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DURATA E DURATA FENOMENOLOGICA

Nel suo durare il suono continua ad avere le sue caratteristiche - esso si fa seguire mentre accade - mentre la cosa no. I suoni sono processi temporali in un modo pieno, il tempo si fa percepire attraverso il suono. Il suono è un movimento - nell'ambito delle relazioni temporali le cose sono atemporali laddove invece i suoni sono nella loro determinazione fenomenologica processi correnti molto veloci. Non solo i suoni hanno una durata, cioè si stendono in un tratto di tempo obiettivo, ma in questa durata si manifestano - se è vero che i suoni si stendono nel tempo il loro durare riempie il tempo in cui si stendono di elementi che io devo riuscire ad ascoltare. Le relazioni temporali in musica sono montaggio fratturato.

ESEMPI:

  1. uso del tamburo - uso importante del microfono: il musicista può operare delle operazioni di tocco, si vede la differenza tra durata e durata fenomenologica. Il suono ha la capacità di riempire

Gli intervalli attraverso gli atti percettivi. Comincia una pulsazione, scansione (il montaggio fa la stessa cosa). Comincia a dare un tema che poi ritorna - lui disegna il tempo e noi lo percepiamo con lui come una struttura di ritorno. Tocca varie parti dello strumento e cambia la risonanza. È come se il tamburo contasse. È presente un effetto di allontanamento, quello che prima era davanti sembra tornare indietro. Sono presenti i virtuosismi, ha operato un ciclo e lo chiude di nuovo. Comincia a far sentire vari disegni ritmici, fa vedere cosa sta inventando su quella pulsazione. Alla fine il tempo che si perde ha il valore di una dissolvenza.

TEMPO COME FORMA DEL TRASCORRERE

Il suono si estende di fase in fase, si raggruppa e scorre tutto insieme - vale anche per i suoni brevi. Se continuiamo a intendere i fenomeni sonori come se fossero fenomeni di ordine assimilabili all'ambito dello spazio, la natura di movimento interna al suono non la riusciamo a cogliere.

Perché la cosaspaziale è caratterizzata da una sua atemporalità. Quando vedo una sedia, essa sta lì e non scorre, al contrario di un movimento. Quando noi ascoltiamo dei suoni, quella cosa che scorre è MATERIA. I suoni sono concrezioni materiche. La corsa viene toccata, pizzicata, quando l'archetto tocca la corda tesa del violino, succede che quell'oggetto viene colpito e viene attraversato dal "moto" che crea vibrazione, il movimento che l'attraversa stacca quell'impronta sonora che andiamo ad ascoltare. Il suono accade, ha una determinata configurazione e nel frattempo scorre, fase dopo fase lo perdiamo. Il suono da un lato sembra aver bisogno del tempo, esso si stende nel tempo e ha una durata di tipo fenomenologico. La durata si manifesta concretamente nella percezione. Che il suono accada nel tempo è scontato, ma sarebbe stupido connettere la durata del suono solo alla durata del tempo, ad esempio nell'organo noi...

sentiamo la durata del brano e come i suoni si muovono in modo ritmico. I suoni ci attraggono e catturano la nostra attenzione, creando un'esperienza sonora affascinante. Anche quando sembra che il suono sia statico, possiamo percepire il suo movimento. La pulsazione del brano è rilassante quando entrano il basso, la batteria e la chitarra. C'è un fenomeno di scansione che riguarda le relazioni tra i suoni, che cambiano la consistenza del suono e lo rendono come una punteggiatura. Nella pagina 155, se descrivo che l'introduzione del brano dura un minuto o un minuto e mezzo, prendo tutti i secondi all'interno di quel brano e li rappresento su una linea retta per indicare la sua lunghezza. Questa è una descrizione statica del brano che ci dice quando inizia e quando finisce.è iniziato e quando è finito, non quello che succede dentro. Nessunasinfonia dura 25 minuti, quello è il tratto in cui accade quella cosa→ vediamocome varia la forma del trascorrere. Non appena noi ascoltiamo un suono, quelsuono sta già andando in un'altra direzione quindi noi cogliamo il suono comeuna provenienza "viene da", ma va subito oltre, ci trascina subito in avanti.Abbiamo immediatamente un atto ritenzionale. Il suono avanza ma avanzascavalcandoci, ci lascia indietro.Il suono è EVENZIENZA. Il suono arriva da tendendosi in un'altra direzione, nonè semplicemente un evento ma è un qualche cosa che dentro di se trascinauna provenienza da qualcosa che tende ad andare verso qualcos'altro. Quandoguardiamo un punto luminoso su uno schermo scuro ci troviamo di fronte a unfenomeno di evenienza, perché il movimento si va facendo e noi guardiamoquesto movimento. Ma che differenza c'è tra

Questo modo di guardare l'accadere di un movimento e la percezione visiva ordinaria del quale si dannole cose che vediamo? La prima è statica -> quando io guardo le cose e giro la testa perché le cose stanno li, differente è seguire un movimento perché mentre seguiamo il movimento del punto l'occhio coglie il movimento e nel momento in cui lo coglie tratta subito oltre -> ecco l'evenienza.

La musica è temporalmente tesa -> perché muore mentre si fa. Il suono si fa seguire -> l'ascolto del suono è TESO, esso lo è in quanto è attratto da una tensione temporale che appartiene al suono stesso. Ogni suono è carico di tensione temporale -> questa tensione ci attrae.

ESEMPIO 2) arco musicale, il suono rimbalza nelle pareti della bocca.

ESEMPIO 3) canne di bambù suonate insieme per ottenere un effetto percussivo

ESEMPIO 4) I Mahori, danza che si fa davanti all'avversario. Battono in modo coordinato

il piede tutti insieme, c'è uno straordinario crescendo di piedi. C'è una perfezione formale nell'esecuzione, trasformando quell'unico colpo sempre più forte.

ESEMPIO 5) non c'è uno strumento dietro, è fatto tutta con la voce. Questo modello di canto si chiama shariga idea di usare la voce assumendo secondo la posizione della bocca, della faringe. Non si ascolta solo una nota ma tutto ciò che ci sta sopra. La concezione della voce diventa concezione dello spazio

ESEMPIO 6) l'acqua diventa tamburo gli scrosci dell'acqua. Con il tamburo si racconta l'accadere della vita nel mondo.

ESEMPIO 7) c'è prima un disegno, poi un altro si sovrappone sopra e poi insieme si susseguono.

RIPETIZIONE DI ORIZZONTE INTERNO ED ESTERNO= quando vediamo di fronte a noi una cosa ne vediamo una parte, ma non la vediamo tutta. L'oggetto è una struttura che si manifesta un aspetto per volta, a seconda

dell’aspetto iovedo l’oggetto sempre meglio— le cose anche se sono atemporali dandosi unlato per volta vivono in un orizzonte di indeterminazione. C’èun’indeterminatezza di fondo che può essere sempre determinata. Le cose nelmomento in cui entrano in rapporto con noi non sono più oggetti ma strutturerelazionali aperte. La cosa non è solo una struttura statica, al tempo stesso èun orizzonte aperto a infiniti esplorazioni. L’orizzonte interno= io possoguardare l’oggetto da diverse prospettive e lo posso determinare sempre dipiù. Il mondo è un intero orizzonte indeterminabile che io scopro lato per latoprogressivamente e quindi il mondo non è pieno di oggetti. Le cose stringonotra loro delle relazioni— sono delle relazioni concettuali— ogni oggetto è inrelazione con tutti gli altri. Noi viviamo all’interno di strutture relazionali chenon riusciamo mai a comprendere completamente.

Il mondo è pieno di orizzonti. Il suono si presenta come un "venir da andando subito oltre" → esso è eveniente → scorre ad una velocità tale che non ho il tempo di coglierlo pienamente e non ha il tempo di invecchiare. Il suono è in movimento. PAGINA 155 → quando parliamo di movimento parliamo di una sequenza di fasi, dove ogni fase è caratterizzata da un avanzare sopravanzante → avendo montato le scene una dopo l'altra, avendo preso con la cinepresa quell'oggetto comincio a vedere il movimento. Il movimento è fatto in modo tale che ogni singola fase sia tesa verso la fase successiva ovvero che sia caratterizzata da un avanzare sopravanzante nel senso che quello che ho appena visto non mi basta e deve scivolare sulla fase che viene subito dopo → ogni sequenza deve essere scavalcata dalla successiva. Io vedo il movimento di un punto rosso su uno schermo nero ma quando vedo il movimento che si fa, questa situazione ha un carattere.

completamente differente dal vedere e dal guardare un oggetto in quiete. Il punto luminoso cattura il nostro sguardo e lo trascina nel suo corso. Non appena l'occhio si posa su quel punto esso è tratto subito oltre, se io vedo un movimento e lo segue ogni volta che io sono in un determinato punto del movimento esso è andato oltre. Quindi io seguo il movimento nel suo farsi ma sono costantemente in ritardo. Questo tipo di tensione è ciò che caratterizza il suono. E' vero che lo sguardo è attratto dal movimento e lo segue ma il suono E' IL MOVIMENTO STESSO. Ecco perché Piana dice che i suoni sono attraenti. I suoni possono muoversi più velocemente o lentamente rispetto ad altri - i suoni sono capaci di muoversi secondo ritmi diversi.

ESEMPIO 1) siamo esposti a varie esposizioni temporali, che si danno in successione a vari strati - i suoni all'interno di un'esperienza ritmica disusseguono ognuno secondo una loro durata,

Una loro scansione. Da questo punto di vista non è casuale il fatto che una pulsazione ritmica ci metta in mostra diversi modi di intendere la possibilità dell'ascolto di un suono. In altre parole, tutte le volte che noi parliamo di suono ci troviamo di fronte ad una strana situazione, quello che abbiamo davanti è qualcosa che non possiamo contemplare, ma scorre via veloce e al tempo stesso segna la nostra possibilità e la nostra forma di esperienze di quel determinato suono.

SOVRAPPOSIZIONE RITIMICA= ritmi diversi che si sommano tra di loro e che creano una struttura che ci attira dal punto di vista del movimento, dell'ascolto e della struttura.

ESEMPIO 2) si sovrappongono 5 strati ritmici che sono tutti fortemente diversi ma sono costruiti in modo tale da potersi integrare a da poter costruire una struttura sempre più ampia, ricca e densa. È una musica pensata per far danzare ed è di grande difficoltà. Questo gruppo

È integrato talmente tanto
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giada_n di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria delle arti, del suono e delle immagini e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Serra Carlo.