vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PIANI DI AREA VASTA CON VALENZA SPECIALE
Che hanno a che fare con aree vaste ma che hanno scopi specifici per cui sono stati realizzati, con uno scopo
specifica. Assumono un ruolo di PTC o simile, non necessariamente si sostituiscono. Esistono Piani
settoriali:
Piano complessionale: Nasce negli anni ’70 e si rivolge a quei territori, comunali e extra territoriali,
per prevedere un’onda di sviluppo unitario tra comuni. Si definisce un comprensorio che delimita
queste aree, che non corrispondeva con il PTC. Salvo nella Regione Lazio non viene utilizzato.
Piano Regolatore Inter-Comunale: più comuni potevano definire un PRG, che aveva ad oggetto
più territori amministrativi. Livello di pianificazione più basso del PTC, ma ha comunque scopo di
coordinamento.
Piani ASI (aree e dei nuclei a sviluppo industriale): Nascono subito dopo la guerra ed erano
pensati per promuovere lo sviluppo di alcune aree e vengono poi assorbiti nel piano del
mezzogiorno. Per promuovere lo sviluppo dell’industrializzazione del sud. Scopo di indirizzare i
finanziamenti per promuovere lo sviluppo industriale. La legge che li governa li ha associati a PTC;
dunque, tutti i piani gerarchicamente più bassi devono sempre far riferimento a questi piani ASI e
devono sottostare alle indicazioni e previsioni che questi stessi piani possono portare avanti.
Piani di settore: Riguardano settori specifici di alcune aree, per un determinato settore c’è un
posizionamento. Stabiliscono essenzialmente le quantità dei settori (come ospedali, farmacie,
edicole, ecc.)
Piani di Bacino: il Bacino idrico è insieme di tutte le acque che sfociano nello stesso punto,
delimitate dagli sparti acque; dunque, questi piani studiano l’andamento di queste stesse acque,
superficiali o no. Importante per evitare il dissesto idrogeologo e devono essere rese efficienti dai
PRG.
Comunità montana: Non è un piano, o uno strumento urbanistico, ma bensì un ente pubblico ad
appartenenza obbligatori per comuni montani o semi montani anche di provincie differenti che ha lo
scopo di favorire lo sviluppo di quelle aree, per la valorizzazione delle risorse naturali per la
promozione del territorio e delle tipicità locali. La comunità montana deve emanare un piano
pluriennale di carattere economico-sociale. è ad area vasta che si deve porre a metà tra PTC e quelli
di livello comunale, è sovracomunale non di carattere urbanistico ma che si deve far valere come
piano di area vasta.
La Pianificazione Generale si basa su
Economicità
Coerenza delle risorse disponibili
Flessibilità
Ha il fine di valorizzare gli spazi disponibili, ma deve esser flessibile anche rispetto all’evoluzione futura.
Il PRG non avendo un limite temporale e viene scritto per il futuro, per questa caratteristica viene lasciato
aperto e adattabile verso il domani, continua a fissare i principi generali in maniera piena.
PRG
Strumento urbanistico a un livello gerarchico subordinato ai PTC, a cui è obbligato ad essere coerente , se
risulta in contrasto avviene il rigetto. Normato dalla legge a partire dal ’42, si occupa dell’intero territorio
comunale, nel senso generale e non nel dettaglio, dentro i confini amministrativi del comune. Si occupa di
tutto il territorio comunale, non nel dettaglio.
- Pone condizioni e limiti dell’uso del suolo (risorsa non riproducibile). Pone una zonizzazione,
dunque viene specificato l’uso.
- Incide sulla proprietà non come quello particolareggiato ma già ti dà una sorta di imposizione del
vincolo.
- Il vincolo preordinato dell’esproprio è successivo all’imposizione del PRG.
- L’approvazione definitiva corrisponde ad apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.
- Durata illimitata, ma a livello territoriale è temporale poiché varia particolarmente.
- Lo scopo è quello di assicurare la migliore composizione urbanistica, mettere insieme più cose con
il fine di soddisfare tutti i bisogni, dei singoli insediamenti, con un’ottica presente e futura
contemporaneamente. Facendosi carico delle richieste della popolazione.
- Deve fissare delle norme e prescrizioni che siano anche di carattere legato all’ambiente o
salvaguardia di rischio al territorio, che sono lo sguardo di oggi a domani nell’interesse della
popolazione. Deve far conto di aree di pregio culturale, o di interesse ambientale ecc. e tutelarle.
Perché la finalità è di reindirizzare lo sviluppo futuro, non dimenticando il recupero del patrimonio
edilizio edificato evitando il consumo di suolo.
- Se si ha il terreno (es. 100 mq) in base alla zona viene delineato dal PRG nell’area in cui ricade viene
indicato un indice di edificabilità. La volumetria standard è di 0,003 m^3/m^2 riconosciuta nei
terreni agricoli. Su un terreno di (es.1000 mq con quell’indice posso edificare 30m^3)
- È Stato normato dalla legge 1150 ovvero introdotto direttamente dalla legge fondamentale
dell’urbanistica.
- Pongo un’analisi dei bisogni nel presente per attuarle in una prospettiva futura. Con il PRG mi trovo
a definire delle norme e delle prescrizioni che siano da attuare in base: alle esigenze della
popolazione ma anche di tutela ambientale e rispetto del territorio (secondo il principio di
sostenibilità e valorizzazione dei beni presenti)
SCOPO: assicurare la migliore composizione urbanistica dei singoli insediamenti, di fondamentale
importanza che all’interno di una stessa area ci sia un giusto miscuglio funzionale per evitare la creazione di
quartieri privi di particolari funzioni.
ELEMENTI CARDINE PRG
I due termini che stiamo per introdurre sono contenuti nell’Articolo 7 della legge n.1150, ci identifica gli
elementi fondamentali del PRG che vengono racchiusi in questi due termini:
Localizzazione: si definisce l’esatta posizione dell’aree definite per il pubblico servizio, dove viene
previsto il vincolo preordinato all’esproprio. Possono essere aree edificate o no.
Rientrano le vie di comunicazione (strade, ferrovie), parchi, strade sottoposte a servitù, aree da
destinare a edifici pubblici (scuole, ospedali), opere ed impianti di uso civile e sociale (elementi che
vanno a ricadere nell’interesse pubblico e che possono esse motore del rapporto di pubblica utilità.
Zonizzazione: Si va a definire la divisione della superficie del territorio comunale in zone territoriali
omogenee, ovvero zone che hanno una particolare funzione d’uso che possono eventualmente
sussistere dei particolari vincoli. Tramite questo processo andiamo a definire l’uso funzionale del
territorio, dividendolo in sub aree e individuando in esse delle funzioni specifiche. Definite da un
decreto ministeriali ovvero il DM 1444/68, che ci fornisce la scalettatura di queste zone.
Le zone omogenee vengono individuate graficamente da delle macchie (ABCDEF) con delle numerazioni in
base a delle particolarità interne.
Zona A: centro storico, ovvero in questa zona ricadono le parti del territorio che sono
interessate da agglomerati che rivestono un’importanza di carattere storico ma anche
importanza di carattere artistico e di particolare pregio ambientale o architettonico.
Tendenzialmente nel ’42 si considerava tutto ciò edificato prima dell’unità di Italia, ad oggi
la visione risulta diversa rispettando le caratteristiche elencate nelle prime righe.
Zona completamente edificata.
Zona B: zona di completamento, rientrano le parti totalmente o parzialmente edificate
differenti dalla zona A in cui ancora è presente un margine di edificabilità, non c’è un valore
culturale.
Zona C: zona di espansione, in cui è possibile continuare a edificare sicuramente ancora
aperta alla possibilità di costruire, possiede all’interno già delle aree edificate ma ha una
percentuale notevole di zone inedificate o con una percentuale edificata minima. Nel PRG
queste zone sono limitate, per non promuovere il consumo di suolo.
Zona D: zona industriale, destinata a insediamenti industriali
Zona E: zona agricola, destinata agli usi agricoli, spesso si individua con E1 (boschiva) E2
(destinata dall’agricoltura), quindi sono presenti delle sottosezioni. Non definita dalla norma
ma vengono differenziate.
Zona F: zona a servizi, in cui possono essere previste la realizzazione di impianti di
interesse generale.
In seguito a questi due processi vanno redatti gli elaborati del PRG, ovvero delle relazioni descrittive che
riportano:
- La motivazione della realizzazione di questo piano regolatore.
- Una descrizione del territorio stesso con le caratteristiche ambientali, sociali, demografiche ed
economica. Che caratterizza il suolo e chi vive il territorio stesso.
- Devono essere ben definiti gli scopi, che devono essere giustificati.
ELABORATI DEL PIANO (tre documenti interconnessi ma imprescindibili)
1° elaborato: fase descrittiva Descrizione del territorio orografica con descrizione storia del
territorio e andamento della popolazione per l’elaborazione del piano, serve a comprendere i bisogni.
- Geografia territoriale
- Geografia economica
- Geografia sociale (controllo anche di comunità minori) .
Devo definire scopi del piano sulla base delle analisi svolte, motivandole
2° elaborato: tavole grafiche: planimetrie del territorio comunale, quindi vengono delineate le zone
territoriali omogenee e in particolare vengono riportati graficamente sottoforma di legenda i vincoli
imposti sul terreno.
3°elaborato: NTA (norme tecniche di attuazione) dove trovo le norme da rispettare su ogni singola
porzione di piano. Allegato alle planimetrie che vanno a delineare delle caratteristiche specifiche
(come scara edificabilità). Specificano dunque tutte le prescrizioni presenti su una certa zona
omogenea ITER AMMINISTRATIVO
Strumento urbanistico facoltativo, i comuni possono scegliere se concretizzare questo strumento o meno,
ma ha avuto delle particolarità nel tempo ovvero divenne obbligatorio dai comuni nati successivamente al
1954 (ovvero i nuovi insediamenti). Furono redatti degli appositi eletti di alcuni comuni che si dovevano per
forza redigere di PRG. Nel lazio è obbligatorio per ogni comune.
Avviene una limitazione della spontaneità, noto come ABUSIVISMO ovvero quando qualcuno concretizza,
realizza, qualcosa senza avere autorizzazioni che prende il nome di spontaneismo edilizio.
Non avere lo strumento permetteva di avere più libertà, dunque manca l’inclinazione di porlo, anche se
risulta assente vanno aggiunti altri strumenti urbanistici.
L’iter descrive gli elaborati del PRG devono essere redatti da un ingegnere o architetto che abbia le
caratteristiche tecniche professionali per realizzare questi elaborati. Nell’articolo 41 bis vie