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MEMORIA SOCIALE
Quanto detto vale per qualunque tipo di sistema. Ci che interessa qui, per , sono solo i sistemi sociali e in
particolare i presupposti che consentono di avere qualcosa come l’opinione pubblica.
La ricerca sul tema della memoria perlopi psicologica; tuttavia quando parliamo di memoria sociale intendiamo
qualcosa di molto diverso dalla memoria psichica, nel senso che coscienza e comunicazione sono realt del tutto
di erenti: ogni coscienza individuale ricorda, ovviamente, e lo fa in base a come elabora la sua esperienza; solo
che ognuna lo fa a modo suo.
Memoria non signi ca solo ricordare: ciò che disponibile come materiale mnemonico non “emana” senso, come
se fosse solo questione di coglierlo e recuperarlo. Il senso di un ricordo pu essere stabilito solo nel presente,
solo nel momento in cui viene proposto nella comunicazione. Si tratta di rielaborazioni dell’esperienza che
dipendono dalle strutture attuali del sistema che ricorda e che di conseguenza, nel caso dei sistemi sociali, sono
storicamente ed evolutivamente variabili.
Il tempo presuppone che si possa distinguere tra passato e futuro e proprio per questo sempre e solo una
costruzione dell’osservatore. Comunque funzioni la memoria, quindi, il ricordo sempre e solo uno stato attuale
(cio : presente) del sistema.
Inoltre, è chiaro che non tutto viene “ritenuto”, a disposizione per eventuali “riconoscimenti”. Anzi: la maggior
parte delle esperienze non lascia traccia e viene dimenticata. In questo senso, la memoria ricordo selettivo,
dovremmo anzi dire dimenticanza selettiva, proprio perch presuppone sempre la possibilit e la necessit di
dimenticare. La memoria, quindi, inibizione della dimenticanza, cio un’eccezione rispetto alla necessaria
normalit del dimenticare.
Abbiamo quindi due domande alle quali rispondere, tenendo conto che esse costituiscono solo il punto di
partenza di una teoria generale della memoria sociale:
a) Quali sono le condizioni sociali e mediatiche in particolare che consentono di articolare la di erenza tra ricordo
e dimenticanza?
b) Quali sono le condizioni sociali e mediatiche in particolare che consentono di connettere passato e futuro,
quindi ricordo/dimenticanza e aspettative, producendo quindi ci che di fatto memoria sociale?
Per rispondere riprendiamo la distinzione tra media operativi e media osservativi. La nostra ipotesi che i media
operativi pongano le condizioni della possibilit di ricordare/dimenticare, mentre i media osservativi sono in grado
di costruire e utilizzare “cornici” (frame) dentro le quali ricordo/dimenticanza e aspettativa possono essere
connessi.
_MEMORIA SOCIALE: MEDIA OPERATIVI
Come abbiamo visto, i media operativi determinano il modo in cui la comunicazione ha luogo, connettendo Ego e
Alter Ego (cio : l’informazione, l’intenzione e la comprensione) in modi diversi a seconda del medium disponibile.
Innanzitutto, evidente che il linguaggio orale pu essere ricordato solo se ci si dimentica di quando, come e
perch lo si appreso: il linguaggio orale deve potersi attivare in qualunque contesto sociale e per questo deve
sganciarsi (cio : deve dimenticarle) dalle condizioni concrete nelle quali lo si appreso. Anche per la scrittura
valgono condizioni analoghe.
Questo vale per i primi media operativi, ovvero il linguaggio orale e la scrittura, gli altri media operativi non hanno
bisogno di queste forme di educazione, lunghe e intensive, basta la socializzazione. Ma questo non toglie il fatto
che l’uso di ogni medium operativo pu essere appreso solo se si disconnette dalle singole occasioni in cui ha
luogo, cio solo dimenticando contesti e occasioni in cui stato appreso e in cui si generato dal punto di vista
evolutivo.
Inoltre, i media operativi dimenticano la propria genesi, ma non dimenticano s stessi. Proprio perch operativi,
questi media molto raramente vengono abbandonati o sostituiti da media operativi pi moderni. Questo signi ca
anche che i media operativi si orientano in modo piuttosto particolare alla di erenza tra ricordare e dimenticare.
Da un lato una volta appresi non si dimenticano pi . Dall’altro, anch’essi sono variabili, mutevoli e adattabili,
quindi sono tutt’altro che resistenti alla novit . Questo dovuto al fatto che questi media sono sempre accoppiati
al senso, quindi alla combinazione di attualit e possibilit costitutiva della realt sociale (e psichica): ogni
variazione di senso pu rendere opportuno, se non necessario, abbandonare certe formulazioni per adottarne
altre. Ma questo riguarda l’adattamento del medium operativo alle situazioni concrete in cui viene utilizzato, quindi
ai contenuti che deve esprimere. Come struttura mediatica della comunicazione (e certamente anche delle
coscienze), esso resta costante e non pu essere dimenticato.
Dal punto di vista della dimensione temporale, questi media devono essere estremamente fungibili, cio adattabili
a condizioni sociali future che, essendo future, non possono essere previste. Che si dimentichi come e quando li
si apprende quindi decisivo: solo cos possibile per il medium aprirsi a un futuro indeterminato e
indeterminabile.
Vediamo ora il modo in cui i media operativi contribuiscono a strutturare la memoria sociale. Il rapporto tra
dimenticanza e ricordo, infatti, si realizza in modo molto diverso, a seconda che la societ possa contare solo
sulla scrittura oppure anche sulla stampa e a seguire sui media operativi pi recenti.
Per le societ basate solo sull’oralit , ci che vale la pena ricordare deve essere continuamente ripetuto e inserito
in testi che consentano la memorizzazione, tipicamente costruiti attorno a vicende, a “storie”, a sequenze di
azioni concatenate tra loro in modo “rapsodico”, cos che per chi declama non sia troppo complicato
ricordarsene. solo con la scrittura che diventa evidente la possibilit di conservare il sapere per un utilizzo in
tempi diversi e con interlocutori diversi senza doversi servire continuamente della comunicazione (declamazione
orale). Proprio questa nuova possibilit di a darsi a un testo che non scompare una volta declamato ha reso
evidente il fatto che il sapere, cos come pu essere ssato in forma scritta, pu anche perdersi. In altre parole,
ff è é à è è à
è è è È è fi ò è
ì è à à ò ì ò è ò ù
ffi
ò à
à è à ò ù ò fi ì è à è
é ò è à ò
ù ò ff è é
è è
ò à è ù è à è à ff è é è à à fi
quando un testo si pro la tanto importante da ssarlo in forma scritta, si pone il problema di come conservarlo, di
evitare che scompaia. La preoccupazione di salvaguardare il sapere colto rimasta centrale per il lungo periodo
che va dall’invenzione della scrittura, quantomeno di quella alfabetica, all’invenzione della stampa. Dal punto di
vista che interessa qui, cio come si costruisce la memoria sociale, il fatto che il sapere facilmente disponibile
senza doversi preoccupare di conservarlo signi ca che ora l’osservatore che deve decidere cosa farsene. Cosa
farsene: questo il problema nuovo, che richiede criteri selettivi nuovi e un diverso accesso al materiale
disponibile.
Possiamo analizzare i diversi modi in cui questi media strutturano la memoria riprendendo la distinzione tra
osservazione di primo e di secondo ordine.
Il medium operativo della scrittura propone una realt di primo ordine, dove l’osservazione di secondo ordine
resta con nata nell’ambito delle malignit (di chi scrive come di chi legge) e in ultima analisi nella contingenza di
fondo di tutte le cose, che viene ricondotta a fattori ultraterreni (divinit , natura). Con la stampa, la realt viene
schematizzata come osservazione di secondo ordine, che incoraggia la devianza, la novit e la sorpresa. Se
prima il problema era ricordare qualcosa di gi dato, ora il problema cosa riprendere, cosa citare, come
riproporlo e con quali nalit , essendo ormai scomparsi i criteri normativi di correttezza o di conformit morale
tipici delle epoche precedenti. In sostanza, come combinare nel presente il passato che pu essere ricordato con
nalit o prospettive sempre pi eterogenee e variabili, diventa pi complicato. Anche l’opinione pubblica
richiede questa condizione: in ogni momento si pu essere pro o contro questa o quella presa di posizione,
sapendo che tale vincolo si scioglie nel momento successivo – e questa libert storicamente nuova si traduce
nella necessit di decidere continuamente se cambiare idea o confermare le proprie preferenze.
Questa incertezza relativa alle possibilit combinatorie di un sapere che resta disponibile nei testi stampati
aumenta in modo vertiginoso nella nostra epoca, con la digitalizzazione del sapere. Le possibilit di accedere
rapidamente a fonti e a “dati”, di avere a disposizione praticamente tutto ci che stato prodotto in passato, di
comparare forme semantiche di ogni genere, rende la dimenticanza problematica.
Per a rontare e (forse) risolvere questo problema, la societ non o re pi punti di vista generalizzati e vincolanti,
nemmeno tramite i mass media. I mass media producono ci che si pu sapere sul mondo, ma a loro basta che
tale sapere possa essere registrato come novit , per poi lasciarlo a disposizione. Cosa farsene di questo sapere
ora a are dei sottosistemi, delle loro organizzazioni e di modalit di osservazione pi o meno trasversali, come
la sfera pubblica. In breve: per capire cosa possa essere ricordato/dimenticato e secondo quali criteri, dobbiamo
rivolgerci ai media osservativi.
_MEDIA OSSERVATIVI: LA MEMORIA COME CONTROLLO DI COERENZA
Sul piano dell’osservazione della realt , con memoria possiamo intendere in generale quei contenuti che sono a
disposizione come possibili temi di comunicazione. La riserva mnemonica della societ sembrerebbe quindi
coincidere con ci che comunemente chiamiamo “cultura” o semantica e che pu essere sottratto alla
dimenticanza grazie alla grande variet di supporti esistenti. In linea di principio, quindi, oggi possiamo connettere
tutto con tutto, come se fosse diventato impossibile dimenticare, che sarebbe appunto la prestazione pi
importante della memoria. Questo non impedisce certo ai mass media di produrre novit in forma di notizie;
tuttavia, soprattutto quando si tratta di eventi di un certo rilievo, ormai consuetudine giornalistica trovare
analogie con eventi passati, quasi come se si volesse mettere alla prova la portata di novit della notizia. Le
notizie, quindi, hanno una specie di doppia identit : sono nuove e non lo sono allo stesso tempo.
In sostanza, che grazie ai media operativi sia possibile conservare ogni forma di testo senz’altro vero; ma come
e perch il sapere ssato in quei testi venga ricordato (cio citato e utilizzato), non dipende semplicemente dal
fatto che esista.
Il problema che la distinzione tra ricordare e dimenticare non chiarisce i criteri in base ai quali si dimentica e si
ricorda. Per capire quali siano i criteri in base ai quali si discrimina tra ricordo e dimenticanza, bisogna
considerare anche l’altro orizzonte temporale, cio il futuro. In prim