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PREPARAZIONE E CATALOGAZIONE
La raccolta in primis è focalizzata su larve e uova, ma anche gli adulti possono essere utili. Di questi si osserva
se hanno ovari sviluppati, quindi se hanno deposto o meno le uova. Inoltre sono impiegati anche per il
riconoscimento delle larve; se non si è certi dell'identificazione, gli adulti possono essere maggiormente
informativi.
Una volta raccolti, gli insetti devono essere preparati. Gli adulti di qualsiasi specie vengono spillati. Non si
conservano mai in alcol, se non per brevi periodi, poiché è una sostanza che disidrata e rende l’insetto fragile;
inoltre quando si preparano, diventa difficile distenderli, si rompono. Se si vogliono tenere in alcol per un
periodo molto lungo, spesso si osserva perdita di colorazione, il che crea problemi per l’identificazione della
specie. Spillarli è quindi la soluzione migliore.
I diversi insetti si spillano in vario modo. Per quelli di dimensioni maggiori si utilizza uno spillo che attraversa
torace o addome, a seconda della tipologia. Infatti il torace e il capo in alcuni casi risultano essere troppo duri,
fanno eccezione i ditteri. Una volta spillato, è fondamentale scrivere data, località, nome di chi l’ha raccolto e
informazioni accessorie, tra cui la determinazione della specie, relative all'insetto. I primi due punti (data e
località) sono obbligatori, altrimenti la catalogazione non ha valore. La determinazione della specie invece è
utile se l'animale è di semplice identificazione. Ma è molto più probabile che l'identificazione venga eseguita
successivamente.
In base alla specie e alle dimensioni, si utilizzano spilli di diverse dimensioni.
Spesso per l’identificazione della specie, l’insetto viene sezionato, ad esempio si rimuovo i genitali. Questi poi
si preparano in cartoncini di carta che vengono inseriti al di sotto dell’animale, accoppiando così l’adulto con
i suoi genitali o con eventuali porzioni rotte. Gli insetti molto piccoli invece vengono associati a dei cartellini
senza spillatura, che rischierebbe di compromettere l'integrità dell'animale.
La spillatura associata alla conservazione degli insetti in scatole entomologie appropriate consente di
mantenere intatti gli animali per moltissimo tempo: non perdono colore né forma né struttura. Ovviamente
con gli anni diventano più fragili, ma l‘importante è che si riesca ad identificare la specie.
La conservazione in formalina non viene più effettuata perché si è osservata essere una sostanza cancerogena.
Inoltre non fornisce vantaggi diversi dall’alcol, oltre a determinare la perdita del pigmento.
Le scatole entomologiche hanno una chiusura ermetica, pertanto non dovrebbero consentire l'entrata di
alcun corpo estraneo. In realtà dopo alcuni mesi è possibile osservare l'arrivo di coleotteri che ricercano
materiale biologico secco. Quindi diventa fondamentale disporre dei contenitori con insetticidi al loro interno,
che allontanano o uccidono qualunque altro insetto.
Questa è la conservazione che viene eseguita con il fine di determinare l’identificazione morfologica.
Se la colonizzazione è precoce (ossia se il PMI è recente) e quindi ci sono pochissimi insetti o larve piccole o
uova, è auspicabile mantenerle in vita, per farle crescere e poter definire l’identificazione. Altre invece
vengono campionate per determinare lo stadio larvale e quindi il PMI. La priorità assoluta è proprio quella di
raccogliere uova e larve per determinare il PMI. Una volta fatto questo, è possibile mantenerle in vita per una
successiva identificazione. È importante poiché ad esempio le larve al primo stadio non si identificano, se non
con tecniche molecolari. Le larve al secondo stadio cominciano ad avere gli spiracoli, ovvero delle strutture
necessarie all’identificazione del genere e in alcuni casi della specie. Quelle al terzo stadio sono maggiormente
informative, perché presentano anche gli spiracoli posteriori e quindi è più facile l’identificazione.
In generale quindi, se gli animali presenti sono pochi e in stadi di vita precoci, come uovo, larva I e larva II, è
da prediligere sempre il mantenimento in vita dei campioni. Per conservare i campioni vivi, tendenzialmente
si inseriscono in barattoli che poi si richiudono con dei collant (per permettere l'areazione ma non la
fuoriuscita delle larve) o con tappi forati. Chiaramente, trattandosi di larve, quando queste inumidiscono il
barattolo, si arrampicano e riescono ad uscire dal contenitore. Pertanto i collant risultano la soluzione
migliore. Alla base dei contenitori è utile porre carta assorbente per assorbire le secrezioni (che favorirebbero
la fuoriuscita delle larve) o in alternativa anche della segatura. Se si vogliono mantenere in vita, in alcuni casi
è necessario raccogliere il substrato originario (ad esempio tessuto morto). Inoltre è importante ricordare che
non si devono creare situazioni di sovraffollamento né tantomeno mischiare stadi larvali differenti
(soprattutto uova con larve), poiché è possibile che le larve degli stadi più avanzati mangino le altre. Queste
accortezze sono necessarie per evitare: impossibilità di movimento, possibilità di danneggiamento e
cannibalismo/predazione.
Gruppo di appartenenza e stadi di sviluppo diversi possono richiedere procedure diverse di raccolta e
conservazione. Gli insetti di interesse forense sono i seguenti:
- Ditteri;
- Coleotteri;
- Altri insetti e artropodi, tipo falene o pidocchi.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEI DITTERI - OVATURE
Le procedure di raccolta e conservazione dipendono anche dallo stadio di sviluppo dell'insetto.
Dopo poche ore (1 o 2) dal decesso, le mosche possono già deporre le uova, se queste sono mature. I cluster
di uova si trovano nei pressi di orifizi naturali (occhi, narici, bocca, orecchie, organi genitali) e nei pressi di
ferite e lacerazioni; ma anche tra i capelli, sulle superfici del corpo e le pieghe dei vestiti (raro), soprattutto in
zone umide per presenza di sangue e liquidi putrefattivi. Singole uova sono difficili da trovare, ma possono
essere presenti, sebbene più comunemente i ditteri depongano cluster (circa 150 uova). In ogni caso
inizialmente bisogna focalizzarsi sulle zone precedentemente elencate.
La letteratura consiglia l'uso di un pennellino ma, da un punto di vista pratico, l'utilizzo di spatole e di pinzette
a punte piatte (morbide) può essere preferito. Infatti le uova sono fortemente ancorate al substrato e il
pennello potrebbe non essere sufficiente per staccarle senza danneggiarle. Inoltre gli strumenti possono
essere utilizzati a secco imbibiti di acqua (per allevato) o altri solventi e piccole parti di substrato possono
essere campionate per evitare ogni contatto con il campione.
Si cerca di non mischiare uova di ovature diverse, che possono corrispondere a specie distinte. Solitamente si
osservano pattern differenti: alcune ovature sono molto ordinate, disposte in file, altre invece sono più
confusionarie. Può essere utile quindi fare delle foto prima della raccolta, perché può risultare informativo
per identificare il genere.
Per quanto riguarda il mantenimento in vita e/o allevamento delle ovature:
- Devono essere conservate in piccoli contenitori, con tappo a maglia e rete;
- Si raccolgono pochi campioni per ciascun contenitore e, nel caso di uova, si deve prestare attenzione
a non mischiarle con altri stadi;
- Si conservano insieme solo uova dello stesso cluster;
- È possibile porre i contenitori al freddo per rallentare lo sviluppo nel tempo di raccolta e trasporto.
Inoltre possono essere conservate con il proprio substrato.
Se invece non si è nelle condizioni ottimali per la conservazione, si possono conservare temporaneamente in
ghiaccio, a 0 °C, e poi sistemarle in maniera adeguata in laboratorio. A queste temperature, in un contenitore
con ghiaccio da laboratorio, sopravvivono. Con temperature più basse, muoiono.
In casi limite è possibile effettuare un'analisi morfologica dell'uovo, mediante impiego del microscopio a
scansione (e non ottico). In generale quindi, per uno studio morfologico, il campione viene subito posto in
una provetta con soluzione conservante: in alcol 70-95%, puro o con qualche goccia di glicerina, per evitare
che piccole strutture interne collassino (nel caso delle uova) o si gonfino e per far sì che possano essere
osservate al microscopio. Per quanto riguarda gli studi molecolari, tutto il materiale si conserva in alcol etilico
assoluto o in RNAlater. Le uova inoltre dovranno essere poste in alcol previa pulizia con acqua sterile (distillata
o purificata) per rimuovere il DNA e il materiale che proviene da altri elementi.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE DEI DITTERI - LARVE
A seconda dello stadio di decomposizione del corpo e dell'entità della colonizzazione è possibile trovare:
- Poche larve, disposte negli orifizi, sulle ferite e nelle aperture naturali del corpo;
- Un grande numero di larve, diffuse a coprire gran parte del corpo o raccolte in masse larvali compatte.
Quando non ci sono più masse larvali, perché le larve si sono distribuite in tutti i distretti, non è necessario
campionare tutto: si selezionano alcuni esemplari, possibilmente di stadi larvali diversi, separandoli dalle
ovature. Quando invece ci sono poche larve o ovature, è meglio prelevarle tutte.
Spesso le larve sono osservabili sotto la pelle, dove formano delle bolle. Le larve più grosse invece, in fase
post-feeding e prepupa (dopo il terzo stadio), possono trovarsi lontano dal corpo e la loro raccolta è
fondamentale ai fini del calcolo della loro età e del PMI. Sono fasi in cui tendono ad allontanarsi dal substrato,
quindi vanno campionate sotto al – e lontano dal – corpo, anche a metri e a giorni di distanza. Tipicamente le
larve cercano di nascondersi, per cui è sempre bene sollevare fogliame, tappeti, mobili e tappezzerie, dove
vanno incontro a metamorfosi. Talvolta sono state rinvenute dentro il tessuto spugnoso delle ossa, che
raggiungono tramite il forame nutritizio del sistema vascolare. Se il soggetto viene ritrovato all'esterno, questa
ricerca è ancora più importante e in generale, con un PMI intorno alla settimana o più, è necessario (dopo la
rimozione del cadavere) setacciare il terriccio al di sotto. Le larve infatti si possono trovare a 30 cm di
profondità, alcune anche ad 1 m. Ad ogni modo la maggior parte sono subito sotto o a pochi metri, nel
contesto circostante al cadavere. Ed è di conseguenza importante, quando si campiona, scrivere dove sono
state raccolte (se sono state ritrovate in prossimità o distanti).
Per il mantenimento in vita e/o allevamento delle larve, è bene ricordare i seguenti concetti:
- Un gruppo di larve può