Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
P
attraverso il ventaglio di espansione di Prandt-Meyer, che riduce la pressione del fluido a .
rec
Successivamente, si forma un altro urto obliquo e il suo riflesso, che a loro volta generano un nuovo ventaglio
P
di espansione. Tuttavia, questo riduce la pressione del fluido al di sotto di , portando alla creazione di
rec
ulteriori onde d'urto che si riflettono,
generando un ventaglio di espansione
> P
con una pressione , e così via.
rec
In conclusione, questa sequenza di
urti obliqui e riflessi porta a un
trasferimento di quantità di moto dal
fluido primario a quello secondario,
accelerandolo fino a ottenere un
flusso sostanzialmente omogeneo. 111
• La situazione meno complessa si verifica quando il fluido primario fuoriesce dall'ugello primario a una pressione
> . In tale scenario, non si
forma un urto obliquo; piuttosto, si
osserva direttamente il ventaglio di
espansione di Prandt-Meyer, il quale
è caratterizzato da una dissipazione
energetica relativamente bassa,
permettendo così di raggiungere
rapidamente la pressione di recupero
( ).
=
Idealmente, il flusso primario dovrebbe uscire dall'ugello primario esattamente alla pressione di recupero ( ),
condizione che si verifica solo per specifiche configurazioni delle condizioni a monte e a valle. Tuttavia, è generalmente
vantaggioso che il flusso primario sia leggermente sottoespanso all'uscita dell'ugello primario, cioè che la pressione sia
>
leggermente superiore a ( ), per ottimizzare le prestazioni del sistema.
Si nota in figura il dettaglio dell'ugello primario, che è montato
su un condotto scorrevole in direzione assiale, onde consentire
piccoli aggiustamenti di posizione dell'ugello rispetto
all'ingresso del diffusore. Si nota anche la camera a forma di T
rovesciata, nella quale entra il flusso secondario che poi rallenta
nello spazio anulare intorno al condotto del flusso primario,
onde presentarsi all'uscita dell'ugello in condizioni il più
possibile uniformi. Il diffusore è diviso in 3 parti flangiate tra loro
per consentire una accurata lavorazione della superficie interna.
100
Le 9 posizioni quotate, poste a l'una dall'altra, sono le sedi per altrettanti trasduttori di pressione che
comunicano con l'interno attraverso piccoli fori perpendicolari alla parete e misurano la pressione statica lungo il
diffusore. I trasduttori di pressione installati lungo l'eiettore permettono di rilevare gli andamenti mostrati nel grafico
sotto. Si parte da una situazione lontana dal punto critico, a partire dal quale si ha un marcato decremento di pressione
tra il 1° e il 2° trasduttore e un brusco incremento tra il 3° e il 4°, corrispondente verosimilmente alla presenza di un
urto. All'aumentare della pressione al condensatore si riduce il decremento iniziale di pressione e il brusco aumento si
sposta in prossimità o immediatamente prima del 3° trasduttore. Le curve più alte rappresentano condizioni di
funzionamento oltre il punto critico, nelle quali non è più possibile garantire il valore desiderato di pressione
all'evaporatore perché la pressione di aspirazione dell'eiettore non è più indipendente da quella di uscita.
Inoltre, osserviamo che nelle prime 4, il 2° trasduttore mostra una pressione costante a valle, indicando così un
Coefficiente di Prestazione () invariato, tipico delle condizioni supersoniche. A partire dal 3° trasduttore, si inizia a
300
registrare una variazione di pressione, che diventa più evidente oltre la gola dell'eiettore, situata a circa dal
piano di ingresso, dove i punti iniziano a differenziarsi a causa della transizione dalla zona supersonica (siamo a valle
della zona supersonica). Inoltre, si nota un calo di pressione in corrispondenza dell'8° trasduttore, suggerendo che
l'eiettore non riesce a recuperare adeguatamente la pressione nella sua fase divergente.
112 °,
Se la saturazione al condensatore supera i ovvero se si supera la pressione critica, si verifica un cambiamento
significativo. Si nota che le 4 curve precedentemente osservate nella zona di progettazione ottimale (on design) si
trasformano in 4 curve nella zona di progettazione non ottimale (off design). In questa nuova configurazione, si assiste
a un incremento di pressione già a partire dal 2° trasduttore, poiché il flusso non è più supersonico e, di conseguenza,
non si verificano onde d'urto, portando a una condizione operativa di partenza degradata.
8.1.5 Chiller ad eiezione 1233.
L’eiettore visto prima fa parte di un chiller tritermico operante con Tale fluido è stato scelto per il suo basso
, per le sue favorevoli caratteristiche termodinamiche e perché non è infiammabile.
Nel diagramma TS, si osserva il ciclo frigorifero
dove è importante evidenziare che il processo di
espansione non segue un andamento
isoentropico. Inoltre, si deve considerare il
rapporto di trascinamento nel sistema.
Il diagramma TS illustra le curve di limite
superiore inclinate verso l'interno, una
peculiarità che previene la condensazione
all'interno dell'ugello primario, anche se il fluido
in ingresso è vapore saturo.
Un chiller ad eiezione è un dispositivo di raffreddamento di imponenti dimensioni
verticali, simili a quelle di un edificio, che utilizza il vapore come fluido di lavoro. Il
vapore entra attraverso l'ingresso denominato "steam inlet" e viene diretto verso il
primo stadio di eiezione. Successivamente, passa attraverso un secondo stadio di
eiezione, per poi confluire nel condensatore barometrico. Quest'ultimo è un tipo di
condensatore che opera in condizioni di depressione, ottenute non tramite pompe,
ma sfruttando un dislivello fisico. Il vapore si condensa quando entra in contatto con
l'acqua di raffreddamento all'interno del condensatore, simile al processo che
avviene nei degassatori degli impianti di cogenerazione. L'acqua, colpendo dei piatti,
favorisce lo scambio termico e la condensazione del vapore, che si raccoglie poi nel
pozzo caldo. L'evaporatore è caratterizzato da una sezione superiore a pressione
più elevata, dove una parte del fluido evapora, mentre il restante scende per gravità
verso una zona a pressione inferiore, dove avviene un'ulteriore evaporazione.
Questo processo di evaporazione raffredda l'acqua, che viene raccolta nella parte
inferiore dell'evaporatore.
Le notevoli dimensioni verticali del chiller sono necessarie per ospitare il
condensatore barometrico e garantire l'efficacia del processo di condensazione. Per
mantenere il vuoto all'interno del condensatore, vengono impiegati dispositivi
specifici come gli eiettori. Il raffreddamento del sistema è assicurato dall'acqua di
torre, proveniente da una torre di raffreddamento evaporativa.
I chiller ad eiezione trovano applicazione in ambiti industriali dove sono richieste elevate capacità di refrigerazione e si
dispone di vapore di processo. Grazie alla loro costruzione semplice e all'efficienza relativamente alta, risultano
competitivi, soprattutto quando il confronto viene effettuato sulla base del 2° principio della termodinamica, piuttosto
che sul coefficiente di prestazione () rispetto alle macchine a compressione elettrica. È più comune, tuttavia, l'uso
di chiller ad assorbimento. 113
8.2 Cicli tritermici ad assorbimento
A differenza degli impianti Chiller ad eiezione, gli assorbitori godono di un mercato piuttosto prospero. Tali macchine
utilizzano una soluzione di due fluidi a diverso punto di
ebollizione (o di un fluido e un sale igroscopico) per sostituire il
compressore meccanico.
In una macchina ad assorbimento, il ruolo del compressore è
svolto da un generatore di vapore che opera in sinergia con un
assorbitore, a differenza di un impianto ad eiezione in cui il
generatore era accoppiato ad eiettore. Questo sistema permette
di elevare la pressione del fluido dall'evaporatore all'assorbitore
senza l'uso di un compressore meccanico. Il processo di
assorbimento si avvale di un fluido refrigerante miscelato con un
solvente, diversamente da quanto avviene nei sistemi ad
eiezione, dove è presente solo il refrigerante puro.
Quindi, se nell’evaporatore e nel condensatore ho comunque fluido refrigerante puro, all’assorbitore e al generatore di
vapore abbiamo una miscela di refrigerante e solvente. Questa miscela nell'assorbitore induce il richiamo di fluido
refrigerante dall’evaporatore grazie alla pressione osmotica, che è la differenza di pressione tra la soluzione concentrata
nell'assorbitore e quella più diluita nell'evaporatore. In questo modo, il refrigerante si muove dall'evaporatore, che è
alla pressione di saturazione corrispondente alla temperatura della sorgente fredda, verso l'assorbitore, che si trova a
temperatura ambiente. In realtà, la pressione totale presente in entrambi gli ambienti è identica, poiché la connessione
identificata dal numero 10 non dispone di una valvola o di una pompa, permettendo così all'assorbitore e
all'evaporatore di essere in comunicazione diretta. Pertanto, se la pressione totale è la stessa in entrambi gli ambienti,
ciò che varia è la pressione parziale del refrigerante.
Riguardo al generatore, esso opera sotto una pressione superiore, determinata dalle elevate temperature generate
dalla sorgente di calore. Questa condizione crea una differenza di pressione tra l'assorbitore e il generatore, rendendo
necessaria l'installazione di una pompa al posto di un compressore. La pompa, inoltre, non appartiene al ciclo di
refrigerazione, ma fa parte del sistema motore dell'intero ciclo, gestendo una miscela di fluido refrigerante e solvente.
Generalmente, si inserisce un preriscaldatore tra la pompa e il generatore. Quando la miscela raggiunge il generatore,
essa subisce un processo di assorbimento di calore, che costringe la miscela a rilasciare il fluido refrigerante, il quale
viene poi reintrodotto nel ciclo di refrigerazione. Anche in questo caso, esiste una connessione diretta tra generatore
e condensatore, assicurando che entrambi operino alla stessa pressione totale. Nonostante ciò, il fluido refrigerante è
spinto a muoversi dall'ambiente in cui è miscelato con il solvente a quello in cui si trova il refrigerante puro, a causa
della differenza di temperatura che altera la pressione di saturazione del fluido. Una volta nel condensatore, il fluido
si condensa e il liquido condensato viene poi laminato prima di es