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III LEZIONE OTORINO – SBOBBINA DIMATTIA FLORIANA

FISIONOMIA DELL’ORECCHIO COME SI PROPAGA IL SUONO

Che cosa fa l’orecchio dal punto di vista fisiologico?

Voi sapete che il suono non è altro che un onda di pressione meccanica, un fenomeno

puramente vibratorio, una vibrazione che nasce da una sorgente sonora che oscilla, con un

numero di oscillazioni a seconda della frequenza fondamentale: per esempio le corde vocali

vibrano, generanno un suono, che nell’uomo è intorno ai 100 hertz e nella donna in grosso

modo può essere intorno ai 200hertz; ciò vuol dire che abbiamo 100 vibrazioni in un secondo, e

queste generano il segnale sonoro. Che cosa fa l’orecchio? Noi abbiamo un fenomeno

meccanico e sappiamo che il nostro sistema nervoso funziona banalmente per impulsi elettrici,

anche quando noi tocchiamo qualcosa, una sensazione tattile non è altro che un fenomeno

puramente meccanico, una pressione, e questa pressione viene recepita da alcuni recettori che

trasformano questo stimolo meccanico in impulso elettrico. Cosa succede quando noi sentiamo

un segnale sonoro? La vibrazione (questo suono) è presente nell’ambiente, arriva al nostro

orecchio, penetra nel condotto uditivo esterno e incontra la membrana in fondo, ed essendo

una vibrazione, si mette a vibrare anche la membrana (viene colpita dal segnale sonoro e

vibra). La vibrazione di questa membrana si trasmette alla catena degli ossicini e quindi porta

la vibrazione alla staffa (sono tre ossicini uno attaccato all’altro: martello, incudine e staffa;

solo che il martello è legato alla membrana e quindi se la membrana vibra e vibra anche il

martello, il martello è legato all’incudine e quindi vibra anch’essa e questa porta la vibrazione

fino alla staffa). Questa staffa ha proprio la forma di una staffa (di quelli che vanno a cavallo)

ed è incastonata in questa parete ossea, si incastra in questa finestra, e aldilà di questa

finestra troviamo dei liquidi labirintici, troviamo la coclea, che non è altro che un canale a

spirale avvolto su se stesso con dei liquidi. Quindi abbiamo un fenomeno meccanico che

si trasforma in fenomeno elettrico. All’interno della coclea (ha la forma proprio della

chiocciola, non è altro che un canale a spirale avvolto su se stesso) c’è una struttura, sempre

immersa nei liquidi della coclea, che è il dotto cocleare, che rispetto alle pareti ossee della

nostra coclea, è come la mina di una bic (c’è un involucro con all’interno la carica), fate finta

che la penna sia avvolta su se stessa come una chiocciola e all’interno c’è la nostra carica che

è il nostro dotto cocleare ed in tutto questo ci sono dei liquidi (fate finta che c’è il liquido tra la

carica e la parete della bic e c’è un liquido all’interno della carica, quindi ci sono dei liquidi, non

vi dico nemmeno i nomi per non

complicarvi la vita). Dentro la carica

che sarebbe il nostro dotto cocleare

troviamo tutt’una serie di cellule

acustiche che provvedono a

trasformare l’impulso da meccanico ad

elettrico. E come avviene questo?

Perché tutto ciò è così complicato?

Iniziamo: dall’aria entra il suono,

nell’orecchio medio c’è aria che viene

trasportata alla membrana, poi la

catena degli ossicini, e dopodiché

abbiamo questa finestrella con questa

III LEZIONE OTORINO – SBOBBINA DIMATTIA FLORIANA

staffa incastonata e aldilà abbiamo dei liquidi. Avete mai provato a parlare a qualcuno che sta

sottacqua? Sente e non sente. Il suono si proroga nel mezzo a seconda del mezzo, e quindi

dall’aria arriva all’acqua e rimbalza; invece se state sottacqua e sentite un rumore (per

esempio di un motoscafo) lo sentiamo fortissimo e si propaga con un'altra velocità, e in questo

caso la propagazione risente del mezzo. Allora se il suono viaggia nell’aria e incontro il liquido

labirintico teoricamente rimbalza (non tutto, un poco passa). Perché allora c’è questo orecchio

medio? Perché la vibrazione, dall’aria, tramite condotto, catena e staffa, vibra la staffa e porta

la vibrazione nei liquidi, anzi l’amplifica (vedetelo come un segnale di amplificazione del

segnale sonoro), ma, cosa più importante, è che l’orecchio medio funge da accoppiatore

di impedenza: vi ho detto che un conto è il segnale sonoro che si propaga nell’aria, un conto è

quello che si propaga nell’acqua, dobbiamo unire i due sistemi, e a questo sistema provvede il

sistema timpano ossiculare, che veicola il suono verso l’orecchio interno, è una sorta di

amplificatore, ma soprattutto è un accoppiatore d’impedenza cioè fa si che non perdiamo nulla

nel passare dall’aria al liquido che sta dentro la coclea quindi questo segnale sonoro si

propaga e va ad eccitare le cellule ciliate (sono delle ciglia che flettono all’arrivo della

vibrazione) e sono collegate alla base con il nervo acustico, che porta quindi un segnale

elettrico al nostro cervello.

Adesso vi faccio vedere qualche diapositiva di fisiologia:

Condotto uditivo esterno, membrana timpanica, vedete questo vermicello non è altro che lo

stilizzato del segnale sonoro, si mette in vibrazione la catena, questa è la staffa e porta la

vibrazione, vedete questa è la nostra coclea (parete ossea a forma di chiocciola scavata) al

centro c’è il dotto cocleare, e il segnale si propaga in questi liquidi labirintici. Quindi in parole

povere dall’esterno il segnale sonoro è riuscito ad andare pari pari, anzi un po’ amplificato

all’interno della coclea; e cosa deve fare? Deve tradurre la vibrazione in fenomeno elettrico.

Qua vedete la membrana (martello, incudine e staffa), e poi vedete in celestino il primo pezzo

della coclea in cui ci dice che c’è del liquido. Vedete il tratteggiato, sta ad indicare che le nostre

strutture vibrano, e portano il segnale meccanico all’interno del dotto cocleare e questa

vibrazione mette in vibrazione il dotto cocleare, per cui questo subisce delle oscillazioni e

queste oscillazioni con un meccanismo tutto particolare. Vedete qui la linea tratteggiata ci dice

che c’è un movimento e qua ci sono le cellule all’interno, e alla base delle cellule c’è un nervo

(in giallo). In questa maniera è stata fatta a livello della coclea, la cosiddetta traduzione

meccano-elettrica il fenomeno sonoro da meccanico diventa segnale elettrico). Perché il

dotto cocleare è così lungo? perché ogni porzione. andando dal base verso l’apice, si mette a

vibrare, non di testa sua, ma in funzione di una determinata frequenza (voi sapete che noi

sentiamo dei suoni in un certo campo di frequenza, ma non è detto che non è esistono suoni di

frequenze superiori alle nostra capacità o di frequenze inferiori, è solo che noi non le sentiamo,

ed il nostro dotto cocleare, sempre la nostra solita carica della nostra coclea, praticamente ha

una serie di zone che risentono della frequenza, andando dalla base all’apice abbiamo le

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frequenze dalle acute a quelle gravi, quindi è una sorta di SISTEMATIZZAZIONE

TONOTOPICA (cioè vibra la struttura che è colpita da una determinata frequenza), e questa

sistematizzazione rimane sia nel nervo e sia fino alle prime stazioni cerebrali nel lobo

temporale.

Vedete dinuovo qui: la membrana, la catena, la coclea e i nervi. Posteriormente alla coclea

vedete delle strutture un po’ strane, che sono quelle del labirinto posteriore, formate dai canali

utricolo sacculo

semicircolari ( e ) che sono deputate ad apprezzare le accelerazioni lineari ed

angolari (o della nostra testa rispetto al corpo, o del nostro corpo rispetto allo spazio), il tutto

converge nell’apprezzare la statica e la dinamica del nostro corpo.

Cosa fa’

l’orecchio?

L’orecchio fondamentalmente partecipa alla nostra percezione uditiva. Nel nostro recettore

periferico, abbiamo due orecchie in modo tale da avere la concezione di lateralità. Perché noi

riusciamo a capire da dove arriva un suono? perché arriva con tempi leggermente diversi alle

due orecchie, e quindi già possiamo capire da dove arriva, e quindi abbiamo una certa capacità

uditiva (la vedremo più in là) cioè noi sentiamo determinati suoni nell’ambito dell’intensità da

un minimo ad un massimo e nell’ambito delle frequenze da un minimo ad un massimo. Suoni

molto intensi ci danno prima fastidio e poi dolore, le intensità del suono minima, capace di

evocare la sensazione uditiva si dice SOGLIA UDITIVA la soglia uditiva è la minima entità di

un determinato suono, capace di evocare in noi una sensazione uditiva. I suoni molto forti li

vedremo più in là, ci danno inizialmente fastidio, poi dolore, ed infine possono portare al

trauma. Al di sotto della soglia, esistono dei suoni ______ . Nell’ambito delle frequenze abbiamo

un minimo (16-20 hertz) o un massimo (16.000-20.000 hertz); suoni di frequenza maggiore

esistono e si chiamano ULTRASUONI. L’insieme dei suoni che noi sentiamo è definito CAMPO

UDITIVO il campo uditivo è questa area dei suoni che noi possiamo sentire nel soggetto

normale. PATOLOGIA DELL’ORECCHIO OTITI

Le OTITI sono le infiammazioni dell’orecchio, e possono colpire l’orecchio esterno e quello

medio (acute e croniche) e quindi non esistono le otiti dell’orecchio interno.

Le OTITI ESTERNE sono fondamentalmente delle patologie della pelle delle strutture

dell’orecchio esterno, sono patologie cutanee, l’unica differenza è che sono localizzate alle

strutture o del padiglione, o del condotto uditivo esterno, o ad entrambi. Le otiti esterne

possono avere un’eziologia batterica, virale, fungina. Le cause predisponenti alle otiti esterne

sono:

A. Uso di cottonfioc

B. Bagni in piscina (tappatevi le orecchie, in quanto l’acqua della piscina è da un lato

asettica ma dall’altro lato è irritante ed apre la porta alle infezioni cutanee).

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C. Auto traumatismi (grattarsi l’orecchio perché magari si avverte la sensazione di avere

un corpo estraneo nell’orecchio).

Le otiti esterne, chi più chi meno, hanno tutte dal punto di vista clinico una caratteristica 

abbiamo un dolore, che va sotto il nome di “otodinia” ed ha una caratteristica specifica, in

quanto è per lo più provocata (ci tocchiamo il padiglione e il soggetto ha un dolore molto forte),

e questo dolore si ha perché c’è una flogosi (tumor, rubor, c

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze mediche MED/31 Otorinolaringoiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PlayPippo97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Otorinolaringoiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Di Nicola Vincenzo.