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APPLICAZIONI COMPONENTI IN LAMIERA
Caratteristiche: gli spessori devono essere costanti (tra 1mm e 10mm), tipicamente è lo spessore della
lamiera. Abbiamo poi una varietà di dimensioni, che vanno dalle molto piccole alle molto grandi. In
generale non c’è necessità di lavorazioni successive: la lamiera permette già di avere tutti i dettagli di forma
che servono. Un componente in lamiera può avere anche una forma molto complicata, tanto che si
possono andare a semplificare gli assiemi, tanto da avere poi un solo componente. Un componente in
lamiera può sostituire un pezzo formato da più componenti, che magari sono più semplici ma hanno un
costo di assemblaggio.
Esempi: Meccanismi per orologi: devono essere molto precisi, spesso realizzati con tranciatura fine.
Pacchi lamellari per motori elettrici: abbiamo il rotore che ruota e lo statore che sta fermo.
Entrambi sono in ferro, con molte scanalature, dove è avvolto del filo di rame. Si realizzano quindi
dei pacchi lamellari: tante lamelle sovrapposte, ogni lamella è di circa mezzo mm. Ciò ci permette di
realizzare forme complesse con una semplice tranciatura, inoltre è importante per il
funzionamento magnetico del motore.
Componenti tranciati e piegati
Carcasse tranciate e piegate in acciaio: ambientatore elettrico, ventilconvettore.
Vasellame in acciaio inox: vassoi, contenitori, ottenuti tramite imbutitura (più costosi) o piegatura
(forme anche più complesse ma meno costosi). I vassoi poco profondi hanno dei raggi di raccordo
molto piccoli e ciò può portare alla formazione di grinze, cosa che lo rende molto complesso da
produrre.
Pentole: per ottenere pentole panciute si parte da un’imbutitura, che verrà poi seguita da un’altra
operazione.
Lavello da cucina: è ottenuto tramite tranciatura e imbutitura. Per ottenere un lavello doppio
dobbiamo realizzare due imbutiture; è più complesso poiché il materiale verrebbe tirato da
entrambe le parti. La lamiera è quindi tenuta da due parti diverse e i componenti vengono poi
saldati tra di loro.
Elettrodomestici: lavatrice ( la parte interna è una lamiera imbutita e tranciata), asciuga-mani
(lamiera imbutita); macchine da caffè (lamiera tranciata e piegata). Quando abbiamo prodotti con
volumi di produzione non troppo alti non si utilizza molto l’imbutitura, in quanto costerebbe troppo.
Autoveicoli: le carrozzerie possono essere sia in acciaio che in lega di alluminio. Il pannello di
carrozzeria in acciaio è fatto di due parti: la pelle (esterna) e l’ossatura (rinforzo interno), che ha dei
profili molto alti. Entrambi vengono stampati separatamente, in acciaio con bassissimo carbonio e
spessore attorno al mm. Questa sarebbe una lamiera estremamente flessibile, per evitarlo si
utilizza l’ossatura. Entrambe sono imbutite, tranciate e poi imbutite di nuovo per assestarle.
Vengono collegate tramite un sigillante adesivo e la graffatura: il bordo della pelle è ripiegato verso
l’interno per racchiudere l’ossatura. Per un solo pannello si ha bisogno di un n di stampi che vanno
da tre a cinque. L’investimento per produrre un’automobile è dunque molto elevato (10-
20.000.000 di euro). Esistono anche dei pannelli da carrozzeria realizzati tramite i tailored blanks
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(tranciati che fanno da base per la realizzazione, tagliati su misura). Un problema nel realizzare
pannelli complessi è infatti lo spreco enorme di materiale in eccesso; un secondo problema
potrebbe essere che il materiale all’interno sarebbe soggetto a trazione e non riuscirebbe a
scorrere. L’imbutitura diverrebbe complessa. Con i tailored blanks abbiamo una serie di pannelli di
forme più complesse, tranciati o tagliati laser. Questi vengono poi saldati e si ottiene un unico
foglio di forma complessa. Infine abbiamo imbutitura e poi tranciatura. Non tutti i tailored blanks
hanno lo stesso spessore, a seconda della necessità. Anche il trattamento superficiale può essere
differente. Anche il telaio è realizzato in acciaio ed è molto resistente a flessione. La lamiera qui
può essere piegata o altrimenti imbutita. Oggi possiamo anche trovare, anziché telai separati dalla
carrozzeria, delle auto a scocca portante, ossia una carrozzeria unita ad un’ossatura interna che dà
rigidezza. Non abbiamo un telaio separato con lo struttura a scala a pioli, ma l’ossatura della
carrozzeria fa anche da telaio. Tutti gli elementi sono rinforzati in modo da non necessitare del
telaio. Il telaio era abbastanza semplice, formato da una decina di componenti poi saldati, la
carrozzeria aveva una ventina di componenti. Il telaio era però molto pesante: la scocca portante
non ha più il telaio, quindi è più leggera, ma serve una progettazione molto più complessa e il
numero di componenti sale a centinaia.
PROCESSI DI LAVORAZIONE DELLA LAMIERA
Esistono due principali processi: i processi di stampaggio e quelli per lotti limitati.
La differenza sta sia nelle macchine che nelle attrezzature.
Processi di stampaggio: utilizzano come macchine le presse per stampi, hanno tanti punzoni e matrici. Le
attrezzature sono dedicate ( se cambia il componente la macchina rimane la stessa ma cambia lo stampo).
Vantaggi: si possono realizzare le operazioni contemporaneamente (tranciatura, piegatura, imbutitura) =>
la produttività è dunque molto alta (20-200 cicli al minuto). Sono inoltre un po’ più precisi.
Svantaggi: è utilizzabile solo per volumi di produzione elevati, in quanto gli stampi costano molto (100-
200.000 pezzi).
Processi per lotti limitati: sulle macchine si montano delle attrezzature singole. Abbiamo le punzonatrici-
roditrici e delle presse piegatrici. Le attrezzature sono flessibili, ossia adatte per realizzare diverse forme.
Importante è che anche componenti diversi abbiano bisogno di una stessa operazione.
Svantaggi: le operazioni sono in sequenza, quindi la produttività è più bassa.
Vantaggi: si può utilizzare anche per volumi medio-piccoli.
PROCESSI DI STAMPAGGIO
La macchina ha un basamento, un montante, una testa, su cui c’è la slitta della pressa (parte mobile). Lo
stampo è fatto da blocchi di acciaio: è diviso in stampo (fisso) e contro-stampo (semi-stampo mobile),
montato sulla slitta. La slitta, muovendosi, porta a contatto i due semi-stampi, comprimendo così la lamiera
con una forza enorme, che causa la deformazione della lamiera.
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Tipi di azionamento: è il modo in cui otteniamo il movimento dello slittone. Esistono le presse meccaniche
e quelle oleodinamiche. I movimenti delle prime derivano da un motore elettrico, che ruota e che fa
traslare lo slittone. Abbiamo un albero eccentrico collegato ad una ruota, il volano, a sua volta collegato ad
una leva. La pressa oleodinamica non ha motore elettrico ma una pompa che mette in pressione dell’olio,
che spinge attraverso un cilindro sul pistone, collegato allo slittone. Quando mandiamo l’olio nella parte
inferiore lo slittone sale e viceversa.
- Presse meccaniche: hanno delle forze di stampaggio molto minori. Può arrivare a circa 5000 KN.
Hanno delle cadenze molto elevate, in quanto compie anche 100 cicli al minuto. Si realizzano i
lavori più semplici
(tranciatura, piegatura,
imbutiture poco profonde o
con bloccaggio della lamiera).
Possono essere a montante
posteriore, formate da un
basamento, un unico
montante posteriore, dalla
testa e dallo slittone, mosso
dal motore elettrico, di cui
vediamo un dettaglio, ossia il
volano. E’ una grossa ruota
che gira mentre lo slittone va
su e giù. Il volano serve in
quanto il motore elettrico
deve andare a velocità
costante: lo slittone a contatto con la lamiera deve rallentare e il motore tende a rallentare,
surriscaldandosi. Il volano fa si, essendo una grossa inerzia, a non far rallentare il motore. Sul
basamento e sullo slittone abbiamo un porta-stampo. E’ usata per piccole forze di stampaggio, in
quanto ha una struttura aperta, che è più deformabile.
Le presse possono anche essere a montanti laterali: vediamo sempre il volano protetto dal carter.
Abbiamo due montanti laterali, usata per grandi forze di stampaggio: la struttura è infatti più rigida
e resiste a grandi forze.
- Presse oleodinamiche: le forze di stampaggio sono molto
elevate, arrivano fino a 50.000 KN. Sono usate con
componenti di grandi dimensioni, che richiedono forze
elevate. Ha delle cadenze minori, arriva a circa 20 cicli al
minuto. Tutti i parametri ( forza verticale, corsa, velocità)
sono regolabili, in modo da realizzare anche lavori complicati,
che necessitano di parametri ad hoc. E’ usata per forme
complesse (imbutiture profonde o di forme complesse).
Non presenta il volano e nella parte alta abbiamo l’impianto
per mettere in pressione l’olio.
Non si vedono i cilindri oleodinamici dall’esterno. I cilindri si
trovano all’interno della testa della pressa.
- Linee di presse: sono più presse usate per realizzare
componenti complessi come il pannello di carrozzeria.
Questa presse svolgono imbutitura, tranciatura e
assestamento (imbutitura di precisione in cui si definiscono i
raggi di raccordo). Le presse nelle linee di presse sono
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almeno tre; ci possono esser poi presse dedicate alla punzonatura.
Stampi: esistono tre tipi: individuali, a blocco e a passo (progressivi). I primi fanno una sola operazione,
quelli a blocco più operazioni diverse ma nello stesso punto; quelli a passo più operazioni diverse e in
diversi punti, a nastro. Per realizzare uno stampo si parte da un porta-stampo, insieme di componenti
commerciali, formato da piastra fissa e piastra mobile. Le piastre sono il punto di partenza per uno stampo
e possono scorrere l’una rispetto all’altra. Sono forate e unite tramite le colonne e le bussole, che le
allineano. Per far diventare un porta-stampo uno stampo mancano i punzoni e le matrici. Si aggiungono
quindi elementi lavorati con precisione su blocchi separati. Questi blocchi sono poi fissati sul porta-stampo.
- Stampi individuali: è uno stampo che fa
operazioni singole (o una sola o più
uguali). Punzoni e matrici sono tutti
uguali. Può lavorare o su un foglio o su
un nastro. Il nastro è srotolato e viene
fatto passare nella macchina. Il più
semplice è lo stampo per tranciatura:
abbiamo un nastro che passa attraverso
lo stampo, integro quando entra e
bucato quando esce. Ciò che esce è uno
sfrido, che verrà riciclato. Il nastro
avanza in modo intermittente, ogni
volta che si ferma una parte di nastro viene a contatto col punzone in alto e con la matrice in basso.
Intorno al punzone a