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MISURE DI CONTROLLO DELLA TRASMISSIONE
MISURE GENERALI
Per tutte le patologie aerodiffuse è consigliata l’adozione di misure di base atte a ridurre la
trasmissione, quali l’adesione alla corretta igiene delle mani di operatori e pazienti e il galateo
della tosse. Devono essere previste nelle sale d’attesa e nei punti di accesso alla struttura (e nei
principali punti di accesso al presidio sanitario), CARTELLI ESPLICATIVI e SCHEDE
INFORMATIVE, facilmente comprensibili, relativi ai comportamenti da tenere in caso di sintomi da
malattia aerotrasmissibile (galateo della tosse ed igiene delle mani), per l’educazione del
personale all’importanza delle misure di controllo della fonte per contenere le secrezioni
respiratorie, il contenimento del rischio infettivo da secrezioni respiratorie di pazienti e
accompagnatori con segni e sintomi di infezione respiratoria, fin dal primo momento di accesso
nella struttura (es. triage, sale di attesa dell’accettazione e del pronto soccorso, ambulatori e studi
medici). Devono essere attuate le seguenti misure:
● informare sulla necessità dell’igiene delle mani nelle vicinanze delle sale di attesa degli
ambulatori e fornire le risorse necessarie: collocare in luoghi adeguati distributori di
gel/soluzione idroalcolica e, dove siano disponibili lavandini, prodotti per il lavaggio delle
mani,
● fornire, in particolare nei periodi di maggiore prevalenza di infezioni respiratorie in
comunità,mascherine sia ai pazienti con tosse sia ad altre persone con sintomi
(accompagnatori dei pazienti),
● incoraggiare pazienti/visitatori a mantenere una distanza di sicurezza (idealmente almeno 1
metro) da altre persone presenti in ambienti comuni.
Ogni istituzione sanitaria che si trovi a fornire assistenza sanitaria a pazienti con TB sospetta o
accertata dovrebbe sviluppare politiche scritte che specifichino:
1) le indicazioni per l’attuazione dell’isolamento respiratorio;
2) le persone preposte a porre le indicazioni per l’inizio e la sospensione dell’isolamento
respiratorio;
3) le specifiche precauzioni previste dall’isolamento respiratorio;
4) le eventuali procedure di trasferimento per i pazienti che non sia possibile isolare presso
l’istituzione stessa;
5) le procedure da attuarsi per i pazienti che non si attengano alle indicazioni dell’isolamento
respiratorio;
6) i criteri per la sospensione dell’isolamento respiratorio,
7) i criteri di utilizzo dei dispositivi individuali di protezione respiratoria.
MISURE DI ISOLAMENTO
Un paziente è da ritenersi contagioso con alto grado di probabilità quando è affetto da TB
respiratoria, con esame microscopico dell’espettorato positivo per BAAR su campione
respiratorio (escreato spontaneo o indotto, bronco-aspirato, BAL). Per strutture che abitualmente
non ricoverano pazienti con TB e per ricoveri temporanei in attesa della dimissione, i pazienti
sospetti portatori di TB contagiosa, dopo aver indossato la mascherina chirurgica ed essere stati
istruiti a tossire in fazzoletti monouso, devono essere sistemati in camere con le seguenti
caratteristiche:
camera singola munita di servizi autonomi;
❖ la camera deve essere, se possibile, adeguatamente ventilata (almeno 6 ricambi/ora);
❖ la porta deve rimanere chiusa;
la ventilazione non deve essere a ricircolo: l’aria deve essere espulsa all’esterno
❖ dell’edificio.
Per le strutture ambulatoriali, prevedere le seguenti misure:
insegnare ai pazienti ad indossare la mascherina chirurgica e ad osservare le norme che
❖ riducono la trasmissione respiratoria fuori dalla stanza di isolamento respiratorio;
sistemare quanto prima il paziente in una stanza per l’isolamento respiratorio; se non è
❖ disponibile, ospitarlo in una sala visite separata.
Per le strutture che ricoverano abitualmente pazienti con TB, si raccomandano:
camere di isolamento respiratorio a pressione negativa in numero adeguato, in particolare
❖ per pazienti con TB-MDR sospetta o accertata e per pazienti con TB respiratoria in reparti
nei quali siano ordinariamente presenti pazienti gravemente immunocompromessi;
monitorare quotidianamente la pressione della stanza con indicatori visivi, se non sono
❖ disponibili altri strumenti di rilevazione;
tenere rigorosamente le porte chiuse;
❖ tenere, dopo la dimissione, le porte chiuse per il tempo sufficiente alla rimozione di
❖ microrganismi a trasmissione aerea.
Le stanze a pressione negativa dovranno rispondere almeno alle seguenti specifiche
tecnologiche:
• mantenimento di una pressione negativa continua (2.5 Pa) rispetto alla pressione a livello del
corridoio con controlli seriati della pressione o continui attraversi dispositivi automatici;
• le stanze dovranno essere ben sigillate all’esterno e dotate di dispositivi che facciano chiudere
automaticamente le porte;
• la ventilazione dovrà assicurare ≥12 ricambi d’aria per ora per le stanze di nuova costruzione e
≥6 ricambi d’aria per ora per quelle già esistenti;
• l’aria dovrà essere emessa direttamente all’esterno e lontano da riprese d’aria. Se ciò non fosse
possibile e se l’aria sarà fatta ricircolare, sarà necessario filtrarla attraverso filtri HEPA. Il corretto
funzionamento delle stanze a pressione negativa va verificato con controlli periodici.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
L’uso dei DPI rientra nelle:
Precauzioni Standard, pratiche di prevenzione delle infezioni che si applicano a tutti i pazienti in
qualunque ambito di una struttura sanitaria, indipendentemente dal tipo di paziente e dal sospetto
o dalla conferma di uno stato infettivo, ma in dipendenza delle manovre da eseguire.
Le Precauzioni Standard includono l’igiene delle mani e l’utilizzo di DPI, quali guanti, sovracamici,
mascherina chirurgica, schermo facciale, maschere filtranti, che vanno indossati differentemente
in base al tipo di esposizione e di rischio previsto, secondo il principio che liquidi biologici
(sangue, altri materiali contaminati da sangue, secrezioni), lesioni cutanee e mucose possono
contenere agenti infettivi trasmissibili. Precauzioni Aggiuntive, che devono essere messe in atto in
presenza di casi sospetti o diagnosticati di patologie che richiedano specifiche precauzioni da
trasmissione respiratoria o da contatto.
Maschere filtranti
I DPI per la protezione delle vie respiratorie sono dispositivi di terza categoria (CAT. III).
Per i filtranti facciali antipolvere, la garanzia che soddisfino i requisiti essenziali di salute e
sicurezza e la conseguente certificazione CE sono determinati facendo ricorso alla norma tecnica
EN 149:2001, che prevede tre differenti classi di protezione ad efficienza filtrante crescente (da P1
a P3). Il DPI scelto deve corrispondere a criteri di efficienza protettiva e di confort: per l’assistenza
a pazienti in isolamento è sufficiente l’utilizzo di facciali filtranti FFP2 (anche con valvola
espiratoria). L’utilizzo di facciali filtranti di livello di protezione superiore (FFP3 – 99% filtraggio)
deve essere considerato in situazioni di rischio elevato ad esempio nell’assistenza a pazienti con
TB-MDR (in particolare ove questa avvenga in locali non dotati di un alto numero di ricambi d’aria)
o durante manovre che inducano la tosse in pazienti con TB contagiosa sospetta o accertata.
Il personale sanitario, che presti assistenza continuativa e/o occasionale (es., trasferimenti,
trasporti,..), deve essere obbligatoriamente addestrato all’uso corretto dei DPI di terza categoria
ed è opportuno che, per quanto possibile, si tenga conto delle osservazioni del personale in
relazione al confort. E’ opportuno che anche parenti/visitatori ricevano adeguata formazione
sull’uso dei suddetti filtranti. L’adozione di DPI è l’ultima misura da adottare dopo il rispetto di tutte
le misure di protezione collettiva possibili.
PROCEDURE PER RIDURRE LA PROBABILITÀ DI TRASMISSIONE DELLA TB AI PAZIENTI
DA PARTE DI VISITATORI E OPERATORI
Se pur di rara occorrenza, esiste la possibilità che la TB possa essere trasmessa da un visitatore
• un operatore sanitario ai degenti di un reparto. Questa evenienza è particolarmente rilevante se
il ricoverato è un soggetto ad alto rischio di sviluppare la malattia se infettato:
• soggetti immunodepressi per patologie o trattamenti medici (HIV+, trapiantati, in trattamento
radiante o chemioterapico, tumori dell’apparato ematico);
• neonati;
• bambini affetti da malattie virali;
• malati in ventilazione invasiva o rianimazione. Oltre alle misure generali ambientali
raccomandate, per evitare la potenziale trasmissione della TB da operatori sanitari e visitatori ai
pazienti ricoverati occorre: per i visitatori:
• assicurare adeguata informazione sulla necessità di evitare le visite se affetti da sintomi sospetti
(tosse, catarro non cronici, febbre o febbricola, astenia, emoftoe) o malattia contagiosa per via
aerea nota in atto; • nei reparti che accolgono persone ad alto rischio accedere solo con
mascherina sul volto e camice monouso; per gli operatori:
• assicurare adeguata formazione sui sintomi della malattia e sulla necessità di astenersi dal
lavoro e sottoporsi ad accertamenti medici se affetti da sintomi sospetti (tosse, catarro non
cronici, febbre o febbricola, astenia, emoftoe) o malattia contagiosa per via aerea nota in atto;
• assicurare, oltre alla regolare sorveglianza sanitaria, il trattamento dell’infezione tubercolare
latente in tutti gli operatori quando indicata (vedi oltre).
SORVEGLIANZA SANITARIA
L’art. 2, comma 1 let. m, del D.lgs. 81/2008 definisce la sorveglianza sanitaria come: l’insieme
degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione
all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività
lavorativa‖. Il datore di lavoro ha l’obbligo di sottoporre a sorveglianza sanitaria, ad opera del
medico competente, i lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi abbia
evidenziato un rischio specifico per la salute, espressamente previsto dalla normativa, o su
richiesta del lavoratore, per altri rischi riconosciuti dal medico competente come correlati alle
attività lavorative.
La sorveglianza sanitaria, secondo quanto definito nell’art. 41 del citato D.lgs., prevede, in
particolare, l’effettuazione da parte del medico competente di:
a) visita medica preventiva, intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il
lavoratore è destinato in rapporto alla mansione specifica da svolgere;
b) visita medica periodica, per controllare la permanenza delle condizioni di