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Il linguaggio di Emilio è
stereotipato, zeppo di
espressioni enfatiche,
melodrammatiche e banali.
Anatomia critica di
una cultura: Svevo fornisce
l’anatomia esatta di una
mentalità e di una cultura in un
dato momento storico, dei suoi
stereotipi concettuali, linguistici
e letterari. SVEVO
L’importanza di Schopenhauer Dal filosofo Svevo
riprende innanzi tutto l’idea della voluntas, cioè di
una “forza cieca” della natura che agisce in ognuno
di noi come una irrazionale “volontà di vivere”.
Schopenhauer distingue i lottatori dai contemplatori,
i quali in opposizione ai primi si sottraggono al
potere della voluntas. Ma Svevo preferisce così
parlare di sani e malati. I primi sono coloro che
seguono esattamente ciò che la “volontà di vivere”
richiede loro; godono tutti i doni della vita. I malati
invece, sono coloro che non assecondano il flusso
naturali; si sottraggono alla vita, non riescono a
godere dei beni che essa offre loro, a differenza dei
sani, risultano deboli e infelici. I sani credono di
vivere, ma non vivono pienamente. I malati sono in
grado di adattarsi prima e meglio ai vari
cambiamenti e quindi di sopravvivere.
L’importanza di Darwin Queste idee di matrice
schopenhaueriana possono trovare una più precisa
spiegazione scientifica, secondo Svevo, se collegate
alle tesi di Charles Darwin. A vincere secondo Svevo,
non è il forte che si adatta all’ambiente, ma il
debole, il non-adatto, colui che in una perenne
condizione di inquietudine esistenziale trova le
ragioni di una continua capacità di “vivere”.
L’importanza di Freud Svevo sottolinea più volte la
distinzione fra artista e filosofo dove il rapporto tra i
due viene paragonato ad un matrimonio in cui
marito e moglie non si intendono ma producono figli
bellissimi. Egli rifiuta così l’etichetta, affermando di
non credere nelle capacità terapeutiche della
psicanalisi, anche perché il “malato” che essa
vorrebbe curare è l’uomo più profondamente
autentico.
La poetica Lo scrittore precisa la propria poetica in
occasione della definizione di “dilettante” attribuita
alle sue opere. Due sono le forme di dilettantismo.
Una è quella di coloro che cadono nel formalismo e
così facendo la scrittura diventa fine a sé stessa.
L’altra è quella propria di chi si avvicina alla
letteratura per il bisogno urgente di chiarire nella
scrittura la propria esperienza. Per dare un’idea
della sua letteratura Svevo ricorre ad una metafora
curiosa, quella del faro e della formica. L’immagine
del faro esprime l’ispirazione dell’artista che è come
una luce intermittente che balena all’improvviso
nella notte e subito si spegne; la riflessione è invece
paragonata alla capacità della formica di approfittare
di questa luce per ritrovare la strada da seguire:
mediante la riflessione l’artista afferra l’ispirazione,
analizzandola a fondo e trascrivendola sulla pagina.
UNA VITA Iniziato nel 1888, il primo romanzo di
Svevo Una Vita, il cui titolo originale era Un inetto
(uomo incapace di svolgere i propri compiti, insulso),
venne pubblicato ufficialmente nel 1892 (a spese
dell’autore).
Vicenda: Il romanzo Una Vita narra la vicenda di
Alfonso Nitti, impiegato presso la ditta Maller dotato
di una certa cultura umanistica ed improbabili
ambizioni di scrittore. Egli vive in una camera che ha
preso in affitto e soffre per la monotonia e lo
squallore della propria esistenza. L'occasione di
mutare la propria vita e di realizzare le sue ambizioni
gli si presenta quando la figlia del signor Maller,
Annetta, su suggerimento del colto cugino Macario,
prima invita Alfonso a partecipare alle serate
letterarie che tiene in casa propria e poi lo sceglie
per scrivere un romanzo a quattro mani. Annetta,
per noia e capriccio, accetta la corte di Alfonso e
s'invaghisce di lui. Con la complicità, poco
spontanea, di Francesca, governante ed amante del
signor Maller, Alfonso riesce a sedurre la vanitosa
figlia del principale, ma immediatamente scopre di
non provare dalla relazione quella gioia che
immaginava. Così, dopo una notte d'amore, rifiuta il
suggerimento di Francesca di star vicino ad Annetta
per sfruttare la situazione e combinare il matrimonio,
fugge al paese natale col pretesto d'assistere la
vecchia madre, che poi scoprirà veramente
sofferente di una grave malattia alla quale non
sopravvivrà. La lunga assenza sarà fatale ad Alfonso;
infatti, Annetta, passato l'entusiasmo del momento,
si fidanza col cugino Macario. Al suo ritorno Alfonso
oscilla tra rassegnazione, orgoglio per aver
rinunciato ad un amore d'interesse e delusione per
vedersi nuovamente risucchiato nella squallida vita
di sempre. In ditta viene messo da parte e trasferito
ad un incarico meno remunerativo. Perde quindi il
controllo della situazione: affronta il Maller con
minacce fittizie, e cerca di rivedere Annetta,
ottenendo però solo di venire sfidato a duello dal
fratello di lei. Vedendosi ormai perduto non gli resta
che un atto estremo: il suicidio.
Nel romanzo influiscono tre grandi filoni letterari
francesi:
• Romanzo della scalata sociale: il protagonista
tenta di arrivare ad un alto stato sociale soprattutto
tramite la seduzione; qui però Alfonso sogna di fare
la scalata, ma non ci prova nemmeno;
• Romanzo di formazione: si incentra sullo
sviluppo dei personaggi;
• Romanzo naturalista: si vede nella
rappresentazione minuziosa degli ambienti sociali e
nel concetto che la società è dominata dalla lotta per
la vita.
È apparentemente un romanzo realista, ma è solo un
impianto esterno: in realtà è un romanzo psicologico,
perché la vera trama è lo sviluppo della psicologia
del protagonista. Con questo romanzo Svevo
inaugura la figura dell’inetto: colui che è incapace a
vivere. Questo per Alfonso è dovuto a due motivi:
1) È un declassato: il padre muore e si ritrova a
vivere una vita al di sotto delle sue abitudini;
2) È un intellettuale: è visto dalla società come un
essere inutile e un incapace. Questa sua incapacità
lui la prende come un tratto di nobiltà che lo rende
superiore; si crea quindi una serie di alibi e di scuse
psicologiche con le quali scusare la sua inettitudine.
Ci sono due antagonisti:
1) Il signor Maller che rappresenta la figura paterna
che lui non ha più, ma che incombe sulla sua vita ed
impedisce la sua realizzazione;
2) Macario, il rivale, è tutto ciò che lui non è: ha
forza, prestigio, è bravo con donne. È lui che sposerà
Annetta e farà una scalata sociale.
Come tecnica narrativa è molto influenzato da
Flaubert: abbiamo un narratore esterno, ma con
focalizzazione interna (presenta le vicende del punto
di vista del protagonista. A differenza di Flaubert, la
voce narrante ogni tanto interviene a smascherare in
maniera crudele tutti gli alibi che Alfonso si crea.
Rispetto al romanzo psicologico di D’Annunzio in cui
i personaggi hanno una psicologia definita e sono
coerenti; qui la psicologia è contorta e labirintica
nella quale emergono tratti di cui il protagonista
stesso non si rende conto: fa emergere la
dimensione dell’inconscio (tipico atteggiamento
decadente).
Senilità Emilio Brentani è un piccolo scrittore di
provincia che vive con la sorella Amalia una vita
monotona da impiegato, ravvivata soltanto
dall'amicizia con un artista fallito, un certo Balli, che
riesce però ad avere grande successo con le donne.
Emilio ad un certo momento conosce Angiolina, una
popolana procace e istintiva, alquanto volgare e
tuttavia capace di colpire Emilio per la sua
schiettezza e la sua vivacità, tanto che egli se ne
innamora ed intreccia con lei una relazione. Nello
stesso tempo la sorella si innamora dell'amico Balli,
con disappunto di Emilio. L’amico, infatti, non
contraccambia il suo amore e la ragazza per la
delusione si lascia andare sempre di più all'uso di
etere fin quando non inizia a dare segni di delirio.
L'Angiolina poi non si fa scrupoli nel tradire Emilio il
quale, colpito da tante delusioni, si rifugia in una
senilità precoce, cioè in uno stato patologico che
della vecchiaia naturale riproduce l'assenza di
aspirazioni per il futuro, la preponderanza del ricordo
anche rispetto al presente, e quindi il rifugio nel
sogno e nella contemplazione.
Struttura psicologica del protagonista: Emilio
Brentani è “fratello carnale” di Alfonso Nitti perché è
un piccolo borghese e un intellettuale. Dal punto di
vista psicologico è un inetto, incapace di affrontare
la realtà. Emilio costruisce un sistema protettivo ma
di rinunce in cui la sorella Amalia rappresenta la
figura materna. Angiolina è il simbolo di salute e
pienezza vitale e la relazione con la donna fa venire
alla luce l’inettitudine di Emilio ad affrontare la
realtà. L’inettitudine di Emilio è soprattutto
immaturità psicologica, che maschera attraverso
l’immagine fittizia di uomo virile nel ruolo paterno
nei confronti di Angiolina. L’amico Balli invece ha la
fisionomia del piccolo superuomo che tenta di
rovesciare l’impotenza in onnipotenza.
Impostazione narrativa: romanzo focalizzato
quasi interamente sul protagonista e i fatti sono
filtrati attraverso la sua coscienza. La voce del
narratore interviene a smentire e correggere i suoi
autoinganni. Spesso, però, il narratore non
interviene, lasciando smentire il personaggio
attraverso il contrasto creato dalle convinzioni del
protagonista e dalla realtà oggettiva. Ironia
oggettiva o implicita: l’ironia scaturisce
dall’oggettività stessa del montaggio narrativo. Il
linguaggio di Emilio è stereotipato, zeppo di
espressioni enfatiche, melodrammatiche e banali.
Anatomia critica di una cultura: Svevo fornisce
l’anatomia esatta di una mentalità e di una cultura in
un dato momento storico, dei suoi stereotipi
concettuali, linguistici e letterari.
LA COSCIENZA DI ZENO
Scritto dopo venticinque anni da Senilità, viene
pubblicato nel 1923. In questi anni di assenza vi fu il
grande evento della Prima guerra mondiale, l'arrivo
delle avanguardie, l'avvento della psicoanalisi e della
teoria sulla rela