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STROFE ALCAICA
Taliarco → cogliere e gustare la giovinezza;
1^ 3 strofe → naturale invernale;
2^ 3 strofe → consigli a Taliarco → quadro della gioventù romana.
Evocazione di Alceo. 106
Mercurio , eloquente nipote di Atlante, che abile creasti con la voce e con l'usanza i violenti
culti degli uomini nuovi e della bella arte, canterò te, messaggero del grande Giove e degli dei e
padre della curva lira, abile a nascondere con uno scherzoso furto qualunque cosa ti piaccia.
Un tempo se non avessi resi sottratte le vacche con l'inganno, mentre spaventa un fanciullo con
voce minacciosa, Apollo privo di faretra rise.
Anzi sotto la tua guida il ricco Priamo, lasciato Ilio, ingannò i superbi Atridi, i fuochi tessalici
di guardia, e gli accampamenti ostili a Troia.
Tu riponi le anime devote nelle liete sedi e chiudi la lieve folla con la verga d'oro, caro ai
superiori e ai più bassi degli dei.
STROFE SAFFICA
Schema → inno.
Ispirata alla
lirica greca, meno religiosa → presentazione vivace del dio → intento di creare una nuova poesia.Soratte → monte a nord di Roma
Thalia, re del banchetto, o thallein, fiorire
Invocazione a Mercurio → guida dei morti, che conduceva gli eletti a un luogo privilegiato → protegge Orazio, lo salva a Filippi
Quale uomo o eroe scegli di esaltare con la lira o con il flauto acuto, oh Clio ? Quale dio? Il
nome di chi canterà l'eco gioiosa o sulle ombrose coste dell'Elicone o sopra il Pindo o sulgelido Emo? Da cui le selve avventatamente seguendo l'armonioso Orfeo che, rallentava conl'arte materna i movimenti veloci dei fiumi e i celeri venti, seducente e con la melodiosa liraconduceva le attente querce. Che cosa dirò prima sulle solite lodi del padre, che governa sullevicende di uomini e dei, che (governa) sul mare e le terre e il mondo con le varie stagioni?Da cui nulla di più grande è stato generato dallo stesso
né vive alcuna cosa simile o di seguente; tuttavia Pallade occuperà quei prossimi onori. Audace nelle battaglie, e non tacerò di te, Libero, e la vergine ostile alle feroci belve, né te, temendo Febo dalla decisa saetta. Dirò di Alcide e dei fanciulli di Leda, di questo con i cavalli, di quello noto per vincere con i pugni; non appena brillò la loro stella propizia ai marinai, defluisce l'acqua agitata dagli scogli, i venti si placano e fuggono le nubi e la minacciosa onda, poiché così vogliono, cadde sul mare. Dubito se dopo questi devo ricordare prima Romolo o il quieto regno di Pompilio o i fasci superbi di Tarquinio, o la nota morte di Catone. Grato canterò con Camena, Regolo, gli Scauri, Paolo prodigo della sua grande anima, quando vinse il punico straordinario, e Fabrizio. La terribile povertà e l'avito possesso fece questo, Curio con i capelli non curati, Camillo utile alla guerra, con
un'adatta dimora familiare. 17Cresce come un albero nel tempo nascosto la fama di Marcello; la stella Giulia brilla tra tutte, come la luna tra le stelle minori. Padre e protettore del genere umano, nato da Saturno, data a te dai fati la cura del grande Cesare: che tu possa regnare e Cesare seguente. Quello condusse o i vinti Parti che incombevano nel Lazio all'onesto trionfo o i Seri e gli Indiposti vicino al limite dell'oriente, oh minore, il giusto guiderà il tuo lieto mondo: tu farai tremare l'Olimpo con il carro pesante, tu scaglierai fulmini ostili nei boschi poco casti.
STROFE SAFFICA
Apertura proemiale pindarica → elenco di dei, eroi, protagonisti della storia romana → come possibile materia di canto.
Diarchia → sulla terra → Marcello; universo → Giove.
16Oh figlia più bella della bella madre, la quale getterai un limite ai versi infamanti in qualsiasi modo vorrai, o se (ti) fa piacere nella fiamma o nel mare adriano.
7 Clio
→ musa della storia8 Elicone e Pindo → monti sacri alle muse9 Libero → Bacco10 Vergine → Diana, dea della caccia11 Alcide → nipote di Alceo12 Dal mito alla storia → eroi di Roma in ordine di qualità → Romolo + Numa Pompilio → massimo avversario del cesarismo; Tarquinio il Superbo → ultimo re di dominazione etrusca13 Regolo → martire II guerra punica14 Scauro → non perdonò al figlio di aver sopravvissuto a una sconfitta e quello si suicida15 Fabrizio → ha combattuto contro Pirro16 Curi → maestri di stoicismo pratico: uno vincitore di Pirro incorruttibile, uno espugnatore di Veio17 Marcello → o Marco Claudio Marcello, cinque volte console, conquistatore di Siracusa nella guerra annibalica; o figlio di Ottavia, sorella di Augusto18 19Non Dindimene , non l'abitante delfico scosse nei penetrali la mente delle sacerdotesse, non Libero ugualmente, non i Coribanti raddoppiano gli affilati bronzi, come leire funeste, né la spada del Norico le dissuade né il mare tempestoso né il violento fuoco né Giove stesso che si precipita con un terribile rumore. Si dice che Prometeo, costretto a sommare al primo fango una particella tagliata via dappertutto, abbia aggiunto nel nostro stomaco la forza del furioso leone. Le ire sparsero Tieste di una violenta rovina e le cause ultime si trovarono nelle alte città, per cui si distrussero dalle fondamenta e l'esercito insolente affondò l'aratro ostile sulle mura. Frena il pensiero: l'impeto del cuore nella dolce giovinezza toccò anche me e lanciò l'infuriato in giambi veloci. Ora io cerco di cambiare in dolce le cose dolorose, mentre, scacciati gli insulti, potresti diventarmi amica e ridarmi l'anima. STROFE ALCAICA 17 Spesso il veloce Fauno lascia il Liceo per il piacevole Lucretile e sempre preserva le mie caprette dall'estate focosa e dai venti piovosi. Le femmine solitariedel maschio puzzolente senza pericolo cercano per il sicuro bosco icorbezzoli segreti e i timi né i capretti temono le verdi serpe né i lupi di Marte, ogni volta che,oh Tindaride, le valli e le pietre levigate della declive Ustica risuonano del dolce flauto.
Gli dei mi proteggono, agli dei sta a cuore la mia pietà e la poesia. A te qui ricca di onoril'abbondanza della terra gronderà dal corno generoso fino all'orlo; qui nella valle solitariaeviterai gli ardori della Canicola e sulla cetra di Teo canterai Penelope e la splendida Circe chesoffrono per lo stesso; qui prenderai le coppe pure di Lesbo all'ombra e Tioneo di Semele nonturberà le battaglie con Marte né per un sospetto temerai il violento Ciro, che non getti le manisfrenate disgraziatamente dissimile e strappi la corona attaccata ai capelli e la veste innocente.
STROFE ALCAICA 2021Berrai da coppe modeste un vino sabino di poco valore, che io stesso spalmai per riporlo
In un'anfora greca, quando ti fu dato un applauso in teatro, caro cavaliere Mecenate, dato che nello stesso tempo le rive del fiume paterno e l'eco gioiosa del monte Vaticano ti restituirono le lodi. Tu berrai un vino di Cecubo dalla pressa di Cales; né le viti del Falerno né i colliformiani temperano le mie coppe.
STROFE SAFFICA 22
L'onesto di vita e il puro di delitti non ha bisogno di dardi africani né dell'arco né di faretra, piena di frecce avvelenate, Fusco, o se avesse fatto un viaggio per le Sirti tempestose o per l'inospitale Caucaso o il luogo che bagna il mitico Idaspe.
E infatti un lupo nella selva sabina, mentre canto la mia Lalage, e vago oltre il confine con pensieri liberi, fuggì da me senza armi, mostro quale la Daunia guerriera non alleva negli ampi Dindimene (Cibele) Abitante delfico (Apollo) Tieste (fratello di Atreo) Invita a Mecenate a bere un vino modesto, ma importante.
poiché Orazio l'ha travasato per gioia e per la guarigione di Mecenate22 Applauso per la guarigione di Mecenateboschi di ischi, né la terra di Giuba crea, arida madre dei leoni.Mettimi in terre improduttive dove nessun albero venga rianimato dalla brezza estiva, il lato delmondo che le nebbie e Giove cattivo opprimono; mettimi nella terra negata dalle case sotto ilcarro del sole troppo vicino: amerò Lalage che ride dolcemente, che parla dolcemente.STROFE SAFFICAA Fusco, amante della città. Si elogia l'animo nobile → non teme nulla in quanto sicuro della protezione divina,dovuta alla sua anima pia. 25Più di rado i giovani violenti con fitti colpi battono le finestre chiuse né ti portano via i sonni ela porta ama l'ingresso, che prima molto agile muoveva i cardini.Meno e meno già senti: "Lidia, mentre io sto morendo, dormi nelle lunghe notti?"Una vecchia di poco valore piangerà a propria volta in unvicolo deserto gli arroganti adulteri mentre il vento tracio infuria di più durante i noviluni, quando amore e passione ardente, che è solito rendere furente le madri dei cavalli, infierisce contro di te vicino al fegato ferito non senza lamento, poiché la lieta gioventù si rallegra di più dell'edera verde e dello scuro mirto, dedica le aride foglie al vento compagno dell'inverno.dice beato per questa ferita, obbedisce per questa saetta. Si arresta la volontà? Non berrò altro per ricompensa. In ogni caso Venere tidoma, non brucia di fiamme vergognose e sempre pecchi per amore nobile. Hai qualche cosa, orsù, deponila alle orecchie sicure. Ah! Infelice, soffri per una così grande voragine, fanciullo degno di una migliore fiamma. Quale maga, quale incantatore, quale dio potrà salvarti dai veleni tessali? A stento Pegaso salverà te legato dalla triforme Chimera.
STROFE ALCAICA 30
Oh Venere, regina di Cnido e Pafo, tieni lontana la cara Cipro e recati nel tempio bello di Glicera che ti chiama con molto incenso. Un fanciullo ardente con te, le Grazie, con cinture sciolte, le Ninfe, Mercurio, la Giovinezza, poco affabile senza te, si affrettano.
STROFE SAFFICA
Inno a Venere → la prega di ascoltare l'invocazione a Glicera, amata da lui. Poesia dai toni elevati, secondo la tradizione