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IL METODO INBOUND
STRATEGIA CLASSICA E STRATEGIA DIGITALE.
1) ORIZZONTE TEMPORALE. Nella strategia classica si prendeva in
considerazione dai 3 ai 5 anni e l'idea solitamente durava anni
anni. Nella strategia digitale all'orizzonte È molto ristretto perché le
novità sono settimanali, cambiano sempre, cambiano algoritmi,
cambiano le regole, cambiano i criteri.bisogna pensare agire su
strategie a breve termine che si adattano a quel scenario che è
sempre in mutamento.
2) APPROCCIO ESPERIENZIALE. Nella strategia classica si parte
da analisi lunghe di ricerca per capire come sviluppare il percorso.
Dopo la creazione del progetto si constata i risultati con un altro
studio che porta a nuove modifiche nel progetto. Approccio
esperienziale circolare. Nell'analisi strategica digitale vi è l'accento
posto sulla fase di implementazione, del fare, e del proporre. Si
fissano un obiettivo una direzione e partono subito con un
progetto, dal quale constatiamo subito i risultati, vi è un'analisi
immediata. Modificazione delle cose che non vanno durante lo
sviluppo stesso del progetto. Testare mentre si fa.
LA PERSONA AL CENTRO. La strategia classica comunicava
3) dall’alto e la persona era passiva. in quella digitale invece
la marca esiste solo quando trova l’interesse dei
consumatori, gli utenti sono i soggetti principali,
interagiscono, orientano la comunicazione. Da fruizione
del prodotto a partecipazione, la pubblicità si intrufola, si
inserisce nel flusso chiedendo permesso e spesso di
camuffa. → NATIVE ADVERTISING: la pubblicità nativa è
una pubblicità che assume l’aspetto dei contenuti del sito
che la ospita. L'obiettivo è riprodurre l'esperienza-
utente del contesto in cuiè posizionata sia
nell'aspetto che nel contenuto. Al contrario della
pubblicità tradizionale, che distrae il lettore dal contenuto
per comunicare un messaggio, il native advertising
cala completamente la pubblicità all'interno di un
contesto senza interrompere l'attività dell'utente, poiché
assume le medesime sembianze del contenuto,
diventandone parte, amplificandone il significato e
catturando l'attenzione del potenziale consumatore.
Anche nei media classici vi era però una cosa molto simile:
articoli di giornale con contenuto pubblicitario
(publiredazionale), in tv la telepromozione,..
4) INTERAZIONE. Nei media digitali vi è sempre più interazione con il
consumatore.
5) MULTIMEDIALITà. Nei media digitali è fondamentale che l’idea
pubblicitaria debba uscire dai confini del singolo mezzo.
metodo tradizionale: megafono, fa chiamate e invia email a sconosciuti
non interessati. interrompe momenti di relax. es: poltrone sofà
metodo inbound: calamita, attira i suoi clienti raggiungendo persone
interessate con contenuti utili a loro, rispondono a interessi e bisogni
delle persone, quindi non c’è bisogno di alzare la voce perchè saranno
loro a cercarti.
SEO → l’acronimo di Search Engine Optimization.
Potremmo tradurlo con “ottimizzazione per i motori di
ricerca“. tecniche e strategie che permettono ai siti web e
ai suoi contenuti di essere trovati dagli utenti sui motori di
ricerca, nel momento zero della verità, cioè nel momento in cui
si cercano informazioni su contenuti, prodotti e servizi. Quindi è
una calamita che attira su un sito web gli utenti affini ai suoi
contenuti, a partire dai risultati sui motori di ricerca. La SEO si
basa anche su parole chiave.
Cambiamento algoritmo google. Prima si basava sulle parole chiave ma
ora su RANK BRAIN, cercando di capire l’esperienza utente. Le nuove
metriche:
- CTR (click-trough rate, quante persone cliccano sul contenuto).
- Coerenza semantica dei contenuti (Google analizza i contenuti
e riesce a capire di cosa stai parlando. Non contano più
le singole keywords ma il senso)
- Design mobile-first (pensato prima per cellulare, poi per
desktop, c’è stato un superamento della consultazione mobile che
sullo schermo PC. quindi vi è un adattamento e un’ottimizzazione
per mobil prima di tutto)
- Presenza dei video (considerati più appetibili per gli utenti,
rispetto a immagini e testi)
- Utilizzo di un linguaggio naturale (il linguaggio sta diventando
sempre più similea quello con cui interagiamo con gli strumentidi
intelligenza artificiale come Siri (Apple), Alexia (Amazon) e
Google assistant).
- La presenza di backlink da fonti autorevoli (ho creato un contenuto
e un sito autorevole - ad esempio quello di un quotidiano -
rimanda al mio contenuto. Google lo capisce e considera
anche il mio contenuto un contenuto di grandevalore.
METODOLOGIA DI INBOUND, FUNNEL
1. ATTRARRE GLI STRANIERI. Grazie al sistema SEO, contenuti
specifici, interessanti, adatti e coerenti, attraverso un blog,
keyword, social publishing,..
2. da estranei a VISITATORI.
3. CONVERTIRE I visitatori in CONTATTI (LEAD): è una persona di
cui abbiamo i contatti, e quindi possibile cliente. Lead generation è
un’azione che consente di creare liste di Lead, possibili clienti
interessati al prodotto o ai servizi proposti dall’azienda. Bisogna
ricavare i contatti delle persone interessate grazie a forms,
compilazioni, call to action, spesso si diventa lead solo se gli si da
qualcosa in cambio (sconti, vantaggi, accedere a qualcosa che si
vuole vedere,..) e poi inserirle in un database utilizzato in seguito
dal reparto commerciale.
4. da visitatori diventano LEADS
5. CHIUSURA. Partendo da “a cosa è veramente interessato?” inizia
la relazione per trasformarlo in CLIENTE. WORWFLOW: gestione
elettronica dei processi lavorativi per ottimizzare la relazione con il
cliente. Consiste nella creazione di protocolli che permettono di
ottimizzare la relazione con il cliente. Individua il contenuto giusto e
poi lo invia alla persona nel momento giusto.
6. da leads a CLIENTI
7. DELIGHT. Devo dare motivi per essere fedele e entusiasta del
prodotto, quindi rendere al consumatore l’esperienza piacevole
8. da clienti a SOSTENITORI.
GLI ELEMENTI CHIAVE:
- I CONTATTI
- -LE BUYER PERSONA. Target è una categoria generale, semi
reale. Il buyer è una persona in specifico che si pensa per quel
prodotto, con caratteristiche, obiettivi, comportamenti, che ci
permettono di pensare realisticamente ai contenuti del prodotto.
- IL BUYER'S JOURNEY: Il Buyer's Journey è il processo di
ricerca fatto dalla Buyer Persona, che (ogni tanto)
conduce fino all’acquisto. Conoscere il Buyer's Journey per la
vostra Persona, sarà la chiave per creare il miglior contenuto
possibile.3 fasi: informazione, considerazione e decisione
(acquisto?). Ad ogni bisogno è necessario un contenuto che gli dia
risposte efficienti.
I CONTENUTI : sono fondamentali→ per raggiungere degli
- obbiettivi servono buoni contenuti. CONTENT MARKETING:
il processo strategico che mira a creare e distribuire
contenuti. Serve per avvicinare e dialogare con un
pubblico preciso. È l'arte di dialogare online senza dover
vendere nulla.
FORME DI CONTENT MARKETING: a seconda delle persone,
Delle buyer persona, bisogna cambiare la strategia. Mira a creare
e distribuire contenuti: Native advertising, Branded content
Product marketing, Traditional marketing, Social media, search
Engine Optimization (SEO), Inbound marketing, Public
relations, Influencer marketing. E’ una questione di metodo, non di
vendita. Primo passo è il piano editoriale: calendario dei contenuti
che si intendono creare. Il passo successivo è quello di creare
contenuti. Ogni contenuto di successo ha una storia e un
messaggio da vincolare. Come terza azione vi è la distribuzione di
contenuti. Terminata la distribuzione è il momento dell’analisi, che
avviene attraverso metriche diverse in base ai miei obiettivi
(vendite, condivisione, clienti, visite,...). Se i contenuti funzionano
ne produco di simili altrimenti li cambio.
I contenuti hanno un ruolo fondamentale: fanno muovere le
persone, dall’inizio alla fine del funnel (da stranger a promoter).
La guida definitiva all’Inbound Marketing Persona.1) si è creato dei
buyers persona, individuando i dettagli importanti; 2) la guida al
buyers persona è stata diffusa (Facebook, email,...); 3) è stata
lanciata una campagna pubblicitaria su Face per promuovere la
guida, presso un pubblico più amplio; 4) Poi le tematiche principali
sono state reinterpretate, in funzione del pubblico di terze parti; 5)
via email, la guida è stata inviata a tutte le persone iscritte al blog
dell’agenzia; 6) visto che il contenuto ha funzionato è stato
trasformato anche in una presentazione su slideshare, che è una
piattaforma di presentazioni.
I brand hanno bisogno di storie, ed esse possono fare una
promessa (redbull ti mette le ali), sono credibili, parlano alla pancia
prima che al cervello, difficilmente piacciono a tutti ( una data
visione del mondo non può comprendere tutti, ma ad effetto onda
può arrivare a comprendere tantissime persone, anche quelle che
sembravano troppo distanti), sono coerenti, creano tribù. Difficoltà
più grande di un brand che crea storie è catturare l’attenzione, con
l’obiettivo di creare rapporti umani. Per sopravvivere in un mercato
informativo molto affollato, è fondamentale differenziarsi,
attraverso la storytelling, che lo renderà diverso dai competitors. Le
EMOZIONI si ricordano e si condividono!
Come raccontare una storia di Businnes? Tradizionalmente
si partiva dal cosa, per poi spiegare il come e giungere al
perché. Ma ora dove l’emozione vale di più e si crede più
alla storytelling le aziende partono dal perchè, per poi
passare al come e finire con il cosa. → GOLDEN CIRCLE:
metodologia che spiega come strutturare una storia in
modo di renderla interessante per il pubblico. Perchè il
protagonista fa quello che fa (motivo che spinge il brand a
fare quello che fa), come lo fa (il modo in cui il brand può
aiutare il pubblico) e cosa offre (il servizio che offre). Le
prime due riguardano la sfera emotiva, l’ultima, il cosa, la
parte razionale. Le persone ti scelgono per come lo fai, per
come il brand può aiutare il suo pubblico.
GLI OBIETTIVI: obiettivi S.M.A.R.T. → s, specifici: obiettivi
- suddivisi in visite, contatti, clienti, che sono generati
annualmente, semestralmente e mensilmente; m,
misurabili: fondamentale utilizzare numeri reali e
monitorarli costantemente; a, accessibili: perchè