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SVILUPPO DELL'EMPATIA

Lo sviluppo dell'empatia avviene per stadi (Hoffman, 2000):

Contagio emotivo → Processo automatico e fisiologico. Es: Se un neonato sente piangere un altro bambino, si mette a piangere anche lui attraverso un pianto reattivo.

Empatia egocentrica (2-6 mesi) → Il bambino quando vede un altro bambino in una situazione di malessere si sente a disagio e cerca conforto per sé stesso, ad esempio cercando la mamma.

Empatia quasi egocentrica (2 anni) → Il bambino vede un adulto piangere e cerca di confortarlo come vorrebbe essere confortato lui, ad esempio portandogli un gioco.

Empatia "veridica" (3/4 anni) → Il bambino capisce la condizione dell'altro quando la manifesta. Es: Vedere un bambino che piange e portargli un gioco o chiamare un adulto in soccorso.

Empatica per la condizione esistenziale dell'altro (età scolare) → Il bambino capisce la condizione dell'altro anche se quest'ultimo non la manifesta.

non la manifesta. Es: Un bambino subisce un lutto e l'altro bambino capisce le sue emozioni anche se in quel momento appare sorridente. Comprendere e condividere le emozioni dell'altro produce un'azione di aiuto e supporto. IL COMPORTAMENTO PROSOCIALE Sentimento Nancy Eisenberg ha introdotto il concetto di sympathy (dall'italiano "compassione") che ha origine dall'empatia ma che comprende anche un sentimento di preoccupazione verso l'altro. Questo sentimento di preoccupazione determina l'azione prosociale. L'attivazione empatica non sempre si traduce in un comportamento prosociale, possiamo infatti avere 2 tipi di comportamento: - Comportamento Ritiro egoistico - La diff. tra questi 2 comport. è il distress - Condizione di stress negativa che non riesce ad essere affrontata, per questo si è bloccati, pietrificati, e non si riesce a fare nulla. Fin da piccoliI bambini di 3-4 anni hanno differenze innaturali nel comportamento prosociale, il quale è predittivo del comportamento sociale da adolescenti.

Ciò che invece possiamo apprendere ed è il fattore chiave del comportamento prosociale è la self-regulation (= Capacità di gestire le proprie emozioni e quindi di auto regolazione delle emozioni) non entrare in distress e non inibire il comportamento prosociale.

La self-regulation è determinata dall' effortful-control che ci permette di:

  • Inibire la risposta dominante. Es: Fuga.
  • Mettere in atto il comportamento che si desidera anche se non è quello dominante.
  • Pianificare le proprie azioni.
  • Individuare gli errori nella propria condotta.

Esempio: Se un bambino inciampa e perde del sangue, il suo amichetto potrebbe spaventarsi alla vista del sangue e allontanarsi dalla scena; se però l'amichetto sarà in grado di regolare il proprio stato emotivo,

Potrà trovare la forza di prestare aiuto al bambino.➤ Se da un lato i fattori biologici di tipo temperamentale ( ) hanno un ruolo effortful-control rilevante, dall'altro anche i fattori relazionali svolgono un ruolo fondamentale: se il bambino si trova in un clima familiare positivo e crea un attaccamento sicuro con i caregivers, la loro capacità di sympathy sarà più elevata ed anche il loro self-regulation sarà migliore.

LA COGNIZIONE MORALE

Gli approcci classici allo sviluppo morale si sono concentrati sulla dimensione cognitiva = Processi di ragionamento e di presa di decisione morale. Vediamo alcuni approcci stadiali (= Lo sviluppo): morale segue procede per stadi invarianti per tutti gli individui

Ci sono 3 stadi che portano all'autonomia

Il modello di Piaget→ morale = Capire in modo autonomo cosa è giusto e cosa no.

  1. ANOMIA MORALE
  2. REALISMO MORALE
  3. RELATIVISMO MORALE

Fino 4-5 anni Fino 7-8 anni Intorno ai 10 anni

Il bambino ha

Il bambino raggiunge la morale eterodiretta e eteronoma = E' giusto solo ciò che l'adulto gli dice che è giusto e l'adulto riesce a far rispettare.

Inoltre il bambino ha una responsabilità soggettiva = Io sono colpevole solo se ho intenzionalità.

La responsabilità oggettiva = Io sono colpevole anche se non avevo intenzionalità.

Lo sviluppo morale prevede un progressivo adeguamento (3 livelli) alle norme morali dei gruppi sociali a cui si appartiene, divisi a loro volta in sotto-stadi:

  1. PRECONVENZIONALE
  2. CONVENZIONALE
  3. POSTCONVENZIONALE

Fino a 9-10 anni il bambino ha un pensiero superficiale e autocentrato e vede la norma come eteronoma.

Le regole sociali vengono interiorizzate nel periodo dai 13 ai 20 anni, Stadio 3 - Orientamento del bravo ragazzo.

Oltre alle regole sociali ci sono principi etici universali a cui si aderisce dai 20 anni in poi.

Il ragazzo si conforma alle regole sociali per ottenere considerazione dagli altri. Obbedisce alle regole per evitare la punizione. Il ragazzo agisce con responsabilità verso le istituzioni. Il bambino rispetta le regole per avere un vantaggio sociale ma anche per rispettare valori universali. Se c'è contrasto tra norme sociali e principi universali, il ragazzo predilige questi ultimi. Il modello di Gibbs prevede due fasi dello sviluppo morale: lo sviluppo morale standard e lo sviluppo esistenziale.

La comprensione delle regole e la valutazione di ciò che è giusto e sbagliato riguarda l'abilità di riflessione e lo sviluppo di una propria morale. Corrisponde al realismo morale di Piaget. È presente in adolescenza e età adulta. Si può verificare un moral delay (= ritardo morale) per cui la persona rimane alla morale immatura.

DAL RAGIONAMENTO ALL'AZIONE MORALE

La conoscenza di ciò che è giusto ci porta ad agire verso ciò che è ritenuto giusto, ma non sempre le persone agiscono in modo giusto. Questa distanza viene spiegata da 2 teorie:

1. Teoria dei domini → 3 domini cognitivi separati:

  • Regole morali universali che valgono sempre e sono condivise da tutti.
  • Regole socioconvenzionali che valgono in un determinato contesto e sono fatte rispettare.
  • Principi di scelta personale che riguardano ciò che io scelgo di fare.

dalle autorità. Morale autonoma.↓Morale eteronoma.Il comportamento immorale è dovuto ad uno scivolamento ( ) di dominio: da dominioshifto ad azione morale→ In questo modo il comportamentomorale a socioconvenzionaleaggressivo è considerato regolato da norme di contesto o da criteri di sceltapersonale. Meccanismo/Giustificazione2. Disimpegno morale→ che il bambino apprende e che da aipropri comportamenti sbagliati per giustificarli.I meccanismi di disimpegno morale sono 8:Giustificazione morale: “E’ stata lei a provocarmi”.1. Etichettamento eufemistico: “Non l’ho picchiato gli ho solo dato una spinta”.2. Confronto vantaggioso: “Potevo picchiarlo invece l’ho solo preso in giro!”.3. Diffusione di responsabilità: “Non sono stato solo io ma anche loro”.4. Dislocamento di responsabilità: “E’ stato lui a dirmi di farlo!”.5. Distorsione delle conseguenze:

“Non si è fatto niente”.

6. Disumanizzazione della vittima: “E’ una bestia, potevo farlo!”.

7. Con questo punto possiamo introdurre il concetto di dominanza sociale = Un individuo con una forte dominanza sociale divide le persone in 2 categorie:

  • IN-GROUP
  • OUT-GROUP

Rientrano le persone uguali a noi ed a esse vengono attribuite le emozioni di 1° e 2° ordine.

Rientrano le persone diverse da noi ed a esse vengono attribuite solo le emozioni di 1° ordine.

Questo significa che le paragonano agli animali; perchè gli animali sono in grado di provare solo emozioni di 1° ordine.

Attribuzione della colpa: “E’ stato lui ad iniziare”.

8. I cosiddetti bulli ricorrono spesso al disimpegno morale ed emozioni connesse con esso ( ) nei bambini sono predittive di comportamenti aggressivi in adolescenza.

L’aggressività può essere di 2 tipi:

  • Aggressività
  • reattiva = Rispondere in modo aggressivo a situazioni ritenute minacciose. È un'azione molto emotiva. per ottenere un- Aggressività proattiva = Mettere in atto un comportamento aggressivooggetto materiale. Comportamento del bullo. È un'azione meno emotiva e quindi spesso pianificata e calcolata.

    MODELLO DI ELABORAZIONE DELL'INFORMAZIONE SOCIALE (SIP = Social Information Processing)

    Secondo questo modello le interazioni sociali spesso costituiscono problemi da risolvere, in cui la persona deve comprendere le intenzioni dell'altro e decidere come rispondere. Questo processo viene spiegato da 6 fasi:

    1. Codifica dello stimolo sociale = In questa fase si osservano i comportamenti dell'altro.
    2. Interpretazione dello stimolo = In questa fase si attribuisce l'intenzione ai comportamenti dell'altro.
    3. Definizione degli obiettivi = In questa fase la persona decide gli obiettivi che vuole raggiungere nell'interazione.

    con l'altro.

    Relational goals Instrumental goals

    Mantenere una buona relazione Avere un vantaggio personale.

    con l'altro.

    3. Ricerca di una risposta = In questa fase la persona elabora tutte le azioni che può mettere in atto per raggiungere i suoi obiettivi.

    4. Scelta della risposta = In questa fase la persona sceglie la risposta da mettere in atto che gli sembra più adeguata.

    5. Messa in atto della risposta = In questa fase la persona mette in atto la risposta che ha scelto e aspetta i feedback dell'altro.

    infattiLe persone con comportamenti aggressivi-reattivi hanno difficoltà nelle prime 2 fasi, focalizzano l'attenzione sui comportamenti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erikab21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Cadamuro Alessia.