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Progettazione di Compressori Assiali

La progettazione di un compressore assiale parte dalle specifiche di: RAPPORTO DI COMPRESSIONE, PORTATA DA ELABORARE.

Il progettista parte la progettazione scegliendo il carico di uno stadio e quindi aumenta il rapporto di pressione in funzione di:

  • NUMERO DI STADI
  • VELOCITÀ DI ROTAZIONE

Importante fondamentalmente è l'architettura della macchina. La scelta è tra compressori assiali e centrifughi, mentre quelli a flusso misto non vengono considerati.

Avendo così un carico ci fa scegliere tutte le parament e le architetture.

Generalmente, per farci guidare sulla tipologia di macchina si parte da max φ e ψ per legono il coefficiente di carico ψ e il coeff. di flusso φ.

Questi due coefficienti si possono valutare con i seguenti parametri che abbiamo:

ψ = Δh0/u2

Questo diagramma rappresenta una linea a max φ e fa capire la migliore architettura in base alle φ dei compressori assiali.

Si stabiliscono i per un φ max nella zona ad elevato ψ e bassi ψ, quelli centrifughi invece ad alto φ e basso ψ.

Notiamo che se volessimo progettare una macchina ad elevato φ e ad elevato ψ saremmo penalizzati in fatto di efficienza dato che non siamo sulla linea di ottimo.

La progettazione preliminare viene eseguita a RAGGIO MEDIO (pitot line), si sceglie quindi il raggio medio e si vanno a determinare tutti i parametri progettuali a questo raggio.

Generalmente tutto si fa dopo aver scelto l'architettura (in questo caso compressore assiale) e il raggio medio.

I parametri di parte a fissare sono i seguenti:

1) CARICO PALARE

Generalmente viene valutato con un FATTORE DI DIFFUSIONE DF:

DF = 1 - (V2/V1) + (Δyg)v3

dove l' è saldatura: corda / passoIl termine DF dà informazioni sulla decelerazione del flusso e quindi sull'aumento di pressione statica nella schiera e sulla deflessione del flusso, quindi sul carico.

Solitamente:

DF < 0.45 → OKDF > 0.6 → STALLO (perdita di carico)

2) AUMENTO DI PRESSIONE

SUL CANALE MERIDIANO, per evitare aumenti di pressione troppo elevati si usa il criterio di de Huller:

V2/V1 ≥ 0.45 → ΔP/P1 < 0.44 , ΔPSTALLO < 0.4 U2

3) MASSIMO NUMERO DI MACH

Esso dipende dal compromesso che si vuole ottenere tra alta efficienza e alto rapporto di compressione.

Solitamente attualmente è comune avere sull'imbocco del primo stadio un Mach solido max 1.4 che va bene i transsonici sull'ingresso ma non oltre il 1.25–3° stadio.

Chiaramente in un compressore assiale è il Mach massimo presente nel primo stadio; quindi va valutato un fattore di velocità (e quindi di Mach diminuisce).

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Il ϕ nel punto di off-design è uguale al ϕ nel punto di design. Per quanto riguarda la pressione (e quindi l'entalpia):

Δho = Ψ (U12 - U22) = Ψ Uid2 → Δho, id

La pressione è uguale → ΔP = ΔPo, D / 4

→ La densità in uscita dal primo stadio = = ρ3 + Δρo / 4 = R T3 e considerando il rapporto ρ3 / ρo (e il cambio di temperatura trascurabile) avremmo:

ρ3 / ρ3o = Pt + ΔPo / 4R T3 = Pt + ΔPo / 4 P1 + ΔPo < 1

La velocità assiale cambia di: V3x = m1 / ρ3 A3 V3x, D = mo / ρ3 A3 = mo / ρ3 = VK > ½

Il coefficiente di ingresso al II stadio sarà quindi:

ϕ# = U V3x, D0 = 2 VK ϕo, D

In definitiva si può riassumere che in condizioni di portata ridotta:

  • Il primo stadio lavora sempre in condizioni di design.
  • Il secondo stadio lavorerà però in condizione di maggior φ e quindi per la curva caratteristica, di Ψ minore.

ϕZ ≠ ϕo, D e V II sub> ≠ VI,D

Si può notare che il primo stadio, anche se lavora in condizioni di design, comprime di meno di quello dato che ΔP ≠ ΔPo, D / 4.

A causa della diminuzione della diminuzione della velocità assiale. Questa diminuzione di compressione creerà alla fredda a valanga degli stadi successive che si muoveranno verso le condizioni di choking (dato che stadio dopo stadio la velocità totale aumenta).

Notiamo che la velocità assiale VX parte dal I stadio ad un valore minore (diminuito) rispetto alla VX a design e cresce stadio dopo stadio per rispettare l'aumento di ϕ descritto in precedenza.

I vari contributi di accelerazione sono:

  1. Vr∂Vr/∂r = Vm/2∂Vr/∂i.n
  2. Vq∂Vq/∂q = |Vm| ∂(rVq/rm) = |Vm| cos ε1
  3. Vm∂Vm/∂s = |Vm| cos(φ+γ) = V2/2

Descriviamo i termini:

  • 1) Termine incluso che Vm cos δ (rVca) lungo m
  • 2) Accelerazione prodotto delle curvatura sulla streamline, per macchine assiali e ad un raggio piccolo, che |Vm| è molto grande
  • 3) Termine dominante che che i compressori assiali r e piccolo

Avendo definito ad possiamo trovare l’accelerazione in direzione e cioè lungo la direzione della streamsurface.

de = ∅q Cos ε + ∅g Sin ε

Possiamo andare a scrivere l'equazione alla q.d.m. sulla streamsurface in direzione e:

  1. T/2 1/9 ρ∂ho - T/2 1/9 ρ∂p = vm Vm sin(φ+γ) d∂ r( Vq/r) tan(θ)

Questa equazione ci consente di ricavare la variazione della velocità nel meridiano lunga la direzione e.

Questa non viene risolta in q e si risolve insieme all'equazione di continuità in direzione φ: si porta massa in direzione φ ed:

  1. P/Vm cos(φ+γ) wdq = M dove W = 2πrB

Risolvendo iterativamente il e e il 2 si trova la direzione della streamline sul piano meridiano e la distribuzione di Vm lungo la direzione q. Questi risultati chiaramente vanno accoppiati con i risultati derivanti delle risoluzione sull’anello blade to blade e sull’entropia dovuta all’efflusso e:

  • Errori nell’esecuzione dell’efflusso direzione ehnari

MISCEAMENTO RADIALE

Come abbiamo già anzidetto quando parliamo delle perdite a profilo nel punto di massima camberizzazione il profilo si comporta quasi in questo modo. Sapendo inoltre che le velocità non superano h/L 22% (vedi precedente) luci 0.2 ci sono due formule fondamentali che diventano importanti quando si hanno effetti di compressibilità. E ciò quando il numero di Mach all'ingresso aumenta.

- Portanza (LIFT) e Resistenza (DRAG) si calcolano a partire dalla considerazione della diffusione cinetica, cioè quando lo scambio termico avviene. Notiamo che i valori incogniti sono ρ2 e V2 costanti, visto il fatto che la velocità V1 è corrente del generatore del diffusione invertita, è 1 sola la velocità. In campo volumico determinato dal volume assecondo avviene questo fenomeno. Ma come si risolve a meno che sia inviscido!

[2 ρ (P2 - P1) s = ] 2∫[dV1V1 - V2] - ΔP S

Yi = p1VS1V [tan(α1) - tan(α2)]

Il principio di conservazione del quantità di moto ci dice che la variazione della quantità di moto attraverso la superficie di controllo è uguale alla risultante delle forze che agiscono sulle superfici laterali del volume di controllo stesso. Assumendo una direzione media tan αm (tan αm ≈ (tan α1 + tan α2)/2 su un determinato segmento) determinando le forze LIFT e DRAG proiettando le forze X e Y in questa direzione.

D = Y sin αm × cos αm - ρVS2 sec αi (tan α1 - tan α2) = SΔP sin αm

L = Y sin αm × cos αm = SΔP cos αm

Per calcolare gli profittiamo quindi della KUTTA-JOUKOWSKY formula che dice:

∮ V1 dl = ∫ VS (tan α - tan β) dχ [Nella regione d’interesse] Linea chiusa (Scegli un linea chiusa)

Si possono definire inoltre i coefficienti di LIFT e DRAG:

Cd = D / 1/2 ρV2 = ΔP cos αm / 1/2 ρV2

Cl = L / 1/2 ρV2 = 2( tan α1 tan α2 ) cos αm - CD tan αm

Per l’aerodinamica interna ρ, x, w comodo parlare in termini di deflusso e NON in termini di LIFT e DRAG dato che è una machina diverente. Ma NON è significante per l’aerodinamica esterna. In un modo comodo parlare in termini di deflusso e NON in termini di deflessione (dato che nell’aerodinamica esterna la deflessione è solo locale ad una certa distanza e il flusso ritorna in condizioni indisturbate).

FORMA DEL PROFILO

La progettazione delle compressione assale è basata su FAMIGLIE di PROFILI come il NACA (sotteani anteriori) e del calabarb ordinato per calafane, immediatamente venivano i CDRF Profilo con le innovazioni successive: primo piedino alto Seconda i finestrini ampi finali, maglioriamo perforazioni segni ortegaminari: 1 profilo a ciclo chiuso (la parte posteriore è costola). Inoltre (simile post HQ alto) Basso anti-fallimento. Selemeanti a 30% (F. NACA 15% e 40% c, D.C.A. 50% c. Per altri i formi di profilo)

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
30 pagine
1 download
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/08 Macchine a fluido

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dadlin7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Turbomacchine e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Marconcini Michele.