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Presentazione del corso
Il fare architettura ha bisogno di un pensiero, questo pensiero nella storia dell'uomo è nato strada facendo e si è strutturato attraverso una serie di discorsi. Il corpus e la storia di questi discorsi è l'oggetto di studio di questo corso.
La cosa che differenzia il corso da un corso di storia dell'architettura è il punto di vista, che non è esterno al progettista (a chi pensa). Noi non guardiamo il prodotto dell'architettura come sedimento di un tempo ma cerchiamo di metterci dal punto di vista del pensiero di chi ha pensato i progetti.
L'immagine è l'immagine di uno dei più importanti architetti del '900, Le Corbusier, che si fa fotografare mentre sta indicando il modello di un famoso progetto di una città ideale progettata senza una commessa particolare che poi metterà a disposizione dei suoi clienti. È un modo di far
vederecosa poteva fare un architetto moderno nel 1900.Noi siamo architetti contemporanei ma la nostra contemporaneità viene da un percorso che inizia a grandi linee all'inizio del 900.Il nostro percorso sarà relativo agli ultimi 100 anni che però non sarà semplicemente una storia dell'architettura, ma sarà uno studio dei vari approcci e delle varie strategie di progettazione, a diverse scale, dalla scala dei piccoli interventi come la casa fino alla scala della città. Noi seguiremo una serie di vicende attraverso una serie di progettisti esemplari e ne studieremo il percorso progettuale.I temi dell'architettura sono spesso simili: il tema della casa, dell'inserimento di un contesto, del rapporto con la storia, del progetto di una città (urbanità).Studieremo tre figure fondamentali: Walter Gropius, Mies Van der Rohe, Le Corbusier con l'olandese Rem Koolhass.fino ad arrivare ai giorni nostriLe parole chiavidell'architettura sono: il carattere innovativo del pensiero, il rapporto con i materiali da costruzione e gli strumenti, il rapporto con la storia, il rapporto con la società (modernità), rappresentazione. Rappresentazione perché gli architetti non sono gli esecutori materiali delle loro opere a differenza di un pittore. C'è un rapporto immediato tra pensiero e azione nel pittore, ma non nell'architetto il cui lavoro viene realizzato da altri che non sono estensione di lui stesso ma da una galassia di figure esterne (spesso entità molto complesse). L'architettura è un processo e il progetto architettonico è solo una fase, poi c'è la fase della comunicazione con chi deve realizzare l'opera attraverso una serie di strumenti che appartengono alla categoria di rappresentazione (disegni, modelli, scrittura, prodotti multimediali, fotografia, media). Le forme di rappresentazione sono la materializzazione delpensiero architettonico che non è una cosa astratta ma diventa una cosa materiale con le forme di rappresentazione. (dipinti rupestri nelle grotte di Lascaux, Francia, 15.000 a.C.) Stanley Kubric con il film Odissea nello spazio racconta della consapevolezza che l'uomo assume di essere superiore agli altri animali e il monolite rappresenta la prima forma architettonica, che riporta alla mente i dolmen, ovvero i primi oggetti architettonici che noi riteniamo tali e che gli uomini usavano per indicare la loro presenza in quel territorio, anche se quelle costruzioni non stavano solo a segnalare la presenza dell'uomo ma anche il controllo e la trasformazione che lui esercitava su quello che aveva intorno (volontà di potenza). Quando osserviamo i dipinti rupestri non dobbiamo semplicemente pensare che là c'è solo la testimonianza della presenza dell'uomo ma c'è la testimonianza di una volontà di comprendere il mondo per farlo
Lo studioso Emilio Villa capisce che le scene nelle grotte di Lascaux non sono semplicemente descrizioni della vita dell'uomo, ma sono delle rappresentazioni simboliche di sacrifici. L'uomo uccide l'animale per mostrare la propria capacità di avere la meglio sulla natura.
Quelle righe parallele nel graffito sono simboli di sepoltura. Quei simboli sono la prima testimonianza di una rappresentazione che va al di là degli aspetti funzionali. L'uomo si interroga per la prima volta sul perché è al mondo attraverso il tema della morte.
L'architettura nasce per dar forma alla morte, ad esempio le piramidi egizie che sono tombe per personalità che rappresentavano la loro cultura ed è un oggetto inutile ma fondamentale.
L'antenato di tutti gli strumenti che utilizziamo (dalle penne ai martelli ai telefoni) è l'amigdala (mandorla), essa è il progenitore di tutti gli strumenti che l'uomo.
può essere il primo oggetto che l'uomo può utilizzare con la mano, esso è un'estensione della mano. Realizza subito dopo aver capito che con questi strumenti è più forte e può trasformare la realtà in maniera più decisiva. All'inizio usava oggetti trovati (ossa), poi capisce che questi strumenti possono essere più efficaci. Le amigdale sono fatte utilizzando una pietra molto resistente la cui superficie può essere lavorata in modo da ottenere delle punte molto forti e rigide e l'uso che si fa di questi strumenti è molteplice poiché può essere usata per uccidere, per fare dei coltelli, per fare delle lance e per incidere. Sono degli strumenti che trasformano la realtà ma progettano anche la realtà. Hanno lo stesso ruolo che oggi noi articoliamo in tanti strumenti senza i quali noi non riusciamo a progettare. La mano continua ad essere lo strumento privilegiato. L'uomo haBisogno di un oggetto in mano. Lisa, il primo computer aveva un'interfaccia con il mouse perché si da tenere è capito che la cosa più semplice era comunicare con il pc attraverso le mani.
Nel corso faremo la storia dell'arte e dell'architettura in tre passaggi: l'autonomia dell'immagine, l'autonomia dell'artista e la natura convenzionale del linguaggio artistico.
L'autonomia dell'immagine
Ai tempi della Grecia classica i greci hanno inventato il nostro modo di concepire l'arte. Se tutti noi oggi riconosciamo in una statua un'opera d'arte è grazie ai greci che hanno associato all'arte una forma. Per i greci l'arte era Tecnè, ovvero tecnica, abilità, "essere capaci di". Nella categoria tecnè i greci includevano artigianato, pesca, guerra, capacità di modificare le cose per degli scopi. Per Aristotele i prodotti della tecnè sono analoghi a quelli
Della natura. Ne deduciamo che la tecnica per i greci imita la natura. Questa capacità di riprodurre la realtà fa sì che i greci si concentrino sempre più sulla capacità di riproduzione e sempre meno su cosa l'arte rappresenti. In altre parole gli oggetti rappresentano qualcosa ma non sono la cosa che rappresentano. Nei tempi prima dei greci le popolazioni credevano che l'oggetto fosse la cosa stessa che veniva rappresentata, ovvero l'oggetto era il Dio stesso. I greci sono i primi che separano i due concetti di oggetto e rappresentazione dell'oggetto. L'immagine rappresentata dall'arte inizia quindi ad avere una propria autonomia. Questo vale anche per l'architettura. Il tempio greco è la casa in terra della divinità, dentro non c'è il Dio ma la statua del Dio. Per i greci infatti la cosa importante di un tempio non era lo spazio interno ma l'esterno. Nessuno entrava nel tempio tranne...
i custodi. La cella, una stanza, con l'astatua della divinità, era poco importante rispetto al colonnato e al tetto dove venivano ospitate le parti scultoree che raccontavano la storia della divinità e la loro mitologia.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
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L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
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L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
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Il Rinascimento
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Il Rinascimento
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Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autonomia dell'artista
Il Rinascimento
Al tempo dei greci non si sapeva spesso chi realizzava le opere d'arte e se si conosceva l'artista esso non era celebrato tanto quanto nel Rinascimento.
La fruizione dello spazio del tempio avveniva fuori.
L'autmedioevo, invece, all'inizio del 400 inizia la loro circolazione e questo avviene perché viene inventato un sistema di duplicazione dello scritto che fa circolare molto più velocemente le informazioni (stampa a caratteri mobili). Le abbazie prima erano dei veri e propri templi che racchiudevano un sapere preziosissimo accessibile a poche persone anche perché le persone non sapevano leggere. La tecnica della riproduzione inizia a prendere piede e viene riscoperta la cultura classica e nascono anche gli artisti studiosi che si formavano sui libri. Un disegno che rappresenta in maniera molto chiara questo salto è il famoso disegno di Leonardo da Vinci che rappresenta l'uomo vitruviano. Vitruvio è l'unico architetto della classicità che ha lasciato testi di architettura. Il trattato di Vitruvio ci arriva dall'antichità attraverso le riproduzioni che ossessionano gli architetti del rinascimento che riprendono la cultura classica. Nel
disegno di Leonardo l'uomo è al centro del mondo ed è il controllore della forma del mondo attraverso la geometria, essa consentirà agli artisti rinascimentali di inventare un modo nuovo di rappresentare la realtà, la prospettiva, una forma di rappresentazione che simula lo sguardo umano in maniera molto precisa e che ci dà la possibilità di rappresentare uno spazio esistente o immaginario.
Per la prima volta si rappresenta lo spazio in maniera realistica, la prospettiva sta alla realtà virtuale sta al giorno d'oggi. (città 1400 come la sofisticata ideale 1480)
La prospettiva permette di immaginare spazi che riutilizzano il repertorio classico (colonne, archi...), sono immagini con cui gli architetti fanno esperimenti senza realizzare modelli e senza l'attesa di vedere le cose costruite. Per vedere il prodotto finito infatti si doveva aspettare la fine della costruzione prima dell'invenzione della prospettiva. Ci fa
vedere cose prima che accadano nella realtà