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METODI FISICI DI CONSERVAZIONE
-tramite calore ho 1) stabilizzazione microbica/enzimatica (blanching, pastorizzazione, sterilizzazione, essiccamento),
2) trasformazione caratteristiche qualitative (cottura, tostatura), 3) separazione componenti volatili (distillazione)
1) uso grafico con CURVA DI MORTE MICROBICA dove ho parametri dell’efficacia del trattamento: D-value (tempo di
riduzione decimale, tempo utile per uccidere 90% dei microrganismi), Z-value (aumento di T° utile per ridurre il valore D
di 10 volte), F-value o TDT (tempo di morte termica o inattivazione di cellule microbiche in sospensione)
BLANCHING (scottatura): per ortaggi, trattamento termico rapido a T° 70-105 C° mantenuto per un certo Dt 1-10 min
Dopo si fa un raffreddamento rapido per evitare che tessuto vegetale non cuocia troppo (=perdita vitamine). Obbiettivo
principale è inattivare enzimi naturali/endogeni. È pre-trattamento da fare perché congelamento o disidratazione non
bastano per distruggere enzimi. PRO: preserva gusto colore e texture, ripulisce superfici da batteri/muffe, ritarda
perdita vitamine, brillantezza colore, ammorbidisce ortaggi cosi facili da confezionare
FATTORI CHE INFLUISCONO: tipo di frutta/verdura, dimensione/forma dei vegetali, temperatura e modalità di blanching,
coefficiente di trasferimento termico convettivo, conducibilità termica alimento… ogni vegetale ha temperatura/tempo
di blanching proprio.
METODI: 1) STEAM BLANCHING: trattamento termico molto veloce 30-90 sec. Riduce perdita componenti vegetale e
preserva maggiori nutrienti. Attraverso steam blancher prodotto passa in pre-riscaldamento, blanching cross-flow e poi
raffreddato con spruzzo di aria/acqua fredda. Con IQB riesco ad avere riscaldamento uniforme, due fasi: alimento
riscaldato a singolo strato con T° alta poi alimento tenuto per un certo tempo così la temperatura si uniforma anche
negli strati più interni, poi c’è la fase di raffreddamento. 2)HOT WATER BLANCHING: immersione in acqua calda 70-100
C° per 1-5 min, forma cilindrica, l’alimento passa in zona calda(immersione) con acqua che si muove per un certo tempo
poi trasferito in zona raffreddamento.
Posso determinare efficienza blanching valutando l’attività delle PEROSSIDASI (enzimi più forti) resistenti a calore, sono
ossidoriduttori e catalizzano reazioni biologiche.
PASTORIZZAZIONE: (1862, Louis Pasteur) trattamento termico blando (T<=100 C°) per distruggere microrganismi
patogeni e forme vegetative dei microrganismi di alterazione e inattivare enzimi termosensibili ma anche come
sicurezza igienico-sanitaria, le proprietà sensoriali/nutrizionali variano di poco e non c’è grande danno termico. In
alimenti poco acidi (ph>4,5 , latte) si minimizza l’attacco dei patogeni e quindi si aumenta data scadenza di alcuni giorni,
invece per alimenti acidi (ph<4,5, succo frutta) ho protezione dal pH e quindi aumento data scadenza di molti mesi
grazie a distruzione muffe/lieviti.
METODI: 1) PASTORIZZAZIONE BASSA o LTH: T= 60-65 C° per 30 min (vino, birra, latte per fermentazione)
2) PASTORIZZAZIONE RAPIDA o HTST: T=75-85 C° per 15-20 sec (alimenti liquidi/semi-liquidi in scambiatori di calore)
+ rapido raffreddamento del prodotto per limitare sviluppo microrganismi o danno termico
Si può effettuare su prodotto solido/liquido in CONTENITORI: -continui (sistemi a tunnel con trasporto automatico, se
vario velocità/lunghezza rullo allora varia tempo di pastorizzazione), -discontinui (operazione di carico/scarico manuali o
automatiche in bagni aperti dove scatolame viene immerso in T non >100 C)
o su prodotto liquido SFUSO che viene poi confezionato con sterilizzazione caldo/freddo: -scambiatore di calore
SCAMBIATORI DI CALORE: macchina che permette scambio termico tra fluidi a T diverse (fluido di processo e fluido di
servizio che cede calore a quello di processo per aumentare la T) di solito separati da divisorio metallico che impedisce
contatto chimico e quindi senza contatto le pressioni possono essere molto diverse; il flusso dei fluidi può essere in
EQUICORRENTE o CONTROCORRENTE.
TIPOLOGIE: 1) TUBO-IN-TUBO: facile da pulire, tubo interno in acciaio inox con fluido di processo e intorno camicia
esterna (secondo tubo) in acciaio inox con fluido di servizio. In EQUICORRENTE: T fluido di processo < T fluido di servizio,
in ingresso c’è flusso termico variabile quindi calore non viene scambiato in modo uniforme finche in uscita cessa
trasferimento calore tra i fluidi. In CONTROCORRENTE: varia il flusso del fluido di servizio (tubo esterno) che diventa
opposto al flusso del fluido di processo; se devo scaldare fluido freddo velocemente uso equicorrente e in impianti
grandi si mette in equicorrente il primo e in controcorrente tutti gli altri. 2) A FASCIO TUBIERO: una volta perché grande
superficie per scambio calore e lavorano con pressione alta ma ora usati come radiatori, evaporatori e condensatori.
Composto da tanti tubi e mantello cilindrico che li contiene, scambio termico tra i due fluidi che scorrono uno dentro i
tubi e uno fuori ma dentro il mantello; ci sono diaframmi perpendicolari all’asse del mantello per migliorare scambio.
3) A SUPERFICIE RASCHIATA: sistemi di raschiamento che tolgono materiale accumulato su pareti interne del tubo e
permettono rapidità per trasferire calore; 4) A PIASTRE: usato per bevande alimentari e latte, serie di piastre adiacenti in
un telaio fatte di acciaio inox, tra una piastra e l’altra canale dove scorrono i fluidi (piastra a contatto da un lato con
fluido caldo e dall’altro lato con fluido freddo), calore scambiato per convezione e conduzione attraverso la piastra (DT
energia motrice), direzione flusso equi/controcorrente, più piastre=più superficie di scambio, poca energia usata. Le
piastre hanno rilievi o scanalature per aumentare turbolenza, guarnizioni in gomma per evitare mescolamento liquidi.
LMTD (differenza media logaritmica di temperatura): differenza di temperatura media tra i due fluidi lungo intero
scambiatore di calore. Con flusso controcorrente il valore lmtd è maggiore di quello per il flusso in co-corrente, se lmtd
elevato allora devo mettere meno piastre, controcorrente più usato.
STERILIZZAZIONE CON CALORE: da Nicolas Appert nel 1802 cca., trattamenti a T>100 °C applicati a prodotti da
conservare a Tambiente, in scatole/vasi/buste sotto vuoto, con bassa acidità e attività dell’acqua alta (clostridium
botulinum spora più temuta, almeno 121 °C per ucciderla in breve tempo), alimenti riscaldati ad alte T e per lungo
tempo per eliminare microbi e attività enzimatiche, aumenta scadenza oltre 6 mesi a Tambiente.
PRINCIPIO 12-D: parametro che indica il tempo necessario per ridurre di 12 unità logaritmiche tutte le spore
METODI: 1) classica o APPERTIZZAZIONE a 100-120 °C per 20 min, alimenti inscatolati in autoclave. PROCEDIMENTO:
fase 1-riscaldamento in cui la T del prodotto viene portata fino a T sterilizzante, fase 2-mantenimento dove la T
raggiunta viene mantenuta per un determinato tempo, fase 3-raffreddamento tramite introduzione acqua fredda. La
durata del procedimento dipende da stato fisico alimento, misure contenitore, acidità alimento, velocità penetrazione
calore nell’ alimento, resistenza al calore degli enzimi. AUTOCLAVI: alta pressione quindi T elevata in ambiente umido
per periodo tempo prolungato, l’acqua fatta bollire in pressione (aria rimossa da camera di sterilizzazione) e crea vapore
saturo che condensa su confezione (la riscalda), di solito 20 min a 121 °C a 1 bar o 134 °C a 2 bar;
2) UHT INDIRETTO a 140-150 °C per pochi sec, alimenti sfusi in scambiatori di calore (trattamento HTST).
PROCEDIMENTO: alimento non è in contatto con vapore ma separato da superfici di contatto, usati scambiatori a piatti,
tubolari o superfici raschiate
3) UHT DIRETTO o UPERIZZAZIONE a 140-150 °C per pochi sec, alimenti sfusi con iniezione vapore surriscaldato nel
prodotto sfuso (trattamento HTST). PROCEDIMENTO: prodotto a diretto contatto con vapore, alimento mantenuto a T
elevate per poco tempo (ottimo per latte). Avviene per INIEZIONE DIRETTA dove vapore sotto pressione (max 9 bar) è
iniettato e si mescola con liquido innalzandone la sua T, dopo viene raffreddato e rimossi vapori condensati/volatili
(usato per liquidi a bassa volatilità, possibili danni al sapore); o per INFUSIONE DIRETTA dove il liquido viene spruzzato in
da ugello in vasca pressurizzata con vapore, qui riscaldato a 142-146 °C in 0,3 sec mantenuto per 3 sec e poi raffreddato
a 65-70 °C, alimento abbracciato dal vapore
In generale UHT è metodo che sterilizza l’alimento prima di inscatolarlo in un contenitore pre-sterilizzato in
ambiente sterile (asettico), di solito a 135-150 °C con diversi tempi di mantenimento. PRO: elevata qualità in relazione a
microrganismi (riduzione tempo processo perché alte T), aumento scadenza >6 mesi, non importa misura contenitore,
confezionamento meno costose. CONS: sterilità tra processo e packaging asettico, forme strane difficili da gestire, molta
attrezzatura, mantenimento qualità prodotto
PROCESSO ASETTICO: prodotto/confezione/ambiente sono sterili, tecnica che permette a un prodotto di mantenere
scadenza senza essere refrigerato. Tutto avviene in condizioni asettiche con sterilizzazione alimento e imballaggio
separati, più usati sono buste flessibili, contenitori in cartoncino poliaccoppiato e bottiglie di plastica. Nel 1950 creati
contenitori flessibili di materia plastica con materia cellulosa o polimeri di sintesi per sostituire il vetro.
Il TETRAPAK (prima tetraclassic e poi tetra brik per la forma rettangolare) è formato da 6 fogli diversi: 1-polietilene
(protegge da umidità esterna), 2-cartone (da stabilità e consistenza), 3- polietilene (strato adesivo), 4- alluminio
(barriera ossigeno, luce, sapore ), 5- polietilene (strato adesivo), 6- polietilene (sigillo nei liquidi); in base a come riempio
e forma ho contenitori -DA BOBINA: materiale già stampato e cordonato a tetraedro/parallelepipedo o -PREFORMATI:
strutture più rigide e pesanti, con formazione di astuccio preincollato. Contenitore prima di riempimento sono
sterilizzati con bagno di perossido di idrogeno riscaldato a 70 C° per 6 sec (eliminato con rulli a pressione o aria calda) e
macchinari sterilizzati con aria calda e vapore o perossido di idrogeno.
DISIDRATAZIONE CON CALORE (o ESSICCAMENTO): applicazione di calore in condizione controllata per rimuovere
maggior parte dell’acqua nell’alimento con l’evaporazione (o sublimazione) per aumentare la scadenza tramite
riduzione attività acqua e quindi inibizione crescita microbica.
METODI: 1) EVAPORAZIONE: usato per produrre liquido più concentrato (5-72%) in base a viscosità, si verifica al
punto di ebollizione dell’acqua, sistema di evaporazione con scambiatore (riscalda prodotto), separatore (separa liquido
concentrato da vapore) e condensatore (condensa diretta/indiretta