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L'IMPORTANZA DEGLI INSETTI

Sono una fonte di prodotti per l'uomo, basta pensare a tutti i prodotti dell'alveare. Il baco da seta non esiste più in natura, è solo da allevamento; non produce solo la seta ma anche fili per suture e materiale per protesi (rigetto basso). Un altro esempio sono le cocciniglie del carminio, che producono acido carminico, un colorante (E120). La chitina e i chitosani si ottenevano principalmente dai gamberetti, ma adesso il metodo è ritenuto poco sostenibile; la chitina è costituita da N-acetilglucosammina, il Harmonia axyridis.4 Coccinella alloctona: chitosano da D-glucosammina. Avere chitina negli imballaggi sfavorisce la crescita di microorganismi ed è utilizzata anche come agente chelante per i metalli, per produrre suture, garze e uniformare la tintura dei tessuti. Inoltre, anche se da noi sono poco consumati, gli insetti sono anche degli alimenti.

Le stime suggeriscono che nel tempo aumenterà il consumo.

di proteine animali, soprattutto di pesce e polli. Coltiviamo il 50% del terreno per dare da mangiare agli animali che poi ci mangiamo, questo ha pochissimo senso! Le larve di Hermetia illucens, Musca domestica, Tenebrio molitor, e di Alphitobius diaperinus, Acheta domesticus, Gryllus sigillatus, G. assimilis potrebbero essere usate come mangime per i polli e i pesci, in quanto contengono fino al 45% di proteine e 35% di grassi sulla sostanza secca. Inoltre, può svilupparsi sugli scarti. La Comunità Europea ha consentito l'utilizzo di H. illucens, M. domestica, T. molitor, A. diaperinus, A. domesticus, G. sigillatus, G. assimilis per l'acquacoltura, ma non per altri allevamenti. Da dopo l'evento della "mucca pazza" è vietato utilizzare un substrato contenente proteine animali per un animale da allevamento, di conseguenza questi insetti vanno allevati solo su proteine vegetali. Possiamo dare scarti vegetali alle larve di H. illucens e T. molitor (ma non l'umido di casa nostra). Adessoc'è una legge che permette l'utilizzo di per l'alimentazione umana e per la somministrazione a suini e pollame. È importantissimo però: studiare la biologia dell'insetto, valutare i substrati di scarto da utilizzare, la qualità nutrizionale, le performance degli animali allevati con tale metodo e successivamente le qualità organolettiche della carne e l'eventuale contaminazione, oltre a studiarne la sostenibilità e sviluppare un metodo il più possibile standardizzato. LE INTERAZIONI NEGATIVE CON L'UOMO E LE SUE ATTIVITÀ La fitofagia può causare danni alla pianta, ai prodotti da raccogliere o ai prodotti dopo la raccolta. I fitofagi possono essere: monofagi (mosca dell'olivo, fillossera della vite), oligofagi (si nutrono a spese di piante non affini filogeneticamente, come la piralide del mais che attacca mais e peperone), polifagi (numero indefinito di specie vegetali). Un aspetto meno noto

La fitofagia è la trasmissione di patogeni. L'80% dei patogeni delle piante (virus, batteri, fitoplasmi) sono trasmessi dai fitofagi. La maggior parte cade nell'ordine degli emitteri (tutti fitomizi), appartenenti agli eterometaboli e gruppo più numeroso dopo gli olometaboli. Pur non essendo fitomizi, trasmettono patogeni anche i curculionidi, i crisomelidi e i coccinellidi. Trasmettono patogeni: tripidi, pentatomorfi (cimici), cicadelle, sputacchine, aleurodidi, cocciniglie, afidi. All'interno dei rincoti distinguiamo: Sternorrhyncha, Fulgoromorpha, Cicadomorpha, Coleorrhyncha, Heteroptera.

Ordini di fitofagi che causano gravi danni a colture e piante ornamentali → larve di lepidottero (soprattutto alle parti aeree della pianta), coleotteri (sia larve che adulti), ditteri (di solito polifagi e carpofagi) e afidi.

Phoenix canariensis è caratterizzata da foglie pennate e tronco robusto ed è una delle specie più utilizzate.

nell'ambito dell'arredo urbano; oltre il 90% è stato attaccato dal punteruolo delle palme, originario dell'Asia sud-orientale. La fitofagia è considerata dannosa, in quanto interferisce con l'attività umana, l'economia, la salute e porta a competizione per le risorse limitate. In agricoltura la5 Agente chelante: antagonista dei metalli pesanti, compete per i gruppi funzionali in modo da neutralizzarne gli effetti tossici e aumentarne l'escrezione.6 Mucca pazza: malattia neurologica degenerativa dei bovini.7 Fitoplasmi: batteri privi di parete cellulare che possono vivere solo all'interno della pianta edell'insetto vettore. dannosità dei fitofagi varia in funzione dell'organo della pianta scopo della produzione. Possono causare:danni diretti (attaccano la parte commerciale della pianta); danni indiretti (attaccano le parti non oggetto di commercializzazione, ma compromettono la produzione). Alcuni fitofagicausano entrambi i danni (piralide del mais → erode le cariossidi e scavanello stocco, afide grigio del melo → danneggia foglie e frutti). Il danno può essere: - fisiologico, in riferimento al danno funzionale causato alla pianta; - produttivo/economico, in riferimento all'attività agricola. DANNO FISIOLOGICO Minore disponibilità di fotosintetati → fillofagi, fitomizi e rizofagi tolgono fotosintetati; i blastofagi interrompono la loro traslocazione. Compromettono l'attività fotosintetica. Molti fitomizi che si nutrono di foglie le fanno "arricciare". La melata e le cocciniglie, prodotte come "rifiuto" in seguito all'eccessiva assunzione di zuccheri, fanno da filtro alla luce e frequentemente portano alle fumaggini, delle patine di funghi neri. Minore disponibilità idrica → vasi ostruiti, traspirazione compromessa (melata e fumaggini), danni alla superficie radicale assorbente. Questi due danni

fisiologici interferiscono sull'attività vegetativa della pianta. Danni diretti agli organi riproduttori à alcune specie di tripidi e lepidotteri sono antofaghe. I frutti possono essere danneggiati dall'attività trofica dei fitomizi, che possono deformarli o alterarne le proprietà organolettiche (qualità nutrizionale, Fusarum, Botrytis sapore). Se un frutto è ricoperto di fumaggine ( va prima lavato e si allunga così la catena di produzione (e di conseguenza i costi). Sono carpofagi alcuni lepidotteri, ditteri, coleotteri ed imenotteri (questi ultimi possono anche trasformarli in galle). Danni agli organi di sostegno → xilofagi, possono scavare nel fusto e consentire l'ingresso a funghi patogeni, rizofagi e blastofagi. Modificazione dell'architettura delle piante → riduzione dei germogli (tisanotterie rincoti) e danni a giovani germogli o apici vegetativi, che compromettono la dominanza apicale (lepidotteri e

DANNO PRODUTTIVO ED ECONOMICO

Consiste in una perdita misurabile, quantitativa o qualitativa, dell'utilità della pianta.

Possiamo avere danni alla quantità prodotta (t/ha), danni alla qualità organolettica (contenuto zuccherino, proteine nelle leguminose, olio nelle oleaginose), danno estetico (forma o colore di foglie e frutti). Si esprime come "perdita di produzione lorda vendibile". I danni estetici deprezzano la partita o richiedono interventi di "toelettatura", ma non sono facili da quantificare in termini monetari, è più facile determinare il danno economico (misurabile in %).

Un danno fisiologico non necessariamente si riflette in un danno economico e un danno economico può non essere fisiologico (la pianta può stare benissimo ma la produzione può risentirne). Dipende dalla densità e, se il danno è indiretto, dalla dimensione del fitofago (lepidottero nottuide o fitomizi).

Una volta si mettevano in atto strategie di controllo senza fare nessuna valutazione aposteriori. Sono stati ideati dei modelli che descrivono la relazione tra danno fisiologico e dannoproduttivo/economico: perché è importante studiarla? Perché se la studio possostabilire dei corretti piani di intervento per il controllo del fitofago. I modelli cambianonel caso in cui il danno sia diretto o indiretto. Se il fitofago si nutre della partecommercializzata stabiliamo 3 modelli diversi, dove sull’asse delle ascisse abbiamo ildanno fisiologico, misurabile in densità del fitofago, su quella delle ordinate laproduzione in %. Possiamo avere:

  • un modello di tipo 1, dove il danno produttivo è proporzionale a quello fisiologico;
  • un modello di tipo 2, dove il danno produttivo è meno che proporzionale al danno fisiologico;
  • un modello di tipo 3, dove il danno produttivo si verifica solo a partire da un certo livello di fillominatore).

infestazione. Nel caso in cui il fitofago causi un danno indiretto la relazione segue il modello di tipo 3. Questi modelli ci fanno capire che dobbiamo necessariamente conoscere la densità del fitofago, è indispensabile fare dei campionamenti! I modelli sono una semplificazione necessaria, ciò che vale in Italia Meridionale non vale sulle stesse colture in Nord Europa (fattori climatici). Influiscono lo stato di salute, la fase fenologica della pianta e fattori abiotici.

Cydia pomonella. Esempio di danno diretto, relazione di tipo 1 → (carpocapsa), Tortricidae carpofago. Solo le larve della generazione estiva causano questo tipo di danno. È considerata tra gli insetti più dannosi di pero e melo (pomacee), noce e pesco, susino e albicocco (drupacee). Va in diapausa come larva matura (tutti gli stadi di sviluppo post-embrionale possono essere coinvolti nella diapausa). Passa l'inverno chiusa nel bozzolino in piccoli anfratti della corteccia.

dell'albero ospite o sul terreno vicino. Sverna anche tra le cassette di raccolta della frutta. Tra aprile e maggio abbiamo lo sfarfallamento degli adulti, che vengono chiamati adulti di primo volo, che si accoppiano e depongono le uova, che diventeranno larve di prima generazione (giugno). In questo momento i frutti sono in via di sviluppo e le larve iniziano a mangiarli. Le larve daranno origine agli adulti di secondo volo (giugno e luglio), che si accoppieranno e deporranno uova, da cui emergeranno le larve di seconda generazione (agosto). La femmina depone un uovo per frutto. La larva di seconda generazione potrà dare origine agli adulti di terzo volo (settembre e ottobre). Fa due otre generazioni l'anno; in Nord Europa fa una sola generazione. Quelle che causano problemi di tipo diretto sono le larve di seconda e terza generazione. I frutti attaccati dalle larve vengono completamente persi, perché l'attività trofica causa la caduta del frutto o lo

rende invendibile (s

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
47 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/11 Entomologia generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bombeelio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategie di controllo degli insetti dannosi e dei vettori e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Casartelli Morena.