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FASE INTERPARTO
Si tratta di un periodo fisiologico, che segue il parto (tra dicembre e marzo), in cui primipare e pluripare
vengono mantenute in stalla e poi sono spostate in gruppi comuni al pascolo in primavera/estate.
Il toro (rapporto 1:30) viene introdotto nel gruppo non prima di 50 giorni dal parto, rimane con le vacche
per 2-4 mesi, a seconda del periodo (marzo-aprile in stalla, maggio-giugno al pascolo).
I tori per monta naturale vengono tenuti in stalla o paddock, non al pascolo.
Le vacche allattano i vitelli dalla nascita fino al ritorno in stalla, che coincide con lo svezzamento
(settembre-ottobre), vitelli di 7-8 mesi che pesano 300Kg. 65
E infine svolgono l’ultima fase della gestazione in stalla.
Gestione
Le stalle per bovini da carne sono generalmente semplici e a basso costo, con tipologia variabile in
base al clima e alla zona (pianura, collina o montagna): stalle aperte, in zone dal clima mite o chiuse,
per aree montane o con inverni rigidi.
La stabulazione può essere fissa (alla posta): tipica delle zone montane in cui le vacche sono legate
individualmente lungo uno o due file di poste disposte "groppa a groppa" (lunghe circa 1,80 m), con
mangiatoia anteriore e canalina posteriore inclinata per il drenaggio dei liquami; il vitello resta nella
corsia di servizio. La pavimentazione nella zona di riposo può essere a lettiera permanente inclinata
(talvolta con cuccette).
Se la zona di alimentazione è separata da quella di riposo, è larga circa 3-4 metri e ha un pavimento in
cemento rigato, dotato di raschiatore per rimuovere le deiezioni. Tuttavia, più spesso la rastrelliera
(dove gli animali si alimentano) si trova direttamente nella zona di riposo, che è semplicemente coperta
di paglia. È importante riservare un’area pulita per i vitelli, separata dalle zone più contaminate da
deiezioni.
Questo sistema consente operazioni di gestione (pulizia, visite, fecondazioni), ma presenta limiti
importanti: minore benessere animale (ridotta socialità, problemi a piedi e arti), difficile gestione
igienico-sanitaria e ventilazione, costi gestionali elevati (soprattutto oltre i 40 capi), incoerenza con il
pascolo estivo, dove gli animali sono liberi.
Oppure si può avere la stabulazione libera: oggi è la più utilizzata, durante l'inverno (e tutto l’anno in
assenza di pascolo), le vacche sono libere in box collettivi, mentre i vitelli vengono alloggiati in aree
riservate situate ai margini del box.
Le strutture possono essere: a corpi separati, collegati da paddock o edificio unico con paddock
laterali.
Superficie pro capite consigliata in stabulazione libera è di 9 m² per coppia vacca + vitello.
Le cuccette dovrebbero essere: lunghe 2,30 m in stabulazione libera e 1,80 m in stabulazione fissa.
Durante la stagione calda, le vacche con i vitelli vengono portate al pascolo. Fondamentale è l’uso di
recinzioni, che possono essere: fisse, amovibili ed elettrificate o virtuali con collari elettronici che
emettono scariche leggere in caso di superamento dei confini.
Accorgimenti necessari: zone d’ombra, sistemi di abbeverata efficienti.
TORI e FERTILITÀ
I tori utilizzati per la monta sono spesso tenuti legati e vengono liberati solo durante l’accoppiamento,
è importante garantire uscite regolari per il movimento. Il box individuale deve avere almeno 12 m²
Una valida alternativa è il recinto ampio, che consente maggiore libertà, occorrono almeno 10 m² per
capo.
Devono poter mantenere contatto visivo e uditivo con il gruppo di vacche, preferibilmente posizionati
vicino alla loro zona di stabulazione.
Gli adulti tollerano bene temperature tra 10 e 15 °C, oltre 23 °C si può verificare lo stress termico.
Superati i 25 °C con umidità >70%, si parla di vero e proprio stress da caldo. 66
Alimentazione e fertilità
Esiste una stretta correlazione tra la condizione corporea (BCS) e la fertilità.
Vacche troppo magre (BCS < 2.7):
Intervallo parto-fecondazione: fino a 90 giorni
• Intervallo parto-concepimento: fino a 130 giorni
•
Vacche in buona condizione: intervallo parto-concepimento di 100–110 giorni
Una scarsa condizione corporea post-parto causa: ritardi nel ritorno in calore, prolungamento della
fase improduttiva (intervallo parto-concepimento)
La condizione corporea (BCS) delle bovine va valutata in tre momenti fondamentali:
1. Rientro autunnale in stalla (svezzamento): dopo l’allattamento, il grado di dimagrimento varia
in base alla qualità del pascolo estivo.
2. Parto: solitamente in inverno, circa 2-3 mesi dopo il rientro.
3. Inizio del pascolo primaverile: coincide con l’avvio della lattazione e la fase di copertura.
In caso di parto tardivo (febbraio-marzo) si può scendere fino a 2 di BCS, al momento del parto, senza
effetti negativi sull’interparto. Dopo il parto vanno presto al pascolo, beneficiando dell’effetto
“flushing” che stimola il calore e la fecondazione.
Queste vacche dovrebbero quindi presentare: BCS alla copertura di 1.5–2 e al rientro in stalla di 2.5
(pluripare), 3 (primipare).
In caso di parto precoce (novembre-dicembre) il BCS al momento del parto non dovrebbe scendere
mai sotto 2.5 per evitare dimagrimenti eccessivi durante la permanenza invernale in stalla.
Il BCS alla copertura dovrebbe essere di 2–2.5 e al rientro in stalla di 3.
In generale le primipare: devono mantenere sempre un BCS > 2.5 (idealmente 3), poiché devono
accrescersi, entrare in calore, rimanere gravide e allattare.
Durante il periodo invernale è utile suddividere le vacche in sottogruppi, per ottimizzare
l'alimentazione e il recupero del BCS, secondo due criteri principali:
1. Precocità del parto
Vacche con parto precoce: maggiore attenzione alimentare per mantenere un BCS adeguato al
• momento del parto. Restando più a lungo in stalla, il rischio di eccessivo dimagrimento è
maggiore e può compromettere la ripresa dell’attività riproduttiva.
Vacche con parto tardivo: possono essere gestite con meno rigore, poiché dopo il parto
• accedono presto al pascolo, beneficiando del “flushing” che stimola il ritorno in calore anche
in presenza di BCS bassi.
In un’ottica di risparmio, è quindi possibile trascurare moderatamente le vacche con parto tardivo,
focalizzando le risorse sulle vacche con parto precoce.
2. Condizione corporea al rientro in stalla (svezzamento)
Vacche in buono stato corporeo: possono essere mantenute con un razionamento standard.
• Vacche magre: necessitano di una dieta mirata al recupero del BCS.
•
Obiettivo della gestione della razione alimentare: garantire un’alimentazione adeguata per mantenere
in buona condizione le vacche magre e quelle con parto precoceà più a rischio di perdita di BCS.
Fattori da considerare nella formulazione della razione: 67
1. Fabbisogni nutrizionali: UFL (unità foraggere), PDI (proteine digeribili intestinali), unità di ingombro,
SS (sostanza secca). Il fabbisogni varia in base: al momento del parto (inizio inverno, fine inverno,
estivo), alla fase fisiologica (gestazione, parto e lattazione) e al peso e BCS al rientro in stalla.
2. Condizione corporea (BCS) al rientro in stalla: se magre necessitano maggiore apporto energetico e
proteico.
3. Periodo del parto: se precoce, allora attenzione all’alimentazione; se tardivo i fabbisogno sono
leggermente inferiori grazie al flushing pascolivo.
4. Fase fisiologica: differenziare tra gestazione, parto e lattazione.
5. Tipo e quantità di alimento somministrato: l’insilato di mais ha SS al 30%, quindi 10 kg effettivi
corrispondono a 3 kg di SS. Per ottenere 10 kg di SS, serviranno 30 kg di insilato.
Esempio di calcolo razione – Vacca Charolaise (750 kg), parto invernale, BCS 2-3:
Fabbisogni giornalieri stimati: UFL: 8.8 - PDI: 805 g - Unità di ingombro: 1.5 - SS: 14.7 kg - P: 19.3 g - Ca: 11.5 g
Razione base somministrata: 8 kg fieno, 10 kg insilato di mais (pari a 3 kg di SS)
Valori forniti dalla razione base: UFL: 6.1 - PDI: 688 g - SS: 11.7 kg - Unità di ingombro: 1.32 - P: 15.5 g - Ca: 6.6 gà Deficit
da coprire: UFL di 1,06 – PDI di 124
Occorre quindi un mangime complementare che contenga 124 g di PDI e 1.06 UFL, cioè 124/1.06 = 117 g di PDI per ogni
UFL. Alimenti complementari disponibili:
Alimento S.S. (%) UFL/kg S.S. PDI/kg S.S. (g) Unità ingombro P (g) Ca (g)
Orzo 86,7 1,09 79 3 3 0,5
F.E. soia 87,8 1,21 377 5 5 2,1
∽Calcolo della miscela - Croce di Sant’Andrea.
L’obiettivo è ottenere un mangime complementare con:
• UFL/kg = 1,06
• PDI/kg = 124
• Rapporto PDI/UFL = 117 g/UFL
Passaggi:
Orzo: PDI/UFL = 79 / 1,09 = 72,48
F.E. soia: PDI/UFL = 377 / 1,21 = 311,6
Differenza richiesta (Croce di Sant’Andrea):
• 311,6 – 117 = 194,6 (F.E. soia in eccesso)
• 117 – 72,48 = 44,52 (orzo in difetto)
Ripartizione percentuale della miscela:
• Orzo: (311,6 – 117) = 194,6 → 82%
• F.E. soia: (117 – 72,48) = 44,52 → 18%
Totale = 239,12 → normalizzato a 100%
La miscela così ottenuta, composta per l’82% da orzo e per il 18% da farina di estrazione di soia, è formulata per rispettare
il rapporto ottimale PDI/UFL = 117 g/UFL, garantendo un adeguato equilibrio tra energia e proteina digeribile, come
richiesto dagli animali nel periodo considerato.
Esempio di razione giornaliera (Croce di Sant’Andrea):
Alimento Kg t.q. S.S. (%) UFL PDI (g) Unità ingombro P (g) Ca (g)
Fieno polifita 8 87,4 0,68 374 8,7 6,1 8,7
Fieno silo 10 25,5 0,42 285 6,8 6,3 8,1
Totale foraggi 18 1,1 1,1 659 15,5 12,4 16,8
Mangime (18% soia) 2 87 1,08 265 1,9 12,2 5,2
Totale razione 20 – 2,18 924 17,4 24,6 22 68
∽ PASCOLO
La transizione, dalla stalla al pascolo (da metà aprile a fine maggio), deve essere graduale per evitare
problemi digestivi dovuti all’erba primaverile:
Eccessi: acqua, azoto solubile, potassio→ diarrea
• Carenze: fibre, minerali (Mg, Na, ecc.) → rischio ipomagnesemia
•
Quindi è consigliata una transizione in 4-8 giorni, il primo giorno si fa uscire un paio d’ore nel
pomeriggio, il giorno successivo si aumenta di un’ora e così via.
In questa fase è consigliato: lasciare fieno o paglia a disposizione nella zona di ricovero notturno,
somministrare un’integrazione minerale (es. 25 g/capo/dì di Mg per 15 giorni) e usare sali minerali
specifici o blocchi auto-leccanti (100 kg sale, 10 kg fosfato bicalcico, 30 kg magnesio, 30 kg melassa),
integrare con mangimi se l’erba è troppo povera e offrire coperture o ripari se il clima è freddo.
Fattori che influenzano la gestione del pascolo:
1. Disponibilità foraggera