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CAPSIDE ED ENVELOPE
L’involucro proteico che protegge l’acido nucleico prende il nome di capside e può avere
morfologia diversa:
Struttura elicoidale:
• le cui subunità proteiche si organizzano a formare strutture elicoidali, come
un’elica attorno all’acido nucleico. Al microscopio elettronico questi virus assumono un aspetto
bastoncellare.
• Struttura simmetrica: capside con simmetria icosaedrica. L’icosaedro è una struttura
geometrica ben de nita caratterizzata da 20 facce e 12 vertici. Questi virus al microscopio
elettronico appaiono quasi sferici.
Distinguiamo:
- i VIRUS NUDI: costituiti soltanto da acido nucleico e dal capside (di simmetria elicoidale o di
simmetria icosaedrica);
- i VIRUS INVILUPPATI: dove, oltre all’acido nucleico e al capside, è presente anche una
membrana fosfolipidica, chiamata envelope.
Nel virus sono presenti proteine che vanno a costituire la struttura del capside o rappresentano
proteine di super cie che permettono al virus di prendere contatto con la cellula che deve
parassitare. I virus, al contrario dei batteri, devono prima prendere contatto con la cellula ospite in
modo speci co e poi entrare nella cellula, tramite proteine che prendono il nome di antirecettori
virali:
• nei virus nudi, gli antirecettori si trovano ai vertici dell’icosaedro. I virus nudi sono più resistenti
all’essiccamento, ai disinfettanti e all’acidità gastrica; possono essere trasmessi facilmente anche
per contatto indiretto.
• nei virus inviluppati, gli antirecettori si trovano sul doppio strato fosfolipidico. I virus inviluppati
sono meno resistenti perché la membrana è più sensibile all’essiccamento e all’alcool, soprattutto
se è lipidica. Questi virus, per infettare l’uomo, deve essere trasmesso per contatto diretto, perché
nell’ambiente esterno non riesce a sopravvivere.
Grazie all’interazione tra l’antirecettore virale e il recettore cellulare, presente sulla super cie della
cellula ospite, avverrà l’infezione della cellula.
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VIRUS A DNA E A RNA
Un virus, il cui materiale genetico è costituito da DNA, prende il nome di deossiribovirus.
deossiribovirus
I possono essere: a doppia elica circolare, a doppia elica lineare oppure a
singolo lamento. ribovirus.
I virus a RNA prendono il nome di Possono essere a singolo o doppio lamento, a
polarità positiva o negativa.
I virus erpetici, che possono causare l’herpes labiale, sono virus inviluppati con capside
icosaedrico a doppio lamento di DNA lineare.
Il virus dell’epatite B è un virus inviluppato che viene de nito deossiribovirus parzialmente
bicatenario perché un’elica di DNA è completa e una è incompleta.
Il virus dell’epatite C è un ribovirus.
I virus che causano l’in uenza sono inviluppati con capside elicoidale il cui genoma è RNA
segmentato, fatto da tanti frammenti.
La REPLICAZIONE VIRALE, ovvero l’infezione di un virus, avviene secondo le seguenti tappe:
Adsorbimento:
1. rappresenta il primo contatto fra il virus e la super cie della cellula ospite, è il
legame altamente speci co che si instaura fra l’antirecettore e il recettore cellulare
Penetrazione:
2. la cellula ingloba il virus all’interno del suo citoplasma;
Denudamento:
3. Il capside si scompone (fase di denudamento) e l’acido nucleico del virus
diventa disponibile alla cellula ospite, che lo replica e sintetizza le sue proteine.
4. Sintesi macromolecolari
Montaggio/assemblaggio dei virioni:
5. tutti i componenti si assembano.
Fuoriuscita del virus dall’ospite:
6. rilascio di virus ottenuti da una singola particella virale. È
la fase che causa il danno tramite fuoriuscita per lisi, gemmazione o esocrescita. Se il virus è
inviluppato, uscirà per gemmazione portando con se parte della membrana plasmatica perché
deve simulare la sua membrana esterna (l’envelope).
Per cellula sensibile si intende una cellula che presenta i recettori speci ci per un determinato
virus. Non tutti i virus possono infettare qualsiasi cellula: infatti, si parla di spettro d’ospite (ovvero
la specie che il virus è in grado di infettare, se piante, animali o uomo).
Per esempio, il virus in uenzale ha i recettori speci ci solo a livello delle cellule della mucosa
respiratoria.
Un esempio di virus che può infettare sia animali che uomini è il virus della rabbia: circola tra gli
animali e viene contagiato all’uomo attraverso il morso. tropismo tissutale,
Nell’ambito dell’ospite umano, i virus si di erenziano in base in base al
bersaglio cellulare su cui agiscono.
Il sistema immunitario può bloccare il processo di adsorbimento attraverso la produzione di
anticorpi neutralizzanti che si legano agli antirecettori.
Se il virus è inviluppato, l’involucro si fonde con la membrana dell’ospite attraverso delle proteine
fusogene permettendo solo al nucleo e al capside di entrare all’interno della cellula. Se, invece il
virus è nudo la cellula ospite verrà indotta a formare un endosoma che lo avvolge e lo internalizza.
DNA
Se il virus è a andrà a localizzarsi nel nucleo della cellula ospite, perché è li che troverà gli
enzimi deputati alla replicazione (DNA polimerasi) e alla trascrizione (RNA polimerasi).
RNA a polarità positiva con singolo lamento,
Se il virus è a ha un mRNA simile all’mRNA della
cellula: quindi, quando entra nella cellula, il genoma verrà subito tradotto perché la cellula non lo
riconosce come estraneo.
RNA a polarità negativa con singolo lamento
Se il virus è a ha un mRNA diverso dalla cellula
ospite, quindi verrebbe riconosciuto come estraneo. Però, questi virus possiedono l’enzima RNA-
polimerasi-RNA-dipendente-virale, una trascrittasi inversa che ha la funzione di trasformare l’RNA
a polarità negativa in RNA a polarità positiva.
COLTIVAZIONE
I virus non possono essere coltivati nei terreni tipici per i batteri, perché sono parassiti
intracellulari obbligati e possono essere coltivati solo in presenza di cellule ospite.
In passato si utilizzava l’uovo embrionale di pollo, sistema che permetteva la coltivazione e
l’ottenimento di concentrazioni di tanti virus.
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In laboratorio, i sistemi più moderni prevedono l’utilizzo dei tappeti cellulari: un tessuto animale o
umano che viene modi cato e diventa immortale. Per capire se la coltivazione è andata a buon
ne si vede al microscopio ottico il danno che il virus ha creato sulla cellula (e etto citopatico).
Un virus a Dna è più stabile rispetto ad un virus ad Rna, poichè, anche se si moltiplica, rimane
pressoché uguale dal punto di vista antigenico, quindi anche nell’interazione con l’ospite. Mentre,
un virus ad Rna tende a modi care le sue caratteristiche antigeniche. Questo comporta che
l’ospite che è entrato in contatto con un virus ed ha acquisito memoria immunologica, non
resisterà ad un secondo incontro dato che l’agente è mutato.
Il virus entra nella cellula ospite, de nita cellula sensibile, tramite recettori cellulari, proteine
cellulari che andranno a legarsi in modo altamente speci co con gli anti-recettori virali.
Quindi la cellula ospite deve essere in primo luogo sensibile, cioè deve presentare dei recettori
speci ci. Se non li ha, quel virus non la potrà infettare. Il legame recettore-antirecettore determina
un tropismo cellulare: per esempio il virus in uenzale infetta in modo speci co le cellule della
mucosa respiratoria, gli enterovirus vanno a riconoscere e ad infettare le cellule dell'intestino.
VIRUS A DNA
Il virus entra all'interno della cellula tramite scapsidazione, ovvero la dissoluzione del capside e
liberazione dell'acido nucleico. L’ acido nucleico dal citoplasma migra nel nucleo. La cellula ospite
considera questo DNA come se fosse un suo DNA, quindi la RNA-polimerasi sintetizzerà il
corrispondente Rna-messaggero. L’Rna messaggero migra nel citoplasma, va a legarsi ai
ribosomi e verrà tradotto in proteine virali.
Le proteine virali si distinguono in: proteine strutturali, che andranno a costituire la struttura del
virus e proteine funzionali, quelle deputate alla replicazione dell'acido nucleico.
Un virus a Dna è più stabile perché l’enzima DNA-polimerasi, che replica l'acido nucleico virale, è
un enzima che ha la capacità di correggere le bozze, può svolgere un'attività che viene chiamata
esonucleasica (elimina il nucleotide che era stato inserito in modo errato e inserisce il nucleotide
corretto).
VIRUS A RNA
- Il virus a RNA a polarità positiva prende contatto con la cellula (adsorbimento), entra nella
cellula, dissolve il capside e libera l'RNA a polarità positiva. L' RNA a polarità positiva è un RNA
che ha le stesse caratteristiche di un RNA messaggero. Per questo, la cellula che è stata
infettata, andrà a tradurre immediatamente l’RNA a polarità positiva. Tra le proteine funzionali
del virus esiste un enzima (RNA-polimerasi-RNA-dipendente) la cui funzione è quella di
utilizzare il lamento a polarità positiva per sintetizzarne uno complementare a polarità negativa
( lamento intermedio) che, a sua volta, risulterà lo stampo per la sintesi di tantissime altre copie
di RNA a polarità positiva. L’enzima RNA-polimerasi-RNA-dipendente, assente negli eucarioti,
commette diversi errori e non ha la capacità di correggerli come faceva la DNA polimerasi.
Ecco, quindi, che più il virus si replica, più si modi ca nel tempo. Questo spiega perché i virus a
RNA non sono stabili come quelli a DNA.
- Il virus a RNA a polarità negativa, entrando nella cellula ospite rilascia il suo RNA a polarità
negativa, assente nella cellula ospite, la quale non attiva la sintesi proteica. Ecco che i virus a
RNA a polarità negativa portano al loro interno l'enzima preformato, RNA-polimerasi-RNA-
dipendente. Sintetizza, a partire dall’RNA a polarità negativa uno stampo di RNA a polarità
positiva che verrà utilizzato, a sua volta, come stampo per l'ottenimento di tante copie di RNA a
polarità negativa.
RAPPORTO VIRUS-CELLULA
Abbiamo de nito la cellula sensibile come cellula che presenta dei recettori che vengono
riconosciuti dall'anti-recettore virale. La cellula ospite oltre ad essere sensibile, deve essere anche
permissiva, cioè deve mettere a disposizione tutto il suo macchinario biosintetico: ribosomi, RNA-
polimeras