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"TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE" di Dante Alighieri
Introduzione - Parafrasi discorsiva - Analisi e commento della poesia.
INTRODUZIONE
È un sonetto composto da Dante negli anni appena antecedenti il 1290, dove Dante descrive l'apparizione metafisica e quasi sovrannaturale della donna-angelo per eccellenza, la Beatrice che lo guiderà nel regno dei cieli nell'ultima cantica della Commedia. La lirica venne poi inserita nella Vita nova, tra il 1292 e il 1294.
PARAFRASI DISCORSIVA
La mia donna appare tanto nobile (s'intende la nobiltà d'animo che si riflette sul decoro esterno della persona) e onesta (anche qui come per "nobile" s'intende decoro esteriore), quando saluta la gente, tanto che tutti fanno silenzio e gli occhi non osano guardarla. Ella procede, sentendosi lodare, con l'apparenza esterna di cortese benevolenza e pare sia una creatura discesa dal cielo sulla terra per mostrare la potenza divina. Si mostra così bella.
A chi la guarda, che tramite gli occhi
trasmette una dolcezza al cuore
che chi non la prova non può capire
sembra che dal suo volto provenga un soave spirito d'amore
che dice all'anima: Sospira.
ANALISI METRICO, ANALISI LINGUISTICA E COMMENTO
Il sonetto è composto da 14 endecasillabi suddivisi in 2 quartine e 2 terzine. Lo schema si presenta a rima incrociata (ABBA / ABBA) nelle quartine e invertita (CDE / EDC) nelle terzine, tipologia tipica della poesia stilnovistica. Il ritmo è lento, pacato e lineare. L'aggancio tra quartine e terzine è costituito dalla ripresa del termine chiave: mostrare/mostrarsi.
Gli enjambements ai vv. 1-2, 7-8, 12-13 riferiti amplificano l'effetto dell'attesa dell'evento miracoloso legato all'apparizione di Beatrice.
Nella prima strofa del sonetto emerge il tema del saluto, il cui effetto si ripercuote sia sulle facoltà visive, sia su quelle espressive di colui che incrocia lo sguardo, in quanto in
base al significato della parola latina porta salute all'anima, ovvero dona la salvezza spirituale. Tanto gentile e tanto onesta pare fa parte del prosimetro (un genere che unisce parti in prosa a parti in poesia) della Vita Nota. Il sonetto è uno dei più importanti componimenti dell'intera raccolta e rientra nelle cosiddette rime in lode a Beatrice (che si rifanno spesso alla maniera del capostipite degli stilnovisti Guido Guinizelli).
Per comprenderlo al meglio, bisogna necessariamente ricondurlo alla corrente letteraria nata in Italia nel XIII sec. e che prende il nome di dolce stil novo (o stilnovismo) che fa capo alla produzione giovanile di Dante.
Concetto fondamentale dello Stilnovo, ripreso anche in questo sonetto, è l'idea che identifica la nobiltà (nel v.1 "gentil" sta appunto per "nobiltà") con la virtù, e l'amore con la gentilezza.
L'amore diventa dunque nello Stilnovo una sorgente di perfezione.
moralee di elevazione a Dio per mezzo della figura della donna-angelo, ed è, evidentemente, la tematica fondamentale della corrente e del componimento qui preso in esame. Nel secondo versetto Dante si riferisce ovviamente a Beatrice (nella realtà Bice di Folco Portinari), in quanto la Vita Nova tutta parla, sintetizzando, della storia d'amore ideale di Dante per Beatrice. L'iperbole dei versetti 3-4 connotano anche da un punto di vista esteriore la perfezione estetica e morale che la bellezza della donna emana; e la sua natura angelicata viene successivamente confermata dalla similitudine dei versetti 7-8. Nella due terzine che chiudono il componimento, come ho anticipato parlando in generale dello stilnovo, è evidente la funzione salvifica della donna. La visione della stessa, infatti, è in grado di introdurre nell'animo.