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TEATRO GRECO
La nascita del teatro come istituzione avviene già nel VI secolo a.C.
Il teatro è direttamente sovrainteso da Dioniso.
Il termine teatro dal greco theatron deriva dal verbo theaomai “guardare”, quindi il teatro è costituito da due
soggetti: coloro i quali svolgono un’azione e coloro i quali osservano l’azione.
All’origine delle rappresentazioni all’interno del teatro c’è il dramma rituale e il dramma satiresco. Il dramma
rituale è la riproposizione di un avvenimento sacro. Alcune pitture vascolari ricordano lo Hieros Gamos, cioè
il matrimonio sacro che durante le festività delle Anthesteria ad Atene veniva annualmente riproposto sotto
forma scenica dall’ arconte basileus e da sua moglie. Un altro esempio è la rappresentazione della danza che
avviene sull’isola di Delos nel ricordo dell’avvenimento del salvataggio di Arianna da parte di Teseo. Il dramma
satiresco riguarda avvenimenti connessi alla sfera del culto dionisiaco. Gli esseri che popolano il mondo
dionisiaco sono le menadi, figure femminili dedite alla musica e figure zoomorfe, dai caratteri animaleschi, i
satiri. I satiri nel mondo antico sono rappresentati da uomini con gli attributi caprini, mentre nel mondo attico
e ateniese sono rappresentati con attributi equini.
Le rappresentazioni del mondo antico si dividono in:
tragedia da “tragodia” (canto del capro) ha una sua origine nell’ambito del culto di Dioniso. Pone l’attenzione
su alcune tematiche universali dell’etica e della morale.
commedia, maggiormente messa in scena, tratta temi che riguardano aspetti terreni della natura umana, ha
tre stagioni:
commedia antica (età arcaica - primo classicismo) nella quale si trattavano temi di carattere divino,
irridendo il rapporto tra gli esseri umani e le divinità;
commedia di mezzo (tardo classicismo - primo ellenismo) nella quale veniva irriso il potere costituito;
commedia nova (pieno ellenismo) nella quale, con il ritorno del potere monarchico, venivano irrisi
comportamenti, vizi, virtù, difetti dell’uomo.
dramma satiresco che nel mondo romano riguarda la rappresentazione di tetimimi, danze di menadi con
giochi d’acqua.
Queste rappresentazioni avevano un ruolo centrale nell’ambito delle festività per il culto di Dioniso. Ad Atene
vi erano due festività principali:
le grandi dionisie festività in onore di Dioniso in ambito urbano;
le lenee riguardavano festività in onore di Dioniso nell’ambito del santuario di Dioniso Leneo, non
ancora identificato.
Nell’ambito di queste festività vi erano delle gare per tragediografi e commediografi. Veniva nominata una
commissione che sceglieva tre autori ciascuno dei quali era obbligato a presentare una tragedia, tre
commedie e un dramma satiresco. Le grandi dionisie si svolgevano nel mese che nel calendario attico prende
il nome di elafebolione (a cavallo tra marzo e aprile). Tutta la cittadinanza era invitata a partecipare e ad
assistere alle rappresentazioni. La commissione decide sulla base di un gradimento popolare il vincitore. Gli
spettacoli venivano finanziati sorteggiando nelle fasce più ricche della popolazione i coreghi. Le grandi
dionisie vengono replicate nei demi dell’attica diventando le piccole dionisie.
Le origini del teatro greco da un punto di vista architettonico derivano dai palazzi minoici dove vi erano degli
spazi con gradinate atte a gestire dei salti di quota all’interno della corte occidentale preposti a
rappresentazioni. Grazie ad un affresco dal palazzo di Cnosso è possibile affermare che nell’ambito della corte
si configuravano i primi due elementi spaziali del teatro: lo spazio in cui avviene l’azione e lo spazio in cui si
osserva l’azione.
Sempre in ambito cretese, a Latò nella metà del IV secolo a.C. è presente uno spazio teatrale con un theatron
realizzato con gradoni serviti da gradinate più piccole utili al raggiungimento dei ranghi più alti delle sedute
e uno spazio aperto antistante, antesignano di quello che sarà l’orchestra.
L’azione scenica avviene nell’ambito dell’orchestra, mentre il theatron è lo spazio da cui si osserva.
I primi teatri utilizzavano dei salti di quota, dei pendii per la realizzazione del theatron.
Il teatro nei demi dell’Attica
Il teatro di Ikaria si dispone su un pendio naturale. In molti casi per gestito da un punto di vista statico e
strutturale il pendio naturale vengono costruiti dei muri di contenimento per il theatron, che prendono il
nome di analemmata (plurale, analemma al singolare); alla base del theatron, al ridosso dell’orchestra vi è
una fila di sedute, realizzate in modo scultoreo, riservate ai magistrati e ai principali sacerdoti, e prendono il
nome di prohedria. A ridosso di uno dei due analemmata era collocato l’altare per il culto di Dioniso chiamato
timele.
Il teatro di Ramnunete, che viene realizzato a partire dall’inizio del IV secolo a.C., si configura sfruttando
ancora una volta il pendio naturale con un theatron rettilineo, una prohedria e uno spazio quadrangolare che
è quello dell’orchestra. Sul fondo dell’orchestra era presente un edificio. Nel teatro di Ramnunte rispetto a
quello di Ikaria, la prohedria ha un maggior dettaglio di lavorazione. Sono realizzati dei veri e propri sedili, in
calcare, scolpiti. Alla base di ogni seduta è inciso il nome dell’avente diritto ad occupare quel posto.
A Thorikos si iniziano a delineare alcune caratteristiche importanti. Il teatro ha tre fasi: una dalla metà del VI
secolo a.C.; una dalle metà del V secolo a.C.; alla metà del IV secolo a.C. Questo teatro è costituito da
un’orchestra rettangolare attorno alla quale si costituisce un theatron a pi-greco realizzato addossando al
pendio naturale le sedute. Gli spicchi dove sono posizionati i ranghi delle sedute prendono il nome di kerkides
(plurale, kerkis al singolare) suddivise tra loro da scalette di distribuzione chiamate klimakes (plurare, klimax
al singolare). Durante la terza fase il teatro viene ampliato con la realizzazione di un settore superiore che
prende il nome di epitheatron (teatro superiore).
A Trachones nella metà del IV secolo a.C. è possibile riconoscere un theatron a pi-greco suddiviso in kerkides
con klimakes per la distribuzione; ai piedi del theatron vi è la prohedria e poi un’orchestra. Per la prima volta
compare un edificio che rappresenta la prima skenè, ovvero l’edificio scenico costituito da un portico che si
apre direttamente sull’orchestra e un ambiente di servizio all’azione scenica posizionato sul retro del portico.
Il portico sorregge sula trabeazione un piccolo palco che prende il nome di logheion (luogo della parola).
Il teatro in Attica
Il teatro di Dioniso
Il teatro ad Atene, come realizzazione architettonica, arriva molto tardi. Nell’ambito del VI secolo a.C. le
rappresentazioni teatrali avvengono ad Atene all’interno dell’agorà in uno spazio che prende il nome di
orchestra di fronte alla stoà di Zeus. Nell’ambito delle grandi dionisie viene allestito un teatro temporaneo
all’interno dell’orchestra con spalti lignei che prendono il nome di ikria. Verso la metà del V secolo a.C. l’ikria
cede e si decide di spostare il teatro dall’orchestra nell’agorà, nel themenos del santuario di Dionysos
Eleuthereos alle pendici dell’acropoli.
Una figura centrale per lo sviluppo della rappresentazione teatrale è quella di Tespi, personaggio che si
trasferiva narrando le proprie storie, a cui è legato lo sviluppo del teatro in ambito greco. Nella tradizione
Tespi si muoveva per i demi dell’Attica viaggiando al di sopra di un carro che aveva gli attributi di una nave.
In una prima fase di realizzazione del teatro di Dioniso, ca nel 498 a.C., presenta caratteristiche affini ai teatri
nei demi dell’Attica. Si configura con un theatron a pi-greco, l’orchestra con al centro la timele, un analemma
cioè un muro curvilineo che funge da contenimento per il terreno che costituisce il piano dell’orchestra. Il
teatro si adagia sulle pendici dell’acropoli. Alla base del theatron vi era un canale per la raccolta delle acque.
Questa prima fase è basata sul rinvenimento da parte di Carlo Anti di alcuni frammenti relativi al piano di
posa della prohedria. La conformazione del gradino su cui poggia la prohedria era rettilinea quindi porta
all’ipotesi di un primo theatron rettilineo. Scavi recenti hanno rinvenuto incassi per il sostegno delle gradinate
lignee che restituiscono una pianta a pi-greco. All’interno dei resti del muro di contenimento dell’orchestra
è stato rivenuto un canale di scolo, relativo al sistema di deflusso delle acque, che prende il nome di euripos
(geograficamente è il canale che separa l’Eubea dall’Attica). Questa ipotesi non era
comunemente accettata perché
sulla base della conformazione
della Pnice (ekklesiasterion,
luogo della riunione
dell’assemblea) di VI secolo a.C.
che sfruttava la pendenza
naturale del pendio con il bema
da cui l’oratore prendeva la
parola, si pensa che il teatro di
Dioniso sia stato realizzato sullo
schema della Pnice I con
un’orchestra sostruita.
Wiegand studiando i resti archeologici
restituisce un’orchestra circolare. Questa
ipotesi è vera nella seconda fase del teatro
di Dioniso che deriva dai cambiamenti della
Pnice. La pendenza della Pnice viene
invertita con un riporto di terra imponente
per disporre il bema dalla parte opposta
dell’agorà. Nei resti del bema della Pnice II
si ha una prima configurazione di podio
semicircolare sui cui poi in maniera radiale
si dispone lo spazio riservato all’assemblea.
Vi è quindi una seconda fase del teatro di
Dioniso in cui viene realizzata un’orchestra
circolare con la disposizione delle kerkides
in maniera radiale rispetto al centro
dell’orchestra. Viene inaugurata la tipologia
del teatro a semicerchio oltrepassato.
La stoà costituisce in un primo momento lo sfondo
scenico. Successivamente tra l’orchestra e il muro di
fondo della stoà del santuario di Dioniso viene
organizzata una scena temporanea con un prospetto
a parascenia sul modello delle rappresentazioni
vascolari che raffigurano i prospetti dei palazzi. I
ranghi di seduta erano divisi in tre ordini: un theatron
inferiore che si attesta direttamene all’orchestra e
due ordini per il teatro superiore. Gli ordini del
theatron sono separati da corridoi anulari che
prendono il nome di diodos o diazoma. Il peripatos
viene inglobato nel teatro e funge da secondo diodos
per l’epitheatron più alto.
In età romana l’orchestra viene tr