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Il cinema classico e il cinema moderno secondo Bazin
Bazin teorizza sia il cinema classico che il cinema moderno. Tradizionalmente si dice che il cinema classico è nato nel 1917, con il découpage classico, che consiste nella suddivisione dei materiali cinematografici per creare una segmentazione dello spazio-tempo. Ci sono diverse modalità di operare questa segmentazione: Bazin divide il découpage classico da quello moderno. Nel cinema moderno prevale il momento del découpage durante le riprese, non più in funzione del montaggio che viene eseguito successivamente. Il cinema post-moderno, che recupera numerosi elementi del cinema classico, potrebbe essere definito anche "cinema-neoclassico" per il suo utilizzo del montaggio e del découpage classico.
Lezione 18 • André Bazin: fotografia e cinema come realizzazione del Realismo nell'arte
È stato un grande articolista e studioso del cinema.
Pubblicato 2500 articoli nell'arco di una ventina d'anni. Che cos'è il cinema fu originariamente pubblicata in 4 volumi. L'anno 1945 è particolarmente simbolico essendo stato un anno trasformativo a livello culturale e spirituale. Nasce ad esempio la Nouvelle Vague francese, ma non è l'unica nuova onda europea. Nel medesimo periodo emerse anche il Neorealismo italiano. Bazin pubblica l'articolo Ontologia dell'immagine fotografica: egli si occupò principalmente del cinema fotografico. Molto probabilmente Bazin ha letto Benjamin e questo lo si può apprendere dall'influenza che questi ha probabilmente avuto sulla sua teoria. Il saggio di Benjamin L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica fu inizialmente pubblicato solo in Francia, in una rivista della scuola di Francoforte in esilio a Parigi. Si rivolgeva all'avanguardia francese. Esquisse d'une psychologie du cinéma,
André Malraux: viene citato nella nota 2 nel testo di Bazin. Si può pensare che l’articolo di Bazin fosse una risposta al tema della riproducibilità di Benjamin; Bazin si interroga circa il recupero dell’aura. Il testo di Benjamin termina con le armi chimiche, con la Seconda Guerra Mondiale, con una massiva distruzione dell’aura. Il cinema aveva già intravisto quest’ultimo aspetto, soprattutto il cinema minore di attualità e Godard ne è testimone. La colpa del cinema, ci dice Godard, è quello di non aver fermato la guerra. La responsabilità di non aver voluto vedere ricade sul pubblico e sull’industria del cinema che continuava a sfornare diversivi quali commedie.
Ontologia dell’immagine fotografica: si inserisce in una linea discorsiva aperta da Canudo con la sua riflessione sulla posizione del cinema nel sistema delle arti. Non solo Canudo, ma anche Benjamin e Malraux si interrogarono prima di lui.
sulla trasformazione che l'avvento del cinema provocò sul sistema delle arti, modificandone per sempre gli equilibri interni. Bazin evidenzia come l'avvento del cinema porti sia ad una apertura che ad una limitazione circa le nuove prospettive in quelle che egli definisce "le arti plastiche" (= arti dello spazio per Canudo). C'è una profonda cultura esistenzialista negli scritti di Bazin (influenzato da Sartre, da Bergson). Sartre scrisse ben due libri sull'immagine e questo lo si evince anche da questo articolo del 1945. Deleuze sarà profondamente influenzato da Bergson (Immagine tempo e Immagine movimento). Il "complesso della mummia": secondo Bazin, all'origine delle arti plastiche si trova tale complesso, il quale risponde al bisogno fondamentale della psicologia umana di difendersi contro il tempo. La morte non è che la vittoria del tempo fissare artificialmente le apparenze carnali dall'essere.vuol dire strapparlo al flusso della durante e ricondurlo alla vita. Tutta l'arte ha origine in questa pulsione di salvare l'essere attraverso l'apparenza. Nelle origini religiose della statuaria si rivela la sua funzione primordiale. Bazin parla del cinema come mummia del cambiamento. Parlando della pittura, Bazin ci dice che non si crede più all'identità ontologica del modello e del ritratto, ma si ammette che questo ci aiuti a ricordarci del soggetto e dunque salvarlo da una seconda morte spirituale. È una questione di psicologia: la storia delle arti plastiche ha a che fare con la rassomiglianza, e dunque con il realismo le arti plastiche hanno da sempre tentato di perfezionare la rassomiglianza con il soggetto. Un momento centrale di questa ricerca fu l'invenzione della prospettiva in pittura (la camera oscura). Cita sostanzialmente Malraux, il quale diceva che il cinema è l'aspetto più evoluto del realismo plastico.Il cui principio è apparso nel Rinascimento ed ha conosciuto la sua espressione limite nel Barocco (inteso come limite della pittura). Nel Barocco si va oltre alla prospettiva rinascimentale con il tentativo di dare un'impressione di movimento. Bazin ci dice che la fotografia porta a compimento il limite individuato nella pittura barocca. La fotografia ha liberato le arti plastiche dalla loro ossessione della rassomiglianza (qua emerge chiaramente l'influenza di Canudo). La fotografia e il cinema sono scoperte che soddisfano definitivamente e nella sua stessa essenza l'ossessione del realismo (per tale motivo è una questione ontologica).
Nel caso della pittura, per quanto rassomigliante al modello, sussiste sempre un dubbio sull'immagine a causa della soggettività implicata nella manualità dell'operazione di raffigurazione. Nel caso della pittura non abbiamo alcuna garanzia sull'esistenza effettiva di ciò che viene.
rappresentato: quest’ultimo potrebbe sempre essere un’immagine mentale del pittore. L’oggettività della fotografia le conferisce un’obiettività assente da ogni opera pittorica, dal momento che ci obbliga a credere all’esistenza dell’oggetto rappresentato, anzi ri-presentato. Ciò che è fondamentalmente diverso è il rapporto psicologico del soggetto con l’immagine fotografica, poiché sappiamo che questa non è una rappresentazione, ma una riproduzione. Questo non significa che la fotografia è realtà, ma che c’è un rapporto diverso con la fotografia rispetto a quello che abbiamo con un quadro. 28 La fotografia ha questo potenziale di fungere da certificazione dell’esistenza. La fotografia, poiché imbalsama il tempo, realizza definitivamente il complesso della mummia. Il cinema libera l’arte barocca dalla sua catalessi convulsiva. Bazin è stato il primo.autore a promuovere il Neorealismo all'estero. È la natura stessa che si fa artista tramite l'obiettivo della macchina fotografica. L'obiettivo, nella sua oggettività, spoglia da tutti i pregiudizi dell'essere umano l'immagine riprodotta. Nella fotografia, la natura arriva a superare l'artista nel suo potere creatore. La fotografia è un'impronta, un certificatore di esistenza. Essa non è altro che la traccia luminosa del soggetto che si imprime sulla pellicola. L'esistenza dell'oggetto fotografato partecipa dell'esistenza dell'oggetto come un'impronta digitale con ciò, essa si aggiunge realmente alla creazione naturale invece di sostituirgliene un'altra il rapporto tra l'immagine e il modello non è più simbolico vocazione ontologicamente realista della fotografia. • Eugène Atget: il fotografo del processo storico Viene in mente ilCommento di Benjamin sulle fotografie di Eugène Atget come "documenti di prova del processo storico". In alcune fotografie di Atget i soggetti diventano quasi dei fantasmi ed è ciò a cui faceva riferimento Benjamin quando parlava di documenti di prova del processo storico. Atget fu veramente in grado, tramite la lunga esposizione, di sfruttare le vere potenzialità della fotografia e di smettere di imitare la pittura tramite i ritratti.
Émile Cohl: pioniere dell'animazione
Émile Cohl: pseudonimo di Émile Eugène Jean Louis Courtet (Parigi, 4 gennaio 1857 – Orly, 20 gennaio 1938), è stato un animatore, regista e sceneggiatore francese considerato uno dei pionieri del cinema d'animazione e degli effetti speciali: realizzò il primo cartone animato della storia, Fantasmagorie, nel 1908, e fu anche il primo a realizzare una serie di film d'animazione tratta da un fumetto.
Lezione 19 Film-saggio
E video-saggio non sono la stessa cosa: il film-saggio è venuto prima, mentre il video-saggio è apparso con le nuove forme di diffusione digitale. Nel primo caso si tratta proprio di lungometraggi, il video-saggio, invece, solitamente non supera i 10 minuti. André Bazin fu uno dei primi ad affermare che esiste la possibilità di usare il cinema per sviluppare una riflessione di tipo saggistico. Uno dei primi ad occuparsi del film-saggio come pratica fu Godard.
La scuola di Brighton è considerata la prima importante epoca del cinema inglese, attiva nella località costiera dal 1896 fino alla vigilia della Prima guerra mondiale. Ai maestri della scuola di Brighton è attribuita la messa a punto di numerosi effetti e soluzioni cinematografiche, che ampliarono le possibilità espressive del cinema e verranno ampiamente riprese in seguito, in particolare da David Wark Griffith che li combinò ad arte nel primo film narrativo.
"moderno", Nascita di una nazione del 1915.
• André Bazin: le due anime del cinema
Egli ha una forte fede cattolica, fu uno di coloro che fondarono i cine-club cattolici. È tuttavia un cattolico di sinistra, antifascista impegnato, con un approccio etico nei confronti del cinema.
Articolo L'evoluzione del linguaggio cinematografico: la storia del cinema è stata suddivisa in due tendenze che si sono sviluppate parallelamente. Ci dice che in realtà non è il sonoro a dividere in due il cinema, non c'è stato uno spartiacque con l'avvento del sonoro, poiché tale suddivisione era già presente e radicata nel periodo muto. La linea che viene valorizzata dai Cahiers du cinema è quella di Hitchcock, mentre dall'altro lato la rivista Positif dava rilevanza alla linea più hollywoodiana.
Da un lato ci sono i "registi che credono nelle immagini", ovverosia coloro che credono che il
in due sottocategorie principali: la rappresentazione visiva e la rappresentazione sonora. La rappresentazione visiva si riferisce a tutto ciò che viene mostrato sullo schermo, come le immagini, i colori, le luci, le inquadrature e i movimenti della macchina da presa. Questi elementi contribuiscono a creare l'atmosfera e a trasmettere emozioni al pubblico. La rappresentazione sonora, invece, riguarda tutti i suoni presenti nel film, come la colonna sonora, gli effetti sonori e le voci dei personaggi. Anche la musica e i dialoghi sono fondamentali per creare l'atmosfera e per far immergere lo spettatore nella storia. Oltre alla rappresentazione visiva e sonora, il film può trarre valore anche da altri elementi, come la sceneggiatura, le interpretazioni degli attori, la regia e la montaggio. Tutti questi elementi contribuiscono a creare un'opera cinematografica unica e coinvolgente. In conclusione, il valore di un film deriva dalla combinazione di tutti questi elementi, che insieme creano un'esperienza visiva e sonora che può emozionare, intrattenere e far riflettere lo spettatore.