nella comunità
israelitica dei bambini; o per esempio in età medievale il sovrano veniva unto con l’olio santo e tale
unzione sancisce in modo definitivo la sua funzione di sovrano. Il Simbolo o Segno quindi decreta e
mantiene uno status, quindi non solo lo decreta, da questo momento in poi tu sei questo, ma anche tu da
quando hai questo simbolo continui ad essere questo, perché insistere sull’idea della continuità? Perché
questo è l’unico modo in certi contesti preistorici di mantenere la posizione sociale, la pax sociale, cioè
riconoscere una volta per tutte ad una certa funzione ad una certa persona e non discuterla
continuamente significava indirettamente assicurare una coesione sociale a gruppi appartenenti, quindi
appunto decreto e mantenimento di questo status. Quando e come si sviluppa lo statuto di Insignia
dignitatis o insegne del potere? Un’occasione propizia può essere quella dei contributi, nel momento in
cui due gruppi discutono tendendo a prevalere l’uno sull’altro c’è da aspettarsi che alla fine di
quell’operazione qualcuno ne uscirà vincitore e quindi assumerà all’interno della comunità sua stessa
particolari privilegi, particolari funzioni; quindi sarà un simbolo o segno di un nuovo status sociale; un
altro momento in cui si sviluppano queste insegne del potere è nelle trasformazioni sociali, quando
avvengono grandi trasformazioni sociali: quando si scopre che ad esempio il bronzo viene fatto meglio
col rame e lo stagno piuttosto che con il rame e l’arsenico per cui quelli che prima lo facevano con
l’arsenico diventano meno potenti e invece acquistano vivacità economica e sociale altri gruppi…ed è
molto probabile che questi gruppi vengano ad esprimere nelle strutture che vanno verso nuove figure di
potere. Le insegne del potere si sviluppano pure particolarmente all’interno di una società gerarchizzata;
in un contesto di natura militare si comincia ad essere più esigenti di fronti alle mostrine e ai gradi…
colonnello, capitano etc.. è necessario mostrare costantemente le insegne perché in un momento simile
la società è basata unicamente sulle gerarchie. Per gli archeologi la sfera privilegiata per cogliere gli
insignia è ancora una volta la sfera dei morti. I contesti funerari ci danno un’idea dei rapporti intercorsi
tra i vivi e del relativo sistema sociale, bisogna stare attenti però a fare delle distinzioni e non cadere
nella trappola di considerare la ostentazione di ricchezza senz’altro come insegna del potere: davanti ad
una tomba ricchissima con vasi d’oro e d’argento non dobbiamo sostenere per forza che si tratti di una
tomba reale, potrebbe essere una volontà del defunto di apparire per ciò che non è; quindi un generico
uomo benestante (se ha vasi d’oro e argento sicuramente non è un poveraccio!) non è indicazione di un
segno di dignità, non è detto che avesse anche un ruolo politico all’interno del gruppo. Altro è la
ricchezza che definiamo generica, altro è un attributo specifico di regalità o di commando che
potremmo riuscire ad identificare; un altro elemento da tenere presente è che anche nel caso di grossi
vasi d’oro, d’argento etc è possibile trovarsi in un contesto ingannevole: poniamo il caso di un figlio
illegittimo di una schiava che il re ha tenuto nascosto per tutta la vita e dopo la sua morte per crisi di
coscienza fa sapere a tutti che era suo figlio e gli mette nella tomba dieci vasi d’oro; se dovessimo
dedurre da questo che quel poveretto durante la vita esercitava una certa funzione e aveva un certo
potere sbaglieremmo di grosso e clamorosamente! Dobbiamo sempre calcolare quanto i familiari
tenessero a questa ostentazione della ricchezza, quanto volessero indirettamente fare valere la propria
condizione o esaltare il defunto che magari sarà invece stato lo scemo della famiglia! In ogni caso vi è
quell’ insignia dignitatis riferita ai morti può fornirci qualche cosa, perché se è pur vero che mai
potremo farci un’idea precisa del contesto è ancor vero che la ricchezza familiare di per sé indicatore di
una qualche forma di potere. (economico?). Come ci dovremmo comportare nel caso in cui in una
tomba trovassimo vasi più o meno preziosi e uno scettro di legno? Che potrebbe rappresentare uno
specifico attributo del potere…gli attributi hanno valenza specifica in mano delle persone designate…
Lo scettro può essere portatore di una nozione di valore basata sulla forma ( caso in cui la forma prevale
sulla materia), in questo caso uno scettro di pietra potrebbe avere più valore di un vaso d’oro; la materia
potrebbe anche avere avuto un valore primario cioè potrebbe essere apprezzabile sia da un punto di
vista economico sia commerciale, lo scettro d’oro e diverso da quello di legno, ma anche un valore
sacrale: uno scettro di legno che fosse stato ricavato dall’albero sacro che si credeva piantato dalla
divinità x, questo potrebbe essere ritenuto più prezioso dello scettro d’oro; quindi il discorso delle
materia dell’oggetto come vedete appare quanto mai variabile. Il valore dell’oggetto può dipendere
anche dal contesto: una medaglia d’oro delle olimpiadi è assai diversa dalla medaglia, sempre d’oro e
magari di qualche carato in più che compro al negozio di articoli sportivi… quindi in quel caso è
l’evento che da valore all’oggetto. Questi insignia dignitatis possono acquistare nel tempo più valore,
cioè uno scettro usato da più generazioni e tramandato da padre in figlio sarà certamente più importante
rispetto ad uno scettro nuovo, per esempio nell’Iliade 2:100-108 si fa riferimento allo scettro di
Agamennone che viene impreziosito dai vari passaggi: Zeus, Hermes, Atreo, Tieste e finalmente
Agamennone che non per niente è il capo di tutti i greci. Come si può attribuire un valore all’oggetto,
sulla base di che cosa? Un elemento potrebbe essere il luogo di produzione, cioè un oggetto importato
potrebbe essere più valido di un oggetto locale; un altro dato potrebbe essere fornito dalla tecnica di
fabbricazione, un scettro filigranato potrebbe essere più prezioso di uno scettro d’oro ma per il qual non
ci fosse voluta che una lavorazione semplice; un altro criterio da tenere a mente, ma non troppo,
potrebbe essere quello inerente al tempo di fabbricazione, cioè uno scettro che richiedesse 16 giorni di
lavorazione potrebbe essere più prezioso di uno che ne richiedesse solo tre, ma loro il tempo lo avevano
per cui si tratta di una sovrastruttura culturale! (è un criterio di tempi moderni!); un altro elemento
potrebbe essere quello della circolazione delle pratiche sociali, pensate ad esempio alle conchiglie della
Polinesia, alla rarità, alla qualità di questo tipo di conchiglie…e pensate poi alle situazioni nelle quali
avvengono certi scambi, quelle che si chiama geografia culturale di un oggetto, la storia di un oggetto…
le linee che segue quest’oggetto per arrivare a destinazione, pensate ad un vaso della dinastia Ming a
casa vostra… un altro valore può essere dato da quello che si chiama restrizione delle parti/fasi dello
scambio, se in un contesto di monopolio gli scettri vengono creati solo per i principi chiaramente non
esiste un mercato degli scettri e di conseguenza il valore degli scettri aumenta, considerate anche
eventuali fatti ideologici: il segno della cornacchia è un segno che porta Jella, allora il simbolo della
cornacchia avrà un tipo di circolazione particolare e limitata e coloro che la posseggono saranno
Iettatori così possenti che avranno ipso fatto una funzione, sacerdotale e via dicendo…Che cosa rende
in definitiva prestigioso un oggetto? Un primo elemento può essere la forma, un secondo la materia, un
terzo la provenienza.. La forma perché l’oggetto attraverso di essa trasmetterà qualche cosa: Corone,
Diademi, Scettri, le Asce, le Armi, le Spade, Le Mazzeferraie, le sepolture di cavalli accanto ai
proprietari e così via etc… Le maschere che sono uno status simbol per il defunto; i diademi e le corone
che stanno sulla testa indicano e sottolineano la facoltà del capo di essere congiunzione fra cielo e terra!
E ciò indirettamente legittima la presa del potere da parte di identità superiori. Lo scettro inteso come il
braccio che impartisce gli ordini (vindictam, verga con la quale si affrancavano gli schiavi romani.); in
sostanza lo scettro può dare l’idea della fase esecutiva d’un braccio che da gli ordini; la spada è attributo
del potere perché serve da un lato ad abbattere il nemico e da l’altro a difendere un amico cioè la
propria dignità: è uno strumento contemporaneamente di oppressione e di giustizia. L’Ascia o la Scure
rappresentano la forza distruttrice del Sovrano, la collera, la guerra, ma è anche un mezzo
santificale/sacrificale per eccellenza, con l’ascia si abbatte il toro che verrà poi offerto alla divinità,
quindi vedete come la forma possa avere un ruolo per attribuire un certo valore a questi Insignia
dignitatis. L’oro e i metalli preziosi che possono dare? Intanto sono splendenti, sono incorruttibili, sono
facili da lavorare, a proposito delle proprietà fisiche vere o presunte vi è da considerare pietre come
l’ametista, la quale pare avesse la facoltà di curare i sintomi dell’ubriachezza (a-metistos=non si
ubriaca), l’oro in qualche modo poteva ricordare lo splendore del sole, l’eternità del sole, quindi vedete
come la materia potesse contribuire a dare un valore, stesso caso per l’ambra e l’avorio di cui le Grecia
era sprovvista e ai quali poteva attribuire un valore aggiunto, la provenienza: oggetti o materie che sono
frutto di scambi di lunga distanza di per sé acquistano maggior valore, o anche il dono di un altro
Sovrano può rientrare nella categoria dei valori aggiunti: l’orologio che regala il fidanzato è diverso da
quello che si compra in bancarella; negli scambi bisogna sempre tenere presente la nozione del possesso
inalienabile; il principio per il quale cedere certi oggetti equivarrebbe a perdere la propria dignità
sociale, se io sono il chirurgo della comunità ed ho un paio di aghi, un paio di coltelli nel momento in
cui io cedessi gli aghi e i coltelli perderei la mia funzione di medico, non sarei più in grado di esercitare
la mia funzione di medico: è per questo che non si può alienare uno scettro. Cosa può essere lasciato in
eredità o finire in contesti funerari? Alcune situazioni vanno stabilite di volta in volta. Nella cultura
micenea gli scettri sono rari perché passano (Omero ne cita molti) di mano in mano o probabilmente
non si deponevano nei contesti funerari(prima o poi andavano distrutti o depredati o rifusi se d’oro). Gli
insignia dignitatis ci danno indicazioni sulle strutture sociali, delle indicazioni sui legami fra potere
politico e potere religioso, potremmo tentare di capire se alcuni simboli, alcuni attributi possano fare
pensare contemporaneamente e indipendentemente al potere politico o al potere religioso, ma anche
indicazioni sulle strutture economiche, sulla natura e sul controllo dei commerci centralizzati o non
centralizzati, se più o meno statali; fermo restando che non è sempre possibile distinguere fra un elite
generica che è rappresentata dai beni di lusso e uno status politico; in altri termini il potere è sempre
associato alla ricchezza, ma non sappiamo se la ricchezza implicasse sempre il potere. Solo questo
dobbiamo aspettarci dall’Archeologia per distinguere le strutture di potere? Un parametro non
trascurabile è quello delle architetture! Un palazzo con dei magazzini è già un indicatore di potere, un
palazzo che palesemente non è una casa privata è un indicatore di potere, quindi anche le architetture
come vedete sono dei veri e propri indicatori, per la produzione, per le specifiche applicazioni o
funzioni: un archivio ad esempio è un segno di potere, così gli strumenti burocratici. Le cinta murarie
possono essere usate indipendentemente sia come indicatori di spazio sia come indicatori di potere
perché da un lato indica l’esistenza di strutture in grado di ordinare e coordinare simili opere (esiste un
controllo!), dall’altro per un fitto fisico spaziale indicano uno spazio che appare vitale per il gruppo;
esistono casi in cui, voi sapete, vi sono cinte superiori piuttosto strette e cinte inferiori più o meno
difendibili, in questo senso Troia esprime bene il concetto con la sua famosa cittadella fortificata, la
città che attorno alla pianura aveva questa specie di steccato che faceva da baluardo. Le cinte murarie
sono indicatori sia del potere sia dello spazio. Per quel che riguarda invece nello specifico gli indicatori
dello spazio oltre a queste cinte, bisogna chiedersi se un certo tipo di strutture tutte caratterizzate dallo
stesso tipo di cultura non possano indicare l’esistenza di una rete…(I santuari delle vette con le stesse
iscrizioni e forme di culto). Altro indicatore di spazio è la distribuzione dei manufatti. Se trovo a
Festose le ceramiche di Cnosso ho annullato lo spazio attraverso la distribuzione; inoltre la
distribuzione di manufatti può indicare l’estensione del potere e dello spazio religioso…Se siamo
d’accordo su questi pochi concetti generali possiamo cominciare a fare qualche esempio….
A Sesklo e Dimini le strutture di fortificazione sono tali da far pensare non a centri di potere ma a
strutture economicamente più progredite delle altre, tra l’altro attraverso gli esami di superficie che
sono stati fatti in Tessaglia, i cosiddetti surveys, sono state identificate decine di insediamenti neolitici
su queste collinette basse che sono quelle che in ambiente anatomico si chiamo i Tell(?) cioè colline
fatte dai resti di distruzione di altri luoghi per accumulo, nel caso della Tessaglia si chiamano Magoule,
Magoula sarebbe la guancia perché hanno forma di molare gonfio ( tipo ascesso), e sono decine, tra
queste Magoule Sesklo e Dimini occupano certamente un posto diverso, questo per dirvi che può essere
cominciata una qualche gerarchizzazione degli insediamenti, cioè può essere cominciato il fenomeno
per il quale, per fatti grossi, si cominciava a guardare ad un insediamento piuttosto che ad un altro,
dicendo una banalità si poteva pensare che per la fiera degli animali portare un animale a Sesklo o a
Dimini forse dava più possibilità di attrarre commercialmente che non tenerlo al proprio paese; questi
centri in altri termini potevano esercitare una forza di attrazione che non è un potere attenzione, ma è
così che comincia a nascere; cominciano cioè a delinearsi le cosiddette elite agricole, gruppi di persone
che riuscendo a controllare una produzione di cereali maggiore rispetto ad altri cominciano ad
accumulare questi cereali per cui diventano indispensabili per la sopravvivenza del gruppo stesso nei
contesti di siccità, di raccolto andato a male, si attinge alle risorsi di questi gruppi che avevano avuto la
fortuna di capitalizzare tali risorsi per motivi a noi ancora sconosciuti; si creano dunque delle oligarchie
agricole le quali poi invece quando cominciano ad arrivare i metalli dovranno confrontarsi in uno
scontro mortale con le neo oligarchie che nascono dal commercio e dalla lavorazione dei metalli.
GRANAIO DI TIRINTO
Per questo cosiddetto granaio sappiamo trattarsi in larghissima parte di una ricostruzione, perché c'e una
planimetria restaurata, ricostruita... in tratto più spesso le poche strutture sopravvissute, si tratta di
piccoli ambienti a forma di ferro di cavallo allungata, diciamo con un lato, sul lato di nord-est ce ne
sono almeno cinque di questi elementi conservati, mentre vedete qua e là si vedono gli absidi, quando è
bastato al buon Klaus Kylian perché potesse proporre una ricostruzione ipotetica ; ah guardate pure
sempre in quelle zone scavate un in dettaglio che sono un po' indicate dal tratteggio, dalle linee
tratteggiate, sono state trovate altre tipologie di cassoni, questa volta rettangolari, addirittura due file di
cassoni, c'è un caso, quello di nord-est, in cui cassoni sono conservati quasi completamente, quindi
siamo sicuri e della loro dimensione e della loro curva, del profilo che distinguono, e tutto questo ha
consentito di ricostruire una struttura del diametro complessivo di oltre 27 metri con tre ordini di
depositi, di ambienti a forma di ferro di cavallo e di ambienti rettangolari in doppia fila concentrica, poi
c'è un'ipotizzata serbatoio centrale cumulativo per cui questi cassoni potrebbero far pensare o a
specializzazioni, appunto di prodotti particolari, o il grande serbatoio centrale inteso come quello di
riserva al quale quindi non si attingeva, mentre invece gli altri usati ogni giorno, è stata calcolata
naturalmente la capienza delle granaglie che ci potevano andare: è stato fatto un conto di 130 tonnellate
e ciò ha portato, sempre con il solito calcolo di 150 chilogrammi per ettaro, ad un'altra cifra spaventosa
che e 87 kmq2, quindi quanto da qui ad Acireale come lato di questo quadrato, il che vuol dire che una
bella fetta di Argolide deve essere compresa in questo... e allora cominciano a nascere come al solito le
perplessità, in un contesto come quello della Argolide che poi vedrete è invece caratterizzato da
un'estrema polverizzazione di siti tutti importanti da Tirinto, Micene, Argo, Midea, come si fa
spiegare... cioè dobbiamo ammettere che questa polverizzazione, differenziazione di insediamenti sia
una cosa soltanto del bronzo medio-tardo e che nel brand antico tutta la Argolide facesse riferimento ad
un solo centro? Tra l'altro tenere presente che la posizione di Tirinto nel contesto dell' Argolide non è
che sia particolarmente felice perché l'aria più appetibile della Argolide in un momento in cui le attività
primarie devono essere le più importanti, cioè l'agricoltura e all'allevamento del bestiame, qual è? È
l'aria che poi sarà occupata da quale città? Da Argo, è la grande pianura di Argo dove nell'Iliade si
ricordano appunto questi grandi allevamenti di cavalli nella pianura argiva, che questo frumento si
producesse ad Argo... e si andasse a depositare a Tirinto francamente mi riesce difficile; con tutta la
stima e l'affetto per lo scomparso collega Kylian questo cosiddetto granaio di Tirinto bene non lo so
inquadrare, mi rendo anche conto che una tipologia così strana, così articolata, vedere quanta differenza
rispetto a Poliochni a quelle presunte divisioni per giunta livelli diversi, qui abbiamo veramente dei
contenitori e diversificati, quindi posso pure pensare che si trattasse di un edificio particolare per
conservarci qualcosa, ma non so se effettivamente si possa pensare a delle granaglie, d'altra parte non si
può dubitare di queste dimensioni ricostruite perché se viene presentata questa pianta indubbiamente
sono stati fatti dei conti a tavolino... le spiegazioni alternative sarebbero ancora più fantascientifiche,
voi state pensando per esempio alla Tholos di Epidauro di quarto secolo o non ci state pensando?
Quindi una proposta alternativa religiosa... ma vi rendete conto che non funziona... labirinto come
edificio di destinazione rituale, anche qua c'è da mettere un grosso interrogativo... d'altra parte lo spazio
per un percorso io non lo vedo perché a giudicare da quel poco che è rimasto vedete che i muri continui
all'altezza del giro dei secondi cassoni impediscono di passare e di andare verso il centro, quindi siamo
questo famoso labirinto è completamente da escludere, d'altra parte vedete che le tracce di questi ferri di
cavallo sono stati riconosciuti anche a sud, all'estremo, per cui avremmo potuto dire caro Kylian c'era
un gruppo di questi cassoni con questi ferri di cavallo che facevo un piccolo trapezio nel settore nord-
est ed arbitrario che tu ricostruisca invece un edificio di 27 metri di diametro, vedete che ci sono quasi
all'opposto, c'è mezzo ferro di cavallo quindi ancora una volta dobbiamo confessare che non abbiamo
capito niente e però dobbiamo confessare che non si tratta di una casa, non è un edificio pubblico,
questo sta praticamente quasi sotto il palazzo cioè in un'area che poi diventerà strategica per il potere
miceneo di Tirinto, quindi ancora una volta un sistema di ammasso, o di stoccaggio di derrate che
trascende l'interesse della singola famiglia, che denota in qualche modo un'organizzazione e quindi
gruppi di persone che controllano questo stoccaggio ed eventualmente questa redistribuzione, non
saprei dirvi altro, non sono in grado; d'altra parte questo è unico e solo non ci sono altre tipologie, se
dobbiamo cercare altre costruzioni circolari che possono servire da magazzini dobbiamo tornarcene fra
il Tigri e l' Eufrate un momento molto più antico, già là nel quarto millennio ci sono dei veri e propri
granai, ma sono semplici edifici circolari senza alcun divisorio in mezzo con la loro porticina e sono
stati correttamente interpretate come granai, ma non con tutti questi cassoni, con le doppie file, con le
diverse tipologie di contenitori come questa di Tirinto, se questo è veramente un granaio abbiamo a che
fare con una specie di consorzio agrario... ma in ogni caso non possiamo dire niente perché le uniche
testimonianze che abbiamo sono nei documenti scritti egiziani che si riferiscono ad un periodo molto
più recente in cui ci vengono descritte squadre di muratori, ci viene detto che per costruire edifici
importanti, le tombe dei re, le piramidi ecc., i muratori semplici hanno un capomastro, lavorano tot ore
al giorno, quelli si ce lo dicono ma sono cose molto più tarde, e sono edifici monumentali con
maestranze specializzate via Tirinto nel brand antico come vuole che le risponda, cioè non ne ho idea...
in ogni caso una struttura del genere presupporrebbe un'organizzazione democratica paritaria troppo
avanzata per i tempi. È una struttura di potere nell'età del bronzo antico in Egeo, oserei dire quasi con
progetto architettonico, ma non so dirvi che si tratta, se è economica, politica, democratica, monarchica
e non so neanche se è veramente un granaio, però è un esempio concreto che vi posso fare per
sospettare cosa doveva essere il potere in Egeo nell'età del bronzo antico. Chi successivamente costruì il
palazzo in quest'area probabilmente non sapeva manco cos'era questo ora era stato tramandato fra il
figlio, il padre, il nonno che li era il luogo in cui si depositava il grano o oppure addirittura
materialmente i muratori che hanno spalato la fondazione del palazzo spianando il terreno hanno detto:
" hi e che è questo? bah copriamolo e facciamoci il palazzo..." c'è un buco cronologico.
CAPANNA CIRCOLARE FESTOS
Volevo proporvi alcune constatazioni che siamo riusciti a fare proprio negli ultimi anni di scavo a
Festosse e cioè fra il 2001 e il 2002 nei livelli neolitici di Festosse, no e parleremo di questa struttura
circolare qui e di questa struttura rettangolare con accenni di divisori, siamo in periodo neolitico una è
circolare e l'altra è rettangolare... questo di Festosse è soltanto il neolitico finale diciamo che siamo tra
la fine del quinto e la prima metà del quarto millennio avanti Cristo grosso modo l'insediamento di
Festosse di età neolitica era già conosciuto agli scavi Levi, naturalmente si trattava ogni volta i frustoli
di muri o di fasi distruzione che giacevano in basso sopra la roccia ovviamente, quindi grosse murature
al di là di qualche ambiente non si andava, il 99,9% di questi resti di muri erano tutti rettangolare,
soltanto in questo posto qui che poi viene corrispondere ai margini di quello che successivamente
diventerà il cortile centrale del palazzo era stata individuata una capanna circolare, che è unica in tutta
Creta, cioè in nessun altro posto di Creta si conoscono in età neolitica delle capanna circolari,
continuava rimanere isolata, tra l'altro in questa capanna circolare adesso siamo in grado di apprezzare
meglio alcuni dettagli, c'era un livello base quello proprio ricavato nella roccia con i vasi rimasti ancora
in situ che era appunto di età neolitico finale, poi si vedeva che c'era proprio uno strato di distruzione,
una colmata su queste macerie, e a livello più alto, mantenendo sempre il perimetro circolare del
monumento, è stato fatto un pavimento del periodo successivo, del periodo antico minoico...la divisione
che vi propongo è la seguente: pre-palaziale 3400- 2000
proto-palaziale 2000-1700
neo-palaziale 1700-1450/1420
post-palaziale 1420- 1200
Torniamo a questa nostra capanna, quindi noi avremmo in sostanza un livello subito sopra la roccia che
è neolitico finale, un abbandono, un rialzamento puro e semplice del pavimento quindi con i contorni
l'edificio rimasti in uso e un nuovo pavimento con materiale pre-palaziale, quindi questa stranissima,
particolarissima, unica costruzione con una pianta circolare sopravvive alla sua stessa distruzione del
periodo neolitico, questa è quello che ci interessa da un punto di vista simbolico, dunque questa capanna
è fatta così: metà del circolo è scavato nella roccia, quindi noi abbiamo solo la roccia tagliata, lì dove la
roccia era abbastanza alta, lì dove invece la roccia era bassa l'altra metà è costruita in pietra, però minori
abbiamo uno zoccolo non più alto di 35 40cm perché chiaramente quando hanno costruito il palazzo
non lasciavano la capanna circolare, probabilmente questa avevano zoccolo il murature poi sopra era
fatta in costruzione deperibile con argilla, frasche, legno queste cose qui, quindi è strano che per un arco
di tempo molto lungo continuino ad usare questa struttura, tenete presente fra l'altro che questa capanna
si trova in una posizione strategica della collina, perché proprio sulla sommità di questa collina ed è a
ridosso del cortile centrale, cioè del cuore del palazzo, da questa parte qui invece che cosa abbiamo
trovato nel 2001? Una costruzione stranissima! Anche qui ci siamo dobbiamo arrabattare, guardate qui
che miscuglio di muri ci sono, uno sull'altro per cui a volte in cui erano così stretti che era difficile
scendervi, abbiamo trovato un lungo muro, diciamo che l'abbiamo seguito per almeno sette metri e
mezzo è però non conosciamo né il limite est né il limite ovest, quindi questo poteva continuare non
sappiamo quanto, questo lungo muro della uno spessore di 75 centimetri, aveva due facce regolari, con
un riempimento più irregolare al centro, a leva una altezza conservata di quasi un metro e settanta e alla
parete aveva ancora attaccato uno strato di argilla spesso circa 2cm che faceva in pratica da intonaco
questo muro, per dei motivi che vi risparmio vi dico che sicuramente questo edificio è del periodo
neolitico finale, cioè nello stesso momento della capanna circolare, non c'è dubbio che da un punto di
vista della monumentalità per quel pochissimo che vediamo questo edificio rettangolare doveva essere
molto più monumentale e accurato, dicevo questo edificio rettangolare che tra l'altro da quel pochissimo
che abbiamo visto doveva avere almeno tre stanze sul lato sud e tre stanze sul lato nord di questo
enorme spina spesso 75 centimetri, quindi era per il neolitico una costruzione molto curata, capite fine
fa? Fa una brutta fine, nel senso che abbiamo visto che ad un certo punto L'edificio viene rasato
intenzionalmente tanto che la struttura che noi abbiamo trovato è conservata tutta alla stessa altezza il
che è impossibile se fosse avvenuto per un crollo naturale, mai un muro crolla dritto! Non solo, ma
sapete cosa c'abbiamo trovato dentro? Una specie di colata di calcestruzzo, che cos'è la colata di
calcestruzzo nel 3000 avanti Cristo? Questa colata di calcestruzzo che i contadini locali o gli operai
locali chiamano astracki è un conglomerato fatto di argilla, pietre, calce, pezzi di frammenti, paglia, il
tutto impastato in maniera da creare una malta durissima, quando Levi che lo trovò in altri settori di
periodi diversi si provò a scavare queste masse di calcestruzzo dovette constatare che le punte dei
picconi degli operai, picconi di acciaio, praticamente dopo quindici giorni erano inservibili, sono andati
a ribatterli, tanto era duro questo muro, che motivo avevano di fare una malta di questo genere, tra l'altro
vi devo dire che stiamo facendo un po' di archeologia sperimentale, cioè abbiamo pregato i colleghi
chimici di riprodurre attraverso dei campioni che abbiamo dato, intanto di analizzare esattamente le
componenti, e poi di cercare di riprodurre soprattutto per capire se era una malta che loro dicono
accanto al freddo, cioè se a presa immediata bisogna buttare subito oppure diversamente, ma al di là di
questi dettagli, dicevo che almeno nell'area del palazzo dove lo trovò Levi, questo calcestruzzo aveva
dato giustamente l'impressione di costituire un modo sicuro ed elegante per riempire e colmare le rovine
del periodo precedente, cioè quando c'era stato un terremoto e a Creta grazie Dio ce n'erano tanti che
cosa si faceva ogni volta? Si procedeva a rasare ad una altezza voluta le rovine precedenti, prima dentro
questi ambienti, ex ambienti, ci si buttava naturalmente le rovine dei muri stessi, la spazzatura, i vasi
che non servivano più, ecc. dopo di che per colmare e arrivare all'altezza desiderata si procedeva con
questo calcestruzzo, quindi si creavano delle enormi piattaforme di fondazioni sopra le quali poi si
continuava a costruire; nel nostro caso noi avremmo trovato la prova che questa tecnica del calcestruzzo
che noi pensavamo fosse stata usata solo a partire dal 2000 avanti Cristo viene a retrodatarsi di quasi un
millennio, il problema per noi è sapere se avesse avuto già alla fine dell'età neolitica la stessa funzione
di riempimento per piattaforma di costruzione o dopo o se, e questa è la seconda ipotesi, non servisse
semplicemente per sotterrare in maniera ermetica e cancellare dalla faccia della terra qualche edificio
che non si voleva più che si dovesse vedere, capite l'enorme differenza tra una situazione all'altra? Nel
caso di questo edificio rettangolare noi abbiamo trovato in mezzo alla colata di calcestruzzo alcuni
frammenti che sono dei gli inizi del periodo pre- palaziale per fortuna per noi, quindi ci danno quello
che chiamiamo il terminus ad quem, cioè il momento esatto dell'impasto di questo calcestruzzo, quindi
sappiamo che l'obliterazione di questo grande edificio avviene agli inizi del pre- palaziale altrimenti
detto antico minoico primo, quello che non possiamo dire invece è che su questo edificio si costruì
qualcos'altro, su questo edificio minori non abbiamo trovato l'immediato niente, perché i muri che
abbiamo trovato su questo edificio sono abbastanza più tardi, sono di una fase molto evoluta del periodo
pre- palaziale, quindi la colmata e che gli inizi del pre- palaziale, una ripresa edilizia vera e propria e in
questo posto qui invece è molto più tarda, allora o per nostra disgrazia chi finalmente ha costruito le
cose che abbiamo trovato noi aveva deciso di cancellare tutto quello che ci stava prima e quindi s'è
portato anche gli edifici che potevano essere fatti subito sopra la colmata oppure più probabilmente
dobbiamo dedurre che una nuova costruzione su quell'edificio non ci fu... allora fra le due ipotesi che vi
proponevo ci conviene forse scegliere la seconda cioè che il calcestruzzo in questo caso servisse per
obliterare, per fare scomparire una struttura, questo diviene quello che potremmo chiamare con termine
latino una dannatio, una condanna, cioè un edificio viene condannato a non esistere più. Una dannatio
memorie. Allora, se fosse vera questa ipotesi, guardate che io sottolineo sempre se, se l'ipotesi è questa
vogliamo provare a vedere insieme alla capanna circolare e questo edificio qui, considerando anche che
questa capanna sta sulla sommità della zona del cortile centrale del palazzo e questo muro sta invece al
di fuori, semmai a ridosso di un altro piazzale ma esterno al palazzo... vi ricordo che nella capanna c'è
solo un riempimento semplice... intanto come primo dato hanno una pianta differente... (l'unica capanna
circolare di tutta Creta, vi pare niente? )... e forme diverse di edifici ovviamente designano funzioni
diverse .... E se si trattasse di una faccenda del tipo guelfi e ghibellini? E che proprio da questa
differenziazione traessero un motivo della loro identità? Noi siamo i tondi e noi siamo rettangolari...
nella capanna è stato trovato anche il pre- palaziale nell'edificio rettangolare no... queste stata ricostruita
e con è rifatta mantenendo la sua pianta, questo è stato sepolto, finisce e basta ... potrebbe essere un
punto di riferimento simbolico di un gruppo che continua a rifare lo stesso tipo di modello e lo stesso
tipo di pianta... vi devo dire, anticipandolo, che una tendenza di studi oggi per spiegare anche i palazzi
come vedremo parla molto spesso di Factiones ossia fazioni e di Competissions, competizioni, ovvero
di competizione fra queste fazioni... e forse per dimostrare che chi era più potente comunque ha perso e
chi era più povero comunque ha avuto la forza di obliterare, di cancellare chi prima era più potente ...
sotto il pavimento e neolitico, sopra c'era un rifacimento in terra battuta e si trova materiale pre-
palaziale, nella capanna circolare c'è un riutilizzo classico per cui prima si livella lo strato di distruzione
è sopra si fa un nuovo pavimento sempre con lo stesso tracciato... in ogni caso non vi è dubbio che vi
fosse una forte volontà di cancellarlo ma bisogna vedere se questa volontà l'avevano i padroni stessi
nell'edificio rettangolare che avevano detto non ci piace più ne vogliamo fare uno più grande dopo di
che non riesco ad attuare questo loro programma e... lì non c'è niente! I vasi che si trovano all'interno
alla capanna e i cocci che si trovano all'interno dell'edificio rettangolare sono gli stessi, quindi è un tipo
di cultura uguale, non è che diciamo loro facevano la ceramica rossa loro facevano la ceramica nera no,
la cultura materiale è identica, quindi questa competisions, questa emulazione è all'interno di un unico
gruppo sociale, gruppi di famiglie, non lo so con uno stregone, uno sciamano A e uno sciamano B,
comunque io non ho altro modo per interpretarlo... poter persuadere un poco gli scettici vi faccio una
seconda puntata... che secondo me è completamente legata a questo, a questo fatto, ma che riguarda il
centro di Haghia Triada, io li considero in maniera unitaria, non solo perché questi centri sono scavati
costantemente dagli italiani e in estate ci andiamo noi, ma perché distano meno di due chilometri in
linea d'aria, quindi è una stessa realtà geografica e sono assolutamente complementari, infatti la formula
che abbiamo trovato, escogitato per capire la storia di questi due centri è "complementarietà dei luoghi",
perché questi luoghi di Festosse e Haghia Triada sono complementari nel senso che in un periodo in cui
è forte un centro in genere è subalterno e debole l'altro e viceversa, cioè il controllo territoriale si
esercita in periodi alterni, ma di questo parleremo in dettaglio poi quando faremo le strutture palaziali.
Questa è Haghia Triada e vi faccio vedere adesso quest'area qui con questo muretto circolare in color
prugne, questo è un pianoro sul quale poi è stato costruito l'edificio più importante di età minoica che
sarebbe la cosiddetta villa, quindi ancora volta siamo in una zona diciamo strategica dell'insediamento,
mentre a Festosse abbiamo un grande insediamento di carattere neolitico seppure fatto di mozziconi di
muri qua e la con anche diverse fasi... finora ad Haghia Triada non è stato trovato un solo coccio
neolitico nonostante disti due chilometri da Festosse, e questo è un primo motivo di perplessità, in
quest'area qui che vi ho mostrato in tratteggio, di recente,... avevo scavato negli anni 70 un grande
scarico, anzi così l'avevo interpretato perché mi pareva un immondezzaio, con tantissimo materiale
dell'AMI, rivedendo poi in dettaglio questi materiali la Simona Todaro per pubblicare l'esposizione
dello scavo s'è accorta che tra questa cosiddetta spazzatura c'erano per esempio dei resti di modellini di
case, c'erano per esempio larghissimi strati in genere, c'erano i resti di tante pentole tripodate, c'era il
resto alla base di alcuni vasi certamente di vino, delle macchie rossastra che sono poi stati identificati
con vino, in poche parole ha, credo giustamente, identificato in quello scarico non un semplice
immondezzaio ma il resto di un banchetto, di un grande banchetto comunitario con consumo di carni,
con mescite di vino, banchetto che deve essere stato così importante che ha determinato l'accumulo di
tutto quello che era servito per il banchetto, dai vasi che sono stati rotti apposta e che non abbiamo
ricostruito quasi per intero, ai pezzi delle ossa, alle ceneri del fuoco ecc. in maniera da creare una specie
di montagnola molto bassa che poi è stata circondata da un muro di due filari molto basso curvilineo che
serviva proprio per bloccare la terra ed evitare che questi resti del banchetto si disperdessero, in
quest'area qui vedete che poi nei periodi successivi non è più stato costruito niente, questa esistenza,
soprattutto dei modellini, ha orientato per capire di che genere di banchetto si trattasse, perché i
modellini a che cosa vi fanno pensare? È un rito di fondazione del sito, un gruppo di persone all'inizio
dell'antico minoico primo decine di occupare la collinetta di Haghia Triada, fa questo grande rito
cumulativo e come da canoni religiosi rituali evidentemente seppellisce e ricopre tutto quello che era
servito per la consumazione del banchetto, adesso spiegatemi questa strana coincidenza cronologica,
all'inizio dell'antico minoico primo viene impastato il calcestruzzo che obliterare il grande edificio
rettangolare, agli inizi dell'antico minoico primo si attua, si crea, questo rito di fondazione nella vicina
Haghia Triada, probabilmente i vincitori... secondo voi i vincitori di Festosse avrebbero permesso
impunemente ai perdenti di andare a due chilometri a costruire un edificio, un insediamento che magari
sarebbe potuto divenire così forte e potente da dargli poi fastidio? Mi pare una cosa un po' insensata.
Quindi io sarei piuttosto pensare che sono i vincitori, cioè diciamo la fazione della capanna circolare
visto che ci siamo esprimendo in questo modo, che ad un certo punto proprio per codificare la sua
vincita umilia la fazione nemica obliterando l'edificio e dall'altro addirittura siccome è in un o o
momento di forte espansione va a fondare un nuovo insediamento. In ogni caso l'insediamento coevo a
questa mangiata noi non lo abbiamo ancora trovato, però sono stati trovati dei vasi dello stesso periodo
interi nella zona delle tombe, quindi vuol dire che qualcuno ci stava.
Andiamo adesso in generale il periodo pre-palaziale, che cosa sappiamo noi delle strutture di potere di
questo periodo? Di questo periodo noi conosciamo soprattutto e meglio le tombe... e le conosciamo
nella zona di questa pianura, nella parte meridionale di Creta che è chiamatala Messarà, cioè la terra di
mezzo, e nella quale stanno appunto Festosse e Haghia-Triada, tra la pianura propriamente detta e le
pendici di monti che stanno a sud cioè i monti Arterusia, sono state trovate una sessantina di tombe tutte
circolari, queste sì, capanne niente ma tombe tutte circolari che vengono impropriamente chiamate
tombe a Tholos, più giusto sarebbe dire tombe circolari del tipo Messarà, perché voi dovete sapere che
la tomba a Tholos costruita è propria invece della civiltà micenea del continente diciamo dal, prima si
pensava dal tardo Elladico terzo adesso se visto che ci sono delle tombe anche del tardo Elladico I...
perché le tombe della Messarà vengono considerate a Tholos? Intanto vi devo dire che nessuna delle
tombe della Messarà è stata trovata completa fino al testo, quindi la copertura vera di queste tombe noi
nemmeno la conosciamo, nei filari conservati che nella migliore delle ipotesi si aggirano fra i 70 e il
metro e 20, metro e 30... noi abbiamo già visto una parvenza di curva, cioè si vede un attimo che questo
muro tende a incurvasi verso l'interno, i blocchi sono molto meno regolari, anzi qualche volta si tratta
proprio di pietre appena abbozzate con delle zeppe più piccole, allora i sostenitori dell'esistenza della
volta di pietra pure nelle antichissime tombe pre-palaziali, dicono "vedete siccome curva già in basso
questo muro, dobbiamo pensare che curvasse pure in alto, e poi è caduto e non l'avete potuto trovare..."
qualche altro ha detto "questa storia non è possibile perché soltanto una tecnica con blocchi regolari
assicurava la perfetta corrispondenza dei blocchi, non li faceva muovere ecc. può permettere di salire
regolarmente fino alla chiave di volta, una muratura con zeppe, pietre abbozzate ecc. non avrebbe mai
permesso di salire completamente, quindi una curva piuttosto dolce in basso si può fare, ma curva alta
non si può fare per chiudere la cupola; quindi la parte alta deve essere stata invece in materiale
deperibile, per esempio anche intelaiature di canne con argilla ecc. e addirittura doveva essere sollevata
e ogni volta che si mettevano dentro dei nuovi morti" perché dico questo? Perché le porte di queste
tombe che sono sempre orientate ad est, quindi c'è chiaramente una prescrizione ora a rituale, è che si
conservano proprio con le due ante laterali e diciamo con l'architrave non superano mai il metro di
altezza cioè non solo tali da consentire ad una persona normale a che meno che non sia un nano da circo
equestre di entrare attraverso queste porte. Allora, dicono quelli che non credono l'esistenza della
Tholos costruita "quelle porte sono solo simboliche, non per niente sono sempre messa ad oriente, la
deposizione morti vera e propria avviene sollevando il coperchio e buttandoceli dentro", non sarà stata
una cosa molto igienica ma avveniva così... buttare magari no, forse ci scendevano con delle scalette di
legno... devo dirvi che in un caso, per esempio nella tomba di Kamilari, lo strato superiore è stato
trovato interamente formato da pietre di crollo, proprio coprivano tutto il giro della tomba, questa
situazione aveva portato acqua al mulino della volta costruita, perché si diceva "vedete, perché non
dev'essere costruito se le pietre sono tutte qua.. Sono crollate e quindi a volta costruita..." ma anche lì
qualcuno si opposto dicendo delle che le pietre non stavano in piedi ecc. una soluzione diciamo di
ripiego che probabilmente è anche la più veritiera è quella che queste tombe fossero con una volta
costruita e che però all'interno avessero una intelaiatura di legno che aiutasse a sostenere la volta, quindi
con queste travi curve che creavano l'ogiva, con questi legni, si poteva arrivare a coprire... finito questo
dettaglio e aggiunto che queste tombe hanno un del diametro che varia tra i 4,5, qualche volta anche
dodici metri, dobbiamo anche dire che in diversi casi le tombe si trovano accostate l'una all'altra, nel
caso di Haghia Triada purtroppo ne abbiamo una sola... può darsi all'altra fosse vicino al fiume ma non
l'abbiamo beccata... allora, tombe vicine usate esattamente nello stesso periodo e questo deve farci
riflettere, ora dobbiamo chiederci perché , poi tombe usate per molti secoli, perché all'interno di queste
tombe noi riusciamo a seguire sulla base dei materiali intanto che i morti più antichi vengono
progressivamente spinti verso il perimetro estremo della tomba, può vediamo che ad un certo punto
proprio quando questa tomba si riempie, si procedeva a creare uno strato di sabbia, sabbie di fiume o di
mare, che in pratica aveva il potere di azzerare la situazione dei morti e su questo strato sterile di sabbia
si cominciavano a deporre nuovi morti con dei corredi che nel frattempo per nostra fortuna erano
cambiati perché di un periodo diverso; un'altra uno caratteristica di queste tombe sono i cosiddetti
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