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Stadio senso-motorio

Il primo stadio è quello senso-motorio che va dalla nascita ai 2 anni. A sua volta, esso si divide in altre seifasi: - Prima fase: va dalla nascita al primo mese di vita; è caratterizzata dai riflessi innati, quali suzione, rooting, movimenti oculari e degli arti, etc., considerati da Piaget importanti perché rappresentano i primi schemi senso-motori del bambino per lo sviluppo cognitivo, anche se non c'è ancora percezione rispetto all'azione, né imitazione né gioco, ma solo richieste, tramite il pianto, di bisogni di mangiare, dormire ed essere cambiato. - Seconda fase: va dal primo al quarto mese di vita; si formano le prime coordinazioni tra percezione e movimento. Infatti, siccome il bambino tende a ripetere i riflessi innati più volte durante la giornata (tali ripetizioni sono definite reazioni circolari primarie) tende ad interiorizzarli, adattandosi all'ambiente e dando vita alle prime abitudini.tutto ciò mediante i processi di diassimilazione e accomodamento, al fine di raggiungere l’equilibrio, definito omeostasi. In questa fase, il bambino utilizza due schemi senso-motori principali per esplorare l’ambiente esterno: il vedere-afferrare (il bambino prende in mano tutto ciò che vede), e l’afferrare-succhiare (il bambino porta in bocca gli oggetti per riconoscerli). Il bambino inizia a sperimentare il gioco di esercizio, un gioco che ha come soggetto il suo stesso corpo (sgambettando, aprendo e chiudendo le mani, etc.). Inoltre, il bambino gira la testa e gli occhi nel sentire un suono, oppure segue con lo sguardo un oggetto che entra nel suo campo visivo finché non lo perde di vista. A questo punto si possono verificare due situazioni: il bambino aspetta per qualche istante che l’oggetto riappaia, senza cercarlo (aspettativa passiva); se l’oggetto non riappare, il bambino perde interesse e per lui “scompare”, e ciòavviene perché il mondo del bambino corrisponde con ciò che percepisce al momento, non ha ancora una rappresentazione mentale degli oggetti vive il cosiddetto egocentrismo radicale: se un oggetto scompare dalla sua vista, non esiste. - terza fase: va dal quarto all'ottavo mese di vita; il bambino compie ripetutamente azioni e inizia a notare cosa accade nel momento in cui le compie anche se non comprende completamente la relazione tra la sua azione e il risultato (es: se scuote un giocattolo che suona, stupito dal risultato, ripete l'azione per sentire nuovamente il suono). Queste ripetizioni vengono definite reazioni circolari secondarie. Durante questa fase il bambino inizia a spostare sempre di più l'attenzione sul mondo esterno, oltre che su sé stesso. - quarta fase: va dall'ottavo al dodicesimo mese di vita; in questa fase il bambino compie i primi movimenti intenzionali, diretti verso uno scopo (es: il bambino tira una coperta su di sé per coprirsi). Durante questa fase il bambino sviluppa la capacità di pianificare le sue azioni e di comprendere la relazione causa-effetto.

cui c'è un giocattolo per avvicinarlo a sé o puntare il dito verso qualcosa che desidera per farselo prendere dall'adulto). Dunque, il bambino mostra una maggiore interazione con il mondo esterno, infatti, gioca meno con sé stesso e di più con gli oggetti che lo circondano rendendo partecipi nel gioco anche gli adulti, in particolare la madre (attenzione condivisa). Lo sviluppo dell'intelligenza senso-motoria consente, inoltre, al bambino di interrompere delle azioni e riprenderle successivamente in qualsiasi punto intermedio (reazioni circolari differite).

quinta fase: va dai dodici ai diciotto mesi di vita; è una fase di esplorazione attiva e intenzionale del mondo esterno attraverso la messa in atto nuovi schemi senso-motori che derivano dall'evoluzione dei vecchi schemi (reazioni circolari terziarie). Il bambino è anche in grado di trovare soluzioni a piccoli problemi, procedendo per tentativi ed errori (es: prende un

giocattolo posto in alto (aiutandosi con un oggetto lungo) e inizia ad allontanarsi dalla madre.

sesta fase: va dai diciotto ai ventiquattro mesi di vita; è la fase della funzione simbolica, per cui il bambino sostituisce la rappresentazione sensoriale con la rappresentazione mentale degli oggetti. Il bambino inizia ad imitare i comportamenti e le azioni di un modello di riferimento anche a distanza di tempo (imitazione differita), inizia ad esprimersi con il linguaggio verbale e raggiunge la piena acquisizione della permanenza dell'oggetto, cioè la consapevolezza che gli oggetti esistono anche prima di essere percepiti e continuano ad esistere anche fuori dal campo percettivo.

STADIO PREOPERATORIO

Il secondo stadio è quello preoperatorio che va dai 2 ai 7 anni di vita. Esso è suddiviso, a sua volta, in due fasi:

- prima fase: va dai 2 a 4 anni di vita; è la fase preconcettuale, caratterizzata dall'acquisizione di funzioni complesse, come il linguaggio,

che diventa sempre più ricco di termini fino alla costruzione di frasi complete e complesse. Il gioco è la principale attività svolta dal bambino ed è fortemente presente l'egocentrismo intellettuale per cui il bambino percepisce il mondo solo dalla sua prospettiva, non essendo in grado di cogliere punti di vista, emozioni e pensieri diversi dai propri. Ciò comporta un fenomeno denominato animismo infantile per cui il bambino è portato a credere che tutti gli oggetti, anche quelli inanimati, siano vivi (es: "il sasso nel fiume sente freddo" o "il bambolotto se cade si fa male"). In questa fase il bambino imita gli adulti che gli sono vicini, imparando a comportarsi come questi vogliono, ancor prima di aver capito il concetto di "obbedienza". Sviluppa un pensiero di tipo trasduttivo, cioè immagina reazioni causali in realtà inesistenti tra diversi elementi (es: "il vento soffia per spostare").

Il testo fornito descrive le diverse fasi dello sviluppo cognitivo nei bambini.

La prima fase è chiamata "stadio sensorimotorio" e va dalla nascita ai 2 anni di vita. Durante questa fase, il bambino sviluppa la capacità di coordinare i suoi sensi con i suoi movimenti e inizia a comprendere il concetto di causa ed effetto.

La seconda fase è chiamata "stadio preoperatorio" e va dai 2 ai 7 anni di vita. Durante questa fase, il bambino sviluppa il pensiero intuitivo, interpretando le situazioni in base alle caratteristiche presenti al momento. Tuttavia, il bambino non è in grado di tenere contemporaneamente due pensieri paralleli.

La terza fase è chiamata "stadio operativo concreto" e va dai 7 agli 11 anni di vita. Durante questa fase, il bambino sviluppa la capacità di pensiero logico e di comprendere le relazioni tra gli oggetti. Il bambino inizia a superare l'animismo infantile e comprende che gli oggetti in movimento non sono necessariamente vivi.

È caratterizzato dall’acquisizione della capacità di ragionamento (motivo per cui si parla di operazioni concrete) e del concetto di reversibilità, cioè la capacità di portare avanti, in parallelo, due pensieri contemporaneamente (se consideriamo l’esperimento del volume dell’acqua nei bicchieri citato sopra, ora il bambino è in grado di comprendere che la quantità di acqua nei bicchieri è la stessa, seppur visivamente risulti differente). Questa fase vede l’ulteriore evoluzione dell’animismo infantile, infatti, il bambino attribuisce vita solo agli oggetti dotati di movimento proprio (mare) e non agli oggetti dotati di movimento indotto (bicicletta). Piano piano si passa dall’animismo all’artificialismo, cioè la convinzione che tutte le cose siano il risultato dell’opera dell’uomo. In questa fase si sviluppa un pensiero di tipo induttivo (es: “Teddy è un peluche,

Teddy è morbido, tutti i peluches sono morbidi) e inizia la transizione dall'egocentrismo intellettuale alla capacità di comprensione del punto di vista altrui, sviluppando così l'empatia. Ciò è favorito da regole e giochi di gruppo (calcio, nascondino, giochi da tavola, etc.).

LO STADIO OPERATORIO FORMALE

Il quarto stadio è quello operatorio formale che va dagli 11 anni fino all'adolescenza, chiudendo lo sviluppo cognitivo. In questo stadio si assiste ad uno sviluppo esponenziale del pensiero, in quanto il bambino, divenuto adolescente, è in grado di pensare astrattamente secondo il sillogismo logico e il pensiero dainduttivo diventa deduttivo (es: "Tutti i peluches sono morbidi, Teddy è un peluche, Teddy è morbido"). Con l'età e le successive fasi della vita, il pensiero tenderà ulteriormente ad evolversi, diventando logico, teorico e flessibile.

L'animismo infantile è

completamente superato, infatti il ragazzo diventa consapevole che gli esseri viventi sono solo gli uomini, gli animali e le piante. In questa fase è presente un egocentrismo metafisico, che si manifesta con il desiderio di emergere e di esprimersi. Infatti, adesso si pongono le basi per la definizione della personalità che si completerà durante l'adolescenza.

LEV SEMENOVIC VYGOTSKIJ (1896-1934)

Lev Vygotskij è uno psicologo russo che si dedicò a varie tematiche di psicologia, in particolare le emozioni. Egli studiò con attenzione le teorie di Piaget, giungendo a conclusioni talvolta opposte. Il confronto tra i due risulta inevitabile: Piaget è precursore dell'attivismo pedagogico, che prevede di assecondare le naturali inclinazioni del bambino, guidandolo senza intromissioni nell'apprendimento (la pressione dell'ambiente non ha effetto sul sistema nervoso in quanto il bambino impara interagendo da sé sugli

oggetti); Vygotskij è un principale esponente della teoria socioculturale, che vede lo sviluppo della psiche guidato e influenzato dal contesto sociale, quindi dalla cultura del particolare luogo e momento storico in cui l'individuo si trova a vivere e che si sviluppa tramite "strumenti" (come il linguaggio) che l'ambiente mette a disposizione.

Riguardo allo sviluppo cognitivo, mentre Piaget considera l'apprendimento del bambino formato da una serie di stadi evolutivi, per Vygotskij lo sviluppo cognitivo avviene tramite la relazione tra età stabili ed età critiche (periodi di vita in cui i cambiamenti sono minimi, ma che, nell'insieme, portano alla creazione di età critiche che, se superate correttamente garantiscono uno sviluppo cognitivo corretto nel bambino).

In conclusione, affinché l'apprendimento sia fecondo, per Piaget, il lavoro pedagogico deve adeguarsi alla maturità cognitiva del bambino e, al contrario,

ivo di un bambino e il suo livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di un adulto o di un compagno più competente. Secondo Vygotskij, l'educatore ha il compito di lavorare sulle potenzialità del bambino, fornendo il supporto necessario per aiutarlo a raggiungere il suo livello di sviluppo potenziale. Questo supporto può essere fornito attraverso l'insegnamento diretto, la guida e l'interazione sociale. L'educatore deve essere consapevole delle capacità e delle competenze del bambino e adattare le sue strategie di insegnamento di conseguenza, in modo da favorire il suo sviluppo cognitivo e sociale.
Dettagli
A.A. 2022-2023
260 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinacarassai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tfa sostegno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Rossi Mario.