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In origine, questo aggettivo non doveva essere corretto, infatti «diversi
mediterreus
grammatici avevano consigliato di sostituirlo con .
3 »
Il sole sotto il mare. 1500 miglia in mesoscafo nella Corrente del Golfo,
J. PICCARD, Ugo
1
Mursia Editore, Milano, 1974.
2 Il mondo di Mercatore. Il cartografo che rivoluzionò la geografia,
A. TAYLOR, Effemme,
Cosenza, 2008.
3 Un tuffo nel mare del teatro. Il progetto ''Mediterraneo'' della Biennale di Venezia 2008-
2009
Mediterraneus significa “in mezzo alle terre” ed è una parola composta
da “medius” (sta al centro) e “terraneus” (terra). Dagli antichi era chiamato
Nostrumù” Mare Magnum
“Mare e ancora perché in confronto ad esso gli
altri mari sono piccoli, in seguito, dai romani, venne denominato “Mare
Nostrum”, ovvero il nostro mare, proprio perché si trattava di un lago
interno al loro sterminato Impero.
Il Bacino del mar Mediterraneo è composto da un complesso sistema di
strutture generate dall'interazione tra la Placca euroasiatica e la Placca
africana. Secondo la teoria della Tettonica delle placche, queste due placche
si sono avvicinate con un movimento rotatorio durante gli ultimi 300 milioni
di anni, durante i quali le zone intermedie tra le due placche si sono
deformate, scivolando e ruotando tra di loro, sovrapponendosi e lasciando
spazio per l'apertura di nuovi bacini interni. Circa 6 milioni di anni fa, a
causa di un evento sismico tra le due placche, l'afflusso di acqua dall'oceano
atlantico venne interrotto; ciò causò l'evaporazione del Mediterraneo
trasformandolo in un deserto. Un successivo evento sismico riaprì lo stretto
riportando il livello dell'acqua al livello normale.
Oggi è un bacino con una profondità di 1500 km e una superficie
complessiva di 2.500.000 km , si estende per circa 3860 km da ovest a est e
2
da nord a sud e ha una larghezza massima di 1600 km. Nel suo insieme è un
mare profondo che ha permesso ad alcune specie di balene di viverci, come
anche il pesce spada, il tonno e il delfino.
Bagna l’Europa a nord, l’Africa a sud, l’Asia a est e si collega con
l’oceano Atlantico ad ovest tramite lo stretto di Gibilterra (le vecchie colonne
d’Ercole); inoltre a sud-est è collegato al Mar Rosso tramite il canale di Suez
e a nord-est si collega al mar di Marmara per mezzo dello stretto dei
Dardanelli. Il mar Mediterraneo non è molto pescoso in quanto scarseggia di
plancton vegetale; le sue acque calde sono soggette sia a forte evaporazione
permettendo ancor più la concentrazione del sale, infatti le sue acque sono
fra quelle più saline, sia a un ridotto apporto di acque dolci fluviali,
influenzato da attività umane (dighe e sbarramenti).
Nei mesi estivi l'evaporazione è relativamente ridotta a causa
dei venti non eccessivamente frequenti, al contrario nei
mesi invernali l'evaporazione è molto elevata a causa della prevalenza di
venti secchi di origine continentale. L'evaporazione ed il ridotto apporto di
acque fluviali fanno sì che il Mediterraneo sia in costante deficit idrico.
Questo viene compensato dall'oceano Atlantico che «annualmente riversa
nel Mediterraneo, attraverso lo Stretto di Gibilterra, tra i 36 000 e i
38000 k
m³ d'acqua ». Questo apporto di grandi quantità d'acqua provoca
4
forti correnti durante tutto l'anno, favorendo la pulizia dei bassi fondali
dello Stretto che, diversamente, nel corso dei millenni si sarebbe
inevitabilmente chiuso. «È difficile conoscere l’intero Mediterraneo » scrive
5
Predrag Matvejević, professore, studioso e scrittore. Una frase, detta in
questi termini, schietta a tal punto da sembrare un pretesto per non
addentrarsi e scavare nelle “profondità” della conoscenza del mare, ma non è
così. Sono infatti le parole di una persona che lo conosce bene grazie al suo
luoghi, popoli e mestieri,
personalissimo percorso attraverso una conoscenza
derivata dalla navigazione per mare, via terra tra le sue sponde e
nell’immediato entroterra.
Una conoscenza che lo ha portato a confrontarsi con popoli e popolazioni
differenti, usi e costumi multiformi, dotati ciascuno delle proprie peculiarità
Mar Mediterraneo,
A. MOJETTA, Vercelli, White Star, 2005
4 Breviario mediterraneo,
P. MATVEJEVIC, editore Garzanti libri, Milano, 2006.
5
ma uniti dall’ “abbraccio” mediterraneo, un abbraccio che si intuisce e
percepisce negli odori e profumi, negli sguardi delle persone e, persino, nelle
imprecazioni. Una conoscenza che ha anche il sapore della consapevolezza
che «il Mediterraneo è a un tempo simile e in altro diverso a se stesso »:
6
diversità geografiche, con alternanza di paesaggi montuosi e zone costiere;
diversità climatiche, diversità storiche per le innumerevoli civiltà che si
sono succedute nei secoli e tutte le derivazioni del caso.
Per quanto riguarda il clima, le coste africane e asiatiche mediterranee
sono aride e piatte, mentre le coste europee, anche se non soggette a piogge
pesanti, sono verdi e montagnose con un clima più temperato.
In generale il clima è tiepido e temperato definito proprio
“mediterraneo”: esso è influenzato dall’aria calda e secca proveniente dal
Sahara durante l’estate creando temperature ideali per le vacanze e
dall’aria più umida e fredda dall’Atlantico durante l’inverno.
Il clima mediterraneo si è rivelato idoneo per un buon numero di
produzioni agricole: dai cereali all’olivo, dalla frutta agli ortaggi e,
soprattutto, la premessa indispensabile allo sviluppo della macchia
«è
mediterranea ovvero una sorta di groviglio fitto e impenetrabile di arbusti
7 »,
che crescono strettamente addossati tra loro. sclerofille,
Le piante tipiche sono quelle appartenenti alla specie che non
superano i 4 metri e hanno foglie persistenti poco ampie, coriacee e lucide.
Gli incendi sono generalmente frequenti nell'ambiente della macchia e
costituiscono uno dei fattori che determinano lo sviluppo della vegetazione
arbustiva, una delle cui caratteristiche è quella di ricoprire il terreno in
modo non uniforme ma, appunto, a macchie. Nell'area mediterranea le
piante tipiche sono delle sempreverdi, le specie arboree più diffuse sono il
leccio, la quercia da sughero, il pino d'Aleppo, il pino marittimo, il pino
domestico; troviamo poi, molti tipi di arbusti tra cui il carrubo, la filiera, il
bosso, il mirto, il terebinto ed il corbezzolo; sono presenti anche l'edera e il
Ibidem
6 La macchia mediterranea,
G.L. OSTI, editore Mursia, Milano, 1986.
7