1 Lez Prof La Rosa Ebla
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Gomorra, Sinai, e qui si pone un problema di lettura perché basta leggere sedema invece che
Sodoma è il discorso non funziona più. Pettinato insisteva su certe abitudini e certi riti che egli
considerava al solito precursore della Bibbia, per esempio l'unzione sacra che si faceva dei re o
l'unzione che si faceva dei dignitari soprattutto dei giudici ed è una cosa che troviamo pure nella
parte Bibbia e quindi in poche parole il nostro voleva retrodatare di 4 , 500 anni una situazione che
era quella proprio della Bibbia; quel che riguarda, per dare un'idea delle critiche degli altri, a parte
le letture, li dove si è certi che si tratti di olio e quindi di olio che fa finire sui corpi ecc. gli altri
epigrafisti dicono che in quel caso l' olio era usato come cosmetico cioè per profumare ecc. quindi
non utilizzato come unzione o atto sacro o consacrazione come voleva Pettinato. Andiamo allora a
dei dati - aleatori e soprattutto che riguardadino il nostro tema: il re nelle tavolette della cancelleria
é indicato con una particella molto semplice che è enne, per alcuni di questi re è associata la parola
che significa sette anni e allora da questo si è dedotto che il re dovessero restare in carica sette anni
e qualcuno si è spinto fino a dire che potessero essere elettivi, a capire bene che dal momento in cui
io vi ho citato padre un figlio come ultimi re di Ebla francamente questo mi pare un po' eccessivo,
per la faccenda dei sette anni non vi saprei dire se erano sette anni rinnovabili, se il contesto voleva
dire è stato felice e contento per sette anni, non saprei, c'è l'associazione del termine sette anni però
non riusciamo a capire esattamente, sappiamo pure che accanto al re aveva una funzione
fondamentale il tesoriere che si chiamava Lugal-Saza sarebbe in qualche modo il capo dei Lugal
ora vediamo cosa sono questi Lugal, invece governatori dei distretti si chiamavano Lugal quindi
vedete come il potere si esplica. Sappiamo pure che c'erano due distretti all'interno della capitale e
12 distretti nel regno quindi in tutto 14 Lugal, per avere un'idea dell'organizzazione; è interessante
notare che si capisce chiaramente che Lugal abitano insieme col re del Palazzo Reale, cosa può
significare questo? Potremmo pensare una specie di potere collegiale? Che il re diventa un primo
inter pares rispetto a questi Lugal? Tutto quello che possiamo dire è che probabilmente sono
collaboratori più stretti. Un altro elemento interessante proprio per rendervi conto della macchina
statale di Ebla nel 2300 avanti Cristo, abbiamo razioni alimentari registrate per almeno 800 persone
che lavorano e vivono a spese dello Stato, e gli impiegati statali diciamo adibiti, sia maschi e
femmine, che sappiamo cosa facevano: in genere macinavano i cereali, tessevano, cucinavano,
controllavano la dispensa... Quindi 800 persone, poi abbiamo anche altre soluzioni diremmo di
para-statali ed i statali a tempo determinato, gruppi di 15,20 persone con una sovrastante e quindi
non dipendono in maniera permanente e vengono mandati nei villaggi per eseguire determinate
operazioni, determinate missioni, determinati corvè, per cui una volta esaurita la missione si
suppone e cessasse il loro rapporto alimentare, un altro dato importante è che il re in quanto tale,
questo enne signore non compare in iscrizioni celebrative o dedicatorie, che è una cosa che per
esempio per gli egiziani sarebbe totalmente inconcepibile, e che l'impressione che se ne ricava è che
questo signore e re fosse dedito soprattutto alla gestione dei commerci, ora vedremo perché, e del
patrimonio mobile; cioè che palazzo fosse il centro di un enorme sistema redistributivo, sistemato
appunto a piramide sotto il re, sulla base dei calcoli di archivio delle persone citate, di quello che si
può supporre poi dipendesse da queste persone si è azzardato il numero di 40.000 persone almeno
che potrebbero essere state immischiate a vario titolo in questo gigantesco sistema, di
ridistribuzione, di concentrazione in qualche modo poi controllato dal re, qualcuno, vedi Pettinato
che spara sempre un po' alto, si è spinto a parlare di 90.000 persone cosa che assumerebbe
dimensioni per quell'epoca non proprio convenienti, questo sistema redistributivo del commercio e
della redistribuzione poteva essere collegato con particolari festività religiose, periodiche, voi
sapete che la sfera del sacro è sempre quella privilegiata, per la supposta generosità dei sovrani nei
confronti dei sudditi, teniamo sempre presente che comunque a parte questi commerci di materiali
preziosi che venivano dall'esterno ecc. il grosso della produzione di Ebla così come si ricava dalle
tavolette d'archivio riguarda l'attività primarie, riguarda cereali, riguarda animali, le lane che si
tiravano fuori dagli animali, quindi è un'economia agro-pastorale, e comunque il volano
dell'economia di Ebla era sicuramente il commercio, dovete pensare che esistevano belle stazioni di
commercio, quelle che con termine tecnico si chiamano Kharum che diventavano punti di
riferimento per le diverse reti commerciali:le reti commerciali delle diverse città Stato. In ognuno di
questi Kharum sicuramente c'era un rappresentante un Lugall, un rappresentante Eblaita che curava
appunto gli interessi di questi commerci. I Pettinato si è spinto fino a parlare di agenzie
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commerciali, di centri commerciali e ha pensato delle vere e proprie unità edilizi, chiuse, recintate,
specie di piccolissimi ambiti di extraterritorialità, per cui pur lontanissimi da Ebla all'interno di
quelli spazi vigeva la legge di Ebla, Pettinato parla di un impero Eblaita e dice che dagli archivi
della cancelleria si ricavano prove di relazioni diplomatiche con almeno 80 stati indipendenti, cioè
Ebla contemporaneamente prenderà atto delle esistenza, e, aveva relazioni diplomatiche con 80 di
queste altre città, il nostro parla addirittura di un mercato della tesoreria e punta molto sull'aspetto
centralistico del commercio, lui fa dipendere tutto dalla corte, ma forse questa una ricostruzione un
po' troppo moderna, pensa addirittura, e anche questo mi pare molto moderno, che le grandi
quantità di oro e d'argento ricordate nelle tavolette servissero come, non adesso ma fino a qualche
decennio fa, servivano i pani di oro per le borse, servivano come elemento di inflazione e
deflazione, cioè facevano parte di quegli aspetti del mercato, costituivano delle riserve auree...
quindi con questa riserva di metalli preziosi Ebla era in grado di controllare anche il commercio, le
quotazioni del mercato, ripeto mi,pare una cosa un po' troppo moderna, in ogni caso che il
commercio debba essere considerato statale mi pare fuor di dubbio perché dai documenti che
abbiamo dagli archivi capiamo sicuramente che la cancelleria dello Stato che si preoccupa di
organizzare questa rete di commerci, di tenere in vita, di salvaguardare, questa rete di commerci,
quindi comunque lo stato è coinvolto. La domanda spontanea a questo punto qual è? Come fece
Ebla mantenere in vita questo sistema questa rete di relazioni con almeno 80 stati diversi se ha
ragione Pettinato, cioè qual era la forza del regno di Ebla, visto che non abbiamo iscrizioni
numerose che parlino di conquiste, di guerra, quindi di grandi forze militari, cioè come Ebla
manteneva questo regime che Pettinato chiama addirittura di pax eblaitica , questo impero di Ebla
che si era assicurata una via pacifica, come si spiega dunque questa via pacifica, sostanzialmente in
due modi: con i trattati bilaterali che rappresentano vere e proprie alleanze a sfondo commerciale
attenzione, oggi li chiameremo accordi commerciali, quelli che vengono firmati dai ministri di due
stati, e poi non abbiamo già detto con i matrimoni dinastici naturalmente, non solo con altri re, ma
questo è interessante per determinare l'oligarchia palaziale con i governatori, con i Lugall, veniva
comodo tenersi buono anche un Lugall, non soltanto un re lontano, ma un proprio Lugall, proprio
per assicurare la pace interna; io allora vi ho portato due esempi di trattati: 1 e un trattato fra re, il re
Irhapdamu di Ebla e il re Zigi di Hamasi, tra l'altro non sappiamo neanche esattamente dove fosse
questa Hamasi, perché non è che tutti i 80 stati ricordati nelle tavolette sono stati localizzati e
identificati, alcune sono ancora da scavare, e l'altro invece che di tipo diverso perché chiaramente
non è un discorso tra fratelli ma tra sottomessi, l'ho scelto apposta, uno di primo livello e uno di
secondo livello diremmo oggi, con questa regina Tisha-lin alla quale vengono concesse alcune cose
in cambio appunto del controllo in nome e per conto di Ebla, quindi nel primo, della lettera al re di
Hamasi trovate una forma con una formula introduttiva ben precisa, qui ovviamente schematizzata,
in cui si dice così parla il messaggero, ricordate questo termine messaggero perché ci ritorneremo,
ci sono dei formulari e vi è un costante richiamo alla fratellanza, il secondo invece quello della
concessione alla regina Tisha-lin sovrana di Emar, per fare che cosa questa concessione, per fondar
addirittura una colonia commerciale, naturalmente di Ebla, e quindi per difendere gli interessi
commerciali di Ebla; diventavano punti di riferimento per le diverse reti commerciali, in cui, appunto, le reti
commerciali delle diverse città Stato. In ognuno di questi Kharum sicuramente c'era un rappresentante un
Lugall, un rappresentante Eblaita che curava appunto gli interessi di questi commerci. I Pettinato si è spinto
fino a parlare di agenzie commerciali, di centri commerciali e ha pensato delle vere e proprie unità edilizi,
chiuse, recintate, specie di piccolissimi ambiti di extraterritorialità, per cui pur lontanissimi da Ebla all'interno
di quelli spazi vigeva la legge di Ebla, Pettinato parla di un impero Eblaita e dice che dagli archivi della
cancelleria si ricavano prove di relazioni diplomatiche con almeno 80 stati indipendenti, cioè Ebla
contemporaneamente prenderà atto delle esistenza, e, aveva relazioni diplomatiche con 80 di queste altre
città, il nostro parla addirittura di un mercato della tesoreria e punta molto sull'aspetto centralistico del
commercio, lui fa dipendere tutto dalla corte, ma forse questa una ricostruzione un po' troppo moderna,
pensa addirittura, e anche questo mi pare molto moderno, che le grandi quantità di oro e d'argento ricordate
nelle tavolette servissero come, non adesso ma fino a qualche decennio fa, servivano i pani di oro per le
borse, servivano come elemento di inflazione e deflazione, cioè facevano parte di quegli aspetti del mercato,
costituivano delle riserve auree... quindi con questa riserva di metalli preziosi Ebla era in grado di controllare
anche il commercio, le quotazioni del mercato, ripeto mi,pare una cosa un po' troppo moderna, in ogni caso
che il commercio debba essere considerato statale mi pare fuor di dubbio perché dai documenti che
abbiamo dagli archivi capiamo sicuramente che la cancelleria dello Stato che si preoccupa di organizzare
questa rete di commerci, di tenere in vita, di salvaguardare, questa rete di commerci, quindi comunque lo
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stato è coinvolto. La domanda spontanea a questo punto qual è? Come fece Ebla mantenere in vita questo
sistema questa rete di relazioni con almeno 80 stati diversi se ha ragione Pettinato, cioè qual era la forza del
regno di Ebla, visto che non abbiamo iscrizioni numerose che parlino di conquiste, di guerra, quindi di grandi
forze militari, cioè come Ebla manteneva questo regime che Pettinato chiama addirittura di pax eblaitica ,
questo impero di Ebla che si era assicurata una via pacifica, come si spiega dunque questa via pacifica,
sostanzialmente in due modi: con i trattati bilaterali che rappresentano vere e proprie alleanze a sfondo
commerciale attenzione, oggi li chiameremo accordi commerciali, quelli che vengono firmati dai ministri di
due stati, e poi non abbiamo già detto con i matrimoni dinastici naturalmente, non solo con altri re, ma
questo è interessante per determinare l'oligarchia palaziale con i governatori, con i Lugall, veniva comodo
tenersi buono anche un Lugall, non soltanto un re lontano, ma un proprio Lugall, proprio per assicurare la
pace interna; io allora vi ho portato due esempi di trattati: 1 e un trattato fra re, il re Irhapdamu di Ebla e il re
Zigi di Hamasi, tra l'altro non sappiamo neanche esattamente dove fosse questa Hamasi, perché non è che
tutti i 80 stati ricordati nelle tavolette sono stati localizzati e identificati, alcune sono ancora da scavare, e
l'altro invece che di tipo diverso perché chiaramente non è un discorso tra fratelli ma tra sottomessi, l'ho
scelto apposta, uno di primo livello e uno di secondo livello diremmo oggi, con questa regina Tisha-lin alla
quale vengono concesse alcune cose in cambio appunto del controllo in nome e per conto di Ebla, quindi
nel primo, della lettera al re di Hamasi trovate una forma con una formula introduttiva ben precisa, qui
ovviamente schematizzata, in cui si dice così parla il messaggero, ricordate questo termine messaggero
perché ci ritorneremo, ci sono dei formulari e vi è un costante richiamo alla fratellanza, il secondo invece
quello della concessione alla regina Tisha-lin sovrana di Emar, per fare che cosa questa concessione, per
fondar addirittura una colonia commerciale, naturalmente di Ebla, e quindi per difendere gli interessi
commerciali di Ebla. Il prossimo un trattato fra Ebla e Assur per stabilire il controllo di questi Kharum
commerciali, è per stabilire le reciproche possibilità di appoggio, di collaborazione, devo dirvi che i termini
della città che si legge è Abaxal, quindi si legge sicuramente Ebla nel documento e si legge Abaxal,
l'interpretazione di Pettinato è che Abaxal equivalga ad Assur, quindi dice che il trattato è con Assur, e poi
era una grande potenza, quella che avrebbe addirittura distrutto la grande Ebla, non tutti gli studiosi sono
d'accordo in ogni caso prendiamola come la prova di un trattato fra pari grado, sia esso re di assur o di altro
non importa; siamo al tempo di Hybikim cioè il penultimo re di Ebla, c'è una introduzione di questo trattato
con l'elenco delle città, lungo elenco delle città che hanno dei centri commerciali, delle postazioni eblaite,
programmaticamente in vari luoghi ci sono delle postazioni eblaite e c'è l'offerta da parte del re di Ebla di
poter usufruire di questi centri anche al re Assur: "io ho tutti questi se tu vuoi te li posso mettere a
disposizione" quindi questa la prima parte del trattato, poi c'è il corpo del trattato vero e proprio di cui ho
riportato solo la titolatura dei paragrafi per darvi un'idea appunto di queste nozioni di diritto commerciale, di
diritto processuale, di diritto penale e in questo corpo principale qualcuno ha voluto vedere la possibilità che
il re di Eblaita si stesse attingendo a costituire un nuovo suo centro nei territori di Assur, quindi prima dice:
"io ho tutti questi, se vuoi sono tuoi (poi sono queste tavole qua sotto intenso adesso io voglio fare il mio
centro commerciale nel tuo regno)" ecco come si spiegherebbe la filosofia complessiva del trattato, alla fine
dopo queste clausole vedremo c'è la tradizionale formula di maledizione che viene messa per chi violasse
clausole del trattato una volta accettato. 7
Lezione del 19/01
Il potere è la capacità di fare e far fare delle cose. In ogni società umana esiste una struttura di
potere. Esse variano nella loro forma, origine e modo di essere percepite. Il potere si esercita
all’interno di uno spazio ben preciso con dei confini definiti solo in età moderna. In antico lo spazio
su cui una determinata fonte di potere potava agire non era definito in maniera precisa ed la forza
con cui il potere agiva sul territorio andava sfumando ma mano che ci si allontanava dalla fonte. Per
quanto riguarda la fonti di definizione del potere distinguiamo fra quelle letterarie e quelle
archeologiche:
FONTI LETTERARIE
Per il mediterraneo del II millennio
4. Cuneiforme troviamo informazioni di vari tipi, specie di rapporti con altre
entità politiche, lettere fra sovrani e trattati internazionali. Il loro limite
consiste nel fatto che sono scritte per un uso interno che presuppone la
conoscenza del funzionamento della macchina amministrativa. Il
cuneiforme in antico era la lingua internazionale in cui si stipulavano
accordi “internazionali”.
5. Geroglifici Li troviamo solo in Egitto, ne esistono 2 versioni, quella
monumentale e quella scritta sui papiri o ieratica. La maggior parte delle
testimonianze documenta avvenimenti interni legati all’amministrazione
locale, con poca attendibilità e tendenza all’esagerazione.
6. Fonti in area egea Sono documenti burocratici, spesso contenenti liste di
beni, riferimenti a diversi luoghi geografici
FONTI ARCHEOLOGICHE
Sono dati da interpretare.
7. I dati iconografici dove vediamo la rappresentazione dell’autorità
8. Spazio urbano e la sua organizzazione all’interno della città ed i rapporti
che esistono fra i diversi edifici, sia essi pubblici che privati, sancisce una
diversità a livello sociale fra i diversi appartenenti alla comunità.
L’esistenza stessa di uno schema urbano indica la presenza di un potere
preposto a farlo rispettare.
9. Necropoli, qui le disuguaglianze sono sancite in maniera differente. Oltre
alla sistemazione spaziale delle tombe un elemento da valutare è quello
dei corredi tombali, anche se in maniera cauta, nella morte un uomo
poteva essere una persona diversa da quello che era stato in vita proprio
grazie a dei corredi tombali particolarmente ricchi.
10. Segni, sono degli oggetti mobili legati alle persone. Il loro possesso può
determinare la possibilità di accesso a determinate materie prime, tecniche
di lavorazione, o ad oggetti di provenienza lontana, tutti elementi che
tendono ad indicare la presenza di un maggior potere da parte dei
possessori. 8
11. Simboli, insistono sul territorio e sono gli aspetti monumentali che
produce una determinata cultura sul territorio e sancisce l’autorità ed il
potere dell’autorità con il territorio ed all’interno del gruppo; ad esempio
gli archi di trionfo dei romani. Assumono un valore significativo con le
popolazioni stanziali.
Per quanto concerne l’aspetto antropologico del potere rimane valida la distinzione di Elman
Service. Per ulteriore approfondimento capitolo 5 del Renfrew-Bahn.
Per il rapporto che esiste fra il potere e lo spazio, nello specifico per l’estensione dell’area di
influenza si fa riferimento ai poligoni di Thiessen ed al successivo modello dell’estensione a tenda,
con il tentativo di standardizzare il metodo di calcolo dell’area di influenza tramite l’equazione
I=f(C)-k. I rappresenta l’area di influenza f(c) è funzione di c, dove con c si indica la dimensione
del centro. K è una variabile di correzione che può essere determinata e soprattutto quantificata da
diversi fattori. 9
Potere e spazio nel Mediterraneo
preistorico
Spostiamoci ora nell'ambito Egeo per vedere i periodi più o meno contemporanei che cosa invece
noi siamo in condizioni di dire... parleremo di Poliochni, Koukonisi e Mirna, ma soprattutto di
Poliochni; si tratta di tre località turpe sul lato meridionale, a me interessa soprattutto Poliochni, non
soltanto perché fu scavata da una missione italiana a partire dagli anni trenta dalla scuola
archeologica italiana di Athene e le e le sotto la direzione di Alessandro Della Seta, in questo sito fu
trovata una vera e propria città diremmo oggi, con un impianto urbano abbastanza complesso in
certi periodi, vi prego adesso di guardare l'altra tavola in cui in una scala effettivamente molto
modesta vedete indicate in nero le strutture che si riferiscono ai diversi momenti e vedete che questi
momenti hanno curiosamente indicazioni non di uno, 2, 2 a , 2 b come abbiamo visto per Tell-
Mardik, ma quelle dei colori, azzurro, verde, rosso, e giallo; il motivo è assai banale, nel senso che
Alessandro Della Seta che non era un preistorico ma un grandissimo storico dell'arte quando
portava i suoi allievi dalla scuola in questo campo davanti al groviglio di muri uno sull'altro non
riusciva ad orientarsi e fisicamente sulla planimetria usò dei colori per indicare le strutture che
stavano agli stessi livelli e che secondo lui dovevano appartenere allo stesso momento, quindi
coloro di blu alcuni muri, di verde, di rosso, di giallo, dovete mettere un cappelletto di nero ancora
più antico che non vi ho portato perché era irrilevante per il nostro discorso e aggiungere sulla
destra invece un'altra fase di viola altrettanto irrilevante per i nostri discorsi ma comunque esistente.
Con il nero siamo fra il neolitico e gli inizi del bronzo antico, per tutto il bronzo antico arriviamo
fino al giallo, quindi a azzurro,verde, rosso e giallo rappresentano il bronzo antico, poi con il viola e
già il bronzo medio, però il viola di dico subito è un momento già di decadenza, il grande
insediamento non c'è più e poi dopo il viola scompare ci sono delle tracce di insediamento molto
flebili.
L'importanza durante il bronzo antico di questo centro è direttamente collegata alla sua posizione
strategica perché siamo sotto i Dardanelli presso una rotta dei metalli che attraverso questo luogo
cioè i Dardanelli raggiungeva la Tracia, e il Danubio per prendere il rame nell'area carpatica. Siamo
in momenti in cui il rame viene ancora lavorato con l'arsenico, non c'è ancora bisogno dello stagno
per fare il bronzo, qualcuno come Christian Entumans ha voluto collegare questo momento qui
episodi come quello delle vello d'oro, appunto questa ricerca dei metalli simboleggiare da questo
vello d'oro ed ha voluto collegare addirittura direttamente con Lemnos il mito degli Argonauti con
quell'episodio violento per cui le donne di Lemnos e uccidono tutti gli Argonauti che sono sbarcati
lì e si salva soltanto la figlia del re, poi queste donne di Lemnos per ripopolare la città si servono di
altri venuti, quello che è certo è che il Lemnos può essere stata coinvolta nella rotta del metallo, il
coinvolgimento invece nel fatto politico è tutto da dimostrare. Della zona dell'isola abbiamo poi una
prova clamorosa al tempo del palazzo di Pilos perché ne gli archivi reali del palazzo di Pilos
troviamo citate delle donne di Lemnos che come schiave si suppone lavoravano per la tessitura
della lana perché il termine "ra-mi-ni-ja" non lascia dubbi sulla localizzazione, sulla provenienza di
queste donne, la liquida RHO in Miceneo vale anche per Lampda quindi se raminia diventa Laminia
avete già la provenienza si cura di queste donne, devo pure dirvi prima di introdurre il nostro
discorso che il periodo azzurro viene a sua volta distinto in un azzurro arcaico e in un azzurro
maturo, Troia che stava esattamente di fronte Poliochni è un pochino più recente di Poliochni, e fa
pensare che a un certo punto prendesse in questa rotta commerciale il ruolo di Poliochni, quindi uno
dei motivi per cui dopo il colore giallo andiamo verso decadenza è a quello che la terraferma e
Troia acquista il controllo totale di questa rotta, in poche parole le navi anziché fermarsi sull'isola
per le fermate ai Dardanelli si fermano direttamente sulla terraferma... il primo quadratino fra il
2800 e il 2600 ovviamente si riferisce all'azzurro, poi un'altra cosa sicura è che quest'azzurro
comincia ben prima della Troia 1, altra cosa sicura che l'ultimo che corrisponde a Troia sesta,
all'ultima parte di Troia sesta, quello è il giallo, quello che viene prima, stiamo facendo la
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ricostruzione al contrario, è il rosso, poi c'è il verde, poi c'è l'azzurro è voluto, e poi c'è l'azzurro
iniziale... o arcaico... allora rivediamo all'indietro questa stratigrafia: nero, azzurro, azzurro evoluto,
rosso, giallo e viola. Ricordate che le strutture in neretto per ciascuna fase sono quelle attive in
quella fase lì, cioè vedete in sottofondo, in chiaro l'estensione massima dell'insediamento, in nero,
fase per fase, le strutture che sicuramente sono attribuibili a quella fase, non è detto che siano solo
quelle perché nella coppo della collina sotto le strutture più recente ci potrebbero anche stare
strutture più antiche della fase precedente, quindi diciamo sulla base di quello assolutamente certo
che cosa notiamo...
La prima cosa che si vince è che con il passare delle fasi dell'insediamento sembrerebbe più esteso,
un'altra osservazione interessante consiste nel fatto che se paragonate la Poliochni rossa con la
Poliochni gialla si evince uno spostamento verso est, cioè dalla parte di dentale alla parte orientale,
si intravedono qua nella delle unità di base che potremmo chiamare impropriamente Megara a volte
con colonne per sorregger il petto, nella Poliochni Rossa ce n'è uno addirittura con le due colonne
proprio al centro e poi se guardate ce ne sono pure nella Poliochni gialla, vi prego invece di notare
come siamo combinati con il problema della cinta, come essa si sposta nelle diverse fasi:
nell'azzurra è evidente, c'è una ripresa in un certo settore nel verde, c'è una bella ripresa della sola
parte nord nella fase rossa addirittura nella costruzione una specie di bastione più o meno
tondeggiante rispetto quella verde mentre non ci sono veri e propri segni evidenti nel momento
giallo... adesso vediamo se con le cinta è in rapporto, naturalmente per ciò che abbiamo detto nelle
lezioni introduttive cinta per noi già è un indicatore che va considerato, se c'è qualche altro spazio,
diciamo, pubblicò o privato che può fare pensare ad un minimo di organizzazione interna, di
autorità che decide di creare questo spazio, di persone consenzienti per la realizzazione di questo
spazio, cosa può essere uno spazio pubblico per eccellenza? Una piazza oppure le strade, quindi
vediamo se ci sono delle strade e poi soprattutto cerchiamo di capire che possibilità cioè di passare
dall'esterno, dal di fuori della cinta addentro ai cinta... nella prima si distingue una porta e l'attacco
di una strada, è una porta urbica, l'ingresso principale dell'insediamento il quale dava sicuramente
su una strada, nella fase che ci resta ora e che è quella più recente cioè soprattutto gialla di fatti voli
la trovate nel momento giallo qui, però è più che il logico sospettare che un asse viario attraversasse
l' insediamento già nella prima fase, quindi partiva sicuramente dalla porta già un nell'azzurro è il
percorso ultimo per noi è soltanto quello della fase gialla, quindi c'è una cinta, c'è una strada, c'è
una porta dentro questa cinta e se vedete bene un po' in tutte le fasi con delle strutture più o meno
piccine si vede che rimane sempre, vedete nel verde avete una piccola ripresa in corrispondenza
della strada vicino la porta, una ripresa invece del bastione d'accesso l'avete nella rossa quella che
sta al di fuori e una ripresa del parapetto di questa strada l'avete pure nella fase gialla, tanto basta
per dire che la porta rimase sempre lì e che quest'asse viario moriva iniziava su dalla porta...
andiamo a vedere adesso la fase che è quella che ci dà qualche cosa in più rispetto alla cinta e
rispetto alla strada e per questo abbiamo bisogno di queste due piante, questo, l'edificio che ha
scritto al centro n. 14 potete denominarlo Bouleterion, diciamolo tra virgolette visto che ci troviamo
tra il 2900 e il 2700 avanti Cristo e cerchiamo di capire in che senso potremmo avere anche fare con
un Bouleterion, questo edificio si trova subito a sud rispetto alla pianta mentre la seconda pianta che
andremo a vedere subito dopo è l'edificio a nord, in quello del Nord e scrivere invece Poliochni: "
granaio o cosiddetto granaio" quindi Bouleterion e granaio con termini convenzionali, allora questo
cosiddetto Bouleterion è un edificio rettangolare allungato il quale come vedete dal confronto con la
Poliochni verde dura soltanto nella fase del Poliochni azzurro evoluto poi l'area cambia
destinazione, probabilmente l'ingresso all'edificio avviene proprio da sud cioè da quest'area
sgombra, questo edificio grosso modo rettangolare che vedete si incurva soltanto lungo l'appendice
sud a un corpo di dodici metri di lunghezza per tre di larghezza è molto stretto in proporzione
andiamo a fare circa 40mq di superficie, questo edificio ha la particolarità di avere su uno dei lati
lunghi quello di sinistra della pianta due resti di gradinate le quali sono chiaramente fatte per
sedersi, in queste gradinate considerando diciamo lo spessore occupato da una persona tra i 50 e i
60 centimetri se non è particolarmente espansa possiamo collocarci tra 40 e i 50 persone, quindi si
comincia intravedere la possibilità di un locale in cui tra 40 e 50 persone potevano sedersi per fare
qualche cosa, erano sicuramente gradini per sedersi perché l'idea che fossero per esporre la
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mercanzia non è assolutamente proponibile, l'ingresso a questo edificio doveva avvenire da sud-
est , vedete quella torretta n. 13 che potrebbe essere una specie di locale aggiunto, un locale di
servizio dove si potevano conservare strumenti, oggetti che fosse rapporto con la funzionalità di
questo centro, edificio, poi si vede il muretto che rappresenta in qualche modo la spalletta
dell'ingresso, vedete questo muretto nord-sud, e poi infine un tramezzo di lastre molto basso che
doveva rappresentare la vera e propria parete di questo edificio, dentro questa divisione sono
trovato niente, quindi niente strato di distruzione, niente oggetti di che lascia pure pensare che
dentro questo edificio si dovessero fare solo delle cose particolari che magari non avevano tanto
bisogno di oggetti e cioè che si dovesse soprattutto parlare o discutere, cosa può essere?
Cominciamo di nuovo a riflettere sulla collocazione, che siamo proprio in corrispondenza della
porta urbica, a ridosso della cinta subito a sud della strada, diciamo il posto è di tutte eminenza è
un'area, è un edificio che finisce in una serie di spazi che sono comuni, è un edificio di riunione per
un numero molto ristretto di persone, cominciate capire adesso perché abbiamo detto tra virgolette
che questo potesse essere il cosiddetto bouleterion, cosa fanno numericamente 40 o 50 persone
rispetto al totale dell'insediamento di, purtroppo visto che della Poliochni azzurra abbiamo soltanto
questo poco di costruzioni non siamo in grado di dirlo, l'idea che ci potessimo trovare davanti una
vera e propria Gerusia, a un consiglio degli anziani che dovesse decidere delle sorti o degli interessi
comuni ci solletica molto e sarebbe pur esaltante poter dire queste 40 50 persone potevano
corrispondere in teoria ai capi di una o più famiglie legate tra di loro, quindi ci fosse un minimo di
rappresentatività tra virgolette in questa specie di riunione, quello che è certissimo è che si tratta di
una sala di riunione perché non si potrà fare altro che questo in un edificio stretto il lungo con dei
gradini.. per sedersi da una parte, nella Poliochni verde questo edificio non c'è più, allora se questo
edificio era veramente così importante, perché scompare? Ci sono due possibilità o questo era la
sala dei ricevimenti nuziali per cui ad un certo punto poi cambiò l'abitudine o non aveva niente di
pubblico, di civico diremmo oggi e allora nessun problema che col verde non ci sia, se invece aveva
veramente un qualche valore dobbiamo pensare che nel passaggio dall'azzurro alla verde sia
successo qualche cambiamento nelle strutture civiche anche nelle strutture civiche, col verde
ricordare che siamo fra il 2600 e il 2400, questa specie di Bouleterion farebbe pensare che cosa,
certamente non ad un'organizzazione tirannica o monarchica, non dico neanche egalitaria, ma
neanche e eccezionalmente stratificata da un punto di vista sociale, se si vanno a vedere le
architetture del momento verde non vi è traccia di alcun edificio particolarmente grande o sistemato
vicino alla strada, non è da un punto di vista dei rinvenimenti vi è segnalazione di importanza, la
Poliochni verde si sistema un po' a cuscinetto tra sì ha l'impressione di strutture pubbliche e tutti gli
effetti nei momenti invece in cui si ha la particolare crescita economica che vi dimostrerò attraverso
i nostri soli indicatori, devo dirvi, così per facezia, in termini di comunità europea che i greci
tengono molto questo loro cosiddetto bouleterion e hanno Urbi et orbi dichiarato che questo
rappresenta il più antico parlamento d'Europa e hanno costretto qualche anno fa una serie di
presidenti delle assemblee elettive delle europee a venire tutti insieme dentro questo bouleterion per
esaltare i valori della democrazia che, non i greci, ma i bisnonni dei greci del terzo millennio avanti
Cristo avrebbero già praticato, quindi per i greci è il bouleterion di Poliochni a tutti gli effetti,
diciamo qualcosa anche il cosiddetto granaio: questo cosiddetto granaio e molto più prosaicamente
possiamo chiamare come il vano 28, quello era il 14 e questo per puro caso il 28, sono ancora i
numeri che detta Alessandro Della Seta, dicevo questo granaio lungo 16 metri e 80, quasi 17 e ha
una larghezza che varia da tre metri e mezzo a tre metri e 70, quindi diciamo tre metri e mezzo
pressappoco, la cosa interessante rispetto all'altro e che ha muri conservati per oltre quattro metri di
altezza, il volume è di 260 metri cubi circa il che per chi crede, come vedremo, all'ipotesi del
granaio fa circa 200.000 chilogrammi di granaglie che potrebbero essere state contenute in questo
edificio. Un incontro convenzionale che i botanici ci danno per i tipi di colture e nella preistoria
vuole che per produrre 149, 150 chilogrammi di cereali ci voglia un ettaro di terra, è questa
l'equazione 149, 150 chilogrammi per ettaro, allora tornando a questo conto ipotetico noi dovremmo
avere addirittura un territorio coltivabile di 13,5 chilometri quadri all' intorno, sempre in termini di
pura teoria, di potenzialità, 13,5 chilometri quadri all' intorno che avrebbe potuto produrre derrate
contenibili tutte dentro questo famoso granaio... andiamo a vedere l'interno di queste di viso
profondo appunto quattro metri e mezzo, vedere che esistono tutta una serie di muretti, o di divisori
1
che non sono molto regolari, che, aggiungo io, si trovano ad altezze differenti e che non rendono
assolutamente ragione di una struttura adibita granaio perché se si fosse voluto applicare, diciamo, il
principio delle vasche, di una divisione regolare per gestire eventualmente meglio questa struttura di
granaio si sarebbe provveduto a una partizione preliminare molto regolare della spina centrale e
nelle laterali e certamente con strutture tutte allo stesso livello e non a livelli differenti, quindi il
dubbio che si tratti veramente di un granaio sono molto forti, questa ipotesi che si tratti di granaio fu
fatta da Bernabò Brea... lo scavo fu cominciato dalla scuola italiana negli anni trenta e fu fatto fino
al 37 quando poi purtroppo Della Seta perché ebreo fu cacciato e dovete rientrare precipitosamente
non avendo quindi tempo di pubblicare questo scavo e agli inizi degli anni cinquanta, nella 53 se
non sbaglio, da allora direttore della scuola di Atene Doro Levi Incaricò Luigi Bernabò Brea Che
Era Già Soprintendente a Siracusa, Era Stato Allievo e che con Della Seta Aveva Scavato
Poliochni, che non personaggio dagli interessi preistorici molto spiccati lo incaricò di pubblicare
questo scavo, Bernabò Brea fece tutta una serie di saggi e pubblico questi due magnifici volumi che
sono appunto Poliochni 1 e Poliochni 2 negli anni 60 rendendo conto dello scavo di Della Seta e
aggiungendo effettivamente delle stratigrafie che aveva rifatto lui, alla fine degli anni 70, così
completiamo il discorso, una terza missione italiana, sempre sotto l'egida della scuola di Atene,
diretta da Santo Tinè che a sua volta lavorato con Bernabò Brea che era di cani Canicattini -bagni,
quindi insomma Siracusa c'entra sempre, fece una terza campagna di saggi che ha pubblicato solo in
parte, anzi si aspetta adesso dalla sua equipe la pubblicazione definitiva con dei piccoli
aggiustamenti rispetto alla stratigrafia di Bernabò Brea che però è rimasta, il quale Bernabò Brea
del rispetto nei confronti di Alessandro Della Seta ha voluto mantenere questa distinzione dei colori
che aveva dato questo grande direttore, ricordate che la strada passa in alto rispetto questo edificio
che invece sprofonda, avevamo allora avanzato qualche perplessità su questo edificio come granaio,
d'altra parte se si pensa di un locale di immagazzinamento non si vede che altro rispetto alle derrate
ci potesse essere all'interno, il Tinè ha proposto invece un'interpretazione completamente diversa
che lascia pure questa un po' con l'amaro in bocca, il Tinè dice che questo è un grande cassone che
serve per contenere il terreno e per agevolare la costruzione delle mura cioè un enorme terrapieno
artificiale che è stato fatto per potere poi addossarci le mura che in effetti si vedono addossate, non
so se è chiaro, cioè dice Tinè ci potrebbe essere stato un pendio della collina particolarmente
scosceso, friabile, allora prima di costruire le mura si decide di fare uno sbancamento di costruire
questa cassaforma, se vogliamo, riempirlo ovviamente con questo materiale, con questi detriti in
maniera da solidificare il terreno dopo di che si sarebbe aggiunto... cosa c'è che non va? Che non
convince in questa faccenda? Intanto vedete che subito a nord di questo cosiddetto granaio c'è un
modesto vano per i fatti suoi, il numero 29, con una faccia addirittura che si appiccica, si attacca al
granaio, naturalmente è come si trova se è una cassaforma è il 28,1 cassaforma dev'essere pure il
29, perché non può essere altro se ha lo stesso rapporto rispetto le mura, allora s'era una cassaforma
non capisco che bisogno c'era di costruire i due edifici separati con delle facce di vista tutte due e
poi appiccicarle l'una accanto all'altra, secondo Tinè i cassettini all'interno servirebbero a facilitare
il riempimento di materiali diversificati... ma ovviamente non convince... subito fuori delle mura in
corrispondenza del granaio c'è un altro avancorpo, il quale questo si potrebbe essere un contrafforte
delle mura perché queste mura avrebbero potuto dare segni di cedimento e allora dall'esterno con
questa contrafforte si sarebbe creato un locale ausiliario e nello stesso tempo si sarebbe bloccato il
terreno in corrispondenza delle mura, quindi se qualche cosa s'è fatta per le mura a me pare logico
pensare che si fosse fatta all'esterno in un momento in cui già le mura c'erano e non prima come
dice Tinè per preparare il terreno, e allora che cos'è questa costruzione? Abbiamo visto che di
granaio non ci piace, la cassaforma non ci piace, e ci piace? Non lo sono.
Vi ricordo che ciò che hanno trovato dentro è il riempimento della spazzatura dei periodi successivi,
è chiaro che dal momento che questa struttura c'era nei momenti successivi faceva comodo, perché
anche se ormai era dismesse non si usava levarla sarebbe stato un suicidio perché avrebbero
provocato comunque una banale intervento quindi la nostra ipotesi deve riguardare il periodo blu,
azzurro cioè quando nasce questa struttura, dopo può essere diventata mediamente una struttura di
contenimento, soprattutto se non si facevano nulla, io mi limiterei a fare le solite osservazioni
banali, ricordate comunque che è troppo grande per essere un granaio, perché una struttura di questo
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genere rispetto ad una Boulè con gruppi di famiglie che poteva arrivare a 40,50 persone non è
proporzionato... acqua non è conteneva perché non vi è alcuna traccia di intonaco che possa far
pensare ad una tenuta stagna, l'acqua sarebbe andata via attraverso le intercapedini, tenete presente
che questa struttura inglobava anche il 29 perché chiaramente erano state fatte assieme, se lei va a
vedere il cosiddetto bouleterion si accorge che succede la stessa cosa con le mura, cioè prima, non
so se è un giorno prima, un mese prima, dieci anni prima ci sono il cosiddetto granaio e il cosiddetto
bouleterion e poi ci si appiccicano le mura perché sia il granaio sia il bouleterion hanno una loro
faccia canonica regolare e le mura si appiccicano su questa faccia non è che sono state fatte insieme,
attenzione questo è importante anche per stabilire quali sono le struttura del potere, cioè queste
mura vengono fatte, decise, realizzate, quando già c'è un bouleterion e un cosiddetto non granaio...
capite che la sottigliezza?... adesso faccio l'avvocato del diavolo, apparentemente negando quello
che ha detto poco fa, costruisco il bouleterion e costruisco il granaio il granaio però lascio lo spazio
fra un hotel del granaio ed è strano che poi questo spazio mi vada coincidere con l'area della strada
e corrisponde esattamente alla porta della città in quel punto, questo può indicare due cose o che il
progetto complessivo bouleterion granaio mura fosse chiaro fin dall'inizio e che ci fossero stati solo
dei tempi di realizzazione... come avessero detto: " facciamo il bouleterion, viene la pioggia, c'è il
vento, sospendiamo i lavori, poi facciamo il granaio, poi alla prossima primavera facciamo le mura,
siccome sappiamo che qui ci deve venire la strada allora costruiamo il granaio esattamente in modo
da far venire la strada" diversamente potrebbe esserci stata un'altra cosa che però potrebbe essere
più stuzzicante e cioè che in un primo momento esistesse un bouleterion , un granaio, una strada tra
l'uno all'altro, ma che non fosse prevista una cinta muraria, la cinta e la porta, come elementi di
fortificazione quindi come paura sopraggiunta, come non so cosa, fosse di un secondo momento, è
chiaro che ad un certo punto granaio, bouleterion e cinta di un insieme, cioè alla fine del Poliochni
azzurro maturo queste tre cose ci sono tutte tre, però abbiamo detto da un punto di vista tecnico
costruttivo le mura sono costruite per ultime... e poi ancora per ultimi sono costruiti quei piccoli
vani come quelli che avete notato voi stessi coli torrioncini ecc. che si appiccicano a loro volta le
mura, è chiaro il discorso? Allora noi che cosa vogliamo dire di questo benedetto granaio, primo
che non può essere un edificio privato, secondo che va letto contestualmente al bouleterion per
motivi di collocazione, oserei dire per motivi di pianta, un edificio stretto allungato, oltre che
ovviamente per motivi di cronologia... andava letto insieme significa anche un'altra cosa, che
bouleterion e granaio non possono aver assolto alla stessa funzione e un'altra cosa importante,
quindi se di funzioni pubbliche in questo doppio complesso deve trattarsi dobbiamo pensare a
qualche cosa che vada al di là della semplice riunione di Gerontes, cioè c'è qualcos'altro che fa da
contraltare a questa riunione di Gerontes e che forse da potere proprio questi Gerontes, cioè qualche
cosa di comunitario che è rappresentato da questo cosiddetto granaio, o accettiamo l'ipotesi
utilitaristica di Tinè e non abbiamo problemi, per ci sono troppe cose, questa cassaforma che ha
quasi la forma del bouleterion che viene fatta solo da una parte perché a quel punto Tinè deve dire
la frana della collina stava soltanto al nord della strada al sud non ce n'era quindi qua abbiamo
potuto costruire il bouleterion, troppe cose che non quadrano... né si può pensare che si riempisse di
lana vi rendete conto di che cosa ci sarebbe voluto no? Cosa ci volete mettere dentro se non le
granaglie? Mi pare una struttura pubblica da leggere in contesto bouleterion diversificata rispetto
alla sala riunioni in un'unico piano, con all'interno rinvenimenti ceramici di periodi diversi. Questo
discorso del granaio lo riprenderemo poi in merito di un'altra tipologia che ha più probabilità di
essere un granaio, questo per dirvi che nella Grecia nell'età del bronzo l'idea di una struttura
comunitaria che servisse appunto a raccogliere le granaglie è stata avanzata per altri siti, però
onestamente per Poliochni io mi fermerei dicendo che si tratta di una struttura la cui funzione e
gestione a noi poco chiara va vista in rapporto col bouleterion, cioè mi pare quasi la prova provata
che il bouleterion è un edificio pubblico in cui si dibattevano questioni di interesse comune. Quindi
per questa Poliochni del periodo azzurro che cosa ci sentiamo di dire? Che si tratta del primo
esempio concreto in ambito geografico greco di strutture pubbliche che avrebbero potuto governare
tra virgolette un insedimento, quindi in altri termini saremo sicuri sull'esistenza di un potere molto
meno sicuri, anzi totalmente incerti sull'esistenza di uno spazio, siccome fra l'altro non sono state
fatte ancora prospezioni all' intorno non possiamo neanche dire che esiste un territorio, una Chora
diremmo con termine greco, assolutamente legato a Poliochni per cui questo Poliochni
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effettivamente estendeva il suo potere anche in un territorio attorno, ricordate invece quello che
dicevo stamattina, che esistono altri due centri Koukonisi e Mirina che praticamente hanno la stessa
stratigrafia di Poliochni, ci sono momenti in cui Poliochni sembra un po' indietro da un punto di
vista architettonico perché gli altri hanno più difficili però i periodi attraverso i quali passano sono
gli stessi, quindi il problema dello spazio in un'isola mediamente piccola come Lemnos andrebbe
visto nel contesto paninsulare, in questo caso ancora più arido perché non di un polo, non davanti ad
un polo ci troviamo, ma davanti a tre poli addirittura, quindi mi chiamo gentile potere sì, spazio non
sappiamo; a proposito di questo potere io vi ho detto che il potere si può manifestare in tanti modi,
in questo caso abbiamo, diciamo, un'architettura, una specie di sala riunioni, quindi abbiamo un
indicatore del potere, ma possono esserci anche poteri economici che possono avere indicatori
diversi ai quali può non corrisponde un edificio architettonico preciso e vi facevo il caso della
Poliochni rossa, questa Poliochni rossa dove si vede appunto si una ripresa abitativa nell'architettura
del periodo precedente ma nessuna che si distingua dalle altre, da che cosa possiamo derivare l'idea
che si trattasse di un momento di ripresa economica, di splendore,? Intanto vi posso dire che con la
Poliochni rossa se andiamo ad esaminare le varie forme dei vasi che accorgiamo che quello dei
Pithoi , cioè i giarroni piuttosto grandi legati all'immagazzinamento, le forme di Pithoi sono
piuttosto varie, ne abbiamo almeno quattro o cinque di tipi di Pithoi diversi tutti della Poliochni
rossa, nei momenti precedenti verde, azzurro ecc. abbiamo sì dei Pithoi ma assolutamente
omogenee i da un punto di vista delle forme, c'è nella prima volta la Poliochni rossa abbiamo più
forme di Pithoi, questo secondo voi che cosa può significare? Indicano che il mercato delle richieste
dei vasi per contenere è certamente forte, quindi aumentate forme di Pithoi portano in favore di
un'aumentata esigenza di stoccaggio di merci, di immagazzinamento e questo significa
semplicemente l'accumulo di un sovrappiù e, cereali, lana, e altre cose di cui non saprei dirvi,
quindi diciamo che questa banale osservazione sulle diverse forme dei Pithoi è già un indicatore di
ricchezza; un secondo indicatore può venire dalle fuseruole che sono strumenti ancora più banali,
della Poliochni rossa le fuseruole sono pressappoco dello stesso tipo di quelle dell'800 italiano, cioè
schiacciate ai poli, solo che sono d'argilla anziché di legno, nella Poliochni verde ci sono già alcune
di queste forme globulari schiacciate, ma la maggior parte di queste fuseruole sono a lastrina piatta
cioè non rigonfia un e schiacciata ma una semplice lastrina circolare di argilla, nella Poliochni
azzurra sono praticamente tutte con questa lastrina piatta, quindi c'è uno sviluppo graduale della
tipologia della fuseruola da quella completamente piatta fino a quella globulare schiacciata, da un
punto di vista sperimentale la velocità della fuseruola globulare schiacciata è molto più elevata
rispetto a quella della fuseruola piatta ed è lì che da da un punto di vista ergonomico nasce il
trucco , della fuseruola globulare gira meglio, allora andiamo ad interpretare che cosa significa la
velocità, perché ad un certo punto s'è sentito il bisogno di lasciare la fuseruola piatta per andare a
quella globulare, perché volevano maggiore velocità? Perché indubbiamente c'era maggior lana ma
c'erano anche maggiori braccia, e indubbiamente il numero in aumento della lana dipendeva
dall'incremento degli animali che erano aumentati perché c'era maggior coltivazione di terra. Quindi
tornando alla nostra fuseruola di tipo di conclusioni traiamo: è un dato che va direttamente in
rapporto con il discorso di Pithoi, cioè è un altro indicatore di ricchezza, indicatore di aumento
demografico. L'indicazione di un momento di popolazione, perché come aumentavano le donne si
presuppone aumentassero anche gli uomini, un aumento di popolazione umana e animale cioè di
Capri ovini naturalmente, chiaro? Un altro dato possiamo ricavarlo dalle pentole quelle brutte,
tripodate, vedete che stiamo scegliendo apposta gli indicatori più bassi. Come è fatta una pentola di
Poliochni o diciamo addirittura in genere di tutto il nord-est dell'Egeo rispetto alle pentole delle
altre aree dell'Egeo? Abbiamo una piccola parentesi per notare questo fenomeno curioso, ci sono
molte pentole nel nord-est dell'Egeo, pentole tripodate cioè quelle con i tre piedi per cui
praticamente si accende il fuoco sotto e si mettono sulla nuda terra col fuoco sotto e non c'è bisogno
di fornelli, molte pentole tripodate nel nord-est dell'Egeo, molte pentole tripodate a Creta,
pochissime pentole tripodate nelle cicladi, cioè al centro, c'è intanto questo primo in tipo, sembra
quasi che vi sia un buco nell'Egeo per quel che riguarda il tipo della pentola tripodata... questo il
primo, il secondo è che il 99,99 per 100 delle pentole minoiche hanno il fondo piatto e i piedi
appiccicati direttamente sul fondo o proprio nell'attacco alla parete di fondo, una pentola del nord-
est dell'Egeo quindi una pentola di Poliochni è una pentola mastoide cioè a mammella quindi hanno
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un fondo non piatto ma molto curvo e piedi attaccati non in corrispondenza del fondo ma molto in
alto alla metà o addirittura qualche volta sotto l'orlo, che cosa può significare questo dettaglio
apparentemente secondario ma strutturalmente importante? In queste pentole e il calore si diffonde
meglio in tutta la parete perché non c'è un fondo piatto di blocco fa da barriera quindi con queste
pentole a parità di fuoco si possono raggiungere temperature più elevate, chiaramente dei piedi
piantati molto in alto danno la possibilità di fiamme che possono salire più in alto; morale della
favola la carne si cucina molto meglio in pentole di questo genere che non nelle pentole piatte, e
tornando i nostri discorsi delle braccia, delle lane, degli animali ne ricaviamo intanto da un punto di
vista generale la conclusione delle abitudini alimentari fra il nord e sud dell'Egeo nell'età del bronzo
sono diverse che non è un'affermazione di poco conto... ricordatevi che nelle cicladi non ce ne sono,
evidentemente i popolari erano completamente diversi,... allora severamente queste pentole servono
a cuocere meglio la carne ne possiamo dedurre una maggiore disponibilità di carne del nord-est
dell'Egeo e in questo caso nella Poliochni rossa... possiamo dire che questi avevano tanti di quegli
animali che ne potevano macellare di continuo o almeno spesso senza compromettere i loro
allevamenti, perché il problema dell'allevamento è questo bisogna avere sempre un certo numero di
capi che possano procreare quindi adesso quando si studiano le ossa d'insediamento e gli esperti ci
dicono che il capo di stato macellato a due o tre anni già diventa estremamente importante... perché
ci dà l'idea di ciò che doveva succedere in antico, se la mascella da giovani vuol dire che ne ha
talmente tante che può permetterselo, o le troviamo nel contesto della cattedrale vattene a pesca per
cui sappiamo che per prescrizione si potevano macellare soltanto Agnelli giovani da un punto di
vista sacrale, oppure se lo troviamo generalizzato vuol dire che la quantità disponibile è talmente
tante che si può macellare liberamente, allora mi pare che tutti e tre dati le fuseruole, le forme dei
Pithoi, le forme delle pentole portino verso una ricchezza, una disponibilità economica maggiore, la
Poliochni rossa doveva essere un centro florido anche se non possiamo dire nulla delle strutture di
potere che la governavo se proprio vogliamo dire qualcosa possiamo dire che il capo stava in quella
bella struttura costituita dal Megaròn con le colonne ma è una consolazione un po' magra, andiamo
a vedere ora la disposizione di questi tre centri, se andate a vedere invece l'altra cartina quella
generale che però poi non doveva servire per questo ... individuamo le sporadi settentrionali, in una
di queste si era nascosto Achille travestito da donna e Ulisse lo andò a stanare raccontandogli storie
guerresche così lui si eccitò... e l'isola di Skyathos, perché vista o raccontando tutte queste cose?
Perché sempre per il discorso delle correnti, c'è una corrente che porta direttamente dalle sporadi. al
sud di Lemnos, il che vuol dire a quale dei tre centri di noi stiamo esaminando? A Mirina, allora se
vogliamo cercare di spiegare perché proprio in quel posto dell'isola sorgessero questi centri, una
risposta per Mirina c'era stiamo dando, cioè Mirina rappresenta il ponte per le sporadi settentrionali
e siccome per le sporadi settentrionali sempre per lo stesso discorso delle correnti è molto facile
raggiungere le prime cicladi quelle di nord ovest possiamo immaginare una sorta di biliardo ideale:
Mirina, sporadi settentrionali, Cicladi; e che sta dicendo questo, per i commerci naturalmente;
un'altra via alternativa per arrivare alle Cicladi dal nord-est invece è quello là diciamo sotto costa la
quale via partendo da Lemnos trova Lesbo, Khyos, Samos e poi Samos attraverso Icaria arriva al
cuore delle Cicladi; quindi dal nord-est dell'Egeo alle Cicladi si può andare attraverso due vie
alternative e guarda caso lungo una di queste vie é piazzata Poliochni e lungo l'altra è piazzata
Mirina, ci resterebbe da spiegare Koukonisi; Koukonisi è talmente ben piazzata all'interno di
questa rada che può aver fatto capo inevitabilmente ad una rotta anziché ad un'altra, da un punto di
vista delle vicinanze diciamo che è più vicina Poliochni e quindi dovremmo pensare alla via
orientale quella sotto costa però non possiamo essere certissimi quello che sorprende almeno finora,
sapete che in archeologia tutto è provvisorio, è che nel nord dell'isola non abbiamo finora degli
insediamenti paragonabili ai nostri, ci sono certamente delle stazioni, sono stati raccolti cocci in
superficie, ma nessun centro così grosso, ciò che conseguenze vi consente di tirare, che isole si
trovano al nord, nord ovest? Ce Thassos, e intanto continuando sotto costa cioè lungo la nota che
portava ai Dardanelli tanto per intenderci dopo Poliochni cosa si trova, che isole si trovano?
Un'isola che oggi non è più greca e sotto la Turchia: Imbros, poi sopra cosa c'è ancora? C'è
Samotracia e poi i Dardanelli ecc. ecc. diciamo che in questo contesto Poliochni dovrebbe essere
una delle stazioni lungo questa via che poi doveva inglobare Imbros, Samotracia e i Dardanelli,
invece nei confronti di Thassos visto che al nord ovest dell'isola non abbiamo niente dovremmo
1
indirettamente dire che non c'era una grossa corrente commerciale e difatti da un punto di vista
della cultura materiale le cose di Thassos e della costa nord della Tracia greca in corrispondenza di
Kavala, di Salonicco, non mostrano precise consonanze con la cultura del nord-est, quindi è
davvero un altro mondo che dipende invece dall'area danubiano-carpatica, dal nord, dai Balcani,
quindi c'è veramente una divisione... questo per darvi in idea eventualmente di problemi di spazi
grandi quelli che abbiamo detto inglobano pure il mare, vedete una serie di rotte possibili... per la
rotta della costa c'è l'ipotesi del rame, lungo la linea dalle sporadi poteva arrivare di tutto, non
abbiamo specifici contenuti, d'altra parte abbiamo visto che nel momento in cui nella Poliochni
rossa si lavora tutta quella lana che si fa? Si fanno i tessuti e i tessuti che vengono esportati non si
trovano da un punto di vista archeologico. L'ultima cosa che vi devo dire è che già nella Poliochni
azzurra, ma poi nella rossa soprattutto nella gialla, sono stati identificati resti di matrici in pietra o
resti di scarti di lavorazione del metallo il che ha fatto ragionevolmente pensare che questo metallo
fosse anche in parte lavorato a Poliochni, quindi non era soltanto un centro di smistamento, di
passaggio lungo la rotta del Dardanelli, ma c'era in qualche modo qualche partita di materiale che si
fermava e veniva lavorata in loco. 1
Potere spazio nel Mediterraneo preistorico
Per questo cosiddetto granaio devo dirvi che si tratta in larghissima parte di una ricostruzione come
dice la stessa didascalia, perché c'e una planimetrtia restaurata, ricostruita... perché vedete in tratto
più spesso le poche strutture sopravvissute, si tratta di piccoli ambienti a forma di ferro di cavallo
allungata, diciamo con un lato, sul lato di nord-est ce ne sono almeno cinque di questi elementi
conservati, mentre vedete qua e là si vedono gli absidi, quando è bastato al buon Klaus Kylian
perché potesse proporre una ricostruzione ipotetica ; ah guardate pure sempre in quelle zone scavate
un in dettaglio che sono un po' indicate dal tratteggio, dalle linee tratteggiate, sono state trovate
altre tipologie di cassoni, questa volta rettangolari, addirittura due file di cassoni, c'è un caso, quello
di nord-est, in cui cassoni sono conservati quasi completamente, quindi siamo sicuri e della loro
dimensione e della loro curva, del profilo che distinguono, e tutto questo ha consentito di ricostruire
una struttura del diametro complessivo di oltre 27 metri con tre ordini di depositi, di ambienti a
forma di ferro di cavallo e di ambienti rettangolari in doppia fila concentrica, poi c'è un'ipotizzata
serbatoio centrale cumulativo per cui questi cassoni potrebbero far pensare o a specializzazioni,
appunto di prodotti particolari, o il grande serbatoio centrale inteso come quello di riserva al quale
quindi non si attingeva, mentre invece gli altri usati ogni giorno, è stata calcolata naturalmente la
capienza delle granaglie che ci potevano andare: è stato fatto un conto di 130 tonnellate e ciò ha
portato, sempre con il solito calcolo di 150 chilogrammi per ettaro, ad un'altra cifra spaventosa che
e 87 kmq2, quindi quanto da qui ad Acireale come lato di questo quadrato, il che vuol dire che una
bella fetta di Argolide deve essere compresa in questo... e allora cominciano a nascere come al
solito le perplessità, in un contesto come quello della Argolide che poi vedrete è invece
caratterizzato da un'estrema polverizzazione di siti tutti importanti da Tirinto, Micene, Argo, Midea,
come si fa spiegare... cioè dobbiamo ammettere che questa polverizzazione, differenziazione di
insediamenti sia una cosa soltanto del bronzo medio-tardo e che nel brand antico tutta la Argolide
facesse riferimento ad un solo centro? Tra l'altro tenere presente che la posizione di Tirinto nel
contesto dell' Argolide non è che sia particolarmente felice perché l'aria più appetibile della
Argolide in un momento in cui le attività primarie devono essere le più importanti, cioè l'agricoltura
e all'allevamento del bestiame, qual è? È l'aria che poi sarà occupata da quale città? Da Argo, è la
grande pianura di Argo dove nell'Iliade si ricordano appunto questi grandi allevamenti di cavalli
nella pianura argiva, che questo frumento si producesse ad Argo... e si andasse a depositare a
Tirinto francamente mi riesce difficile; con tutta la stima e l'affetto per lo scomparso collega Kylian
questo cosiddetto granaio di Tirinto bene non lo so inquadrare, mi rendo anche conto che una
tipologia così strana, così articolata, vedere quanta differenza rispetto a Poliochni a quelle presunte
divisioni per giunta livelli diversi, qui abbiamo veramente dei contenitori e diversificati, quindi
posso pure pensare che si trattasse di un edificio particolare per conservarci qualcosa, ma non so se
effettivamente si possa pensare a delle granaglie, d'altra parte non si può dubitare di queste
dimensioni ricostruite perché se viene presentata questa pianta indubbiamente sono stati fatti dei
conti a tavolino... le spiegazioni alternative sarebbero ancora più fantascientifiche, voi state
pensando per esempio alla Tholos di Epidauro di quarto secolo o non ci state pensando? Quindi una
proposta alternativa religiosa... ma vi rendete conto che non funziona... labirinto come edificio di
destinazione rituale, anche qua c'è da mettere un grosso interrogativo... d'altra parte lo spazio per un
percorso io non lo vedo perché a giudicare da quel poco che è rimasto vedete che i muri continui
all'altezza del giro dei secondi cassoni impediscono di passare e di andare verso il centro, quindi
siamo questo famoso labirinto è completamente da escludere, d'altra parte vedete che le tracce di
questi ferri di cavallo sono stati riconosciuti anche a sud, all'estremo, per cui avremmo potuto dire
caro Kylian c'era un gruppo di questi cassoni con questi ferri di cavallo che facevo un piccolo
trapezio nel settore nord-est ed arbitrario che tu ricostruisca invece un edificio di 27 metri di
1
diametro, vedete che ci sono quasi all'opposto, c'è mezzo ferro di cavallo quindi ancora una volta
dobbiamo confessare che non abbiamo capito niente e però dobbiamo confessare che non si tratta di
una casa, non è un edificio pubblico, questo sta praticamente quasi sotto il palazzo cioè in un'area
che poi diventerà strategica per il potere miceneo di Tirinto, quindi ancora una volta un sistema di
ammasso, o di stoccaggio di derrate che trascende l'interesse della singola famiglia, che denota in
qualche modo un'organizzazione e quindi gruppi di persone che controllano questo stoccaggio ed
eventualmente questa redistribuzione, non saprei dirvi altro, non sono in grado; d'altra parte questo
è unico e solo non ci sono altre tipologie, se dobbiamo cercare altre costruzioni circolari che
possono servire da magazzini dobbiamo tornarcene fra il Tigri e l' Eufrate un momento molto più
antico, già là nel quarto millennio ci sono dei veri e propri granai, ma sono semplici edifici circolari
senza alcun divisorio in mezzo con la loro porticina e sono stati correttamente interpretate come
granai, ma non con tutti questi cassoni, con le doppie file, con le diverse tipologie di contenitori
come questa di Tirinto, se questo è veramente un granaio abbiamo a che fare con una specie di
consorzio agrario... ma in ogni caso non possiamo dire niente perché le uniche testimonianze che
abbiamo sono nei documenti scritti egiziani che si riferiscono ad un periodo molto più recente in cui
ci vengono descritte squadre di muratori, ci viene detto che per costruire edifici importanti, le tombe
dei re, le piramidi ecc., i muratori semplici hanno un capomastro, lavorano tot ore al giorno, quelli
si ce lo dicono ma sono cose molto più tarde, e sono edifici monumentali con maestranze
specializzate via Tirinto nel brand antico come vuole che le risponda, cioè non ne ho idea... in ogni
caso una struttura del genere presupporrebbe un'organizzazione democratica paritaria troppo
avanzata per i tempi. È una struttura di potere nell'età del bronzo antico in Egeo, oserei dire quasi
con progetto architettonico, ma non so dirvi che si tratta, se è economica, politica, democratica,
monarchica e non so neanche se è veramente un granaio, però è un esempio concreto che vi posso
fare per sospettare cosa doveva essere il potere in Egeo nell'età del bronzo antico. Chi
successivamente costruì il palazzo in quest'area probabilmente non sapeva manco cos'era questo ora
era stato tramandato fra il figlio, il padre, il nonno che li era il luogo in cui si depositava il grano o
oppure addirittura materialmente i muratori che hanno spalato la fondazione del palazzo spianando
il terreno hanno detto: " hi e che è questo? bah copriamolo e facciamoci il palazzo..." c'è un buco
cronologico. 1
Potere spazio nel Mediterraneo preistorico
Volevo proporvi alcune constatazioni che siamo riusciti a fare proprio negli ultimi anni di scavo a
Festosse e cioè fra il 2001 e il il 2002 nei livelli neolitici di Festosse, no e parleremo di questa
struttura circolare qui e di questa struttura rettangolare con accenni di divisori, siamo in periodo
neolitico una è circolare e l'altra è rettangolare... questo di Festosse è soltanto il neolitico finale
diciamo che siamo tra la fine del quinto e la prima metà del quarto millennio avanti Cristo grosso
modo l'insediamento di Festosse di età neolitica era già conosciuto agli scavi Levi, naturalmente si
trattava ogni volta i frustoli di muri o di fasi distruzione che giacevano in basso sopra la roccia
ovviamente, quindi grosse murature al di là di qualche ambiente non si andava, il 99,9% di questi
resti di muri erano tutti rettangolare, soltanto in questo posto qui che poi viene corrispondere ai
margini di quello che successivamente diventerà il cortile centrale del palazzo era stata individuata
una capanna circolare, che è unica in tutta Creta, cioè in nessun altro posto di Creta si conoscono in
età neolitica delle capanna circolari, continuava rimanere isolata, tra l'altro in questa capanna
circolare adesso siamo in grado di apprezzare meglio alcuni dettagli, c'era un livello base quello
proprio ricavato nella roccia con i vasi rimasti ancora in situ che era appunto di età neolitico finale,
poi si vedeva che c'era proprio uno strato di distruzione, una colmata su queste macerie, e a livello
più alto, mantenendo sempre il perimetro circolare del monumento, è stato fatto un pavimento del
periodo successivo, del periodo antico minoico...la divisione che vi propongo è la seguente:
pre-palaziale 3400- 2000
proto-palaziale 2000-1700
neo-palaziale 1700-1450/1420
post-palaziale 1420- 1200
Torniamo a questa nostra capanna, quindi noi avremmo in sostanza un livello subito sopra la roccia
che è neolitico finale, un abbandono, un rialzamento puro e semplice del pavimento quindi con i
contorni l'edificio rimasti in uso e un nuovo pavimento con materiale pre- palaziale, quindi questa
stranissima, particolarissima, unica costruzione con una pianta circolare sopravvive alla sua stessa
distruzione del periodo neolitico, questa è quello che ci interessa da un punto di vista simbolico,
dunque questa capanna è fatta così: metà del circolo è scavato nella roccia, quindi noi abbiamo solo
la roccia tagliata, lì dove la roccia era abbastanza alta, lì dove invece la roccia era bassa l'altra metà
è costruita in pietra, però minori abbiamo uno zoccolo non più alto di 35 40cm perché chiaramente
quando hanno costruito il palazzo non lasciavano la capanna circolare, probabilmente questa
avevano zoccolo il murature poi sopra era fatta in costruzione deperibile con argilla, frasche, legno
queste cose qui, quindi è strano che per un arco di tempo molto lungo continuino ad usare questa
struttura, tenete presente fra l'altro che questa capanna si trova in una posizione strategica della
collina, perché proprio sulla sommità di questa collina ed è a ridosso del cortile centrale, cioè del
cuore del palazzo, da questa parte qui invece che cosa abbiamo trovato nel 2001? Una costruzione
stranissima! Anche qui ci siamo dobbiamo arrabattare, guardate qui che miscuglio di muri ci sono,
uno sull'altro per cui a volte in cui erano così stretti che era difficile scendervi, abbiamo trovato un
lungo muro, diciamo che l'abbiamo seguito per almeno sette metri e mezzo è però non conosciamo
né il limite est né il limite ovest, quindi questo poteva continuare non sappiamo quanto, questo
lungo muro della uno spessore di 75 centimetri, aveva due facce regolari, con un riempimento più
irregolare al centro, a leva una altezza conservata di quasi un metro e settanta e alla parete aveva
ancora attaccato uno strato di argilla spesso circa 2cm che faceva in pratica da intonaco questo
muro, per dei motivi che vi risparmio vi dico che sicuramente questo edificio è del periodo neolitico
finale, cioè nello stesso momento della capanna circolare, non c'è dubbio che da un punto di vista
della monumentalità per quel pochissimo che vediamo questo edificio rettangolare doveva essere
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molto più monumentale e accurato, dicevo questo edificio rettangolare che tra l'altro da quel
pochissimo che abbiamo visto doveva avere almeno tre stanze sul lato sud e tre stanze sul lato nord
di questo enorme spina spesso 75 centimetri, quindi era per il neolitico una costruzione molto
curata, capite fine fa? Fa una brutta fine, nel senso che abbiamo visto che ad un certo punto
L'edificio viene rasato intenzionalmente tanto che la struttura che noi abbiamo trovato è conservata
tutta alla stessa altezza il che è impossibile se fosse avvenuto per un crollo naturale, mai un muro
crolla dritto! Non solo, ma sapete cosa c'abbiamo trovato dentro? Una specie di colata di
calcestruzzo, che cos'è la colata di calcestruzzo nel 3000 avanti Cristo? Questa colata di
calcestruzzo che i contadini locali o gli operai locali chiamano astracki è un conglomerato fatto di
argilla, pietre, calce, pezzi di frammenti, paglia, il tutto impastato in maniera da creare una malta
durissima, quando Levi che lo trovò in altri settori di periodi diversi si provò a scavare queste masse
di calcestruzzo dovette constatare che le punte dei picconi degli operai, picconi di acciaio,
praticamente dopo quindici giorni erano inservibili, sono andati a ribatterli, tanto era duro questo
muro, che motivo avevano di fare una malta di questo genere, tra l'altro vi devo dire che stiamo
facendo un po' di archeologia sperimentale, cioè abbiamo pregato i colleghi chimici di riprodurre
attraverso dei campioni che abbiamo dato, intanto di analizzare esattamente le componenti, e poi di
cercare di riprodurre soprattutto per capire se era una malta che loro dicono accanto al freddo, cioè
se a presa immediata bisogna buttare subito oppure diversamente, ma al di là di questi dettagli,
dicevo che almeno nell'area del palazzo dove lo trovò Levi, questo calcestruzzo aveva dato
giustamente l'impressione di costituire un modo sicuro ed elegante per riempire e colmare le rovine
del periodo precedente, cioè quando c'era stato un terremoto e a Creta grazie Dio ce n'erano tanti
che cosa si faceva ogni volta? Si procedeva a rasare ad una altezza voluta le rovine precedenti,
prima dentro questi ambienti, ex ambienti, ci si buttava naturalmente le rovine dei muri stessi, la
spazzatura, i vasi che non servivano più, ecc. dopo di che per colmare e arrivare all'altezza
desiderata si procedeva con questo calcestruzzo, quindi si creavano delle enormi piattaforme di
fondazioni sopra le quali poi si continuava a costruire; nel nostro caso noi avremmo trovato la prova
che questa tecnica del calcestruzzo che noi pensavamo fosse stata usata solo a partire dal 2000
avanti Cristo viene a retrodatarsi di quasi un millennio, il problema per noi è sapere se avesse avuto
già alla fine dell'età neolitica la stessa funzione di riempimento per piattaforma di costruzione o
dopo o se, e questa è la seconda ipotesi, non servisse semplicemente per sotterrare in maniera
ermetica e cancellare dalla faccia della terra qualche edificio che non si voleva più che si dovesse
vedere, capite l'enorme differenza tra una situazione all'altra? Nel caso di questo edificio
rettangolare noi abbiamo trovato in mezzo alla colata di calcestruzzo alcuni frammenti che sono dei
gli inizi del periodo pre- palaziale per fortuna per noi, quindi ci danno quello che chiamiamo il
terminus ad quem, cioè il momento esatto dell'impasto di questo calcestruzzo, quindi sappiamo che
l'obliterazione di questo grande edificio avviene agli inizi del pre- palaziale altrimenti detto antico
minoico primo, quello che non possiamo dire invece è che su questo edificio si costruì qualcos'altro,
su questo edificio minori non abbiamo trovato l'immediato niente, perché i muri che abbiamo
trovato su questo edificio sono abbastanza più tardi, sono di una fase molto evoluta del periodo pre-
palaziale, quindi la colmata e che gli inizi del pre- palaziale, una ripresa edilizia vera e propria e in
questo posto qui invece è molto più tarda, allora o per nostra disgrazia chi finalmente ha costruito le
cose che abbiamo trovato noi aveva deciso di cancellare tutto quello che ci stava prima e quindi s'è
portato anche gli edifici che potevano essere fatti subito sopra la colmata oppure più probabilmente
dobbiamo dedurre che una nuova costruzione su quell'edificio non ci fu... allora fra le due ipotesi
che vi proponevo ci conviene forse scegliere la seconda cioè che il calcestruzzo in questo caso
servisse per obliterare, per fare scomparire una struttura, questo diviene quello che potremmo
chiamare con termine latino una dannatio, una condanna, cioè un edificio viene condannato a non
esistere più. Una dannatio memorie. Allora, se fosse vera questa ipotesi, guardate che io sottolineo
sempre se, se l'ipotesi è questa vogliamo provare a vedere insieme alla capanna circolare e questo
edificio qui, considerando anche che questa capanna sta sulla sommità della zona del cortile
centrale del palazzo e questo muro sta invece al di fuori, semmai a ridosso di un altro piazzale ma
esterno al palazzo... vi ricordo che nella capanna c'è solo un riempimento semplice... intanto come
primo dato hanno una pianta differente... (l'unica capanna circolare di tutta Creta, vi pare niente? )...
e forme diverse di edifici ovviamente designano funzioni diverse .... E se si trattasse di una faccenda
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del tipo guelfi e ghibellini? E che proprio da questa differenziazione traessero un motivo della loro
identità? Noi siamo i tondi e noi siamo rettangolari... nella capanna è stato trovato anche il pre-
palaziale nell'edificio rettangolare no... queste stata ricostruita e con è rifatta mantenendo la sua
pianta, questo è stato sepolto, finisce e basta ... potrebbe essere un punto di riferimento simbolico di
un gruppo che continua a rifare lo stesso tipo di modello e lo stesso tipo di pianta... vi devo dire,
anticipandolo, che una tendenza di studi oggi per spiegare anche i palazzi come vedremo parla
molto spesso di Factiones ossia fazioni e di Competissions, competizioni, ovvero di competizione
fra queste fazioni... e forse per dimostrare che chi era più potente comunque ha perso e chi era più
povero comunque ha avuto la forza di obliterare, di cancellare chi prima era più potente ... sotto il
pavimento e neolitico, sopra c'era un rifacimento in terra battuta e si trova materiale pre- palaziale,
nella capanna circolare c'è un riutilizzo classico per cui prima si livella lo strato di distruzione è
sopra si fa un nuovo pavimento sempre con lo stesso tracciato... in ogni caso non vi è dubbio che vi
fosse una forte volontà di cancellarlo ma bisogna vedere se questa volontà l'avevano i padroni stessi
nell'edificio rettangolare che avevano detto non ci piace più ne vogliamo fare uno più grande dopo
di che non riesco ad attuare questo loro programma e... lì non c'è niente! I vasi che si trovano
all'interno alla capanna e i cocci che si trovano all'interno dell'edificio rettangolare sono gli stessi,
quindi è un tipo di cultura uguale, non è che diciamo loro facevano la ceramica rossa loro facevano
la ceramica nera no, la cultura materiale è identica, quindi questa competisions, questa emulazione è
all'interno di un unico gruppo sociale, gruppi di famiglie, non lo so con uno stregone, uno sciamano
A e uno sciamano B, comunque io non ho altro modo per interpretarlo... poter persuadere un poco
gli scettici vi faccio una seconda puntata... che secondo me è completamente legata a questo, a
questo fatto, ma che riguarda il centro di Haghia Triada, io li considero in maniera unitaria, non solo
perché questi centri sono scavati costantemente dagli italiani e in estate ci andiamo noi, ma perché
distano meno di due chilometri in linea d'aria, quindi è una stessa realtà geografica e sono
assolutamente complementari, infatti la formula che abbiamo trovato, escogitato per capire la storia
di questi due centri è "complementarietà dei luoghi", perché questi luoghi di Festosse e Haghia
Triada sono complementari nel senso che in un periodo in cui è forte un centro in genere è
subalterno e debole l'altro e viceversa, cioè il controllo territoriale si esercita in periodi alterni, ma
di questo parleremo in dettaglio poi quando faremo le strutture palaziali.
Questa è Haghia Triada e vi faccio vedere adesso quest'area qui con questo muretto circolare in
color prugne, questo è un pianoro sul quale poi è stato costruito l'edificio più importante di età
minoica che sarebbe la cosiddetta villa, quindi ancora volta siamo in una zona diciamo strategica
dell'insediamento, mentre a Festosse abbiamo un grande insediamento di carattere neolitico seppure
fatto di mozziconi di muri qua e la con anche diverse fasi... finora ad Haghia Triada non è stato
trovato un solo coccio neolitico nonostante disti due chilometri da Festosse, e questo è un primo
motivo di perplessità, in quest'area qui che vi ho mostrato in tratteggio, di recente,... avevo scavato
negli anni 70 un grande scarico, anzi così l'avevo interpretato perché mi pareva un immondezzaio,
con tantissimo materiale dell'AMI, rivedendo poi in dettaglio questi materiali la Simona Todaro per
pubblicare l'esposizione dello scavo s'è accorta che tra questa cosiddetta spazzatura c'erano per
esempio dei resti di modellini di case, c'erano per esempio larghissimi strati in genere, c'erano i resti
di tante pentole tripodate, c'era il resto alla base di alcuni vasi certamente di vino, delle macchie
rossastra che sono poi stati identificati con vino, in poche parole ha, credo giustamente, identificato
in quello scarico non un semplice immondezzaio ma il resto di un banchetto, di un grande banchetto
comunitario con consumo di carni, con mescite di vino, banchetto che deve essere stato così
importante che ha determinato l'accumulo di tutto quello che era servito per il banchetto, dai vasi
che sono stati rotti apposta e che non abbiamo ricostruito quasi per intero, ai pezzi delle ossa, alle
ceneri del fuoco ecc. in maniera da creare una specie di montagnola molto bassa che poi è stata
circondata da un muro di due filari molto basso curvilineo che serviva proprio per bloccare la terra
ed evitare che questi resti del banchetto si disperdessero, in quest'area qui vedete che poi nei periodi
successivi non è più stato costruito niente, questa esistenza, soprattutto dei modellini, ha orientato
per capire di che genere di banchetto si trattasse, perché i modellini a che cosa vi fanno pensare? È
un rito di fondazione del sito, un gruppo di persone all'inizio dell'antico minoico primo decine di
occupare la collinetta di Haghia Triada, fa questo grande rito cumulativo e come da canoni religiosi
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rituali evidentemente seppellisce e ricopre tutto quello che era servito per la consumazione del
banchetto, adesso spiegatemi questa strana coincidenza cronologica, all'inizio dell'antico minoico
primo viene impastato il calcestruzzo che obliterare il grande edificio rettangolare, agli inizi
dell'antico minoico primo si attua, si crea, questo rito di fondazione nella vicina Haghia Triada,
probabilmente i vincitori... secondo voi i vincitori di Festosse avrebbero permesso impunemente ai
perdenti di andare a due chilometri a costruire un edificio, un insediamento che magari sarebbe
potuto divenire così forte e potente da dargli poi fastidio? Mi pare una cosa un po' insensata. Quindi
io sarei piuttosto pensare che sono i vincitori, cioè diciamo la fazione della capanna circolare visto
che ci siamo esprimendo in questo modo, che ad un certo punto proprio per codificare la sua vincita
umilia la fazione nemica obliterando l'edificio e dall'altro addirittura siccome è in un o o momento
di forte espansione va a fondare un nuovo insediamento. In ogni caso l'insediamento coevo a questa
mangiata noi non lo abbiamo ancora trovato, però sono stati trovati dei vasi dello stesso periodo
interi nella zona delle tombe, quindi vuol dire che qualcuno ci stava.
Andiamo adesso in generale il periodo pre- palaziale, che cosa sappiamo noi delle strutture di potere
di questo periodo? Di questo periodo noi conosciamo soprattutto e meglio le tombe... e le
conosciamo nella zona di questa pianura, nella parte meridionale di Creta che è chiamatala Messarà,
cioè la terra di mezzo, e nella quale stanno appunto Festosse e Haghia Triada, tra la pianura
propriamente detta e le pendici di monti che stanno a sud cioè i monti Arterusia, sono state trovate
una sessantina di tombe tutte circolari, queste sì, capanne niente ma tombe tutte circolari che
vengono impropriamente chiamate tombe a Tholos, più giusto sarebbe dire tombe circolari del tipo
Messarà, perché voi dovete sapere che la tomba a Tholos costruita è propria invece della civiltà
micenea del continente diciamo dal, prima si pensava dal tardo Elladico terzo adesso se visto che ci
sono delle tombe anche del tardo Elladico I... perché le tombe della Messarà vengono considerate a
Tholos? Intanto vi devo dire che nessuna delle tombe della Messarà è stata trovata completa fino al
testo, quindi la copertura vera di queste tombe noi nemmeno la conosciamo, nei filari conservati che
nella migliore delle ipotesi si aggirano fra i 70 e il metro e 20, metro e 30... noi abbiamo già visto
una parvenza di curva, cioè si vede un attimo che questo muro tende a incurvasi verso l'interno, i
blocchi sono molto meno regolari, anzi qualche volta si tratta proprio di pietre appena abbozzate
con delle zeppe più piccole, allora i sostenitori dell'esistenza della volta di pietra pure nelle
antichissime tombe pre- palaziali, dicono "vedete siccome curva già in basso questo muro,
dobbiamo pensare che curvasse pure in alto, e poi è caduto e non l'avete potuto trovare..." qualche
altro ha detto "questa storia non è possibile perché soltanto una tecnica con blocchi regolari
assicurava la perfetta corrispondenza dei blocchi, non li faceva muovere ecc. può permettere di
salire regolarmente fino alla chiave di volta, una muratura con zeppe, pietre abbozzate ecc. non
avrebbe mai permesso di salire completamente, quindi una curva piuttosto dolce in basso si può
fare, ma curva alta non si può fare per chiudere la cupola; quindi la parte alta deve essere stata
invece in materiale deperibile, per esempio anche intelaiature di canne con argilla ecc. e addirittura
doveva essere sollevata e ogni volta che si mettevano dentro dei nuovi morti" perché dico questo?
Perché le porte di queste tombe che sono sempre orientate ad est, quindi c'è chiaramente una
prescrizione ora a rituale, è che si conservano proprio con le due ante laterali e diciamo con
l'architrave non superano mai il metro di altezza cioè non solo tali da consentire ad una persona
normale a che meno che non sia un nano da circo equestre di entrare attraverso queste porte. Allora,
dicono quelli che non credono l'esistenza della Tholos costruita "quelle porte sono solo simboliche,
non per niente sono sempre messa ad oriente, la deposizione morti vera e propria avviene
sollevando il coperchio e buttandoceli dentro", non sarà stata una cosa molto igienica ma avveniva
così... buttare magari no, forse ci scendevano con delle scalette di legno... devo dirvi che in un caso,
per esempio nella tomba di Kamilari, lo strato superiore è stato trovato interamente formato da
pietre di crollo, proprio coprivano tutto il giro della tomba, questa situazione aveva portato acqua al
mulino della volta costruita, perché si diceva "vedete, perché non dev'essere costruito se le pietre
sono tutte qua.. Sono crollate e quindi a volta costruita..." ma anche lì qualcuno si opposto dicendo
delle che le pietre non stavano in piedi ecc. una soluzione diciamo di ripiego che probabilmente è
anche la più veritiera è quella che queste tombe fossero con una volta costruita e che però all'interno
avessero una intelaiatura di legno che aiutasse a sostenere la volta, quindi con queste travi curve che
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creavano l'ogiva, con questi legni, si poteva arrivare a coprire... finito questo dettaglio e aggiunto
che queste tombe hanno un del diametro che varia tra i 4,5, qualche volta anche dodici metri,
dobbiamo anche dire che in diversi casi le tombe si trovano accostate l'una all'altra, nel caso di
Haghia Triada purtroppo ne abbiamo una sola... può darsi all'altra fosse vicino al fiume ma non
l'abbiamo beccata... allora, tombe vicine usate esattamente nello stesso periodo e questo deve farci
riflettere, ora dobbiamo chiederci perché , poi tombe usate per molti secoli, perché all'interno di
queste tombe noi riusciamo a seguire sulla base dei materiali intanto che i morti più antichi vengono
progressivamente spinti verso il perimetro estremo della tomba, può vediamo che ad un certo punto
proprio quando questa tomba si riempie, si procedeva a creare uno strato di sabbia, sabbie di fiume
o di mare, che in pratica aveva il potere di azzerare la situazione dei morti e su questo strato sterile
di sabbia si cominciavano a deporre nuovi morti con dei corredi che nel frattempo per nostra fortuna
erano cambiati perché di un periodo diverso; un'altra uno caratteristica di queste tombe sono i
cosiddetti annessi, cosa sono gli annessi? Se voi guardate questa tomba qui, vedete che proprio in
corrispondenza della sua porta ci sono tante stanzette di dimensioni regolari appiccicate al giro della
tomba e che praticamente ostruiscono addirittura l'ingresso... queste stanzette sono chiamate annessi
, con l'arrivo dei palazzi queste tombe già non si costruiscono più ci sono solo delle rarissime
eccezioni, per esempio una di queste è Kamilari che viene costruita al tempo dei primi palazzi,
l'equazione più rozza è tomba circolare del tipo Messarà = pre- palaziale, queste stanzette che si
chiamano annessi nel caso di Messarà, nel caso di Haghia Triada sono un po' più recenti, però ci
sono altri casi in quella sessantina di tombe che vi ho citato in cui gli annessi sono già del momento
iniziale della tomba, a cosa servono a questi annessi? Sono luoghi nei quali depongono dei vasi per
offerte, anzi quasi certamente, dei vasi che erano serviti per fare delle libagioni nei pressi della
tomba da parte dei vivi, i quali poi non se li portavano più a casa ma li lasciavano in questi annessi
perché oramai erano dedicati ai morti, col passare del tempo, cioè man mano che la tomba si andava
riempiendo, succedeva pure questo: che con un po' di ossa vecchie, antiche della tomba, venivano
scaricate in questi annessi, cioè diventavano osteoteche, ossari, quello che volete voi, allora nel caso
di Haghia Triada ne abbiamo alcune ancora tutte piene di vasi, altre invece no. Negli annessi non
facevano riempimenti di sabbia, ad un certo punto l'abbandonavano punto e basta. Che cosa
troviamo l'interno di queste tombe, e qui cominciano ad entrare nel merito delle persone che ci
potevano essere seppelliti, oltre ai vasi naturalmente di cui non c'importa niente perché non ci
dicono molto, troviamo degli status Simbol, troviamo dei pugnali di rame, a volte talmente sottili
che al massimo ci scuoiavano un agnellino, certo non potevano essere usate veramente come armi,
quindi sono veramente uno status Simbol, ci troviamo dei sigilli, anche d'avorio, con delle impronte,
sapete che il sigillo è la firma in un momento in cui non si sa scrivere, ognuno ha la sua impronta
ecc., troviamo una serie di vasi di pietra, di argilla, quindi che richiedono una lavorazione maggiore,
troviamo delle statuette di pietra o d'avorio addirittura, quindi diciamo che abbiamo corredi più
ricchi e corredi meno ricchi, e che gli indicatori dei corredi più ricchi sono sicuramente almeno il
pugnali di rame e i sigilli. Come è organizzata quindi una comunità pre- palaziale della Messarà a
Creta che ha delle tombe usate per secoli, che ha in qualche caso 2 tombe l'una accanto all'altra
usate tutte due per secoli, che ha all'interno dei corredi degli elementi di distinzione? Cioè che tipo
di gruppi sociali intravediamo dietro questo stato di cose? Ovviamente un clan! Quindi la struttura
sociale più probabile di questo periodo pre- palaziale in quest'area di Creta rimane quella dei gruppi
di clan, i quali ovviamente devono aver ognuno la sua tomba e ogni clan ha i suoi elementi
distintivi, quindi ha i suoi pugnali e i suoi sigilli.
A capo del clan c'è un capo clan. Nelle tombe della Messarà non vediamo l'oligarchia, possiamo
solo sospettare che stia cominciando un processo nel quale i singoli elementi riescono a diventare
più ricchi degli altri, e quindi loro e le loro famiglie, ma non la presenza di un'oligarchia, perché
come vedremo questo sarà il passo successivo; come diceva capo del clan è il capo clan il quale può
essere il più vecchio, il più saggio, di più forte, quello che ha più poteri sciamanici, quello che è più
ricco, non lo sappiamo, cioè deve avere un elemento distintivo che è riconosciuto, che sia
riconosciuto da tutti gli altri ovviamente... allora, l'esistenza di 2 tombe vicine non ci riporta sempre
in quel famoso binomio delle Factiones e delle competisions che già abbiamo tirato fuori dalla fine
dell'età neolitica o no? Io direi di sì, quindi queste competizioni sociali all'interno dei gruppi
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dell'antico minoico ci sono. E noi purtroppo abbiamo per ora, diciamo solo l'aspetto funerario,
perché come la situazione negli insediamenti? La situazione negli i insediamenti è molto lacunosa
perché purtroppo lì dove abbiamo le tombe in genere non abbiamo lì insediamenti, viceversa dove
abbiamo gli ho insediamenti non siamo sicuri di avere le tombe a Tholos, quindi la cosa più ovvia
mi pare che all'interno dell'insediamento ci siano ancora una volta i bianchi e neri; a Festosse per
esempio dove avremmo qualche casa in più del periodo antico minoico finora una tomba non è stata
trovata, non è stato identificato il cimitero; il miglior abitato che si conosca di questo periodo sta
nella costa sud vicino alla zona moderna di Ierapetra e si chiama Mirthos. A Mirthos non si vede
alcuna casa, intanto separato alle altre, e poi che fosse stata molto più grande di altre come unità
abitativa, questo vuol dire che l'eventuale capoclan quando poi andava a dormire a casa sua, aveva
una casa uguale a quella degli altri, cioè non esisteva un edificio del potere in quanto tale, non
esisteva la casa del capoclan, ma c'era una struttura tutto sommato egalitaria quale è se ci riflettete
bene quella dei clan perché le famiglie si aggregano in maniera paritetica se ci sono rapporti di
sangue, certo ci sarà quello col parente povero, quello col parente un po' più ricco ecc. però diciamo
che ufficialmente c'è una condizione paritaria, quindi, in questo stesso insediamento noi abbiamo
una struttura, un vano, che aperto proprio sul davanti lì dove c'è lo spazio libero, all'interno del
quale è stata trovata una banchina che è stata interpretata come altare e una statuetta di divinità
femminile che potrebbe essere appunto la statuetta della divinità, sapete che la dea più importante
del Pantheon minoico è una dea femminile, questo ha fatto pensare alla esistenza, diciamo con
molta cautela, di un culto civico, comunitario, cioè quasi che tutti gli abitanti dell'insediamento
indipendentemente dai clan e dall'appartenenza avessero diciamo uno spazio sacro comune nel
quale si riconoscevano tutti con questa dea minoica; quindi vedete che ancora una volta in questo
momento pre- palaziale la sfera più evidente per noi rimane quella religiosa. Con questo discorso
arriviamo grosso modo fino al 2300- 2200 avanti Cristo cioè facciamo per gli specialisti tutto
l'antico minoico I è tutto l'antico minoico II e l'antico minoico III. Nel MMIA succede qualche cosa
di diverso, cioè noi passiamo veramente dai clan alle oligarchie, oligarchie che sono di diverso tipo;
possono essere oligarchie religiose, oligarchie economiche, e perfino oligarchie artigianali; vi
anticipo subito per chi non lo sapesse che palazzi nascono nel MM1B, quindi con questo MMIA
siamo proprio alla vigilia di questo enorme fungo poi che esplode e che sono i palazzi che vedremo
in dettaglio. Per l'oligarchia religiosa mi fermo addirittura ad Haghia Triada e vi faccio vedere... ci
troviamo sempre nell'area della necropoli, quindi questa nostra oligarchia religiosa si esercita nella
sfera funeraria, ... questa è la tomba con le annessi, questi annessi come giustamente diceva lei sono
del MMIA... in questa zona della tomba c'è questo gruppo di dieci stanzette scavate già agli inizi del
secolo da Federico Halberr che vengono chiamate le camerette a sud della Tholos, questi sono gli
annessi, queste sono le camerette a sud della Tholos, le cose sta una questo punto quanto poi
abbiamo continuato a scavare noi, che cosa abbiamo trovato? Una cameretta molto antica questa
blu, ma abbiamo trovato tre camerette rosse una accanto all'altra e dietro queste camerette e altri
muri che vi risparmio più questo enorme scarico in cui abbiamo recuperato più di 250 vasi interi, o
rotti comunque ricostruibili con poche tipologie, erano soprattutto scodellini acromi che
equivarrebbero ai nostri bicchieri di plastica, erano soprattutto le brocchette per versare ed erano i
piattelli, abbiamo poi contato e abbiamo visto che ad ogni brocchetta o corrispondono cinque
scodellini perché questa era un'unità chiusa e un piattello, quindi abbiamo potuto ricostruire quel
che chiamiamo i set per cui c'era diciamo un gruppo almeno di cinque persone che aveva una sola
brocchetta e ci attingevano in cinque per questa cerimonia, ma la cosa più importante è che sotto
queste tre camerette abbiamo trovato un muro sul quale le camerette sono piazzate e l'abbiamo
chiamato il muro dei betili; pietre più o meno irregolari piazzate apposta verticalmente nel terreno.
Quello che voi vedete disegnato è quel pochissimo del resto del muro nella sua fase, quanto basta
per dire che questi betili erano incastrati, murati, dentro questo muro, sono massi che hanno un
valore simbolico, l'interpretazione più accreditata è che si tratti di una versione aniconica della
divinità cioè senza immagine; altre interpretazione più particolari invece collegano l'idea del fallo e
della fertilità, ma sono così irregolari che il fallo mi sembra eccessivo; betili se ne conoscevano altri
a Creta ma non così antichi, i nostri sono diventati più antichi, e si conoscevano soprattutto in
contesti o di città per esempio a Gurnià sono al crocicchio di due strade o dentro santuari; in zona di
cimitero, di tombe, non erano mai stati trovati, che cosa vuol dire? Tenete presente che questi betili
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sono stati ritenuti così importanti che poi chi ha costruito le tre camerette rosse di sopra sfruttando il
muro dei betili come fondazione si è guardato bene dal toccarli, li ha preservati e li ha inglobati nei
muri delle camerette, anche se non c'entravano niente perché erano dei massi più grossi che quindi
venivano fuori dalla linea delle strutture delle camerette, quindi le ha volute assolutamente
risparmiare, e questo è il momento delle tre camerette... poi è successa un'altra cosa ancora più
straordinaria, che quando queste camerette sono state abbandonate, quando il grande deposito 250 è
stato coperto e non si vedeva più niente, in questa fase qui blu è stata costruita qua una cappelletta,
una cappelletta che aveva, vedete nella seconda pianta, un pavimento di lastre, aveva al centro una
piccola tavola d'offerta, che è quella lastra con tutti quei buchini, con quelle piccole cavità lì al
centro, naturalmente le dimensioni non si possono ricostruire per intero, vedete com'è ridotta... e
che fa questa cappelletta?, ingloba a sua volta per la seconda volta i due betili; vi devo pure dire
che, per quel che riguarda la cappelletta, vedete che il fondo della cappelletta sta a sud dei betili
perché qui il muro è conservato e si vede, e sappiamo benissimo che si entrava dalla parte opposta
perché ad un certo punto delle lastre c'è addirittura un gradino, quindi si andava prima ad un
pianerottolo, poi c'era un gradino, poi si andava verso la tavola d'offerta e in fondo c'era il muro di
limite della cappelletta. Questa cappelletta qui è del periodo medio minoico II, di un momento
avanzato della fase aurea del primo palazzo, quindi abbiamo un muro dei betili che si colloca
all'inizio del medio minoico primo a, poi c'è il tempo di costruire le tre camerette rosse, si scaricano
tutti quei vasi frutto delle libagioni perché ovviamente ormai non andavano più nelle camerette
vengono buttate dentro un fosso e coperte, poi si costruisce questa cappelletta lastricata. Adesso
andiamo a riflettere su che cosa può significare da un punto di vista delle strutture del potere
religioso, riflettiamo un attimo su che cosa può significare un muro dei betili, chi ci può stare dietro
e che cosa ci dice in definitiva da un punto di vista dell'organizzazione... delle strutture religiose...
se andate a vedere la collocazione del muro dei betili rispetto alla tomba e se riflettete sul fatto che i
betili si trovano sistemati lungo la faccia più lontana, vi rendete conto che si tratta di una struttura
tra virgolette che non era un semplice annesso, questo è un segno religioso preciso, una struttura
religiosa; diciamo quindi rispetto agli annessi e alle camerette qui c'è un salto di qualità, qualcosa di
più complesso dal punto di vista della religione... si tratta della soglia ideale che segna un la
divisione fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti e io vengo a fare davanti a questa soglia i miei
sacrifici, io non passo la soglia perché io sono vivo, ma pace in essere felice voi vasi di vada postale
o nelle camerette o negli annessi o quando non c'è più posto lì butto nel fosso è poi ricopro, se siete
d'accordo su questo noi avremmo per la prima volta l'impiego del betile nella sfera funeraria e
l'esistenza di una vera e propria struttura, questo non è un betile isolato, sono due betili che secondo
me suggeriscono l'idea di una soglia e allora che ci siano sulla faccia più lontana della tomba ha un
valore, ha un significato, proprio perché delimitano meglio così la soglia invalicabile da parte dei
vivi; proviamo a capire ora la faccenda della seconda fase... mentre il muro dei betili è concepito
per guardare verso la tomba, questa cappelletta intanto è concepita esattamente per l'opposto, per
dare le spalle alla tomba, perché se si entra da nord chiaramente si danno le spalle alla tomba,
questa tavola d'offerta che si trova comunissima nei palazzi ci dice che è avvenuto un cambiamento
di destinazione, i betili non si è ha avuto il coraggio di rimuoverli perché erano un tale segno sacro
che nessuno si è potuto permettere però il loro significato non è più di tipo funerario è di tipo
diverso deve essere un culto diverso che ora è controllato direttamente dai palazzi, tant'è vero che la
tavola d'offerta che si trova dentro è uguale a quella che si trova dentro i palazzi; quindi il palazzo,
nella fattispecie quello di Festosse, perché ad Haghia Triada non c'è alcun palazzo, decide a un
certo punto che la sfera funeraria in quella zona va abbandonata, i betili però non possono andare
perduti, si costruisce una cappella che ha altre funzioni, che segna ben altra liturgia di tipo palaziale,
non più funerarie e la tomba non viene più utilizzata. C'è un solo vaso, e quindi un solo corredo
dentro la tomba Tholos che è dello stesso periodo della cappelletta, uno solo... questo potrebbe
voler dire che un personaggio particolarmente importante e al limite molto tradizionalista avesse
deciso di farsi seppellire nella tomba dei due suoi bisnonni e che in occasione di questo
seppellimento potesse essere avvenuto anche il cambiamento, il recupero di questi betili e la
creazione della cappelletta, non è detto però che sia proprio un motivo di causa ed effetto, quello
che è sicuro è che questa cappelletta religiosa non è più il muro dei betili, che cosa vediamo questo
punto dietro la struttura del muro dei betili, a questo punto vediamo si dei sacerdoti che gestiscono
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questa struttura, non dico che regolano il traffico perché sarebbe troppo, ma che gestiscono questa
struttura e il rapporto con le tombe, questi gruppi di sacerdoti costituiscono quindi adesso
un'oligarchia, oligarchia che poi diviene evidentissima quando addirittura si fa cappella che
abbisogna a maggior ragione di sacerdoti che gestiscano questa cappella, mi pare poi che anche il
numero di vasi, 250 solo nello scarico che abbiamo trovato noi, ma c'erano primissime sia alle
camerette di Halberr che agli annessi, questo ci dice che il numero dei riti che era tanto, la
partecipazione era tanta, che anche da questo punto di vista era opportuno supporre l'esistenza di un
elite religiosa che a me comunque già sulla base del muro dei betili appare sufficiente.
Per restare sempre nello stesso territorio di carattere religioso vi cito una stazione, un insediamento
che si chiama di Paterikies che sta esattamente a mezza strada tra Festosse e Haghia Triada, quindi
insomma tutti e tre questi centri sono in un fazzoletto di terra visto che abbiamo detto che fra
Haghia Triada Festosse sono due chilometri in linea d'aria , in questo Paterikies è stato fatto soltanto
qualche saggio non quindi uno scavo intensivo, sono stati trovati resti di stanze del periodo dei
primi palazzi e presso queste stanze è stato trovato uno scarico con tantissima ceramica, per
parecchio anche ricostruibile, la quale ceramica è rappresentata quasi esclusivamente da un solo
tipo di vaso che chiamiamo convenzionalmente teiera perché ha un becco piuttosto lungo con un
manico dietro che serve per versare; è una forma di vaso che appare allora per la prima volta, la
quantità degli elementi scavati in questo settore ammontava a più di 200 becchi, le teiere intere sono
molto meno, ma siccome ad ogni becco corrisponde una teiera, ora questa quantità di vasi appare
nettamente spropositata per un centro piuttosto piccolo come Paterikies, l'ipotesi che le aveva dato
Doro levi è che si trattasse di uno scarico di una bottega da vasaio cioè che una partita di vasi andata
a male guarda caso di teiere poi non vendute o che so io fosse stata per disperazione dei proprietari
buttata lì vicino; cosa non funziona in questa ipotesi dello scarico formulata dal Doro levi? Questa
incredibile uniformità, pensare che questi vasai facessero soltanto le teiere non sta né cielo né in
terra, quale può essere un'ipotesi alternativa? Uno scarico religioso, un bothros come si dice alla
greca cioè una grande fossa votiva nella quale veniva buttato quello e quel solo vaso perché ad una
determinata cerimonia serviva solo quel vaso, quindi una specializzazione nel campo della sfera
religiosa che ancora una volta ci porta verso l'oligarchia, attenzione questo vaso particolare, questa
forma così strana, richiama anche l'eventuale contenuto che doveva presumibilmente consistere in
lei gli infusi, quindi cerimonie alle quali un solo tipo di liquido finiva dentro una sola forma di vaso
e se questo tipo di liquido era fatto dalla mentuccia si pone il problema di procurarsi delle quantità
di mentuccia che prima non servivano, quindi la sfera religiosa fa da traino, per l'indotto cosiddetto
perché intanto i vasai devono imparare a fare sempre solo quella forma e ci andiamo avvicinando
alla specializzazione artigianale e poi persone devono andare sui monti per raccogliere quantità
della materia prima, allora mi pare che anche Paterikies porti verso questa oligarchia religiosa.
Quindi a due passi dal palazzo di Festosse in un momento precedente noi abbiamo sia ad Haghia
Triada sia a Paterikies l'esistenza di oligarchie religiose. Gli altri esempi che vi avevo proposto
riguardavano uno una casa ovoidale che si chiama la casa di Chamesi che si trova nella zona di una
collinetta molto bassa a sommità molto stretta e l'intera sommità è occupata da una costruzione
elisssoidale che è divisa all'interno da una serie di stanzette e che ha al centro un bel pozzo di pietra
che serviva per raccogliere l'acqua che serviva agli abitanti e tutto attorno non c'è niente, quindi
nessun insediamento, una singola casa isolata che possiamo senz'altro chiamare fattoria che vive e
evidentemente con il controllo sia dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame e del territorio
circostante, quindi nel MMIA abbiamo un grosso massaro sono uno che vive con la sua famiglia da
solo in campagna in una costruzione che si adatta perfettamente all'andamento del terreno con degli
spazi che probabilmente sono destinati a fienili, altri a tenerci animali dentro, il quale vive con delle
attività primarie, quindi che accumula da un punto di vista economico con questa attività primarie, è
un modello diverso di quest'economia che ha in comune soltanto la cronologia MMIA; si tratta di
un potere economico fondiaria. Un altro centro sempre nella Creta orientale si chiama Haghia
Fotià, in questo insediamento si vede un unico complesso rettangolare articolato all'interno in una
serie di camerette che ha come una cinta di difesa, sta praticamente sul mare quindi è soggetto
eventualmente minacce esterne, poi su questo insediamento si sistemano delle costruzioni circolari
più tarde ma questo non ci importa, all'interno di questo insediamento è stata raccolta poca quantità
2
ceramica, alcune di queste ceramiche sono state ritenute addirittura tipiche della zona della Messarà
e della produzione di Festosse e di Haghia Triada tanto che la scavatrice si è chiesta se per caso
gruppi di persone, di emigranti tra virgolette, provenienti dalla Messarà, perché evidentemente il
mercato lì espelleva, fossero andati a stare nella costa nord dell'isola, ma a parte questo dettaglio
perché la ceramica può pure viaggiare per i fatti suoi per i commerci non c'è bisogno che si spostino
gli uomini, c'è che all'interno di questo insediamento è stata raccolta una quantità impressionante di
macine, macinelli, trituratori cioè tutti strumenti di pietra, la particolare pietra vulcanica dura
naturalmente perché per fare queste cose ci vogliono delle pietre particolari, cioè oggetti che sono
sicuramente di gran lunga superiori alla eventuale esigenza degli abitanti di questo sito, la cosa più
probabile è che questa fosse una oligarchia artigianali: è il contraltare rispetto alle teiere di
Paterikies! Probabilmente, visto che stavano sul mare, potevano gestire fare in serio una produzione
industriale e commerciare sia all'interno sia all'esterno di Creta; quindi abbiamo visto il passaggio
da una società indifferenziata verso strutture più articolate. Un ultimo dettaglio; già in questo
momento pre- palaziale cominciano a sorgere i cosiddetti santuari delle vette, vicino a Cnosso, ad
Arkanes, o ad Aldemostia, ma non è un vero e proprio santuario delle vette, sono luoghi di culto in
genere all'aperto in cui quindi come strutture nella migliore delle ipotesi si trovano dei muri di
terrazzamento che delimitano appunto delle terrazze nelle quali si mangia e si beve e si
seppelliscono, si depongono delle offerte che possono essere vasi, possono essere statuine, possono
essere oggetti di bronzo, possono essere vasi di pietra, possono essere vasi di pietra con iscrizioni in
lineare a; quindi si celebrano dei culti all'aperto, questi santuari all'inizio sono molto pochi e
diciamo abbastanza lontani da quelli che poi diverranno i centri palaziali quindi sono espressione di
religiosità che noi diremmo popolare, soprattutto di pastori e di altri disgraziati che già per i fatti
loro dovevano stare sulla vette e quindi per tenersi buono il dio della tempesta che proteggesse le
pecore andavano a fare di questi sacrifici per i santuari, ve li sto anticipando adesso perché vedremo
col passare del tempo come questi santuari che originariamente sono appunto espressione di pietà
popolare spontanea non irrigimentata appartenente alle classi più umili ad un certo punto diventano
strumenti di controllo territoriale da parte dei palazzi che ne fanno proprio degli indicatori, dei
marcatori di controllo, cioè di controllo di un territorio. 2
Potere spazio nel Mediterraneo preistorico
Che cosa è un palazzo? Un palazzo molto semplicemente è un edificio complesso il quale si articola
attorno ad un cortile centrale, quindila conditio sine qua non affinché si possa parlare di palazzo è
che ci sia un cortile centrale, vedrete che addirittura in tempi recenti si è affermata una nuova
prospettiva la quale tenderebbe addirittura ad abolire il termine palazzo e a sostituirlo con il termine
court ound(?) Cioè struttura con il cortile proprio per puntare soprattutto questo elemento, attorno a
questo cortile centrale, come vedremo, si articolano una serie di quartieri, gruppi di vani non tutti
simmetrici tra di loro che svolgono diverse funzioni, le dimensioni dei palazzi sono abbastanza
varie, diciamo che il più grande è senz'altro quello di Cnosso, andiamo intorno ai 17.400 metri
quadri di estensione, Festosse è praticamente la metà, ancora meno, 8300 metri quadri, 9800 Mallia,
non è casuale che la tradizione greca collegasse in ognuno di questi tre palazzi che poi erano in più
importanti tre figure mitologiche e che considerasse queste figure imparentate, cioè Minosse a
Cnosso, Radamante a Festosse e Sarpedonte a Mallia; da dove viene il tipo del palazzo minoico? La
risposta è molto semplice, è l'ambiente Mesopotamica che da l'input, l'edificio che più somiglia ad
un palazzo minoico è quello di Mari pressappoco contemporaneo, e tuttavia dobbiamo dire che a
parte il cortile centrale il palazzo minoico si differenzia profondamente per quanto riguarda
l'articolazione dei quartieri, per cui possiamo pensare ad un'elaborazione originale minoica pur con
un modello che era arrivato dall'esterno, cioè c'è stata una rielaborazione locale del tipo del palazzo.
È significativo che il modello venga dalla Mesopotamia e non dall'Egitto che pure era un'area
altrettanto civilizzata e di antichissima data e nonostante Creta avesse relazioni anche con l'Egitto,
quindi c'è una precisa scelta del tipo, cioè hanno voluto questo modello perché rispondeva già ad
alcune esigenze che verranno dopo.
Nell'architettura noi troviamo delle esperienze puramente tecniche, come si è in grado di costruire,
come si lavora la pietra, come si creano le murature, come si creano i soffitti, come si fanno le
intelaiature lignee e così via... ma nell'architettura noi vediamo espressa anche una serie di esigenze
pratiche cioè noi vediamo come l'architettura abbia soddisfatto determinate funzioni che si volevano
ottenere per gruppi di ambienti, naturalmente nell'architettura monumentale come quella dei palazzi
noi vediamo anche l'eco di fatti economici, vedremo come uno dei quartieri che c'è sempre nei
palazzi e quello dei magazzini, quindi sappiamo già che grosse provviste che finiscono dentro i
palazzi significano anche grosse disponibilità economiche, se volete ci possono essere anche delle
esigenze di carattere estetico, costruire una facciata rettilinea o costruirla con dei denti maniera che
la luce del sole che si proietta su questi denti faccia poi dei luoghi d'ombra e movimenti la facciata,
per esempio è un discorso estetico, ma c'è anche il discorso ideologico o politico, cioè costruire un
edificio così complesso può significare, anzi significa senz'altro voler esprimere una qualche idea
che sia percepita e chiara... è un messaggio che si lancia a chi sta fuori da questa cerchia, da questa
struttura... il problema fondamentale che ancora ricorre per questi palazzi è quello relativo alla loro
nascita, perché nascono i palazzi? Non tutti sono ancora d'accordo sul motivo della nascita dei
palazzi, io ho raggruppato le interpretazioni principali in quattro filoni, in linea di massima si tende
ad eliminare da un lato la pianta delle funzioni cioè uno sulla base delle funzioni esercitate dei
palazzi cerca di rispondere al motivo perché sono nati... un'altra possibilità di indagine invece
guarda piuttosto al momento precedente a quello che gli inglesi chiamano SociaL Rending cioè alle
strutture sociali per vedere come strutture sociali del periodo precedente possano aver condizionato,
determinatola nascita di questi palazzi. Da un punto di vista più generale distinguerei un modello
che chiamerei evoluzionista che risale già ad a Arthur Evans e poi a Seager, scavatori della prima
ora dell'inizio del 900 a Creta... Evans e Seager adottavano una prospettiva che possiamo
tranquillamente definire darwiniana o evoluzionistica nel senso che i palazzi per loro sarebbero il
risultato di un processo graduale, lento, lineare, complesso e inevitabile, come per tutte le leggi
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degli evoluzionisti, voi sapete da Darwin in poi che questo progresso di natura avviene secondo
certe leggi e solo quelle che si verificano sempre e non possono mai venir meno , quindi in altre
parole è inevitabile che partendo da certe premesse si arrivasse lentamente e fatalmente a questi
palazzi, questa ipotesi fatta durante la prima ora da Evans e Seager ha avuto poi l'adesione di
Renfrew e anche di Branhigan; in altre parole si cerca di evidenziare embrioni di processi nel
periodo pre- palaziale e si enfatizza lo sviluppo di questi embrioni per dire "vedete da questi
embrioni bisognava per forza arrivare ai palazzi"; il secondo modello se volete possiamo chiamarlo
rivoluzionario e il rappresentante maggiore è Chearry il quale in un articolo del '91 che è rimasto
un classico "Evoluzioni, rivoluzioni ed origini della società complessa nella Creta minoica" dice:
"Non c'è niente che possa provare che ci sia stata l'evoluzione lenta, graduale e inevitabile; il
passare del tempo non è di per sé una causa di cambiamento, questo modello evoluzionistico è il
modello tassonomico cioè che serve soltanto a spiegare la taxis, l'ordinamento, è un modello
descrittivo perché può descrivere i cambiamenti o gli ultimi cambiamenti, ma non spiegherà mai le
cause di questi cambiamenti, quindi il passaggio dal pre- palaziale al palaziale costituisce un
limite un salto di qualità..." quindi le trasformazioni in altri termini sarebbero avvenute in maniera
estremamente rapida con questo salto di qualità più o meno improvviso; la contestazione che si può
fare a Chearry è esattamente quella che lui faceva in altri cioè se punta sulla rapidità e
sull'immediatezza piuttosto che sulla gradualità non è che si spiegano le cause dei processi
formativi, si mette solo una marcia in più, si va più veloci, questa è la strada più veloce ma non
spiega, quindi vedere che entrambe le teorie fanno un po' acqua... un terzo modello, una terza
prospettiva potremmo definirla combinatoria, perché appunto cerca di mediare fra le due
precedenti, il principale sostenitore è Watruss il quale dice che il progresso da pre- palaziale al
palaziale ci sarebbe stato ma che il momento immediatamente precedente sarebbe stato invece un
periodo di grande instabilità fortemente influenzato dall'ambito vicino orientale, in altri termini si
spezzerebbe questa gradualità evoluzionistica, cioè ci sarebbe stata, ma nel momento
immediatamente precedente diciamo AMIII, MMIA invece ci sarebbe stato momento di crisi e
quindi un momento di instabilità e di conseguenza una grossa apertura verso oriente il che avrebbe
quindi poi portato all'introduzione del modello del palazzo proprio da ambiente orientale,
Mesopotamico, dice che soprattutto nell'antico minoico terzo che sarebbero stati addirittura
abbandoni di grandi tratti dell'isola, si sarebbero alterati quelli che erano i commerci internazionali e
interregionali, ci sarebbe stata anzi una sorta di regionalizzazione degli stili ceramici all'interno di
Creta, non più un modo di far ceramica da oriente a occidente omogeneo ma la zona della Messarà
si fa i suoi vasi, rispetto a quelli della Creta orientale, quindi motivi ceramici locali dopo questo
momento di percezione dell'antico minoico terzo invece nel MMIA sarebbe venuto un nuovo
momento di crescita, sarebbero stati rinnovati contatti sia con l' Egeo sia con il nord-est e con l'area
orientale e si sarebbe così arrivati ai palazzi, capite che anche in questo caso la spiegazione non
c'è... perché dire che c'è un momento di crisi e poi una ripresa non vuol dire assolutamente nulla. Le
ultime proposte invece si muovono nell'ambito delle attività cerimoniali e rituali che avrebbero fatto
da contrappeso alle attività di raccolta e di immagazzinamento di beni e di derrate alimentari, quasi
per rendere più accettabile questa idea del grande accentramento di grandi quantità di derrate in un
solo edificio, allora ci sarebbero stati grandi spiegamenti di attività cerimoniali, per cui appunto si
preferisce parlare di edifici a corte centrale piuttosto che palazzi, per cuisi accentua quel concetto
delle Factiones, delle diverse oligarchie che si fanno diciamo la guerra fra di loro, guerra non a
colpi di mazza ovviamente, ma proprio come competisions, come emulazioni, come competizione,
come voglia di primeggiare per cui questi palazzi diventerebbero la sede nella quale queste
competizioni si esplicherebbero... soprattutto nell'ambito della sfera religiosa e rituale, diciamo
facciamo la gara chi organizza la festa di Santa Lucia più coinvolgente, più fastosa, più partecipata
e in questo modo cerchiamo di giustificare la prevalenza della fazione A sulla fazione B; quindi le
oligarchie che potevano essere artigianali, religiose, industriali, ad un certo punto decidono di
stabilizzarsi nel loro status e di misurarsi, di confrontarsi con la realtà architettonica, questo
presuppone che oligarchie di ambiti territoriali più o meno vicini ad un certo punto avessero deciso
di confrontarsi in un unico centro, quindi se c'era l'oligarchia di Haghia Triada, quella di Festosse,
quella di un terzo centro vicino che in un periodo precedente agiva al di là dei due centri ad un certo
punto decide di andare a misurarsi in un unico edificio nell'ambito di questa sfera rituale e
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cerimoniale che ricerca diciamo tra virgolette di mascherare la accentramento di derrate alimentari
o di altre attività economica; per quanto riguarda le strutture pre- palaziale di in questi ultimi tempi
si è cercato di recuperare le case e si è cercato già addirittura di individuare nell'antico minoico
primo i centri di produzione diremmo oggi diversi dai tutti centri di consumo, quindi sarebbe
cercato di individuare il centro a particolarmente forte in una determinata attività, primaria,
industriale ecc. che sarebbe stato il punto di riferimento per una serie di centri all' intorno che erano
invece centri di consumo, che prendevano i prodotti che il centro di produzione era in grado di
offrire, quindi in altri termini si creerebbe già nel pre- palaziale un mini modello nel quale un centro
è più importante degli altri e controlla indirettamente con qualche territorio, quindi diciamo che in
questi ultimi tempi si è cercato di prendere un po' il meglio del riflesso precedente, questa
lottizzazione delle attività cerimoniali o rituali oramai è diventata un luogo comune; nell'ambito
della civiltà minoica è sempre più invaso la tendenza ad aumentare il peso di questa attività rituale,
cerimoniale; se volessimo in dettaglio esaminare il prodotto di una serie di cause o meglio di
concause per la nascita dei palazzi minoici forse potremmo indicare in primo luogo un surplus di
tipo economico, ma anche demografico. In altri termini per costruire un palazzo delle dimensioni di
17.400 metri quadri ci vogliono una serie di maestranze, ci vogliono delle braccia, che non sono le
stesse che ci vogliono per costruire una casa, quindi anche dal punto di vista demografico, la
costruzione dei palazzi mostra la crescita, naturalmente a maggior ragione una crescita di tipo
economico perché non avrebbe senso costruire gli edifici nei quali poi vanno ad esser ammassate
grosse quantità di derrate se non si sapesse già prima che queste quantità ci sono... quindi c'è
certamente un sovrappiù economico e demografico; un'altra causa pare essere quella della
diversificazione sociale che si va accentuando rispetto al momento precedente, in altri termini
stabilire o accettare che soltanto limitati gruppi di persone possano risiedere nel palazzo mentre
molte altre devono stare fuori significa indirettamente accettare una diversificazione sociale
piuttosto elevata perché a questo punto differenza architettonica fra una semplice casa e il palazzo si
può giustificare soltanto se chi sta nel palazzo gode di un prestigio grandissimo rispetto agli altri,
quindi questa stratificazione, questa differenziazione sociale pare già accentuata... un altro dato che
si può tenere presente è la specializzazione della produzione, con termine marxista potremmo pure
indicare come creazione di classi, di artigiani che possono diventare anche classi sociali; perché nel
momento in cui i vasai riescono a costruire forme di vasi sempre più arzigogolate, sempre meglio
dipinte, e quindi a creare di piccoli capolavori, chiaramente il loro prestigio sociale oltre che alla
loro disponibilità economica aumentano cioè cominciano a creare diremmo noi oggi una lobby, un
gruppo economico e un tipo di potere, si può creare con i vasi di argilla, ma anche con i vasi in
pietra, si può creare con gli oggetti metallo, si può creare con i tessuti e le pelli cioè possono esserci
varie attività e quindi ancora una volta specializzazione massima della produzione e conseguenza
nel tessuto sociale, per cui insomma che non sapeva fare niente veniva automaticamente collocato
ai margini, un altro dato da tenere presente è il controllo agricolo del territorio cioè non ha senso
pensare di vivere in un palazzo con queste possibilità di immagazzinamento se non si ammette che
una certa quantità di terreni all'intorno di questo palazzo fossero controllati indirettamente dalla
collina del palazzo capace di farsi consegnare ogni anno le quantità di cereali e il raccolto, quindi
territorio di indirettamente deve essere controllato da questi palazzi e direi anche che indirettamente
il mercato delle essere controllato da parte dei palazzi, non sapremo mai se in maniera esclusiva
cioè se esistesse magari diciamo un commercio libero per cui il vasaio era libero di vendere al
privato il suo vaso o se invece non ci fosse diciamo la tassa da pagare per l'occupante del palazzo,
direi che forse una forma di commercio libero dobbiamo pure ha attenderla, col tempo, cioè nel
periodo dei secondi palazzi i signori dominanti lasciarono alla libera iniziativa attività meno
redditizie, come il commercio dei vasi in argilla, e controllavano direttamente il commercio del
bronzo, dell'oreficeria e degli altri materiali preziosi, quindi fecero anche una selezione del
controllo delle attività commerciali; basti pensare alle botteghe palatine; in ogni caso non c'è dubbio
sul fatto che la nascita di un palazzo rappresenti un fortissimo momento di aggregazione della
comunità territoriale, un modello di crescita, la quale aggregazione, la quale crescita si
concretizzano per noi attraverso il controllo della sfera cultuale , della sfera sacrale; quindi il sacro è
il grande mantello che alla fine copre diciamo il tutto e lega chi sta fuori dal palazzo con chi ci abita
e chi ci vive. A questo punto io vorrei, ma non so quanto possiamo scendere nel dettaglio, un rapido
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giro all'interno di almeno tre palazzi, Cnosso, Festosse e Mallia con il dichiarato intento di cercare
di cogliere eventuali piccole differenze per renderci conto della complessità del mondo palaziale;
devo dirvi anche che spesso nei tre casi ci troviamo a parlare di strutture che si riferiscono a
momenti differenti; noi avremmo a che fare per esempio come nel caso di Festosse con una
documentazione che si riferisce soprattutto al periodo dei primi palazzi, per Cnosso invece una
documentazione che si riferisce quasi esclusivamente al periodo dei secondi se non addirittura
all'arrivo della popolazione micenea. Queste sono due piante che si riferiscono a Cnosso quella più
piccola è la pianta cosiddetta del piano nobile che va collocata sulla sinistra del cortile centrale e
corrisponde alla zona che vedete in basso indicata con quella serie di pali lunghi e stretti l'uno
accanto all'altro... guardando questi palazzi tutti insieme noterete che tutti hanno un cortile ad
occidente, che tutti hanno i magazzini,... nella vostra pianta comparata voi le Kulures non le vedete
in tutti... se andate a vedere Festosse stiamo parlando di queste strutture circolari che per l'aveva
volta quando nel 900 si trovarono il operai cretese a Cnosso siccome ricordarono loro le ciambelline
le chiamarono Kulures e da allora le chiamiamo tutti Kulures; a Festosse l'avete viste? Ce n'erano
almeno quattro, a Mallia ce ne sono 8, a Cnosso ce ne sono tre... e stanno tutte nel cortile ovest; ci
sono dei gradini esterni al palazzo, a Festosse si trovano su cortile occidentale, a Cnosso all'estremo
del cortile occidentale, mentre quelle di Festosse sono rettilinee , quelle di Cnosso sono ad angolo
retto, a Mallia non ci sono è però se andiamo a vedere il cortile centrale ce ne sono tre lì... allora a
Festosse e a Cnosso non abbiamo un'associazione di tre elementi: cortile occidentale, Kulures e
gradinate, a Mallia letti gradinate ci sono, molto più piccole, ma sono addirittura incastrate dentro il
palazzo, questo già per farvi vedere che tipo di sfumature possono esserci fra un palazzo e l'altro.
Diciamo in linea di massima fatto che cosa potevano servire questi elementi che abbiamo notato.
Nel caso di Festosse addirittura s'è parlato di gradinata teatrale, s'è detto che Festosse fosse il teatro
più antico del mondo e addirittura poi illustri studiosi come Carlo Canfora che di fatto che
studiavano le primitive scene dei teatri greci, identificando che la cavea fosse di tipo trapezoidale,...
proprio per gli elementi rettilinei del palazzo di Festosse, questi gradini, questi otto gradini del
palazzo di Festosse vi dico subito, sono talmente bassi che è molto più comodo starci all' in piedi
piuttosto che seduti, la stessa cosa si può dire per il palazzo di Cnosso; se andate a vedere le piante
grandi vi rendete conto di un'altra cosa... sia a Festosse sia a Cnosso sulle gradinate stanno specie di
marciapiedi a rilievo che vengono su per un'altezza di 15 centimetri da un piano che può essere o di
strada col lastricato come nel caso di Cnosso o di piazzale lastricato come nel caso di Festosse, in
altri termini penseremmo a specie di tappeti, tipo percorsi professionali, larghi una sessantina di
centimetri quindi una persona alla volta , e mi pare significativo che con queste gradinate fossero in
rapporto con l'arrivo di questi percorsi professionali; stiamo quindi andando a configurare uno
scenario di tipo rituale in queste coste occidentali, in cui gruppi di persone , si popola fare il conto,
queste sono una quindicina di metri per otto, quindi diciamo teatrale 100 e le 150 persone potevano
stare sulle gradinate di Festosse, quindi un certo gruppo di persone a il diritto di collocarsi subito
vicino alla fronte del palazzo e di assistere all'in piedi ad delle cerimonie, in questo contesto delle
cerimonie e e delle processioni che ci fanno le Kulures? Il problema dell'interpretazione delle
Kulures e ha avuto una lunga storia, si è partito da depositi di acqua, poi si è giustamente notato che
non essendoci alcuna intonacatura che trattenesse l'acqua non si capiva come l'acqua potesse non
filtrare attraverso i muri, poi si è pensato anche degli scarichi di immateriale eventualmente sacro e
si è notato, ma non avevano posti un po' meno strategici dove andare piazzale questi scarichi?
Proprio su cortile occidentale vicino al palazzo? Quindi questa grande dei contenitori e degli
scarichi è stata scartata; un'altra ipotesi che si è fatta è che fossero grandi contenitori di derrate... e
allora qualcuno ha fatto notare, ma in fondo i contenitori di granaglie di derrate sono stati
identificati dentro di Pithoi all'interno dei palazzi, ma perché lì dovevano tenere all'infuori dei
palazzi? Che tra l'altro era più difficile difenderle dall'umidità? Quindi anche l'ipotesi dei granai è
stata scartata. L'ultima che è stata tirata fuori è che queste fossero grandi aiuole sacre nelle quali
veniva piantato l'albero sacro, perché in tutta una serie di rappresentazioni, soprattutto negli anelli
d'oro e nei sigilli noi abbiamo la certezza che esistesse nel mondo minoico una dendroladria cioè un
culto degli alberi, i quali sono messi, si capisce, in rapporto con la divinità, si vedono spesso dei
fedeli che scuotono questi alberi, figure che si aggrappano a questi alberi, si inginocchiano presso
gli alberi, quindi ci sono elementi sufficienti per pensare ad una dendroladria, allora in grandi aiuole
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come queste potevano essere piantati questi alberi sacri e quindi potevano esserci appunto queste
processioni che coinvolgevano in qualche modo anche il termine santo; il discorso non è così facile
perché se andate a vedere invece le Kulures di Mallia capite che questa faccenda non funziona più;
qui non solo sono organizzate in maniera perfettamente simmetriche e scientifica 4 a 4, ma dentro
cinque di queste vedete un pilastro il quale ci dice che quelle Kulures erano coperte, intanto ne
abbiamo 5 coperte e tre scoperte, poi per nostra disgrazia non è che tutte quattro sono coperte o tutte
quattro sono scoperte e allora mi pare che nel caso delle Kulures di Mallia la faccenda delle aiuole
non funziona più, d'altra parte del momento in cui c'è una copertura diviene più logico pensare a dei
grandi serbatoi, o dei contenitori, cosa potessero contenere non sappiamo... non è solo questa la
differenza fra Mallia e gli altri due centri perché tanto per cominciare a Mallia la gradinata teatrale è
più piccole sta dentro, a Mallia queste Kulures non si trova in rapporto con il palazzo mar con il
cortile centrale praticamente ci sono subito all'interno, quindi ci sono notevoli elementi differenza
fra Festosse, Cnosso da una parte e Mallia dall'altra; e vi devo dire un'altra cosa: le Kulures di
Festosse e Cnosso si riferiscono ai primi palazzi e nel periodo dei secondi palazzi, almeno a
Festosse siamo sicuri che queste Kulures erano state sotterrate e non si vedevano più, e la gente
camminava sopra queste Kulures, per Cnosso la cosa non è così chiara, ma è probabile che anche se
non fossero state, diciamo, completamente sotterrate in ogni caso erano piene, voglio dire potevano
al massimo essere visibili dall'angolo esterno, invece a Festosse non si vedeva più niente perché la
gente camminava almeno un metro sopra il livello delle Kulures, nel palazzo di Mallia queste
Kulures sono del periodo dei secondi palazzi cioè quando altrove non c'erano più, ma la tipologia è
talmente simile che non possiamo pensare che a Mallia fosse cambiata la destinazione d'uso, è però
probabile che sia cambiata la funzione perché queste sono coperte... ci sono degli accaniti
sostenitori della loro funzione quali contenitori... altri l'hanno messo in rapporto con il rituale sacro
della mietitura, all'interno delle Kulures avrebbero buttato il grano e il palazzo avrebbe organizzato
una festa religiosa per riunire tutti questi partecipanti... c'è comunque il fatto che queste Kulures
scendono per diversi metri, più di quattro metri, in basso , scendono il livello di calpestio senza un
opportuno isolamento avrebbe fatto marcire queste derrate... chi lega queste cose all'aspetto rituale
piuttosto che a quello funzionale fa leva su di un altro dettaglio, che la disposizione delle quattro
Kulures è fatta in modo che si venga trovare fra la coincidenza di due tappeti a rilievo, un tappeto
che porta a quello che era l'ingresso del primo palazzo, un altro tappeto che sarà dal basso e va a
immettersi nel tappeto più grosso, lambendo almeno due Kulures il che aumenterebbe diciamo il
rapporto di tipo sacrale perché questi marciapiedi sono vicino le Kulures, qualcuno molto pratico ha
detto ma che marciapiedi, ma che tappeti? Questi servivano soltanto per non bagnarsi i piedi quando
pioveva... all'interno sono stati trovati frammenti di vasi, resti di carbone, ma non in quantità tali da
far pensare che questi fossero scarichi sacrificali, in fondo forse l'idea dell'aiuola è la più
convincente. Altra cosa che non capiamo è perché e s'erano così importanti del periodo secondo
palazzo Festosse sono state cancellate, quindi vanno messe in rapporto con l'amica del primo
palazzo, del primo periodo, quindi siamo già aspettando una differenza di potere tra primi palazzi e
secondi palazzi; qualche altro elemento comune in questo esame diacronico... considerate che ripeto
a Cnosso voi avete che fare soprattutto una struttura del secondo palazzo mentre a Festosse potere
distinguere fra quello che è blu che è del primo palazzo e quello che è viola che è del secondo
palazzo, quindi se voi volete paragonare Cnosso con Festosse dovete vedere il viola di Festosse e
Cnosso e dovete anche vedere Mallia, c'è un altro elemento importante: sul lato ovest dei secondi
palazzi ovunque ci sono magazzini fatta eccezione per Mallia perché lì si trovano nel settore VIII, e
se vedete Mallia notate che magazzini ce ne pure adesso, per quanto riguarda Cnosso se andate a
vedere nel settore nord est trovate singoli elementi, singoli locali adibiti a magazzini ma non colla
stessa regolarità e precisione che troviamo Mallia, se tornate a Festosse paragonate diciamo a
occhio e croce il numero di stanze, la capienza delle diverse possibilità di immagazzinamento notate
che quelle di Festosse hanno dimensioni minori... vedete che la quantità di stanze del palazzo di
Festosse sono minori, quindi cominciamo a notare a Festosse una capacità di immagazzinamento
molto veloce \ minore rispetto alle altre e andiamo ad accentuare sempre le differenze... andiamo a
vedere come funziona la faccenda dei cortili... a Cnosso abbiamo due cortili, a Festosse 5, tre tutti
sul lato ovest, quello grosso al centro è quello con la gradinata teatrale ma uno sta Nord e un altro
stava a sud e c'è addirittura una strada col famoso marciapiedi a rilievo che parte dal cortile
3
inferiore occidentale e va a finire poi costeggiando le Kulures al cortile teatrale, mentre c'è poi una
scala che dal cortile teatrale permette di salire al cortile occidentale... quindi vedete ancora una
differenza, a Mallia c'è solo un cortile c'è il cortile centrale e il cortile orientale(?), a Mallia ci sono
anche altre differenze che vedremo in dettaglio. Con questa differenza andiamo a vedere ora nei
dettagli i palazzi. 3
Potere e spazio nel Mediterraneo
preistorico
(6° lezione Professore La Rosa: Cnosso)
Il palazzo di Cnosso sembra essere stato ininterrottamente occupato fin dal neolitico, ci sono delle
rovine che vanno dal neolitico fin grosso modo all'età medievale, col piccolo villaggio del grande
muro (Sacrifiros), che in qualche modo riproponeva la memoria storica di tutte le strutture possenti
del palazzo, e anche in questo senso Cnosso rappresenta l'eccezione rispetto agli altri due centri,
quindi Cnosso probabilmente per il fatto che era il più importante dei centri di Creta sopravvivere
fino all'alto medioevo; di Cnosso si conoscono pure le varie necropoli sistemate in varie collinette
all'intorno, la posizione non è particolarmente felice nel senso che il palazzo si viene a trovare quasi
infossato, subito ad est del palazzo scorreva un piccolo fiume che si chiamava Kherathos in antico
e che secondo Evans serviva per approvvigionare d'acqua uomini e bestie, pensava addirittura
Evans che le lavanderie del palazzo fossero sistemate dalla parte di questo Kherathos; si è fatto
anche un conto dei possibili abitanti, l' Evans basandosi però sudati abbastanza ipotetici , pensava
che il massimo splendore del palazzo potesse contenere fino a 80.000 abitanti, cifra un po' grossa...
nettamente legati al centro di Cnosso dovevano essere i due porti che si trovavano sulla costa nord,
uno di questi poteva essere Amisos che poi è stata scavata restituendo scultura, il termine Cnosso
che è tramandato la tradizione greca è quello stesso dei palazzi minoici, dobbiamo dirlo perché già
nelle tavolette lineari B del palazzo troviamo l'indicazione Ko-no-so che è appunto la versione
micenea del termine, e se Ko-no-so è nella Lineare B possiamo tranquillamente supporre che anche
al tempo della lineare A si chiamasse allo stesso modo, qual è l'etimologia non sapremmo, c'è
un'ipotesi un po' caduta che vorrebbe vedere Cnosso l'indicazione della città di Knos , Knos è un
nome proprio, un nome di persona frequente nella Cilicia, quindi dovrebbe indicare la città del
Maraja, del tale signore che si chiamava Cnosso, sapete che già negli anni 70 un ricco mercante di
saponi della buona società Candia che si chiamava Kalokerinos e che stranamente come nome
proprio aveva Minos, Minosse, quindi Minosse Kalokerinos a spese sue aveva identificato la zona
del palazzo e con una serie di trincee fatte da autodidatta era addirittura caduto sopra parte dei
magazzini occidentali del palazzo, aveva recuperato certi vasi compresi molti Pithoy, e aveva fatto
una cosa intelligente cioè aveva regalato quattro di questi Pithoy alle principali raccolte europee di
allora, le mandò una Londra, uno a Parigi, uno a Roma, se lo volete andare a vedere sta al museo
Pigorini, e uno lo aveva mandato ad Atene, col risultato che l'intelligenza europea aveva preso
coscienza del fatto che nella città di Creta esistevano questi vasi relitti di una civiltà molto antica,
siamo praticamente negli anni in cui Schliemann comincia la sua avventura a Troia scoprendo
Micene, Tirinto, Orchomenos ecc. e sapete che lo stesso sul Schliemann nel 1886 aveva deciso di
acquistare in proprio il sito di Cnosso e di effettuare gli scavi... l'operazione non era andata termine
soltanto perché Schliemann da accorto mercante qual era diventato dopo le sue umili origini voleva
comprarla collina a pezzi cioè ma mano che procedeva con le l'avanzamento degli scavi, i
proprietari, diciamo, di origine turca perché allora Creta stava sotto l'egemonia turca volevo invece
vendere in blocco; in poche parole il pensiero di Schliemann era abbastanza semplice cioè se
Omero ha detto il vero che era Troia, per Micene, per Agamennone ecc. perché non del averlo detto
per Nomedeo e per quelli che partecipano alla spedizione con tante navi ecc. Nomedeo figlio di
Cnosso, figlio di Zeus, quindi una genealogia di questo tipo... non so se per fortuna o per disgrazia
Schliemann non poté concludere l'affare, andò via e per lunghi anni ci fu una contesa a colpi di
giochi sporchi fra i vari archeologi delle diverse nazionalità che andavano a Creta, Federico
Halberr, i francesi, gli inglesi ecc. i francesi furono lì lì per concludere l'accordo dell'acquisto di
3
Cnosso poi però non riuscirono, l'inglese Evans riuscì ad impegnare, occupare il terreno e non
appena collinetta fu liberata dal regime turco nel 1898 e si diede per il '99 una sorta di legge sulla
critica sull'antichità, cominciò nel febbraio del 1900 gli scavi di questo palazzo. Vedendo il palazzo
in dettaglio e partendo dalle Kulures vediamo che anche in questo caso come Festosse il
marciapiede il rilievo va a mettere in comunicazione da un lato gli ingressi del palazzo e dall'altra
una zona con le gradinate e la stessa cosa succede a Festosse,la differenza sta in questo che a
Festosse la gradinate a il marciapiede mette in comunicazione gradinata e l'ingresso principale
laddove a Cnosso invece si tratta di ingresso laterale , perché l'ingresso principale del palazzo di
Cnosso sta a sud; quindi si entra in questo palazzo anche da ovest... quelle piccole basi all'interno
del palazzo sono state interpretate ingiustamente come altari il che ribadisce ancora volta l'idea che
le aree occidentali fossero legate a culti, ci sono poi locali secondari per esempio il 3 identificato
con un semplice vestibolo di ingresso, il 4 il 5 diciamo come la guardiola dove i funzionari erano
addetti al controllo dell'ingresso del palazzo, Evans si spinge fino a dire che in determinate
condizioni dovevano attendere ospiti veramente importanti, lo stesso forse Levi, vedete poiché
attraverso l'ingresso, mediante il corridoio 6 che gira ad angolo retto si arrivava nella zona del 21 e
del 22 e poi all'ingresso nobile, all'ingresso principale con il grande propileo, una differenza
importante non Festosse, se l'andate a vedere, del periodo del primo palazzo è che l'ingresso di
Festosse porta direttamente al cortile centrale mentre quello di Cnosso no... l'ingresso in blu più
importante di Festosse è quello che ha una colonna al centro che viene chiamato il propileo secondo
e che è appunto la zona dove arriva il marciapiede a rilievo, attraverso questo propileo secondo nel
primo palazzo si arrivava direttamente dentro, di fianco del cortile centrale, mentre invece a Cnosso
si va in un settore ad ovest, l'articolazione di questi ambienti ha fatto presupporre ad alcuno che
potesse trattarsi del famoso labirinto della tradizione, soprattutto per Cnosso che è il palazzo più
grosso di Creta, questo corridoio numero 6 che è chiamato il corridoio delle processioni era
decorato con degli di affreschi che enunciavano appunto scene di processioni, in queste processioni
e erano rappresentate delle moltitudini di persone, sono stati contati diverse centinaia di personaggi,
devo dirvi che in alcune di queste scene le figure sono quasi tutte femminili il che ha portato a
interrogarsi sulla figura, sul peso della donna nella gestione della sfera religiosa prima, e dello
stesso potere politico dopo, sono quelli che fanno la cosiddetta archeologia dei sessi, che cercano di
limitare le sfere di potere dei due sessi, in questo corridoio 6 si poteva arrivare anche attraverso la
scalinata 8 da sud, il cunicolo sette e poi il corridoio 13, vedete che poi attraverso il corridoio 13,
quello 18 si entrava direttamente nel cortile centrale, quindi c'è ancora una volta rispetto a Festosse
questa piccola anomalia, cioè esiste un accesso diretto fra l'esterno e il cortile centrale ma non è
quello più monumentale, il grande propileo con gli scaloni che abbiamo visto invece al n. 22 e al n.
23, naturalmente anche questo corridoio decorato con affreschi, dentro questo piccolo ambiente n.
18 furono trovati parecchi sigilli, un gruppo di sigilli forse caduto dall'alto con delle impronte anche
abbastanza importanti, nel n. 19 invece fu trovato un deposito di fave egiziane, nel n. 20 è stata
identificata una bottega di intagliatori di sigilli, quindi vedete abbiamo bottega all'interno del
palazzo, Evans pensava che si trattasse di una bottega del momento della rioccupazione, non
dimentichiamo mai che Cnosso è stata occupata intorno al 1450 e che il palazzo dopo la distruzione
è stato riattivato e quindi lo strato superiore che abbiamo si riferisce al momento dei micenei,
privati e Evans pensava che questo laboratorio fosse del periodo di rioccupazione, chi ha studiato le
impronte di sigillo ha detto che le impronte sono da fare risalire ad un momento anteriore e che
quindi non è stata l'ipotesi di Evans... se andate a visitare il palazzo oggi sul lato sud del muro del
cortile centrale trovate un bellissimo grande paio di doppie corna di calcare sistemate li sopra, che
secondo Evans dovevano stare sulla parte alta dell'architrave che chiudeva questo cortile centrale,
stiamo parlando di qualcosa che sta fra il 10 e il 12 a sud del cortile centrale, invece il Platoon che
ha rivisto poi tutto il palazzo negli anni 60 pensava che queste doppie corna dovessero stare
collocate fra il corridoio 6 con l'apostrofo e il 21 in corrispondenza di quella piccola porta che
vedete, secondo lui stava lì... questo per ribadire che la simbologia religiosa all'interno del palazzo
aveva il suo peso, i locali 21.22 erano probabilmente un po' più larghi prima del rifacimento di età
micenea e da questo propileo si accedeva al cosiddetto piano nobile, del quale avete la pianta a parte
e del quale ci sarà sufficiente dire soltanto alcune cose... per quanto riguarda questa zona di cui
parlavamo prima, di questo corridoio per il vano 24 dobbiamo dire che sopra questo vano 24 c'era
3
un edificio di pianta rettangolare che Evans chiamò tempio greco, purtroppo è tutto demolito quindi
non si può più controllare nulla, in effetti noi abbiamo il ricordo di questa zona di quattro pareti
argentee della cerchia di Egina e di alcuni frammenti di ceramica Attica, quasi sono i suoi elementi
per datare all'età greca questo edificio. Vedrete invece nel caso di Festosse che un edificio greco
molto più importante e articolato si sistema sud del palazzo, questo per dirvi che non è improbabile
che in età molto posteriore si possa fare una sorta di riconsacrazione dei luoghi andando a piazzare
un edificio di culto in prossimità del palazzo, a Cnosso se ha ragione Evans questa operazione
avviene addirittura sopra il palazzo stesso; un gruppo di tavolette Lineare B stavano nel vanno 25,
dicendo tavolette Lineare B stiamo introducendo l'altro dato importante cioè l'esistenza di una
documentazione amministrativa che è importante per i palazzi; un altro gruppo di tavolette stavano
al n. 26 sole le tavolette dei carri importanti perché ritenute elementi datanti... vi annuncio che a
proposito della distruzione del palazzo miceneo esiste tuttora una questione infinita per cui ci sono
due proposte cronologiche, una che lo colloca fra il 1400 \ 1370-60, e un'altra che lo colloca più di
100 cinquant'anni dopo, quindi queste tavolette micenea per chi accetta la prime protesi lo
collocano fra il 1400 \ 1370 per chi accetta la seconda ipotesi lo collocano intorno al 1200, vi devo
dire comunque che sulla base della revisione dei dati di Evans pare che non tutte le tavolette si
riferissero allo stesso periodo e allo stesso strato di distruzione, quindi indipendentemente dalla loro
data non sembrano essere state cotte dallo stesso incendio, il gruppo di tavolette sicuramente più
antico è proprio quello del carro che è uno dei simboli per eccellenza del potere reale della società
micenea, soltanto chi aveva dire che rapporti con il Wanax nella cultura micenea poteva avere a
disposizione questi carri, quindi queste tavolette secondo Driessen lo studioso belga che ha rivisto
tutto vanno collocate fra il tardo minoico secondo e il tardo minoico III a uno cioè appunto fra la
fine del XV secolo e i primi decenni del XIV secolo. Per quel che riguarda questo piano nobile,
devo dirvi che in questo piano nobile il nostro Evans distingueva almeno altri due piani per cui in
totale sul lato ovest del palazzo di Cnosso avremmo avuto tre piani uno sull'altro, sul lato est
addirittura in questo caso c'è la scala, una grande scala che ciò conferma, avremmo avuto addirittura
quattro piani, quindi pensate che tipo di costruzione monumentale quattro piani sul lato le tre
sull'altro, per il semplice fatto che il terreno sul lato est era più basso... i magazzini sono
contrassegnati con i numeri romani da 1 a 18 con tre magazzini un po' anomali a sud = 18 + 3,
questi tre magazzini che originariamente comunicavano con il 9 ad un certo punto andarono in
disuso perché fu costruito un muro spesso con delle richiuse per cui non vennero più usati,
all'interno di questi magazzini, vedremo oggi, c'erano le cosiddette casselle, dei contenitori sotto il
livello del pavimento che servivano per mettere altri vasi, oppure delle oggetti di particolare pregio
perché poi venivano coperte con delle lastre, cioè sono dei ripostigli sotto il livello del palazzo, del
pavimento... Ghramm negli anni 50 fece un conto della possibilità di capienza di quest'area
occidentale dei magazzini e disse che ci potevano andare fino a 420 Pithoy con una capienza media
di 586 litri...le granaglie potevano andare anche magazzini corrispondenti che si trovavano al piano
nobile... la suddivisione rimanente più o meno è la seguente:
9 casa isolata dalle scalinate d'accesso a ridosso del palazzo, piano con case private
32 sacrestia
36 santuario tripartito
38 cripta a pilastri
39 sala dei tini (Evans pensa contenessero cassette di legno), davanti al 39 c'era un bozzetto con
offerte...
40 depositi votivi dei templi, dopo la distruzione minoica le cripte furono coperte e se ne
costruirono più piccole, dentro una di queste fu trovata la dea dei serpenti, poi sigilli, tavolette in
lineare a
41 pozzo di luce al lato della veranda dei quattro piani, portava agli appartamenti reali
42 vi sono quattro porte -detta anche sala delle doppie Asce, Evans pensa . si tratti di grandi di
cipresso 3
43 Megaròn della regina
44 resti di tubi di argilla per servizi igienici (si viveva stabilmente e non in rappresentanza)
45 stanza del Tesoro, pesciolino d'oro, oggetti di bronzo, gemme di diaspro e di cristallo
49 santuario miceneo delle doppie Asce stato
50 bacino lustrale
51 perfettamente allineata con il palazzo ma dipendente
56 scuola per vasai e plastificatori, banchine e attrezzi per impastare l'argilla, secondo e Evans
luogo riusato dai micenei
59 bastione di servizio che andava verso le Kulures
60 corridoio della scalinata (giardino con pietre)
63 botteghe artigianali
64-68-69 rettangolo di corrispondenza con i magazzini /piano superiore appartamenti reali/fase
delle case di Mallia alcune orientate a est altre orientate ad ovest; facciamo ora un rapido salto al
74, stanza della dogana così battezzata da Evans perché suppose che dall'ingresso Nord controllasse
le merci, Ipostila, attraverso la 75 vi era una comunicazione dei marciapiedi quindi la presenza
ovvero la doppia possibilità di raggiungere il palazzo, altro accenno al 78, bacino lustrale nel senso
che è ubicata all'interno in un ambiente rettangolare, è possibile passare all'esterno attraverso il
propileo verso il bagno, a questo punto soffermiamoci sulla cosiddetta area laterale, uno dei
marciapiedi lambisce sembra che l'area presupponga, si deve verificare se i gradini sono
contemporanei, a giudicare maniera dei metri ne viene fuori un conto di 300 persone che potevano
stare ospitate, il rettangolo è la ricca sponda è viene chiamata tribuna; tutte le gradinate avevano
un'altezza irrisoria e quindi bisogna presupporre che si stesse all'in piedi; nella volta reale vicino al
palazzo (due palazzi) Evans e ricostruisce un trono di legno, probabilità di funzioni come collaterale
sfera del sacro (7), resta il dubbio della possibilità di un potere monarchico riferibile ai secondi
palazzi. Nel 93 resti di lamine d'oro I bei palazzi sono nel MM1B-MMIIB, niente o quasi, abbiamo
Cnosso, ed esiste il palazzo come si evince dai Pithoy ed altri vasi, le Kulures, qualche resto del
cortile occidentale ma nulla di più.
Secondi palazzi MMIIB, grande terremoto da cui tutti palazzi risulterebbero essere offesi, uno
terremoto nel MMIIIA ed è solo un momento di recupero; MMIIIB ricordarsene degradare palazzi
si ricostruisce tutto quanto ex novo, le condizioni economiche, politiche sociali erano diverse dal
primo ma continua il trend positivo nel TMIA, prodotti sono evidenti a Thera e nelle Cicladi a
Kheos, periodo dell'isola turbata come caratteristica pancretese. The little palace in alto a sinistra, la
cosiddetta fattoria inesplorata, nel piccolo palazzo colpisce l'esistenza di dati come i Polithyra,
edificio di tutto rispetto da cui proviene il Rhyton (Cnosso-Haghia Triada ) a Festosse molte
strutture difensive, terza collina è quella del Crhistos effendi. 3
Potere e spazio nel Mediterraneo
preistorico
È il palazzo di Creta nel quale si vede meglio che altrove la differenza tra primi e secondi palazzi,
questo a Cnosso siamo perfettamente in grado di distinguere un cortile centrale e tre cortili
occidentali ed un cortile di nord-est; quindi cinque cortili in tutto; i tre cortili occidentali sono
collegati da una serie di strade, mentre la concatenazione tra i cortile (? ) media superiore assicurata
da una scala, il blu intenso si riferisce al secondo palazzo, l'azzurro al palazzo; il primo palazzo è
più grande e si è in controtendenza, le rovine rudimentali hanno strutture di oltre 5 metri; Pernier
alla fine della prima stagione di scavi ne ha fatto uno Stato non aveva portato il boschetto, dei primi
saggi si convinse che le strutture dovevano essere molto profonde, successivamente quando Doro
Levi cominciò a scavare tagliò gli alberi, rimosse dei detriti è però un intero quartiere che ancora
oggi in sua memoria si chiama quartiere levi, ( è in quartiere nella zona sud-orientale ) esiste il
problema del piano di calpestio tra prima secondo palazzo, marciapiedi a rilievo che partivano ( più
grande ) dall'ingresso del primo palazzo, in questo caso abbiano l'ingresso piazzato ad ovest al
contrario di Cnosso che aveva l'ingresso piazzato a sud, c'è anche questa differenza; e sito
magnifico scalone monumentale del secondo palazzo, abbiamo una facciata ad otto strati conservata
tutta lo stesso livello riusare intenzionalmente, i vanetti venivano chiamati sacelli (a livello del
primo palazzo o meglio a livello del calpestio intero palazzo) perché avere ritrovato un' altare ed
una serie di oggetti votivi, otto gradini lunghi 22 metri per otto: potevano starci fino a 90-100
persone, 1/3 rispetto a Cnosso, in una serie definisce sopra i giardini, che ha costruito il secondo
palazzo ha totalmente rasato gli otto strati e ha coperto di, riempito di spazzatura il piano di
calpestio; la zona del lastricato, nel passaggio quindi dal primo al secondo palazzo si accentua una
notevole contrazione del numero di persone che avevano diritto a stare in piedi sui gradini, (veduta
d'ambiente del secondo palazzo ), dalla colata di calcestruzzo Levi isolò un muro di oltre 5 metri, in
pratica Levi affermava di avere trovato tre palazzi l'uno sull'altro tant'è vero che distinse una fase
protopalaziale da una prepalaziale... che si finisse stare in tre territorio, si buttassero le rovine si
ricostruisse rifacendo esattamente le stesse piante pare un po' strano; Platoon non era d'accordo e gli
disse che aveva trovato non tre palazzi l'uno sull'altro ma che aveva scavato tre piani dello stesso
edificio, Doro levi si offese e fece una nuova cronologia da applicare tutta Creta, Doro levi scrisse
che almeno in sei casi era possibile trovare dei cocci che risultassero perfettamente combacianti, nel
piano medio c'erano decine di vasi ma qualche vaso c'era e non differivano molto, al piano
superiore non c'erano vasi Doro levi disse che quelli dell'altro piano erano stati buttati via, Festosse
era stato ghettizzato, nel 2000 sotto la guida del professor La Rosa è stata costituita un'equipe
multidisciplinare con architetti, chimici, geologi, sismologi per appurare le dinamiche reali
dell'avvenimento relative al terremoto; il geologo disse che le curve d'inclinazione erano talmente
d'oggi da far pensare ad un unico cedimento perché tre terremoti avrebbero dato delle spaccature
più forti, elevato per prima secondo, nuove ingresso le scale d'accesso per il terzo piano, quindi nel
1700 ci sarebbero stati non uno ma due terremoti, e dopo il primo terremoto si sarebbe capito che
non si sarebbe potuto costruire, ben altro terremoto magico tempo di abbandonare il palazzo, primo
palazzo beninteso che viene totalmente distrutto ( terzo piano )... fra il primo e il secondo palazzo
sarebbero stati costruiti sacelli per ottenere la protezione della divinità (1700MMIIB). Festosse da
un punto di vista architettonico è veramente forte, MMIIIA a Cnosso abbiamo una rioccupazione,
MMIIIB il palazzo di Festosse deserto con copertura sgombro di rovine e già continua anche nel
TMIA, TMIB è un momento negativo per Cnosso viene costruito il secondo palazzo di Festosse che
è rimasta 150 anni senza, rimane da chiedersi come si organizzò la Messarà nell'assenza del palazzo
3
. Pernier diceva: i frammenti di spazzatura corrispondono al MM1B, ciò andava bene se dopo il
1700 fosse stato fatto il secondo palazzo, nel '94 un saggio del professor La Rosa sullo scarico
MMIIB ad ovest di questa grande spazzatura con calcestruzzo sbriciolato con stessi elementi ha
analizzato i cocci che sono emersi e 12 di loro erano databili al TMIB iniziale. Probabilmente gli
operai costretti a maneggiare calcestruzzo che si buttò sul lastricato del cortile quando poi il
piazzale finì si trovarono uno smacco ad ovest, e avrebbero distrutto le ceramiche del TMIB iniziale
facendola finire calcestruzzo, e facendola divenire di conseguenza un elemento datante.
A Festosse si vede bellissima ceramica Kamares MMIIB che probabilmente arrivava a Cnosso,
abbiamo numerosi vani ascrivibili ai primi palazzi e altri a secondi palazzi, cortile mille mq, vanno
25 6586 premier argilla con cretule, palline di argilla con impronta di sigillo, steatite dalla fiandra,
ha trovato i pomelli delle porte, impronte di giunchi lineari che dovevano servire per sigillare le
bocche di alcuni vasi specialmente Pithoy, boccone di una fiamma e a foglia con impronta dice lei
di chiavistello, tavole in lineare a, il palazzo diviene una sorta di unità ciclica amministrativa e
diviene anche un enorme espressione di struttura burocratica, quasi sicuramente comandavano
quelli che sigillava attraverso le cretule, potevano esserci diversi archivi, tavolette di offerta,
divinità femminili, quindi è presumibile che qui ci sia una sera del sacro, mancano ambienti con
troni per funzioni monarchiche, il secondo palazzo forse non fu mai completamente abitato perché
solo in due punti del palazzo sono state individuate presenze significative di vasi laddove in una
sola fattoria in basso ci sono ben nove Pithoy, non è razza di affreschi divorati da donna Cnosso si
sprecano, neanche tavolette e cretule, vasi superstiti in tre punti TMIB finale,MMIIIB cade al di
fuori, ma più importante da 101,4 a lei stava il famoso disco di Festosse, forse li abitava uno
sciamano (MMIIIA ) niente sale del trono, santuario tripartito, niente cripte niente tesori laddove vi
sono sale di rappresentanza; n. 50 considerato un canale di drenaggio dai primi scavatori, e 78 o
galleggiano nei vasetti perché era una cassella ma non c'era nulla di prezioso: 116 bicchieri acromi,
piede tripodato elevato per versare cerimoniale, importante da conservare. Festosse vani 8 9.10
vasetti di pietra in contesti liturgici e probabile che in alcuni di questi luoghi ci fosse un santuario, a
proposito del bacino lustrale col n. 88 esiste uno strato di stucco colla dipintura e una fascia di blu
(lo stucco vorrà essere in grado di tenere l'acqua) o la fascia stava sopra bisogna chiedersi se li stava
l'acqua, zona occidentale n. 19.21
Festosse da un punto di vista architettonico è veramente forte.
MMIIIA a Cnosso abbiamo una rioccupazione.
MMIIIB il palazzo di Festosse deserto con copertura sgombra di rovine e già continua anche TMIA
TMIB è un momento negativo per Cnosso viene costruito il secondo palazzo di Festosse è rimasta
150 anni senza, rimane da chiedersi come si organizzò la Messarà nell'assenza del palazzo .
Nella zona sud occidentale ma piuttosto in basso mi inviterei a guardare il n. 19 e il numero 21,
questi sono entrambi dei bacini lustrali, ed è l'unico caso in cui due bacini lustrali stanno così vicini
praticamente nello stesso settore del palazzo non abbiamo esempi simili né a Cnosso, né a maglia,
né altrove quindi ancora molte il mistero della reale funzione di questi ambienti , se vi interessa è il
quinto bacino perché abbiamo citato il primo che è quello in alto al nord, un altro al nord del vano
25 costruito al tempo dei primi palazzi e utilizzato al tempo dei secondi palazzi, 19 e 21 fanno
quattro, e il quinto sta invece nel quartiere orientale del palazzo poco prima da dove cominciava la
frana del cortile ed è il n. 63/4, quindi confermiamo il principio che ci sono più bacini lustrali,
questi bacini lustrali sono dislocati nei vari quartieri e prendiamo atto del fatto che in un unico
quartiere ce ne sono due proprio accostati... poi un'altra cosa: sul lato occidentale del cortile centrale
al posto delle famose sale del trono e di tutti gli altri locali cultuale di Cnosso qui abbiamo
4
semplicemente due esedre di all'aperto che sono la 23 e la 24 , sono entrambe munite di panchina,
vedete, queste banchine sono in alabastro in un caso sono tutte intorno all'ambiente nell'altro invece
ad angolo retto, e evidentemente servivano per gruppi di persone, però da qui a dire che ce ne fosse
qualcuna che poteva occupare una posizione di privilegio come nella sala del trono ne corre, che
l'unico elemento qualificante nel caso nord della 24 in questo caso è una base di pietra con una
doppia concavità nella quale secondo gli scavatori dovevano potere essere sistemati dei vasi quindi
faceva un po' da base da stend per questi vasi, l'idea che appunto qui fosse una sala di riunione tra
virgolette politica è assolutamente velleitaria si basa soltanto su analogie topografiche con la sala
del trono di Cnosso, più probabilmente o questo più semplicemente erano delle semplici salette di
conversazione dove si poteva prendere aria benevolo che succedeva cortile. ... tutta la zona ellenica
della pianta Levi è una zona che fu trovata piena di case ellenistiche che il buon Pernier dovette
demolire una dopo l'altra purtroppo senza fotografie né disegni; vescovo di coscienza lasciò qua e
là, laddove non gli dava molto fastidio, qualche muratura e difatti la vedete; il motivo per il quale si
spiegava da parte dei vecchi scavatori che qui non ci fossero né affreschi, né tavolette ecc. è proprio
questo: siccome c'è stata una rioccupazione, prima che sono stati i micenei, poi ci sono stati i
geometrici, poi ci sono stati gli ellenistici, ma che ci volete trovare, che ci dovevano lasciare? Bugia
grossa quanto una casa perché quelli che venivano a rioccupare rioccupavano il livello più alto,
quindi lo strato di distruzione non coincide, perché io che vengono dopo il limite vada beccare un
vaso di bronzo, una spada che poi posso rifondere per riutilizzarla, ma di una tavoletta di argilla, di
una figura, di una affresco alle pareti, che me ne faccio? Queste cose non c'erano proprio nel
palazzo di Festosse, né amministrazione, l'abbiamo detto ieri, né scene figurate negli affreschi, il
cortile di ricordo a lungo 46,50 per 22 metri. Passiamo ora a questa assionometria un poco
fantastica, a legge 3 ambienti uno accanto all'alto: il 107º, il 106 e il 105 nel 105 c'è addirittura, non
saprei se è un pozzo di luce o un focolare proprio perché all'estrema destra della pianta c'è come una
specie di caminetto, il guaio è che questo caminetto è addirittura stuccato e dentro questo caminetto
stavano pure dei vasi, quindi non poteva funzionare da caminetto, per quanto riguarda il pozzo di
luce é anche esso poco probabile perché è talmente stretto e sistemato all'estremo dell'ambiente che
non aveva da fare alcuna luce, quindi c'è questo strano complesso in cui appunto il vano 105 è
stuccato e ha questo pozzo di luce, questo apprestamento, non saprei come definirlo, il 106 non è
stuccato ma è invece lastricato e si trova su due livelli, se vedete c'è un gradinetto a metà e anche
esso aveva dentro dei vasi; il 107 che poi si è in parte, come vedete, rovinato non aveva dentro
assolutamente dei vasi, ma aveva invece 2 banchine, una più larga sul lato a monte e una più stretta
sull'altro lato e noi siamo in grado sulla base delle esistenza di una o due pietre al massimo di
calcolare la larghezza di questo vano che è circa un metro e 80, perché vedete nel disegno c'è
l'attacco di quella che potrebbe essere l'altra parete, quindi qua voi potete prolungare idealmente le
due pietre, la lunghezza totale non la conosciamo, sappiamo che almeno otto metri e 50 doveva
essere perché fino ad 8,50 metri c'è il muro; quindi fa un ambiente molto lungo stretto, poi vedete
sempre alla parete di Monte che c'è una doppia fase costruttiva, perché ci sono due muri e uno
dietro l'altro, cos'è successo? Che il muro originario era quello più indietro, di fondo, poi è franato
perché vi dicevo siamo sul pendio della Acropoli mediana, la collina che sta in mezzo, e il pendio
aveva premuto e allora s'era fatta una cosa molto semplice cioè si era semplicemente aggiunto come
fodera muro più interno, in modo tale da provocare solo un restringimento del locale, una contro
parete; e questo fatto è interessante perché chi dice che questo edificio doveva avere una funzione
particolare di un certo rilievo perché ha una volta avvenuto il crollo anziché dire abbandoniamolo e
costruiamone un altro s'è detto qua bisogna rifare e rimanere qua e mantenere questa banchina per
questa specifica funzione... guardate poi un'altra cosa, il muretto est di questo edificio è molto
sottile, si vede chiaramente che è un divisorio che e dello stesso spessore di quella del 106 mentre il
muro di fondo è molto più spesso, questo cosa vuol dire? Vuol dire semplicemente che 106, 107
105 fanno parte di un unico disegno, di un unico progetto architettonico e che quindi i muri interni
divisori sono per necessità più piccoli, quindi si era pensato insieme di fare 105, 106 e 107 allora la
funzione dovrebbe essere comune a tutti e tre gli ambienti anziché ad uno solo, che cosa può essere
un complesso di questo genere in cui, ripeto, il vano più grande è senza alcun tipo di vaso mentre
gli altri li hanno e poi uno ha la stuccatura , il pavimento con quello strano apprestamento, l'altro ha
invece delle lastre... le banchine abbiamo detto sono sinonimo di sale di riunione, se facciamo il
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solito conto ci possiamo collocare (questa è roba di primo palazzo) all'incirca una ventina di
persone, quindi al solito un numero piuttosto ristretto, che cos'è questa, e soprattutto perché negli
ambienti adiacentici sono le suppellettili, i vasi in quella delle riunioni non ci sono, sembra
chiaramente che queste siano delle stanze ausiliarie dove appunto si conservavano quei vasi che poi
servivano a chi si sedeva in quel posto per fare qualche operazione, tra l'altro il pavimento era fatto
da bellissime lastre rettangolari d'alabastro, se ne conservano tre, quindi vi stavo dicendo è anche in
qualche modo un locale signorile con queste lastre d'alabastro; il Levi quando nel 1969-71
scavammo questo complesso si fece un po' influenzare da un'ipotesi che era stata fatta per Mallia e
si spinse dire che qui ci fosse stata la sede della Gerusia cioè del consiglio dei vecchi che in qualche
modo lontano dal palazzo veniva a creare indirettamente una sorta di contropotere di questo palazzo
che è una cosa un po' difficile da mandare giù... sala riunioni, non ci piove... di un certo livello e
prestigio non ci piove,... una serie di funzioni che usavano i vasi che stavano in 105 in 106, non ci
piove... ma più di questo non si può dire, non possiamo spingerci oltre... però è una sala di riunioni
fuori dal palazzo questo si, è un dato di fatto: disterà una settantina di metri dal palazzo ma è
diversa, niente impedisce di pensare che qualcuno che stava dentro al palazzo in determinate
occasioni fosse venuto qui... se pensiamo all'accoglienza di stranieri finiamo diritti nel pritaneo
greco e non credo... mi chiedo invece se per esempio una confraternita che avesse un determinato
culto specifico con delle forme particolari, un culto di prestigio chiaramente, non avesse ottenuto il
permesso di fare in questo luogo le proprie riunioni... mi intriga perché questa apprestamento e
unico in tutta Creta, c'era anche ceramica di Kamares; chiamiamola sala di riunioni che non
sbagliamo, la alabastro l'avevano a 500 metri da Haghia Triada perché è stata identificata la
Latomia antica... quando negli anni 50 dopo la parentesi della guerra Levi decise di restaurare in
qualche modo le strutture del palazzo che si erano parecchio deteriorate si propose di sostituire le
lastre di alabastro, disse visto che noi abbiamo identificato questa Latomia (la comprò addirittura)
fece segare le lastre con i vecchi sistemi della grande sega di metallo proprio come quelle che sono
solo trovate nei palazzi nelle ville minoiche, quindi esattamente con quelli strumenti, fatte
soprattutto raffreddar ad acqua ogni volta che si surriscaldavano, con la sabbia ecc., per cui era
sicuro di avere fatto filologicamente un'opera inappuntabile, aveva preparato queste lastre tagliando
nella misura giusta e le aveva fatte sistemare al posto delle lastre vecchie lasciando naturalmente lì
dove c'erano quelle buone, quelle originali, dopo due tre anni queste lastre nuove di alabastro si
imbarcarono totalmente e diventarono curve, si capì a posteriori che non si era calcolato il
coefficiente di dilatazione dell'alabastro che doveva essere stagionato, cioè prima bisogna aspettare
una volta tagliate che queste lastre si espandessero e poi una volta raggiunta la loro dilatazione
massima solo allora si potevano impiegare. Con lui c'era un assistente dell'opificio delle pietre dure
di Firenze. Queste lastre imbarcate ci sono ancora se volete vederle affrettatevi. 4
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher joeshiro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Preistoria e protostoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Catania - Unict o del prof La rosa Vincenzo.
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