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∆H
abbiamo una distanza che corrisponde al di reazione; tramite la pendenza si ricava la costate
di legame; e siccome ho in siringa una specie a concentrazione nota, ho il rapporto tra legante e
recettore, quindi posso riportare il rapporto molecolare. Questo mi permette di stabilire, sempre al
punto di flesso, la stechiometria e cioè quante molecole di ligando servono per saturare la
macromolecola.
La costante fornisce la pendenza riportando
sulle ascisse il numero di siti interessati al
processo.
Va sempre bene la ITC? No, ci vogliono le
condizioni ottimali, cioè la curva deve essere
ripida. La ripidità della curva è data da un
certo valore C (Kd = costante di
dissociazione).
Per rendere la curva più ripida posso lavorare
sulla concentrazione della macromolecola, per
avere un valore ottimale di C = 5-500. Dopodiché l’energia libera del processo è data
da -RTlnK.
C’è una formula che lega l’energia libera e la
costante di equilibrio. La costante di
associazione è l’inverso della costante di
dissociazione. ∆H
L’energia libera a sua volta dipende dal che
misuro, dalla T che misuro, e conoscendo K
dalla pendenza del profilo, arrivo a determinare
tutto, anche l’entropia. Ho molte info sul
sistema, praticamente tutto.
Si vede che c’è una costante di Binding alta, ma
∆H
non esagerata, un di transizione di 26
∆S
kcal/mol ed un di 47,5 unità entropiche.
Quello che potrebbe sembrare strano è n = 1,42 (potrebbe risultare strano perché o c’è un sito o
ce ne sono due, ma il numero è intermedio), significa che, oltre ad essere un valore statistico,
questo processo avviene attraverso più stadi: una volta è coinvolto un sito di legame solo, e in un
altro due.
Uno immagina un meccanismo di legame complesso che è facile da trovare nelle macromolecole.
( se si misura la pendenza positiva si valuta la costante di associazione, se si trova una costante
minore di 1 è di dissociazione)
CONTRIBUTO ENTALPICO ED ENTROPICO
ENTALPIA
È dovuta alla formazione o rottura di legami:
- legami ad idrogeno
- Protonazione
- Legami specifici
ENTROPIA
È dovuta:
- Interazioni idrofobiche
- Rilascio di H20
- Rilascio di ioni
- Cambio conformazionale. ∆G
Quindi quando l’entropia aumenta (∆S > 0) il diminuisce
Questo ci aiuta a valutare sistemi complessi come ad esempio la complessazione del DNA.
Il DNA ha ioni sodio legati ai gruppi fosfato e quando si complessa per preparare un aggregato
questi ioni vengono rilasciati ed aumentano l’entropia, favorendo la formazione del complesso.
nell’immagine abbiamo 3 processi che avvengono con la
stessa Binding Energy, con la stessa energia libera
(rossa – costante).
Nel primo processo (A) c’è una forte variazione di
entalpia, abbassamento, quindi il sistema forma i legami
e Libera questa energia. Con la stessa energia libera il
meccanismo può essere diverso a seconda di quanto
pesano questi due contributi.
Uno strumento di questo genere ha un costo elevato, soprattutto per quanto riguarda la siringa;
però si ottengono informazioni importanti sul sistema in esame.
Isothermal Titration Calorimetry (ITC) in biotechnology
In biotecnologie la maggior parte delle reazioni biochimiche determinano piccoli cambi di calore e
questi si possono misurare con ITC.
Questa tecnica ITC presenta alcuni vantaggi ed altri svantaggi.
VANTAGGI:
● IL calore di reazione si misura subito quindi non c’è bisogno di usare marcature che
cambiano in qualche modo la macromolecola. Non è detto che sul sito attivo i marcatori
siano innocui. La tecnica è non invasiva. Le macromolecole sono prodotti costosi per cui
posso fare la misura e poi riusarle.
● Si misurano calori direttamente quindi non si usano queste reazioni
che i chimici hanno usato, ovvero l’equazione di Van’t Hoff, la
quale era molto usata, ma bisognava misurare una variazione di
energia libera dividerla per T e calcolarla in funzione della temperatura; processo che non
era sempre agevole.
LIMITAZIONI:
● 2 ml di una concentrazione micromolecolare possono essere tanti, quindi si tende ad usare
delle micro-ITC che lavorano con un decimo di questa grandezza. Costano un po’ di più
ed il risultato è un po’ più affetto da rumore ma non ci sono problemi.
● Il limite maggiore riguarda la caratteristiche del sistema, perché il calore ci vuole, l’affinità
ci deve essere, altrimenti non si riesce a rilevare differenze. Si può avere un processo
∆H,
senza ma senza questo non si arriva da nessuna parte, magari il processo è
∆H
spontaneo ma senza non avviene. Se ho un processo atermico questo metodo non è
usabile.
ESEMPIO: legame tra sinaptotagmina e ioni Ca
Le sinapsi sono strutture implicate nella comunicazione tra cellule. Possono essere elettriche o
chimiche a seconda dei meccanismi. A noi però interessa la formazione / rottura di un legame.
Abbiamo questa grande proteina attivata da ioni Ca, ma siccome la proteina è grande non
bisogna metterla tutta in soluzione ma si può mettere anche solo la porzione attiva e quindi
mettiamo il dominio C2A in soluzione con gli ioni calcio.si scoprono certi andamenti e in
particolare si riesce a vedere che ci sono 2 siti attivati a T diversa:
- a 37 °C viene attivato anche il secondo sito
- Inoltre per il sito N1 si vede che a T > il processo di Binding diventa via via meno esotermico
quindi meno forte. Quindi all’aumentare della T il sito N1 lega il ligando con energia minore.
CALORIMETRIA A SCANSIONE DIFFERENZIALE DSC
Adesso facciamo una scansione e compensiamo.
Misuro le differenze tra campione e riferimento inerte al variare di T.
Che cosa si misura?
● Calori di reazione: nella DSC ci sono dei piccoli “pun” di alluminio in cui facciamo avvenire
una reazione (di solito sono reazioni semplici come di disidratazione).
● Stabilità termica di un materiale: se faccio la scansione di T e vedo un picco so che il
materiale è cambiato, normalmente si degrada. Quindi per la stabilità termica dei materiali
è una tecnica semplice e poco costosa.
● Transizione di fase.
● Cinetiche di reazioni: se vi facciamo avvenire la reazione.
● Composizione e Purezza di un sistema: questo è importante perché con un sistema meno
puro il punto di fusione cambia tantissimo.
● Diagramma di fase (per il passaggio da uno stato all’altro).
Sistemi tipici da studiare con la tecnica DSC sono proprio i polimeri.
STRUMENTAZIONE
Anche qui si hanno due comparti, uno dove c’è il
campione ed uno dove c’è il riferimento; ognuno ha
la sua termocoppia e quando avviene un evento che
libera o assorbe calore bisogna compensare sempre
basandosi sull'effetto Joule (per via elettrica).
Bisogna essere sicuri di non aver interferenze; il
riferimento deve essere un metallo inerte.
Ci sono dei pun adatti anche per i liquidi quindi si
fanno esperimenti anche per i liquidi, anche se l’uso
principale riguarda le sostanze solide.
La relazione che si usa è definita da:
- moli di prodotti formatosi
- Capacità termica
Se il processo è endotermico il processo assorbe calore e la
sua T diventa più alta di quella del riferimento.
Termogramma
Per convezione i picchi esotermici si riportano verso l’alto e
quelli endotermici verso il basso.
L’area del picco è legata all’entalpia quindi la DSC è una tecnica quantitativa perché se conosco
la Capacità termica di un certo polimero, dall’area del picco posso determinare quanto ne ho; e la
linea di base è molto importante perché è legata alla capacità termica.
Le aree dei picchi dipendono da:
● Quantità di campione.
● Calore di reazione.
Conoscendo una di queste grandezze ci si può ricavare l’altra usando la relazione:
Questa comprende diverse costanti:
● m = quantità di campione.
● g = costante dipendente dall’impaccamento del campione.
● c = costante dipendente dalla conducibilità termica del campione.
Le due costanti g e c si possono combinare in un'unica costante “c’ “ abbiamo l’area che dipende
dalla massa e dall’entalpia. Conoscendo la massa si ricava l’entalpia; viceversa se il campione è
∆H
noto ed in miscela conoscendo il si usa come tecnica analitica per sapere quale quantità di
campione abbiamo.
La forma del termogramma dipende dalla velocità di scansione,
quindi questa deve essere abbastanza lenta.
Per esempio: Questi due termogrammi sono lo stesso ma nel caso A
è fatto a 2 °C al minuto, nel B a 10 °C al minuto.
Se faccio una scansione troppo veloce rischio di perdere dei picchi.
(l’immagine mostra una scansione di una soluzione contenente
ESTRADIOLO EMIIDRATO)
STUDIO DEI POLIMERI
Si possono ottenere diverse info. Quasi tutti i polimeri hanno una componente vetrosa, cioè
disordinata ed amorfa, e una cristallina. Siccome ci sono diversi picchi ci sono dei database dei
materiali dove addirittura si possono avere informazioni sul modo di produzione, perché se un
picco manca vuol dire che quel determinato processo nella produzione del polimero non è stato
fatto, quindi serve anche per determinare la qualità delle plastiche.
Inoltre se vedo una decomposizione a 150°C vuol dire che a quella T non posso usare il polimero
perché si decompone quindi DSC dà indicazioni sulla T massima di utilizzo.
La transizione vetrosa è un picco larghissimo, si riconosce
perché è quasi solo una variazione di una linea di base.
Se ho una miscela, quindi più fasi coesistenti allo stato
solido, l’area del picco dipende anche dall’estensione della
fase.
Se ho una fase estesa per 868 nm ottengo un picco definito
(come quello in alto nell'immagine sottostante), se ho dei
domini più piccoli ottengo dei picchi peggio definiti.
Bisogna sempre dire se stiamo parlando della prima scansione oppure se facciamo l’Annealing e
poi la scansione del sistema.
Una cosa che ci riguarda sono i termogrammi degli strati lipidici. Il fatto che esistano catene
mobili e catene rigide nello stato liquido-cristallino è venuto fuori proprio da studi in DSC, la quale
ha permesso di stabilire che all’interno degli strati le catene potevano essere fluide o impaccate
più regolarmente.
Il fatto che nell’immagine a fianco vi siano due picchi vuol dire che c’è stato prima un
riarrangiamento e po