Estratto del documento

L’esperienza della parola, riassunto dei 3 filosofi

Lausberg

Definizioni che Lausberg propone nel suo testo Elementi di retorica. Il

volume è presentato dall’autore come compendio.

1. Definizioni

“il sistema della retorica scolastica tradizionale messo in relazione con

una retorica in senso più largo. Per retorica in senso più largo va intesa

l’arte del discorso in generale, esercitata da ogni persona che partecipi

attivamente alla vita sociale; per retorica in senso più stretto si intende il

discorso di parte.”

In questo passaggio, le nozioni principali sono discorso in generale,

retorica in senso più largo e retorica in senso stretto.

A. Discorso in generale: è un’articolazione di strumenti linguistici,

che si svolge nel tempo, che si pensa conclusa da chi parla.

Il discorso non è determinato come discorso dalla sua lunghezza,

ma dall’intenzione (voluntas) di chi parla di modificare la situazione

e dalla totalità voluta da chi parla (cioè dall’opinione di chi parla,

alla fine del discorso, di aver fatto tutto il possibile nella situazione.

B. La retorica in senso più largo: in connessione con il discorso in

generale.

La retorica è un sistema più o meno elaborato di forme linguistiche

di concetti che possono servire allo scopo di ottenere l’effetto

desiderato da colui che parla in un data situazione.

DOPO aver introdotto i concetti di ARTE e di SISTEMA, Lausberg

avanza anche la qualifica di NATURALE; infatti, se DA UNA

PARTE: “arte” è l’attività provata facoltà di una persona di

compiere con successo attività socialmente rilevanti che mirano

alla perfezione ma che non fanno parte né del naturale processo

fisico, né possono essere governate dal caso, né possono essere

considerate dei miracoli, DALL’ALTRA PARTE (qui ci si riferisce al

sistema della retorica in senso più largo): chi usa una forma del

sistema non è necessario che pensi o si renda conto di usare quella

forma. L’attualizzazione del sistema viene meccanizzata e permette

un’immediatezza determinata dall’esperienza del discorso.

L’apprendimento della lingua avviene normalmente senza che si

conosca la struttura grammaticale e lessicale della lingua, per VIA

EMPIRICA quindi. Alla stessa maniera avviene l’apprendimento

della retorica.

C. La retorica in senso più stretto: la retorica scolastica permette

di conoscere il reale meccanismo delle forme retoriche.

Linguistica e retorica scolastica hanno come scopo la conoscenza di

questa realtà latenza per la coscienza di chi parla e di chi ascolta.

L’insegnamento della retorica scolastica tradizionale si è

specializzato nel discorso di parte, poiché la finalità importante

dell’insegnamento dal punto di vista sociale era la formazione di

avvocati e di uomini politici.

Discorso e retorica

2.

a. MERITA attenzione la caratterizzazione del discorso in generale in

relazione all’intenzione (voluntas) che lo muove e lo istituisce in

quanto tale. Questa intenzione è quella di un soggetto che,

attraverso la parola, si rivolge all’altro e mira a modificare una data

situazione; la volontà di mutamento non riguarda uno specifico

discorso, ma il discorso in generale, vale a dire ogni parola proferita

dal soggetto, nella misura in cui tale parola, se viene proferita, è

proprio perché con e attraverso essa il soggetto mira sempre a

produrre degli effetti, o meglio delle risposte.

Es. il sì, parola breve, è considerato un discorso, dato che in esso si

manifesta la voluntas di chi lo preferisce.

b. La nozione di retorica in senso più largo va interpretata in stretta

connessione con la definizione di discorso in generale; tale retorica,

osserva Lausberg, viene esercitata da ogni persona che partecipi

attivamente alla vita sociale.

L’attivamente va inteso nel senso di voluntas di produrre effetti o

risposte all’interno di una situazione data; la retorica in senso più

largo viene esercitata da ogni persona che parli, sia perché ogni

parola è sempre attiva, sia perché l’essere stesso della parola si

dispiega socialmente.

All’interno di tale prospettiva il riferimento alla retorica in senso più

largo si impone nono rispetto a un determinato fine di un discorso

particolare, ma in relazione a quella volontà di mutamento della

situazione che definisce il discorso in generale.

c. Le definizioni lausberghiane rivelano un certo dislivello tra la

categoria di voluntas e quella di piena coscienza.

Il discorso in generale è definito dalla voluntas del soggetto relativa

al mutamento di una situazione, tuttavia non necessariamente il

soggetto ha piena consapevolezza di questa sua intenzione. La

voluntas non è mai interpretabile come un atto di piena coscienza.

Da questo punto di vista le forme della retorica in senso più largo

sono sempre presenti all’interno del discorso in generale anche se,

il più delle volte, il soggetto si serve di esse senza pensarci, senza

rendersene conto.

d. La presa coscienza nei confronti delle forme proprie della retorica

naturale avviene a opera della retorica scolastica; quest’ultima ha

come scopo la conoscenza di quella realtà per lo più latente per la

coscienza di chi parla e di chi ascolta. Tuttavia, tale presa di

coscienza è sempre parziale = parziale perché limitata: la

retorica scolastica permette di conoscere sommariamente il reale

maccanismo delle forme appartenenti alla retorica naturale e

attualizzate dal soggetto nel proprio discorso.

In secondo luogo, è parziale perchè essenzialmente di parte:

spinta da precise esigenze storiche connesse alla formazione

professionale di avvocati e uomini politici, la presa di coscienza

favorita dalla retorica in senso più stretto si è concentrata

soprattutto sulle forme e sugli usi linguistici finalizzati al consenso e

alla persuasione; da questo punto di vista il concetto di discorso è

stato specializzato dalla retorica tradizionale in discorso di parte.

Come sottolinea Lausberg: “la perfezione del discorso di parte sta

nel successo della persuasione”.

Sulla base delle definizioni si può concludere che:

1. Non ogni discorso è in senso stretto un discorso di parte, sebbene

anche il discorso in generale tenda a produrre degli effetti sull’altro

o per l’altro favorendo una mutazione della situazione.

2. Ogni discorso prodotto dal soggetto attualizza forme linguistiche e

forme retoriche.

3. La retorica in senso più largo, anche definita retorica naturale,

attiene al discorso in generale e viene acquisita dal soggetto

inconsapevolmente per via empirica; diversamente la retorica in

senso più stretto attiene al discorso di parte e viene acquisita

attraverso l’insegnamento e lo studio.

4. L’ambito interessato dalla retorica naturale è sempre più ampio

dell’ambito studiato dalla retorica scolastica.

Conrad

Racconto di Conrad: Heart of darkness.

1. Vivere in mezzo all’incomprensibile

La storia narra: Marlow, uomo di mare, racconta ad alcuni amici

l’avventura di un pericoloso viaggio lungo un fiume in una regione

africana quasi inesplorata. Egli è al comando di un’imbarcazione di

proprietà di una delle Compagnie che commerciano l’avorio sfruttando

popolazione indigene.

Uno dei compiti di Marlow è quello di raggiungere Kurtz, uno degli agenti

migliori della Compagnia, di cui da tempo non si hanno notizie. Risalendo

il fiume, Marlow raggiunge la stazione di Kurtz, ma qui si scontra con il

volere dei selvaggi che non intendono lasciare andare via Kurtz diventato

per loro una sorta di divinità.

Questi è malato, quasi in fin di vita, inoltre egli è ormai uscito di senno.

Marlow, tra mille difficoltà, riesce a far imbarcare Kurtz e a partire mentre

i neri guardano sbigottiti la nave allontanarsi.

Durante il viaggio di ritorno, Kurtz muore; a Marlow non resta che un

pacco di lettere della fidanzata del morto alla quale, a missione conclusa,

egli andrà a restituirle.

Prima che inizi il racconto, una specie di prologo inquadra la scena della

narrazione: cinque amici di mezza età sono riuniti sulla Nellie. Hanno in

programma una gita, ma, essendosi alzata la marea, devono rinviare la

partenza; ben presto il sole tramonta e l’oscurità avvolge la zona.

L’intero romanzo costruito dal ripetersi e dallo svilupparsi di tematiche

introdotte fin dalle sue prime pagine, dalle quali prelevo queste idee:

- enigma.

- il possesso.

- l’espressione.

2. Il dono dell’espressione

Questi tre temi si distendono lungo tutto il testo e si trovano di continuo

ripresi e sviluppati in relazione alle più diverse situazioni.

Ci soffermiamo sul loro intreccio: il luogo più evidente del comporsi

di una tale trama è il personaggio di Kurtz. Questi è fin dall’inizio

prefigurato dalla fama che lo precede.

Tale grandezza si rivela innanzitutto nel senso del possesso.

Ma poi, ad una lettura più attenta, essa si manifesta soprattutto nel

senso dell’espressione.

Questi due caratteri della personalità di Kurtz sembrano trovare sintesi in

un’immagine che si imprime nella memoria di Marlow: “lo vidi spalancare

la bocca, il gesto gli conferì un aspetto vorace”.

Voracità della bocca: sembrerebbe che questa immagine debba

intendersi, come suggerisce lo stesso Marlow, soprattutto in riferimento

alla lingua e alla voce; in effetti, se vi è un’autentica grandezza di Kurtz

essa sembra riguardare il dominio del mondo interiore, essere sembra

riferirsi alla capacità di controllo della parola.

Eppure, che senso ha parlare qui di dominio della parola?

3. Una specie di nota

Di fronte a tali questioni è proprio il personaggio di Kurtz a farci dubitare.

Si deve recuperare a questo punto la figura dell’enigma; quest’ultima si

impone all’interno della stessa dimensione del possesso decostruendo la

dinamica della espressione.

L’eloquenza di Kurtz: eloquenza è qui intesa soprattutto come una forma

di dominio della parola. Essa sta, tenta di stare sempre sopra,

controllando tutto dall’alto, è quindi per natura dominante, ma anche –

ecco l’enigma- sempre imperfetta.

Questo è l’insegnamento più profondo che proviene da Kurtz: egli

accumula, possiede e domina, ma contemporaneamente egli è anche

sempre un posseduto.

Se dunque l’eloquenza avvolge e nasconde, essa è qui a sua volta

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Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LauraM02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Petrosino Silvano.
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