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ATTO I
La gioventù mi diede il nome di Sgualdrina, poiché sono solito essere invocato al banchetto. So che i derisori dicono che questa parola (è) assurda, ma io sostengo che (è) giusta; infatti l'amante chiama a sé la sgualdrina nel banchetto, quando getta i dadi. Dunque è invocata o no la sgualdrina? Indubbiamente. Infine dei conti noi parassiti più chiaramente, per Ercole!, i quali mai alcuno né voca né invoca. Come topi mangiamo sempre il cibo altrui. Quando le ferie iniziano, quando gli uomini vanno in campagna, allo stesso tempo iniziano le ferie per i nostri denti. Come le lumache quando fa caldo si nascondono in segreto, vivono del loro stesso umore, se la rugiada non cade, ugualmente i parassiti si nascondono iniziate le ferie miseri in segreto, si nutrono del loro umore, finché in campagna vivono gli uomini ai quali vivono alle spalle. Iniziate le ferie, (noi) parassiti siamo cani da caccia; quando finiscono le ferie,
voraci, odiosi e molto molesti. E qui però, per Ercole!, se questo parassita non è capace di tollerare ceffoni e di farsi rompere pentole in testa, conviene andare anche fuori dalla porta Trigemina a fare il facchino. C'è qualche pericolo che ciò accada a me. Infatti dopo che il mio sovrano è caduto nelle mani dei nemici (così ora gli Etoli fanno guerra contro gli Elei; infatti questa è l'Etolia, laggiù in Elide è stato catturato Filopolemo, figlio di questo Egione, del vecchio che abita qui, questa cosa è per me deplorevole, ogni volta che la vedo, piango). Ora questo cominciò questa ricerca spregevole e principalmente estranea alla sua natura in grazia del figlio; fece commercio di uomini prigionieri, nel caso in cui possa trovare qualcuno con cui scambiare suo figlio. Certamente io desidero che raggiunga enormemente; poiché se non riprende quello, non c'è niente che riprenda me. Nullagioventù nulla è la speranza: tuttiamano se stessi. Soltanto quel giovane è di antiche abitudini, di cui mai calmai il voltogratuitamente. Il padre è degnamente costumato sulle sue usanze. Ora mi dirigo verso lui. Ma siè aperta la porta, da cui spesso io uscii rimpinzato a sazietà.
SCENA II (Egione, Sferzatore, Ergasilo)
EGIONE Che tu stia attento: a codesti due prigionieri che ieri ho comprato dal bottino daiquestori; metti una catena per ciascuno, togli quelle più grandi con la quale sono legati. Lasciapasseggiare, sia fuori che dentro, se vogliono; ma che siano sorvegliati con grande attenzione. Ilprigioniero libero è simile all'uccello selvaggio: una volta se viene data l'opportunità nelfuggire, basta, mai potresti prenderlo in seguito.
SFERZATORE Senza dubbio più volentieri siamo liberi che schiavi
EGIONE Tu almeno non sei sembrato così.
SFERZATORE Se non c'è qualcosa che io (ti) dia,
forse vuoi che me la dia... a gambe?1EGIONE Se darai, io avrò subito qualcosa da darti.SFERZATORE Renderò me stesso simile a un uccello selvaggio, come dici.EGIONE Così come dici; poiché se avrai fatto, ti darò alla gabbia. Ma basta con le parole. Occupati di ciò che ho ordinato e allontanati – Io andrò presso il fratello dagli altri miei prigionieri; vedrò che di notte non abbiano sconvolto qualche cosa. Di là subito ritornerò indietro a casa.ERGASILO Mi turba che questo faccia il carceriere, vecchio sventurato a causa della sventura di suo figlio. Ma se in qualche modo si può conciliare quello qua, posso sopportare persino che questo faccia il carnefice.EGIONE Chi parla qui?ERGASILO Io che sono distrutto dalla tua tristezza, dimagrisco, mi indebolisco e mi consumo, infelice; sono ossa e pelle per la magrezza, infelice. Né mai alcuna cosa mi giova ciò che mangio a casa; anche un pochino,ciò che mangio fuori, ciò che mi soddisfa.
EGIONE Salve, Ergasilo.1 Dativo di possesso
ERGASILO Gli dei ti amino molto, Egione.
EGIONE Non piangere.
ERGASILO Non dovrei piangerlo? Non dovrei piangere un tale giovane?
EGIONE Compresi sempre che tu eri amico per mio figlio, e capii che lui (lo era) per te.
ERGASILO Dunque infine noi uomini comprendiamo i nostri beni, che abbiamo in potere quando li perdiamo. Io, dopo che tuo figlio è caduto nelle mani dei nemici, messo alla prova di quanto sia, ora lo rimpiango.
EGIONE Perché estraneo tanto pesantemente sopporti l'inconveniente di questo, che cosa dovrebbe fare un padre simile a me, che ha lui solo?
ERGASILO Estraneo? Io estraneo a lui? Ah, Egione, mai tu possa dire questa cosa né tu possa condurre il tuo animo. Quello è unico a te, anche più unico di unico a me.
EGIONE Approvo, in quanto consideri la disgrazia dell'amico una disgrazia tua. Ora abbi un lieto animo.
ERGASILO Ah! Ciò si
lamenta a questo, poiché ora è stato ritirato l'esercito del mangiare.
EGIONE Intanto non hai trovato nessuno, che ti possa richiamare l'esercito ritirato, chedicesti?
ERGASILO Che cosa credi? Tutti evitano questo incarico, dopo che il tuo Filopolemo è statorapito, al quale era toccato in sorte.
EGIONE Per Polluce! Non c'è da stupirsi che evitano quest'incarico. Ti occorrono molti soldatie di molti generi: prima ti occorrono i Fornari; di questi Fornari ci sono alcune specie: tioccorrono i Panicei, anche i Placentini; i Turdetani, i Beccaficesi. Ora ti occorrono tutti i soldatimarittimi.
ERGASILO Come i sommi ingegni si nascondono segretamente spesso: quale comandante èora questo privato!
EGIONE Abbi un lieto animo adesso. Infatti spero che egli sarà ricondotto a casa da me inquesti giorni. Infatti eccolo qui un giovane prigioniero Eleo, discendente da nobilissima originee da nobilissime ricchezze, spero di scambiare con lui
quello mio.ERGASILO Così gli dei e le dee agiscano. Ma forse sei stato invitato in qualche luogo a cena?
EGIONE In nessun luogo che io sappia. Ma perché mi chiedi ciò?
ERGASILO Perché è il mio compleanno; perciò voglio essere invitato a cena da te presso te(casa tua).
EGIONE Arguzia! Ma se puoi essere soddisfatto con pochino.
ERGASILO Purché non troppo pochino. Infatti di continuo godo di questo cibo a casa mia.
Suvvia, chiedi il venduto: se non che offra qualcosa di migliore e un accordo che piaccia di piùa me e agli amici, come se vendessi un fondo, mi aggiudicherò alle mie leggi.
EGIONE Tu mi vendi certamente un profondo, non un fondo. Ma se tu hai intenzione divenire, sii puntuale.
ERGASILO Ecco, ora già c'è agio.
EGIONE Vai allora a cacciare una lepre; ora possiedi un porcospino. Infatti il mio pranzopercorre una via sassosa.
ERGASILO Con ciò non mi vincerai, Egione; non pretendere. Con i denti
calzati tuttavia verrò.
EGIONE Il mio pranzo è veramente aspro.
ERGASILO Forse mangi spesso gli spini?
EGIONE È un pranzo terrestre (vegetariano).
ERGASILO Il maiale è una bestia terrestre.
EGIONE Con molta verdura...
ERGASILO Cura i malati a casa. Vuoi altro?
EGIONE Che tu venga per tempo.
ERGASILO Ricordi a un memore.
EGIONE Andrò dentro e all'interno farò il conto, quanta somma di argento ci sia presso il mio banchiere. Andrò da mio fratello subito dopo, come avevo detto di andare.
ATTO II (Servi, Sferzatore, Filocrate, Tindaro)
SFERZATORE Se gli dei immortali hanno voluto che voi eseguite questa disgrazia, bisogna che si soffra ciò con animo benevole; se farete ciò, sarà più lieve la fatica. Credo che siete stati liberi a casa; se ora è accaduta la servitù, è bene che assecondate i vostri costumi, e la rendete leggera con i vostri ingegni [e al comando del padrone].
Le cose che fa il padrone si devono
tenere giuste o ingiuste.PRIGIONIERO. Oh! Oh! Oh!
SFERZATORE Non occorre lamento; molte, molte cose dite con gli occhi. Se hai un animo buono in un avvenimento funesto, giova.
TINDARO Ma a noi fa vergogna, che siamo con le catene.
SFERZATORE Ma si pentirebbe in seguito, se il nostro padrone vi togliesse le catene, o vi lasciasse sciolti, vi ha comprato con l'argento.
TINDARO Che cosa temete da noi? Noi sappiamo qual è nostro dovere, se ci lasciasse sciolti.
SFERZATORE Ma escogitate la fuga; sento che mandate avanti la cosa.
TINDARO Noi fuggiamo? Dove fuggiamo?
SFERZATORE In patria.
TINDARO Via! Non si addice a noi ciò, imitare gli schiavi fuggiaschi.
SFERZATORE Anzi per Polluce! Se ci sarà l'occasione, non lo sconsiglio.
TINDARO Lasciate che noi vi rivolgiamo un'unica preghiera.
SFERZATORE Che cos'è ciò?
TINDARO Date a noi l'opportunità del parlare, almeno senza questi uditori qui e voi.
SFERZATORE Sia fatto. Ritiratevi da qui; noiandiamo qua. Ma che si intraprenda un brevediscorso.
TINDARO Eh, questa cosa mi era sicura. Vieni qua.
SFERZATORE Allontanatevi da costoro.
2 Utor + ablativo
TINDARO Vi siamo entrambi debitori per questa cosa, poiché rendete noi padroni che c'è questa possibilità che noi vogliamo.
FILOCRATE Ritirati qua subito, se credi che da lontano gli uditori non siano capaci di essere testimoni delle nostre parole. E questo nostro inganno non si diffondi apertamente. Infatti gli inganni non sono inganni, se non li pratichi con astuzia; ma la disgrazia più grande (è), se ciò esce apertamente. Infatti se tu mi sei padrone e io fingo di essere il tuo servo, tuttavia occorre colui che osserva attentamente, occorre il prudente, poiché ciò venga messo in atto prudentemente e accuratamente senza uditori, abilmente e diligentemente. Una vicenda così grande è stata intrapresa; non deve essere messa in atto da addormentato.
TINDARO Sarò
come tu vuoi che io sia.FILOCRATE Lo spero.
TINDARO Infatti tu ora vedi per la tua preziosa vita che io offro la mia preziosa vita a basso costo.
FILOCRATE Lo so.
TINDARO Ma ricordati di sapere, quando avrai quello che vuoi. Infatti gli uomini hanno quest'uso circa la maggior parte: poiché vogliono per sé, finché conseguono ciò, sono buoni. Ma quando già hanno nelle loro mani ciò, da buoni diventano cattivissimi e fraudolentissimi.
FILOCRATE Ora dico come voglio che tu sia per me. Ciò che ti consiglierei, lo consiglierei a mio padre. Per Polluce! Se io ne avessi voglia ti chiamerei mio padre; poiché dietro il padre, tu sei il padre seguente.
TINDARO Apprendo.
FILOCRATE E perciò più spesso te lo ricorderò e lo preannuncerò: io non ti sono padrone, ma servo. Ora solo ciò ti supplico: poiché gli dei immortali ci hanno mostrato la sua volontà, poiché