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CAVALLI IN SICILIA
Origini: Fenici e Cartaginesi importarono cavalli dall’Africa e dall’Asia. Attitudine: sella, tiro leggero,
endurance. LG tenuto dal MIPAAF. Obiettivi di selezione sono per i soggetti destinati all’endurance e
trekking.
MORFOLOGIA:
- Caratteristiche: altezza: 145- 155 cm (anche soggetti più alti)
- Mantello: baio, grigio, sauro, spesso con riflessi brillanti; pelle fine.
- Testa piccola, profilo rettilineo, fronte ampia, occhi grandi
SICILIANO INDIGENO:
Derivanti dalle immissioni di sangue africano, arabo, berbero, iberico e normanno in seguito alle varie
dominazioni. Progetto in atto: per il recupero e difesa del cavallo siciliano indigeno. Uso di stalloni P.S.
Orientale con fattrici siciliane indigene per salvaguardia della razza e fissazione delle caratteristiche
pregiate: resistenza – eleganza.
PROGETTONessun soggetto potrà essere classificato come "cavallo siciliano" sino a quando non sarà
raggiunta la terza generazione certificata nell'ambito del progetto in atto e la costituzione del Libro di Razza,
può nascere solo in Sicilia, I puledri devono essere imprintati alla nascita e resi immediatamente confidenti
in termini etologici ed ammansiti ed in seguito addestrati unicamente secondo i dettami e le tecniche
dell'equitazione naturale etologica italiana, solo pareggiati mai ferrati, no castrazione, o viene usato dal
Reggimento carabinieri a cavallo, cosa che ne conferma il valore come cavallo da cavalleria militare.
PERSANO
CAVALLI DELLA CAMPANIA
Origine nella provincia di Salerno (Persano), usato nel centro veterinario dell’esercito di grosseto e
ventimiglia. Tipico mantello grigio trotinato. Attitudine da sella.
SALERNITANO:
provincia di salerno, attitudine sella e salto ostacoli. Testa leggermente pesante e allungata, profilo rettilineo
con parte terminale convessa. Collo lungo, spalla lunga e inclinata. Mantelli: baio, sauro, grigio, morello.
LIBRO GENEALOGICO DEL SELLA ITALIANO:
obiettivo di selezione: salto ostacoli
- i soggetti nati dall’incrocio tra stalloni sella italiano iscritti al registro principale con fattrici delle razze
Maremmana, Salernitana, Persana, Puro sangue inglese, Anglo arabo iscritte ai rispettivi libri genealogici
o registri anagrafici;
- i soggetti nati dall’incrocio tra fattrici sella italiano iscritte al registro principale ovvero, ove previsto, al
registro supplementare, con stalloni delle razze Maremmana, Salernitana, Persana e Anglo araba
- i soggetti nati dall’incrocio tra fattrici sella italiano iscritte al registro principale ovvero, ove previsto, al
registro supplementare, con stalloni Puro sangue inglese iscritti al repertorio stalloni del sella italiano;
- i soggetti nati da stalloni sella italiano iscritti al registro principale e da fattrici sella iscritte al registro
principale ovvero, ove previsto, al registro supplementare
anche con i sella italiano si faceva il performance test fino al 2009.
I maschi interi sono selezionati in
- classe A=eccellenza: stalloni di altri LG europei che applichino un programma di selezione oppure
maschi sella italiani che abbiano superato la valutazione sanitaria con risultati sportivi.
- classe B=idoneità fisica
- classe C=standard
test morfo-attitudinaliper l’approvazione in classe A, prove in circuito e salto in libertà.
SCALA DI ADDESTRAMENTO:
obiettivi dell’allenamento sono:
- Aumentare la capacità del cavallo per un determinato esercizio
- Aumentare il tempo che intercorre prima dell’instaurarsi della fatica
- Migliorare la prestazione complessiva, incrementando:
o L’abilità
o La forza
o La velocità
o La resistenza
o o tutte queste
- Ridurre il rischio di infortunio
Diversi nelle varie discipline
SCALA DEL TRAINING Non vanno presi da soli e si devono rispettare le tre
fasi.
Cavallo negli aiuti del cavaliere: POSIZIONE,
ASSETTO, MANI, GAMBE. il corpo del cavaliere e il
suo utilizzo è lo strumento che il cavaliere ha per
comunicare con il cavallo.
1) Ritmo (rispetto della purezza dell’andatura e della sequenza);
2) Decontrazione (assenza di tensioni durante il lavoro);
3) Contatto (accettazione dell’imboccatura);
4) Impulso (rappresenta l’elasticità delle falcate e l’ingaggio del posteriore);
5) cavallo Dritto (posa i post. sulla stessa traccia degli anteriori: solo se è dritto spinge in uguale misura)
6) Riunione (capacità di portare il proprio peso sui posteriori, con l’ingaggio delle anche, ne alleggerisce gli
anteriori e rileva il gesto. Spinge il peso in alto e in avanti).
• La base dell’addestramento è data dal far rispettare al cavallo le sequenze corrette delle andature, poi la
decontrazione e un contatto leggero. Solo successivamente si potrà introdurre il concetto di impulso.
• Legato all’impulso è “il cavallo dritto”, in quanto deve imparare a spingere con ugual misura con entrambi i
posteriori e distribuire equamente i pesi.
• Il cavallo per sua natura è asimmetrico in quanto le anche sono più larghe delle spalle e la parte destra
generalmente è più debole della parte sinistra (il contrario di quanto in genere avviene con le persone).
• Lo scopo del buon addestramento è quello di migliorare la simmetria del cavallo, che permette di aver un
cavallo che si riunisce si distende con equilibrio, elasticità e sottomissione. Nella maggioranza dei casi,
l’orma del posteriore destro generalmente non si posa mai in linea all’orma dell’anteriore destro, ma
leggermente più in dentro. Ne deriva che il posteriore destro dovrà spingere di più rispetto a quello sinistro
ed a quest’ultimo sarà richiesta anche una maggiore flessione.
• In conclusione, diciamo che solo dopo aver raggiunto un cavallo dritto si potrà sviluppare correttamente la
riunione, aumentando la capacità del cavallo ad ingaggiare i posteriori per alleggerire il treno anteriore e un
esempio lo abbiamo con il Piaffè
• Quindi, seguendo la scala del training si dovrà prima effettuare un addestramento preliminare, poi
sviluppare le capacità propulsive ed infine sviluppare la capacità a portare peso (riunione)
ANDATURE
Il movimento di un arto si divide in:
- Levata: la fase in cui un arto si alza dal terreno a conclusione della spinta
- Posata: la fase in cui l’arto si riceve sul terreno e prepara la spinta
- Battuta: fase in cui l’arto è appoggiato sul terreno e genera la spinta
FRANCHEZZA dell’andatura Andatura sicura, che procede senza esitazioni e con decisione. Correlata alla
regolarità.
- Sequenza: la successione delle battute di ogni andatura
- Regolarità: isosincronia dei movimenti
Andature riunite: il cavallo, mantenuto nella mano, abbassa le anche e riduce l’ampiezza dell’andatura
aumentandone l’elevazione. Esaltano la capacità del cavallo di spingere peso in avanti e
contemporaneamente di portarsi, grazie all’impegno dei posteriori
Andature medie e allungate: il cavallo abbassa l’incollatura e si porta più avanti col naso, conservando
equilibrio e ritmo
TRANSIZIONI
: passaggio da un’andatura all’altra
- Aiutare il cavallo a sviluppare forza
- Portando più peso sui posteriori (transizioni «a scendere»)
- Chiedendo di spingere peso (transizioni «a salire»)
- Ottenere una maggiore elasticità della schiena
- Favorire l’alleggerimento del treno anteriore
- Confermare l’equilibrio
regolarità,
RITMO
1. sequenza e tempo
- È la regolare successione delle alzate e delle posate degli arti di un cavallo a una determinata andatura,
uguali fra loro in termini di tempo, spazio e intensità
- Si deve formare la V tra i bipedi omolaterali al passo e al trotto, osservando dove arrivano i posteriori:
se raggiungono l’orma dell’omolaterale anteriore
- Il ritmo è il rispetto dello schema motorio dell’andatura, ossia della sequenza
- Il tempo è la velocità del ritmo
- Non c’è ritmo quando le falcate sono corte, affrettate e irregolari
- Si corregge con esercizi di decontrazione, con transizioni, circoli e serpentine, allungando (trotto e
galoppo)
e l’intervallo delle battute sul terreno caratteristico di ogni andatura, quindi la frequenza. Il ritmo è
«marcato» dagli intervalli delle battute. nel passo 4 tempi uguali ben marcati in cui gli arti si posano uno
dopo l’altro; nel trotto 2 tempi uguali, separati nettamente da una fase di sospensione, in cui il cavallo si
muove per bipedi diagonali che devono essere di uguale ampiezza; nel galoppo 3 tempi e una fase di
sospensione.
Cadenza: è determinata dall’ampiezza e regolarità della falcata del cavallo. Ogni andatura ha più cadenze:
riunita, di lavoro, media e allungata; al passo non si parla di passo di lavoro ma di passo libero. Regolarità
delle battute: il movimento si dice ‘cadenzato’ o ‘in cadenza’ quando si verifica l’uniformità dei tempi di
battuta sulla linea retta, nella linea curva e nel movimento su due piste. Ogni andatura ha la propria
cadenza.
DECONTRAZIONE
2. elasticità ed assenza di tensioni
- Fisica: scioltezza e tonicità muscolare del cavallo durante il lavoro
- Psicologica: il cavallo è rilassato e sereno, disponibile a capire ed eseguire le richieste
Il cavallo presenta i muscoli liberi da tensioni, usa la schiena, presenta «facilità nei movimenti», distensione
dell’incollatura, la coda si muove in modo sciolto, non è schiacciata nei posteriori, ma nemmeno agitata
nervosamente, i muscoli della groppa e della schiena non sono contratti, la bocca e l’espressione della testa
sono rilassate.
CONTATTO
3. unione elastica, costante e tranquilla tra la mano del cavaliere e la bocca del cavallo
tramite le redini
Appoggio
- sul ferro dell’imboccatura
Il cavallo si muove nel ritmo e decontratto, la bocca mastica gentilmente, la lingua rimane sul pavimento
orale, la nuca è estesa, «morbida», l’incollatura si arcua in avanti e in alto, i posteriori cominciano ad
avanzare sotto la massa del corpo, sono maggiormente «impegnati», il cavallo si sente «alla mano», accetta
il contatto.
Questa parte della scala di addestramento è quella che comporta i maggiori pericoli di uso troppo forte
della mano: ad es. il cavallo «spezza» l’incollatura tra la 3° e 4° vertebra cervicale per sottrarsi «dietro» la
mano, ma non si appoggia. Se si appoggia troppo all’imboccatura ci può essere un lavoro sbagliato: poco
impiego dei posteriori, cavaliere attaccato